Dopo il giro sulle montagne russe degli ultimi 3 anni, l’economia in Italia e in Europa sta di nuovo scivolando verso il ritmo di crescita dello “zero virgola”, che aveva contraddistinto i decenni precedenti soprattutto l'Italia.
L’andamento del PIL italiano nel 2023 si profila in forte rallentamento rispetto al 2022, quando era cresciuto del +3,7%: nello scenario base, il CSC prevede un incremento annuo del +0,7%.
La spesa delle famiglie è attesa rimanere quasi ferma nella seconda metà del 2023, gli investimenti fissi lordi sono attesi crescere moderatamente, le esportazioni italiane di beni e servizi registrano una battuta d’arresto.
L’input di lavoro avanzerà nel biennio 2023-2024 a un ritmo complessivamente allineato a quello dei livelli di attività economica, seppur un po’ sopra quest’anno e lievemente sotto l’anno prossimo.
La dinamica delle retribuzioni di fatto pro-capite nell’intera economia italiana è prevista attestarsi sul +2,8% nel 2023 e accelerare al +3,9% l’anno prossimo.
Nello scenario “a legislazione vigente” l’indebitamento netto della pubblica amministrazione è previsto scendere al 5,3% del PIL nel 2023 dall’8,0% dello scorso anno e al 3,8% nel 2024.
I prestiti bancari alle imprese in Italia si stanno rapidamente riducendo (-6,2% annuo ad agosto 2023), dopo aver toccato alti ritmi di crescita fino a metà del 2022.
Nel 2023 lo scenario economico globale si è indebolito, in Europa per gli impatti negativi dell’inflazione ancora elevata e della stretta monetaria, negli emergenti per la dinamica dell’economia cinese.