AUDIZIONI PARLAMENTARI

PdL società cooperative

09 ottobre 2020

Lavoro e Relazioni ...

Lavoro e Relazioni Industriali

Confindustria ha sottolineato come l’impianto generale della proposta di legge appaia fortemente dirigistico, con una seria compressione della libertà negoziale che costituisce uno dei cardini del nostro sistema economico e giuridico.

La proposta di legge in esame, tenendo anche conto delle altre tematiche trattate, seppur mossa da intenti condivisibili, come il contrasto delle false cooperative e di altre forme di abuso presenti nel mondo del lavoro, finisce per proporre soluzioni che rischiano non di risolvere i problemi che vorrebbe affrontare, bensì soltanto di limitare fortemente la libera attività delle imprese regolari, siano esse cooperative o no, penalizzandole al punto da rischiare di farle uscire dal mercato.


Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa ...

06 ottobre 2020

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Confindustria, come ribadito in più occasioni, auspica una efficace attuazione del Next Generation EU (NGEU) che veda coinvolte tutte le parti sociali e le istituzioni, nazionali ed europee.

 

Nel corso dell’audizione abbiamo rimarcato la necessità che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con cui daremo seguito al NGEU, si concentri su quattro sfide essenziali:

  • la transizione digitale ed ecologica
  • la sostenibilità sociale
  • un Paese interconnesso e veloce
  • l’efficienza del sistema pubblico

 

per le quali abbiamo indicato linee di intervento e proposte in grado di attivare meccanismi di rilancio competitivo della nostra economia.


DL Agosto

03 settembre 2020

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il provvedimento si inserisce nel quadro degli interventi emergenziali adottati dal Governo per rispondere alle necessità di azione, in ambito economico-sociale, conseguenti alla crisi pandemica. Nonostante qualche segnale di maggiore attenzione alle esigenze del mondo produttivo, il provvedimento non offre una risposta adeguata alle esigenze congiunturali e a quelle di ripresa e di crescita.

Confindustria ha infatti evidenziato come positivi alcuni rifinanziamenti (Fondo di Garanzia PMI, IPCEI, incentivi automotive,  contratti di sviluppo), come pure la proroga della moratoria di legge per i debiti bancari delle PMI. Allo stesso modo, è stata accolta la proposta di Confindustria di introdurre una procedura per la rivalutazione di beni d’impresa e partecipazioni più flessibile e meno onerosa rispetto al passato.

Mancano, di contro, interventi altrettanto prioritari per il sostegno agli investimenti e per garantire, in via strutturale, liquidità alle imprese. Tra questi, il riconoscimento della cedibilità del credito d’imposta 4.0 al sistema bancario sul modello dell’eco-bonus al 110%; la possibilità di modifica dei piani di ammortamento adottati dalle imprese, fino a sospendere l’imputazione in bilancio delle relative quote; le misure necessarie a garantire un più agevole recupero dell’IVA sui crediti non riscossi.

Sul capitolo lavoro, asse portante del provvedimento, abbiamo evidenziato come prioritaria la riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, sollecitata da Confindustria già da metà luglio, per mettere ordine nei continui processi di aggiustamento della materia che hanno fatto venir meno la coerenza e l’equità del sistema e hanno creato disomogeneità nei criteri di finanziamento degli strumenti di sostegno al reddito, determinando dispersione di risorse e complessità amministrative per l’accesso ai benefici.

La riforma degli ammortizzatori che Confindustria immagina punta, in via prioritaria, sulle politiche attive, per consentire di ricollocare le persone disoccupate e rendere più fluido e meno rigido il mercato del lavoro.

Infine, abbiamo evidenziato come siano necessarie innovazioni profonde sul tema del costo del lavoro. La riduzione del 30% dei contributi dovuti dalle imprese del Mezzogiorno dovrebbe rappresentare l’avvio di un complessivo ripensamento del sistema contributivo.


DL Semplificazioni

29 luglio 2020

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il provvedimento agisce su diversi ambiti rilevanti per l’attività di impresa (contratti pubblici, ambiente e green economy, semplificazioni di carattere generale e digitalizzazione), costituendo un primo tassello del necessario percorso di adeguamento dell’Italia ai livelli di efficienza amministrativa dei suoi principali competitor.

