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14 marzo 2022
Education
Education
In Italia, così come nella maggior parte dei paesi europei, il tirocinio è presente come strumento di formazione sul lavoro, rigorosamente distinto da un rapporto di lavoro e sussiste una distinzione tra tirocini curriculari (previsti o riconoscibili dai piani formativi di un’istituzione formativa) e tirocini extra-curriculari.
Confindustria intende sottoporre all’attenzione del Legislatore tre questioni fondamentali:
1. Quadro complessivo degli strumenti di formazione sul lavoro in Italia. La riflessione sul tirocinio curriculare potrebbe rappresentare l’occasione per dare avvio ad una più generale riflessione su come inserire questo e altri strumenti in un quadro più ampio, entro il quale imprese e istituzioni formative collaborano per la crescita formativa e professionale delle nuove generazioni.
2. Partnership impresa-istituzione formativa. Un progetto di riforma del tirocinio dovrebbe partire dalla necessità che in Italia nascano reti strutturate tra imprese e istituzioni formative per costruire un campo di azione entro il quale inserire tutte le attività di collaborazione tra imprese e istituzioni formative, dalla semplice testimonianza aziendale fino all’apprendistato.
3. Indennità e liberalità dei tirocini curriculari. La gratuità del tirocinio curriculare è una realtà in tutta Europa, in alcuni casi è previsto un rimborso spese per il tirocinante. Tuttavia, bisognerebbe far salva l’ipotesi della “liberalità” da parte delle imprese, incentivando tale possibilità attraverso appositi sgravi fiscali.
11 marzo 2022
Politiche Industriali
Politiche Industriali
L’audizione ha fornito un’ulteriore occasione per sottolineare, a livello istituzionale, come la crisi energetica in atto, aggravata dal conflitto russo-ucraino, delinei ormai uno scenario drammaticamente insostenibile per le imprese, di fronte al quale servono risposte immediate e adeguate nell’intensità, da parte delle Autorità europee ed italiane.
16 febbraio 2022
Affari Legislativi
Affari Legislativi
Il DL Sostegni ter contiene misure volte a contenere l’eccezionale incremento dei costi dell’energia elettrica, nonché disposizioni a sostegno dei settori economici e lavorativi più direttamente interessati dalle recenti misure restrittive.
Pur intervenendo con alcuni interventi apprezzabili, il provvedimento non appare del tutto soddisfacente, poiché mancano alcuni “capitoli” urgenti e, rispetto a quelli oggetto delle nuove norme, l’intensità e gli effetti degli interventi appaiono inferiori alle attese.
In primo luogo, sul tema energia, la criticità principale delle misure contenute nel decreto riguarda il reiterarsi di un approccio temporaneo alla soluzione del problema e la mancanza di interventi strutturali.
E’, in secondo luogo, necessario, in questa drammatica fase congiunturale, un intervento che favorisca la rinegoziazione dei contratti pubblici di servizi e forniture, per compensare l'eccessiva onerosità economica e finanziaria dei contratti in corso, nonché per far fronte dell’aumento del costo delle materie prime.
Occorre, infine, un ripensamento di alcune misure che, incidendo sulla continuità delle azioni intraprese dal Governo, ledono il legittimo affidamento riposto dalle imprese nelle azioni adottate, mettendo a rischio gli investimenti effettuati o programmati. Il riferimento è, in particolare, alla disposizione volta a precludere, nell’ambito del Superbonus 110% e degli altri bonus edilizi, ai soggetti primi cessionari la successiva cessione del credito ricevuto.
09 febbraio 2022
Affari Legislativi
Affari Legislativi
Confindustria apprezza che il Governo e il Parlamento abbiano avviato la discussione sul disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021. Infatti, la rivitalizzazione di questo veicolo normativo, oltre a rispettare un impegno assunto col Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), risponde a esigenze di funzionamento efficiente dei mercati e di tutela del nostro sistema socioeconomico, specie nell’attuale fase emergenziale.
Il disegno di legge interviene su alcuni ambiti rilevanti per l’economia, a cominciare dalla rivisitazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici essenziali; dall’istituzione di un sistema di monitoraggio delle concessioni di beni pubblici; dalla velocizzazione delle procedure per la realizzazione di nuove infrastrutture digitali; nonché dalla semplificazione dei regimi amministrativi e dei controlli sulle attività private.
