AUDIZIONI PARLAMENTARI

Dlgs Recepimento Direttive ETS

16 luglio 2024

Politiche per l'Ambiente

Politiche per l'Ambiente

Il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (European Union Emissions Trading System - EU ETS), introdotto e disciplinato nella legislazione europea dalla Direttiva 2003/87/CE, è il principale strumento adottato dall’Unione europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2.

Le nuove Direttive prevedono un innalzamento del target di riduzione (portandolo al -62% al 2030 rispetto al 2005) e l’allargamento a nuovi settori. Oltre agli impianti stazionari erano stati già inclusi nel meccanismo gli operatori aerei e ora viene prevista la partecipazione anche del trasporto marittimo. Viene allo stesso tempo creata una nuova sezione del meccanismo, chiamata ETS 2, per il trasporto stradale e gli edifici. Per evitare eccessivi squilibri in questi comparti, è stato definito un target di riduzione delle emissioni inferiore rispetto all’ETS1 (-43% al 2030) e calmierato il prezzo delle quote di emissione almeno per la prima fase di applicazione.

Riunire in un unico schema di recepimento le diverse disposizioni rende complicata la lettura del provvedimento. Inoltre, considerato il ritardo con il quale si è avviata la procedura di recepimento delle direttive, appaiono critiche le scadenze indicate nel decreto ai fini della predisposizione dei piani di monitoraggio, della comunicazione delle emissioni e della relativa restituzione, rispetto alle quali si ritiene opportuno disporre una proroga come sta avvenendo in altri stati membri.

Dlgs Recepimento Direttiva NIS 2

16 luglio 2024

Digitale

Digitale

Confindustria, grazie ad un’azione coordinata a livello di Sistema associativo e all’attività di lobby svolta attraverso la Delegazione a Bruxelles, ha seguito l’iter di approvazione della Direttiva NIS 2, contribuendo attivamente alla sua definizione.

Il nuovo impianto della Direttiva NIS 2 supera e rafforza quanto già previsto dalla precedente direttiva NIS, ampliando anzitutto i settori di applicazione e i soggetti rientranti nel perimetro. La NIS 2, inoltre, appare più funzionale ad assicurare un utilizzo sicuro delle reti e dei sistemi informativi, specialmente riguardo all’operatività delle infrastrutture essenziali del Sistema Paese, siano esse gestite da soggetti pubblici o privati.

Confindustria condivide quindi l’attuale impostazione dello Schema di Decreto Legislativo di recepimento della Direttiva NIS 2, così come ne condivide i principi che ne sono alla base e sui quali l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) ha fondato l’impianto normativo.

Confindustria ha tempestivamente avviato una proficua interlocuzione con l’ACN per attivare un dialogo tra le imprese ricadenti nei settori NIS 2 e l’ACN stessa, per far emergere eventuali criticità ed elementi da valutare di cui tenerne conto nello svolgimento dell’attività regolamentare.


Dlgs Recepimento Direttiva CSRD

12 luglio 2024

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Confindustria condivide l’impulso alla trasparenza, da parte delle imprese, sulle informazioni di sostenibilità, obiettivo che è alla base della CSRD e del provvedimento all’esame del Parlamento.

 Al contempo, durante i lavori preparatori che lo hanno preceduto, Confindustria si è soffermata su alcune questioni di rilevante impatto per le imprese, a partire dal sistema sanzionatorio previsto per i casi di inadempimento ai nuovi obblighi di reportistica.

Alcune di queste osservazioni, condivise con altre Organizzazioni di rappresentanza, sono state tenute in considerazione. Tuttavia, residuano profili di incertezza che occorrerebbe chiarire per garantire un’attuazione equilibrata della nuova disciplina, che eviti di imporre oneri troppo gravosi per le imprese chiamate ad adeguarsi e ricercando, al contempo, misure e soluzioni operative che le supportino in questo processo.


DL Materie prime critiche

04 luglio 2024

Politiche per l'Ambiente

Politiche per l'Ambiente

Confindustria segue da tempo il tema dell’analisi dei fabbisogni di materie prime critiche da parte dell’industria italiana e la sicurezza del loro approvvigionamento, in quanto precondizioni degli investimenti per la produzione di tecnologie chiave della transizione ecologica e digitale.

La competizione a livello globale oggi si gioca sulla capacità di produzione di tali tecnologie, per cui è necessario rafforzare le filiere industriali del Paese, sia con riferimento ai processi up-stream che down-stream.

Il Decreto Legge affronta alcune tematiche fondamentali per liberare il potenziale degli investimenti industriali nei processi up-stream, poiché reca una disciplina a forte connotazione amministrativa che ha il condivisibile obiettivo di adeguare la normativa nazionale agli obiettivi e standard europei previsti dal Critical Raw Materials Act .