Nel condividerne l’impostazione complessiva, volta a velocizzare le procedure e incrementare la spesa per investimenti (pubblici e privati), abbiamo evidenziato l’esigenza di alcuni correttivi, in particolare sui temi dei contratti pubblici e delle semplificazioni in materia ambientale.

Nello specifico,  in materia di contratti pubblici, andrebbero evitate potenziali restrizioni del mercato attraverso:

  • una differenziazione dell’articolazione delle soglie per l’affidamento diretto tra i vari comparti (lavori, servizi e forniture), in modo da adeguarle alle dinamiche e alle caratteristiche dei settori di riferimento;
  • un uso attento degli ampi poteri derogatori connessi al “Modello Genova”, applicati a una lunga serie di interventi, che potrebbero avere effetti fortemente lesivi della concorrenza e della trasparenza nella fase di aggiudicazione ed esecuzione dei lavori.

Confindustria ha poi evidenziato la necessità di correttivi puntuali anche in merito alla possibilità per la stazione appaltante di escludere dalle gare gli operatori economici non in regola con gli obblighi di pagamento di imposte e contributi previdenziali anche non definitivamente accertati, nonché suggerito ulteriori interventi volti a:

  • abolire l’indicazione della terna dei subappaltatori;
  • sopprimere l’esclusione dell’appaltatore per cause imputabili al subappaltatore;
  • consentire la rinegoziazione dei contratti oggetto di evidenti ripercussioni derivanti dalla pandemia in corso.

In materia di semplificazioni ambientali, nell’apprezzare la complessiva rivisitazione della disciplina sulla Valutazione d’impatto ambientale (VIA), abbiamo sottolineato la necessità di:

  • evitare una riduzione sproporzionata della tempistica a disposizione del proponente;
  • assicurare l’immediata operatività della speciale procedura di VIA accelerata (cd. fast-track), mediante la rapida approvazione del DPCM attuativo, nonché la possibilità di estenderla - oltre alle opere comprese nel Programma Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) - anche ad altre opere infrastrutturali strategiche per il Paese, al fine di rilanciare gli investimenti pubblici.

Sempre in materia ambientale, e in chiave di sostegno all’economia circolare, abbiamo tra le altre cose evidenziato l’esigenza di risolvere definitivamente il problema delle autorizzazioni end of waste, rimuovendo il meccanismo del “doppio controllo” introdotto lo scorso anno.

In allegato il testo lungo e lo speech dell’audizione.


Strategia industriale europea

22 luglio 2020

Politiche Industriali

Politiche Industriali

La Comunicazione della Commissione si inserisce nel solco delle politiche avviate a partire dal 2010 per affrontare la profonda recessione economica che ha colpito l’Europa dopo la crisi finanziaria del 2008 e punta sul rilancio dell’industria quale strumento per la rinascita dell’economia europea. La Strategia, infatti, evidenzia la centralità dell’industria nell’economia europea in termini di occupazione, capacità di innovazione ed esportazioni, e riconosce la qualità degli standard sociali, lavorativi e ambientali che essa è in grado di offrire, facendo un ulteriore passo rispetto al passato: l’industria è, infatti, considerata non solo il soggetto che può guidare la transizione dell’economia e della società europea verso la digitalizzazione, la neutralità climatica e l’economia circolare, ma anche il soggetto che può assicurare la sovranità dell’Europa rispetto alle grandi piattaforme economiche.

In proposito, Confindustria ha evidenziato che sarà indispensabile avviare politiche che consentano all’Europa di rendersi tecnologicamente indipendente, sviluppando tecnologie abilitanti che rivestono importanza strategica per il futuro industriale europeo, come quelle digitali che possono essere determinanti nella competizione globale per la leadership tecnologica.

Condividendo l’impianto e le linee generali della Strategia, con particolare riguardo alla necessità di individuare un equilibrio tra l’esigenza di uno sviluppo sostenibile dell’industria e quello di garantirne la competitività, nonché tra “protezione” e apertura dell’economia europea, abbiamo ribadito come il mercato unico sia centrale per garantire stabilità all’Italia e affrontare le sfide dei prossimi anni.

Occorre però ricreare condizioni di stabilità anche all’interno del mercato unico, che rimane frammentato e caratterizzato da squilibri tra Stati membri, come pure è essenziale valorizzare la Next generation EU Initiative che pone le basi per un piano di rilancio industriale fondato su un sostegno massiccio alle imprese europee, in grado di evitare il declassamento industriale e tecnologico dell’Europa.


Misure per l'efficientamento energetico per il rilancio dell'edilizia

22 luglio 2020

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Confindustria ha sottolineato come le recenti iniziative abbiano condotto al varo di un sostanziale rafforzamento degli incentivi concessi ad alcuni contribuenti per le spese sostenute per il miglioramento del patrimonio edilizio, attraverso la realizzazione di interventi di efficientamento energetico e di miglioramento della resilienza sismica degli edifici.

Tali incentivi rappresentano una spinta fondamentale per la tutela del patrimonio edilizio italiano, che presenta carattere di unicità in termini di storia e di pregio, ma anche di fragilità, e possono offrire un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica previsti dal PNIEC.

A questo si aggiunge la non secondaria necessità di imprimere - in questo particolare frangeste storico - una spinta decisa al sistema economico: uno slancio che la mano pubblica può contribuire a determinare, affinché possa essere attenuata una recessione che si prospetta, secondo molte previsioni, significativa.


Dlgs. correttivo al Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza

18 giugno 2020

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il provvedimento si inserisce nel contesto di adeguamento del nostro ordinamento a una nuova Direttiva europea (n. 2019/1023), che dovrà essere recepita entro il 17 settembre 2021.

Sebbene già con il Codice il nostro legislatore si sia ispirato a obiettivi analoghi a quelli europei (es. l’emersione anticipata della crisi), la persistenza di alcune differenze rende opportuno utilizzare il decreto correttivo per mutuare alcune delle linee della Direttiva. Ciò riguarda, in primis, il tema delle procedure di allerta e composizione assistita, la cui entrata in vigore è stata prorogata al prossimo anno nell’ambito dei recenti provvedimenti emergenziali - recependo una sollecitazione di Confindustria - e che andrebbero ora rimodulate secondo criteri di maggiore proporzionalità e di effettivo supporto alle imprese in crisi.

A nostro avviso, poi, gli effetti sull’economia derivanti dall’epidemia da Covid-19 non dovrebbero rappresentare l’occasione per arretrare rispetto alle innovazioni che la disciplina concorsuale ha fatto, con il Codice, verso un migliore contemperamento tra i valori della continuità aziendale e della tutela dei creditori. In proposito, occorre tener conto del fatto che qualunque soluzione che rechi forme di protezione rafforzata per i debitori genera un riflesso sulla filiera dei pagamenti, con il rischio di un effetto domino sull’intero sistema produttivo. In questo senso, occorrerebbe tenere separati il canale normativo dei correttivi al Codice, attraverso cui introdurre modifiche di carattere strutturale alla disciplina concorsuale, da quello della decretazione d’urgenza, cui affidare gli interventi dettati dall’emergenza e che dovrebbero caratterizzarsi, in ogni caso, per una portata temporalmente limitata.

Confindustria ha infine evidenziato che, proprio per fronteggiare il prevedibile incremento delle procedure che verranno avviate nei prossimi mesi in seguito agli effetti della pandemia, occorre puntare sulla specializzazione dei magistrati addetti alla materia concorsuale, recuperando una delle linee di fondo della Legge delega non declinata poi dal nuovo Codice.


DL Rilancio

28 maggio 2020

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il Decreto Rilancio appare un provvedimento imponente sia dal punto delle dimensioni, sia per l'impatto finanziario generato, equivalente al doppio di una “normale” legge di bilancio (55 miliardi di indebitamento netto e 155 miliardi di saldo netto da finanziare).

Nel complesso il Decreto è fortemente orientato alla gestione dell'emergenza e scarsamente efficace nel rilancio del sistema produttivo. Manca, infatti, un disegno complessivo per la ripresa, che parta dal potenziamento degli investimenti, pubblici e privati, da una riforma del fisco al servizio della crescita e dal sostegno alla domanda. Carenti anche gli strumenti per la gestione della complessa stagione di crisi industriale che si sta profilando.

Certamente sono apprezzabili gli interventi frutto del confronto con il mondo delle imprese, come quelli riguardanti il taglio dell'IRAP, il rafforzamento dell'efficientamento energetico e il pagamento dei debiti della PA. Così come è apprezzabile la definitiva eliminazione delle clausole di salvaguardia, che per anni hanno rappresentato un pesante fardello rispetto a ogni manovra di bilancio.

L’eccessiva frammentazione delle misure, però, nonché la necessità di numerosi provvedimenti attuativi e gli adempimenti burocratici in molti casi richiesti, rischiano di vanificare l’obiettivo di avere misure efficaci e immediatamente disponibili.


Ricadute occupazionali dell'epidemia da Covid-19

18 maggio 2020

Lavoro e Relazioni ...

Lavoro e Relazioni Industriali

La tenuta dell'occupazione, che dai primi dati disponibili conferma un impatto molto forte sui settori del turismo e dei servizi, continuerà a essere sostenuta nei prossimi mesi da due fattori: 

  • l'utilizzo dello Smartworking, per quelle mansioni che non richiedono la presenza fisica del lavoratore nel luogo di lavoro. In merito abbiamo evidenziato come l’attuale disciplina, derivante dal DPCM 26 aprile - in scadenza il 17 maggio - che prescinde dagli accordi individuali, andrebbe prorogata dal momento che anche qualora si optasse per l'applicazione integrale delle norme dettate dalla Legge n. 81/2017 che regola l'istituto, queste ultime comportano la definizione di accordi individuali per i quali occorrerebbe dare il tempo alle imprese di definirli con i lavoratori.
  • L'attivazione massiccia e repentina di strumenti di integrazione al reddito, come la Cassa Integrazione. Su questo secondo aspetto abbiamo evidenziato la necessità di intervenire sul sistema degli ammortizzatori sociali al fine di rafforzare la “diga” a difesa della nostra economia di fronte a situazioni di crisi, quali quella attuale, definendo fin d’ora il quadro delle prossime azioni. 
Inoltre, abbiamo chiesto che almeno nella fase dell’auspicabile ripresa, vengano allentati i numerosi vincoli che caratterizzano l’utilizzo dei contratti “flessibili” (a termine e della somministrazione a termine in primis) per consentire alle imprese di avvicinarsi per gradi ai livelli di produzione pre-emergenza. 
Infine, sul tema del riconoscimento del contagio da Covid-19 come infortunio sul lavoro, abbiamo ribadito che occorre introdurre una norma che, escludendo l’obbligo di valutare i rischi, escluda anche la responsabilità civile e penale del datore di lavoro e della persona giuridica. È necessaria una disposizione che escluda dagli obblighi prevenzionali del datore di lavoro i fattori esterni non introdotti in impresa dal datore stesso per lo svolgimento dell’attività imprenditoriale, ma i cui effetti sono legati per dinamiche esterne non controllabili. 


DEF 2020

29 aprile 2020

Centro Studi

Centro Studi

Nel corso dell'audizione Confindustria ha evidenziato che, rispetto alle previsioni economiche di fine marzo, il perdurare del blocco delle attività produttive fino a inizio maggio determinerà una caduta aggiuntiva del PIL cui va aggiunto l’impatto del peggioramento significativo delle esogene internazionali.

Dalle prime indicazioni la caduta del PIL si collocherebbe, nel 2020, tra l’8 e il 10% su base annua. Per questa ragione, abbiamo sostenuto che la riapertura delle attività - garantendo la massima sicurezza dei lavoratori dentro e fuori le fabbriche - sarà fondamentale per evitare un tracollo economico ulteriore.

Inoltre, rispetto alle altre proposte contenute nel DEF, è:
  • positiva la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per evitare una ulteriore contrazione del PIL nel 2021 e per restituire credibilità agli obiettivi programmati;
  • auspicabile un rinvio dell’entrata in vigore di sugar e plastic tax;
  • necessario un mix di misure che comprenda anche trasferimenti diretti alle imprese da parte dello Stato per compensare le perdite e forme innovative di acquisizione temporanea di pacchetti di minoranza;
  • opportuno superare il fenomeno del ritardo dei pagamenti dei debiti della PA attraverso il rafforzamento delle compensazioni e la riorganizzazione della PA stessa per rafforzarne la capacità amministrativa;
  • indispensabile raggiungere un'intesa a livello europeo che porti al varo di un piano coordinato di almeno 1.500 miliardi di euro aggiuntivi, che dovrà essere affiancato da un grande piano di investimenti nazionale.


DL 23/2020 Liquidità

29 aprile 2020

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il provvedimento mette in campo un insieme di misure per garantire flussi di liquidità alle imprese, prorogare i versamenti erariali e contributivi e rafforzare la capacità di resilienza del tessuto produttivo, anche attraverso condivisibili interventi in materia di crisi d'impresa e diritto societario.

Nel complesso gli interventi sono positivi, ma non ancora sufficienti per contrastare l'impatto pesantissimo che la pandemia sta provocando sul tessuto produttivo italiano, il cui fabbisogno di liquidità nel 2020, provocato dalla caduta dell’attività economica e dei fatturati, è stimato in 57 miliardi con fine dell’epidemia a giugno e 138 miliardi con fine epidemia a dicembre. 

Per garantire l'efficacia delle misure è pertanto necessario accelerarne l'operatività e semplificarne l'accesso prevedendo, già in occasione di eventuali modifiche al provvedimento durante l’iter di conversione, di inserire meccanismi di autocertificazione da parte delle imprese per quanto concerne sia i requisiti di accesso alle garanzie, sia la destinazione delle risorse ottenute per le finalità previste dal Decreto. Dalla celere implementazione delle misure di sostegno individuate, deriva, infatti, l'efficacia del provvedimento. 
Inoltre, Confindustria ha sottolineato la necessità che, in vista del DL di prossima emanazione, Governo e Parlamento completino e rafforzino gli strumenti di sostegno alle imprese, ampliandone eventualmente il mix e rifinanziando il Fondo di garanzia affinché disponga di risorse sufficienti per coprire tutte le operazioni, ma anche che mettano in campo meccanismi volti a sostenere la patrimonializzazione e capitalizzazione delle imprese. 
Infine, Confindustria ha richiamato l'urgenza di una accelerazione dei pagamenti da parte delle PA e dell’utilizzo di eventuali crediti di imposta, incidendo significativamente sui vincoli che ne frenano la fruizione a partire dal limite massimo annuo per le compensazioni orizzontali, e tempi più celeri per il recupero dei crediti, specie quelli IVA. 



DL 18/2020 Cura Italia

26 marzo 2020

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il DL Cura Italia (DL n.18 del 17 marzo 2020) è un provvedimento necessario e importante, anche da un punto di vista quantitativo, ma fornisce solo una prima risposta all’emergenza economica, che necessita di un’azione successiva altrettanto rapida, incisiva negli strumenti e massiva da un punto di vista delle risorse, per consentire di affrontare le gravi conseguenze che questa emergenza sta determinando sulle imprese e sull’economia del Paese, prima che diventino irreversibili.

Gli interventi rapidi e urgenti, partono dalla necessità di:

  • evitare che, in un momento di fortissima contrazione della liquidità, siano le imprese a dover far fronte alle anticipazioni per la corresponsione della cassa integrazione ai lavoratori;

  • posticipare e rateizzare tutti i pagamenti fiscali e contributivi per le imprese piccole, medie e grandi, evitando di drenare risorse che, a causa di chiusure e rallentamenti della produzione, vengono a mancare;

  • potenziare tutti i sistemi di garanzia per sostenere la liquidità a breve e a lungo termine.


Dove siamo
Complementary Content
${loading}