Gli interventi sono in larga parte condivisibili, sebbene non manchino elementi di criticità, tra i quali:
26 gennaio 2022
Politiche Industriali
Politiche Industriali
Confindustria ritiene condivisibile la ratio della PdL di voler portare chiarezza e certezza di un’uniforme applicazione sull’intero territorio nazionale della disciplina sulle emissioni odorigene. Tuttavia, al di là delle considerazioni tecniche, è importante considerare che il mercato di confronto delle aziende è internazionale e che pertanto l’eventuale introduzione di un quadro di riferimento, soprattutto in termini di limiti emissivi, più stringente rispetto a quelli vigenti in altri Paesi, possa determinare inevitabilmente un indebolimento della posizione competitiva delle aziende italiane sul mercato.
Occorre inoltre valutare che, data la carenza di riferimenti tecnici specifici e di precisi limiti tabellari univoci fissati a livello comunitario, sarebbe più opportuno definire in prima istanza “valori obiettivo”, anziché “valori limite di emissione”, il cui superamento non determina sanzioni ma solo eventuali ulteriori azioni di mitigazione.
In ogni caso, eventuali valori obiettivo dovranno risultare compatibili e raggiungibili secondo la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica. Tale raccomandazione è avanzata per non introdurre elementi penalizzanti per la produzione in ambito nazionale ed elementi distorsivi della libera concorrenza prevista dalla normativa comunitaria.
22 novembre 2021
Affari Legislativi
Affari Legislativi
18 novembre 2021
Fisco
Fisco
In linea generale, Confindustria condivide gli obiettivi recati dalla legge delega di riforma fiscale, orientati alla crescita dell’economia italiana, strettamente connessa alla necessaria riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi e ad una accorta opera di semplificazione del sistema fiscale e contrasto a evasione ed elusione fiscale.
Suscitano, tuttavia, alcune preoccupazioni l’impostazione di metodo della riforma ed il capitolo delle risorse a supporto.
Quanto al metodo, il provvedimento delinea criteri di indirizzo dell’attività riformatrice del Governo alquanto vaghi, al punto che, nella formulazione di alcuni articoli, sembra concretizzarsi un rischio di “eccesso di delega”, che potrebbe comportare il rischio di impugnazione dei decreti legislativi adottati.
In merito alla dotazione finanziaria, gli ambiziosi obiettivi declinati nel progetto di riforma, non trovano - al momento - riscontro in un adeguato supporto in termini di risorse.
Con riguardo alla riforma complessiva dell’IRPEF, pur comprendendo le ragioni che hanno portato alla scelta del modello di tassazione duale, è prioritario che siano evitati incrementi del prelievo fiscale sui fattori produttivi, sul capitale e sul lavoro.
Con riferimento, poi, alla tassazione delle imprese, nonostante gli apprezzabili riferimenti alle esigenze di semplificazione e razionalizzazione dell’IRES, sembra mancare un disegno di riforma organico del tributo, che tenga anche conto delle più recenti evoluzioni in campo europeo ed internazionale. La legge delega contiene anche una opportuna previsione di superamento dell’IRAP senza, tuttavia, fornire alcun dettaglio in merito.
L’auspicio conclusivo è che il percorso della legge delega possa prevedere alcuni correttivi per non perdere l’occasione di una riforma complessiva, equa e orientata alla crescita e alla progressiva semplificazione degli adempimenti e del sistema nel suo complesso.
16 novembre 2021
Education
Education
Confindustria ha accolto con favore la legge n. 81/2017 che ha disciplinato, per la prima volta, il “lavoro agile” come una “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita anche mediante accordo tra le parti”, per i suoi molteplici aspetti innovativi, primi fra tutti la particolare valorizzazione dell’accordo individuale e la disciplina “elastica” dell’orario di lavoro.
Il complesso delle nuove proposte di legge sul lavoro agile, pur nella loro ben differenziata impostazione, rischia di essere eccessivamente pervasivo. A nostro avviso, infatti, l’attuale disciplina non necessita di un ulteriore intervento legislativo ampio e complessivo, bensì eventualmente di alcuni interventi mirati e specifici, come ad esempio quelli volti al riconoscimento di incentivi alle imprese che si impegnano a fornire dotazioni informatiche adeguate ai loro dipendenti; alla precisazione di alcuni aspetti della disciplina della salute e sicurezza dei lavoratori agili; alla semplificazione della disciplina delle comunicazioni telematiche.
Per tali ragioni, Confindustria ha salutato con favore la recente iniziativa del Ministro Orlando che ha convocato le parti sociali invitandole a verificare se vi siano i presupposti per la definizione di un Accordo quadro che orienti l’intervento della contrattazione collettiva in materia di lavoro agile nella disciplina di varie tematiche come, ad esempio: la disconnessione, l’indicazione dei luoghi più opportuni dove svolgere il lavoro agile; la disciplina delle fornitura delle dotazioni informatiche alla formazione; il riconoscimento del pieno esercizio dei diritti sindacali, la parità di genere e di trattamento economico e la tutela dei lavoratori fragili.