Il giudizio complessivo sul provvedimento espresso da Confindustria è quindi positivo, anche se appare tuttavia necessario rafforzare alcune misure in esso contenute al fine di velocizzare i procedimenti autorizzativi e rafforzare le performance di economia circolare nel nostro Paese.


Proposta Direttiva Tirocini

14 giugno 2024

Lavoro e Relazioni ...

Lavoro e Relazioni Industriali

Confindustria condivide la ratio ispiratrice della proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio e, cioè, evitare un uso distorto dei tirocini, problematica che indubbiamente riguarda anche il nostro Paese, nonostante l’ampio apparato di tutele approntato.

Sarebbe tuttavia opportuno specificare meglio che dall’ambito applicativo della Direttiva sono esclusi i tirocini curriculari.

Proprio perché inseriti in un percorso pienamente formativo, non avrebbe senso infatti contornare i tirocini curriculari di tutte le garanzie proprie di un ordinario rapporto di lavoro, salvo ovviamente il riconoscimento di una serie di garanzie fondamentali che, peraltro, sono già previste dalla disciplina nazionale vigente, come ad esempio quella sulla salute e sicurezza sul lavoro.


DL Agricoltura

28 maggio 2024

Energia

Energia

Il contributo di Confindustria è volto a suggerire alcuni miglioramenti all’articolo 5 del DL Agricoltura che prevede limitazioni all’uso del suolo agricolo per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra. La norma rischia di avere effetti che andrebbero oltre le sue finalità, impattando negativamente sulla produzione di energia rinnovabile necessaria a soddisfare gli obiettivi di decarbonizzazione competitiva delle imprese industriali.

Nell’attesa della definizione di un decreto ministeriale che disciplini i criteri di individuazione delle aree idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici - che auspichiamo venga approvato il prima possibile - Confindustria propone di prevedere un'ulteriore eccezione a fianco di quelle già previste dal provvedimento, stabilendo che tale norma non si applichi anche ai progetti finalizzati all’autoproduzione di energia rinnovabile, anche indirettamente e a distanza, da parte delle imprese industriali o da soggetti terzi con cui le imprese medesime sottoscrivono contratti di approvvigionamento a termine per l'energia rinnovabile.

Una attenzione particolare va inoltre riservata ai settori energy intensive dell’industria, che sono alla base del sistema manifatturiero e che dovranno raggiungere entro il 2030 un target di riduzione delle emissioni del 62% rispetto al 2005. Per questo riteniamo che le aree dei siti oggetto di bonifica, inclusi i siti orfani, di proprietà di soggetti pubblici dovrebbero essere offerte in concessione per l’attuazione della misura c.d. energy release. Si tratta, infatti, di aree contaminate e, nella maggior parte dei casi, a storica vocazione industriale in cui le opportunità agricole sono limitate nel periodo in cui viene attuata la bonifica, che pertanto dovrebbero essere destinate alla valorizzazione energetica.

Confindustria ha infine richiamato il tema della peste suina africana (PSA) che sta colpendo alcune importanti filiere di produzioni DOP. Per combattere questa epidemia occorre rafforzare le misure introdotte dal Decreto affidando al Commissario poteri straordinari.


 


DL Coesione

24 maggio 2024

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Confindustria ha evidenziato nella memoria come lo scopo della riforma e il suo disegno complessivo siano condivisibili. Infatti, agire sull’efficienza e l’efficacia della spesa rappresenta la condizione per creare un contesto favorevole allo sviluppo del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno.

Al tempo stesso, emergono tuttavia alcune criticità nella concreta declinazione delle misure: in primis, la totale assenza di previsioni volte a preservare il ruolo proattivo del partenariato economico e sociale in tutti i livelli di governance toccati dalla riforma; vi sono poi criticità legate all’attuazione delle nuove misure e all’insufficiente rafforzamento della capacità amministrativa che essa richiede.

Più in generale occorre evidenziare che, rispetto alla principale misura per il sostegno al lavoro al Sud introdotta negli ultimi anni, vale a dire la cd. Decontribuzione Sud - che scadrà a giugno - le nuove agevolazioni trovano applicazione solo alle nuove assunzioni e non anche al personale già in forze presso le imprese. In particolare, l’interruzione a metà anno rappresenterebbe un pessimo segnale rispetto alle esigenze di programmazione delle imprese che, facendo affidamento sulla norma nazionale hanno considerato nei propri bilanci costi del personale inferiori per l’intero 2024. 


Dlgs. controlli su attività economiche

16 maggio 2024

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Confindustria ha espresso, a livello generale, una valutazione abbastanza critica sul provvedimento, in quanto poco concreto e incisivo e declinato secondo una concezione ormai superata del rapporto PA-imprese e del conseguente sistema dei controlli amministrativi.

È stato, pertanto, indicato l’approccio e la logica su cui dovrebbe basarsi la riforma del sistema dei controlli sulle imprese, manifestando una netta contrarietà alla struttura del sistema di certificazione del livello di rischio basso.

Tale sistema, infatti, ai fini della programmazione dei controlli, non valorizza gli indici di compliance delle imprese, ma li subordina - sebbene su base volontaria - a un procedimento di certificazione per l’ottenimento del c.d. Report certificativo, traducendosi paradossalmente in un aggravio piuttosto che in una semplificazione.

Il documento include inoltre una parte di valutazioni di dettaglio e proposte, in cui sono stati indicati i punti dello schema sui quali sarebbe auspicabile un intervento.


PdL Riduzione orario di lavoro

08 maggio 2024

Lavoro e Relazioni ...

Lavoro e Relazioni Industriali

Confindustria ritiene che l’impostazione attualmente in vigore nell’ordinamento costituisce un adeguato bilanciamento tra la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e la libertà di iniziativa economica, preservando in ogni caso l’autonomia negoziale collettiva, nonché il potere organizzativo imprenditoriale connesso all’esercizio dell’attività di impresa.

Secondo Confindustria deve essere quindi preservato l’assetto normativo vigente, che salvaguarda l’autonomia gestionale delle imprese, valorizzando il ruolo della contrattazione collettiva quale strumento idoneo ad individuare gli assetti organizzativi più adatti rispetto alle specificità della singola impresa e ad adottare, se del caso, appropriate scelte organizzative flessibili in modo condiviso.

Aggiornamento PNIEC

30 aprile 2024

Energia

Energia

Dopo la risposta alla consultazione pubblica sul PNIEC, Confindustria ha trasmesso alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei deputati la sua memoria scritta.


In linea generale, Confindustria ha valutato positivamente l’approccio adottato dalla Proposta PNIEC 2023, sottolineando tuttavia alcuni elementi potenzialmente critici.


Secondo Confindustria, infatti, la proposta dovrebbe strutturare meglio la propria visione sull’evoluzione del sistema energetico nazionale e sul modello di mercato che intende sviluppare in relazione a ciascun vettore, affinché possa costituire un Piano capace di orientare lo sviluppo del sistema energetico da qui al 2030 e rappresentare un riferimento operativo per stakeholders, amministrazioni e Istituzioni.



DEF 2024

23 aprile 2024

Centro Studi

Centro Studi

La crescita italiana ha sorpreso in positivo nel 2023, arrivando allo 0,9%, grazie agli investimenti, ancora trainati dalle costruzioni, e il recupero dei sevizi. Guardando avanti ci sono due potenti stimoli: il taglio dei tassi di interesse, che i mercati ipotizzano a giugno, al più tardi a luglio, e l'attuazione del Pnrr. Di contro vari fattori tenderanno a frenare il pil italiano nel biennio (pur con un effetto netto positivo): il costo dell'elettricità, le strozzature mondiali nei trasporti, la graduale uscita dal superbonus.

Se sulla crescita e sul rientro dal deficit il Centro Studi Confindustria conferma quanto indicato dal quadro di finanza pubblica, meno in linea è la previsione sul debito: per il Csc è al 139,1% del pil nel 2024, 1,8 punti di pil in più rispetto al 2023, e a 141,1% nel 2025. Per il governo rispettivamente 137,8 e 138,9.

Da Confindustria sono inoltre arrivate alcune proposte su temi specifici, fra i quali: riforma fiscale; attuazione del PNRR; misure per attenuare i costi dell’energia per le imprese italiane e ridurre la dipendenza estera; Piano Transizione 5.0; soppressione definitiva di plastic e sugar tax.


PdL Emergenze e Ricostruzione

12 aprile 2024

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Confindustria ritiene che una riforma organica relativa all’emergenza e alla ricostruzione debba intervenire in maniera contestuale su entrambe le fasi, valorizzando le esigenze di speditezza ed efficienza tipiche delle gestioni emergenziali, ma anche quelle di sostegno e semplificazione legate alle attività di ricostruzione dei luoghi e di ripresa funzionale delle attività produttive. Emergenza e ricostruzione costituiscono infatti un unicum, che impone una gestione unitaria e coordinata, sorretta da un quadro normativo armonico.

In quest’ottica è importante favorire, da un lato, l’introduzione di alcuni correttivi alla disciplina dello stato di emergenza e, dall’altro lato, la definizione di un compiuto quadro giuridico per la gestione dello stato di ricostruzione. L’auspicio è che si adotti un testo base di sintesi, che intervenga su due direttrici:

  • individuare una fase di stretta emergenza, dalla durata contenuta, affidandone la gestione alla Protezione civile, che costituisce un’eccellenza del Paese;
  • disciplinare in modo compiuto la fase di ricostruzione che, valorizzando la gestione commissariale e basandosi su un quadro normativo semplificato, consenta di gestire in maniera più efficace la transizione graduale tra la fase di stretta emergenza e il rientro nell’ordinario.


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