10 novembre 2021
Education
Education
Confindustria esprime la sua condivisione riguardo ai contenuti della risoluzione. Le politiche relative al mercato del lavoro devono essere orientate maggiormente a favore delle politiche attive, piuttosto che delle c.d. “politiche passive” ed è fondamentale introdurre un’azione di attento monitoraggio e misurazione degli effetti delle attività poste in essere, anche al fine, come correttamente evidenziato nella risoluzione, di apportare tempestivamente eventuali correttivi agli indirizzi delle scelte effettuate.
Particolarmente opportuna poi è la misurazione del valore pubblico generato, anche per consentire una corretta partecipazione dei privati all’attuazione delle politiche attive. La partecipazione delle Agenzie per il lavoro private al programma di sviluppo delle politiche attive in Italia è infatti cruciale, dato il costante rapporto che esse intrattengono con il mondo delle imprese.
E’ infine essenziale che ogni iniziativa in tema di implementazione delle politiche attive sia accompagnata da un superamento dell’eccessiva frammentazione delle Istituzioni, anche attraverso la creazione di un sistema informativo unico che possa mettere effettivamente e rapidamente in contatto tutte le Istituzioni interessate.
08 novembre 2021
Education, Fisco, Affari ...
Education, Fisco, Affari Legislativi
Il decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, che reca interventi urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili, interviene sul capitolo fiscale, sul lavoro e con alcune misure sugli incentivi agli investimenti privati.
Nel complesso, Confindustria ritiene condivisibili le misure di proroga e rafforzamento degli strumenti di supporto all’economia, adottati durante la pandemia, così come quelle a sostegno degli investimenti.
Risulta, tuttavia, particolarmente critica l’eliminazione dell’attuale disciplina del patent box, che viene sostituita con un’agevolazione fiscale diversa, che interviene solo sui costi di Ricerca e Sviluppo.
Appaiono problematiche anche le misure che inaspriscono l’apparato sanzionatorio in materia di salute e sicurezza sul lavoro, su cui si rende necessario un supplemento di riflessione.
Occorre infine intervenire per superare alcune criticità applicative riscontrate dagli operatori sul tema del canone unico patrimoniale per le occupazioni permanenti con cavi e condutture per la fornitura di servizi di pubblica utilità.
04 novembre 2021
Education
Education
Gli ITS rappresentano un asset strategico per l’industria italiana, una vera fucina di “competenze 4.0”: competenze specialistiche e trasversali che permettono di gestire e non subire il cambiamento tecnologico, a partire dalla conoscenza e padronanza dei linguaggi digitali e dalla attitudine ad “imparare ad imparare”.
La presenza delle imprese nella didattica ma anche nella governance degli ITS ne fa il livello di istruzione dove più è alto e diffuso l’esercizio della responsabilità educativa degli attori produttivi. La stessa Confindustria aderisce, attraverso sue associazioni territoriali e di categoria, a oltre 60 delle 116 Fondazioni ITS in Italia.
Ciononostante, i limiti e le fragilità strutturali degli ITS sono ancora evidenti: poco più di 20mila iscritti; finanziamenti di brevissimo termine; la presenza di Fondazioni ITS non performanti; la mancanza di sedi fisiche e laboratori per gli ITS più performanti; la carenza di un orientamento strutturato.
Per Confindustria il DDL in discussione al Senato deve affrontare tali fragilità e raggiungere l’obiettivo di stabilizzare il sistema ITS, anche a livello di identità e di missione, quale sistema post-diploma alternativo e complementare rispetto all’università.27 ottobre 2021
Infrastrutture
Infrastrutture
Confindustria ritiene che gli obiettivi di semplificazione, razionalizzazione e digitalizzazione del Disegno di Legge Delega possano realmente contribuire a restituire efficienza ed efficacia al settore degli appalti pubblici, mettendo le nostre imprese nelle condizioni di operare alla pari rispetto ai loro competitors europei.
L’obiettivo principale di questa riforma deve essere quello di pervenire ad un apparato normativo e regolatorio il più possibile semplice, chiaro, flessibile e stabile, affidando prevalentemente ad altre norme la lotta alle infiltrazioni criminali e alla corruzione.
Più in generale, appare indispensabile intervenire sulla materia per darle una stabilità definitiva, dopo le numerose riforme che si sono succedute, soprattutto dal 2019 ad oggi.
L’attuale riforma del codice appalti, anche in quanto inserita nel quadro delle riforme richieste dal Next generation UE, deve ancora di più: