Introduzione di Stefano Manzocchi, Francesco Saraceno
I club europei dell’innovazione di Ariel L. Wirkierman, Tommaso Ciarli, Maria Savona
Nearshoring e Farsharing in Europa nell’economia globale di Filippo Bontadini, Valentina Meliciani, Maria Savona, Ariel L. Wirkierman
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Introduzione

di Stefano Manzocchi, Francesco Saraceno
  • Negli ultimi quindici anni l’economia mondiale si è trovata sulle montagne russe, passando nello spazio di tre lustri per tutte le fasi che aveva sperimentato nel secolo precedente.
  • L’impressionante sequenza di crisi congiunturali o strutturali che abbiamo e stiamo attraversando è tanto più significativa in quanto segue un trentennio, durato dalla metà degli anni Ottanta alla crisi del 2008, di “Grande Moderazione”, di fluttuazioni cicliche poco pronunciate e di inflazione moderata e stabile.
  • Gli eccessi sui mercati finanziari, la disuguaglianza crescente, gli squilibri macroeconomici e commerciali che hanno portato alla crisi finanziaria globale del 2008, hanno provocato un profondo ripensamento del “Consenso” fondato sul modello neo-keynesiano incentrato su efficienza dei mercati e ruolo limitato per le politiche macroeconomiche e strutturali. Si è avviato un dibattito sulla necessità di ripensare il ruolo degli operatori pubblici, nazionali o sovranazionali, nello stabilizzare il ciclo economico, impostare politiche di riforma e innovazione economica e sociale, accompagnare la crescita accanto agli agenti privati e alle parti sociali, semplificare e regolare meglio l’intervento sui meccanismi di mercato.
  • Il dibattito riguarda molti aspetti, dalla politica industriale alla distribuzione del reddito, dalla demografia al sistema dell’istruzione, dalla tassazione alle altre riforme strutturali, dalle nuove dimensioni del lavoro all’efficienza nella pubblica amministrazione. In particolare, la discussione in corso rivaluta il ruolo della politica di bilancio, oggi ridivenuta centrale nella stabilizzazione macroeconomica e nel concorrere alle politiche industriali, dopo essere stata a lungo relegata a un ruolo marginale. Il dibattito sugli investimenti pubblici, sul loro impatto su crescita e occupazione nel breve e nel lungo periodo prosegue oggi, dopo essere stato vivace fin dal 2008, pur in un contesto in cui il debito pubblico è aumentato ovunque dopo la pandemia.
  • Questo numero della Rivista di Politica Economica cerca di fare il punto su alcuni degli aspetti di questo dibattito, che è in corso e non ha ancora portato all’emergere di un consenso simile a quello degli anni precedenti la crisi finanziaria globale. Il tentativo è di presentare, appunto, un atlante pur parziale del dibattito economico come questo emerge negli ultimi anni e, in particolare, dagli shock che hanno colpito nell’ultimo biennio. Gli autori degli articoli qui raccolti di diversa formazione, orientamento intellettuale e prospettive analitiche come nello spirito della Rivista - cercano di fornire al lettore elementi per capire se il dibattito tra accademici e policy maker pone le domande giuste su come la trasformazione della realtà debba essere interpretata e affrontata. E, altrettanto importante, se le risposte sono all’altezza delle sfide che l’economia e la società hanno di fronte.

Crescita e inflazione: una tempesta al rallentatore

di Lorenzo Codogno
  • Negli ultimi quindici anni vi sono state varie crisi, da quella finanziaria globale del 2008-09 a quella dei debiti sovrani nell’Eurozona del 2010-11, dalla pandemia alla più recente crisi legata al rialzo dell’inflazione in molti paesi. Per certi aspetti, l’economia mondiale è oggi più resiliente, ma per altri è ancora più vulnerabile. In questo paper, l’accento viene posto sulle prospettive per la crescita economica e i tassi d’interesse, e sul loro impatto sulla sostenibilità finanziaria del debito pubblico.
  • Lo tsunami che ha preso le sue prime mosse a partire dal 2021 potrebbe esaurirsi nel corso del 2023. Anche se apparentemente il rialzo dell’inflazione ha avuto un andamento sincrono a livello internazionale, i fenomeni sottostanti sono profondamente diversi, e questo giustifica politiche monetarie e fiscali non pienamente allineate. I debiti pubblici e privati in percentuale al PIL rimangono vicini ai massimi storici, e questo si abbina a tassi di interesse in rialzo che renderanno il servizio al debito sempre più costoso.
  • Il forte rallentamento in corso nell’economia mondiale porterà a galla problemi specifici per l’Eurozona e per l’Italia. Probabilmente si tradurrà in una vera e propria recessione, i cui contorni al momento non sembrano essere particolarmente marcati e neppure prolungati, se i vari pezzi che costituiscono il puzzle geopolitico ed economico-finanziario mondiale riusciranno a stare insieme senza ulteriori traumi. Ma molte sono le incognite sul new normal che emergerà dopo questa fase.

JEL Classification: E0, E3, E63, F3.
Keywords: macroeconomic development, price, business fluctuation and cycle, joint analysis of fiscal and monetary policy, international finance.

Il ritorno della politica di bilancio e il rilancio degli investimenti pubblici

di Floriana Cerniglia, Francesco Saraceno
  • Dopo i turbolenti anni Settanta, l’accademia e i policy maker dei paesi avanzati hanno per un trentennio aderito al paradigma economico del Nuovo Consenso che, postulando l’efficienza dei mercati, attribuiva un ruolo molto limitato alla politica macroeconomica. In particolare, a essere eliminata dalla cassetta degli attrezzi era la politica di bilancio, meno “tecnocratica” della politica monetaria e, quindi, più soggetta a distorsioni e ritardi. Le istituzioni europee, create negli anni Novanta, riflettono questo Nuovo Consenso.
  • La crisi finanziaria globale ha provocato un processo di ripensamento (Rethinking Macroeconomics) che ha rispostato il pendolo tra Mercato e Stato verso lo Stato. Oggi, la politica di bilancio sembra imprescindibile sia per la stabilizzazione macroeconomica di breve periodo sia per la politica industriale e per la fornitura di beni pubblici nel lungo periodo. Il ruolo dell’investimento pubblico, sacrificato per decenni in tutti i paesi OCSE, è centrale sia nel processo di ripensamento teorico sia nei piani di ripresa dopo la pandemia.
  • In questo contesto, non si può non guardare con una certa preoccupazione alla recente proposta di riforma del Patto di Stabilità presentata dalla Commissione europea. La proposta costituisce un sostanziale miglioramento rispetto all’esistente, ma non sembra garantire la creazione di uno “spazio fiscale” per i paesi membri dell’UE. Per far fronte alle sfide del futuro, dall’autonomia strategica all’investimento per le transizioni ecologica e digitale, occorrerà aprire quanto prima il cantiere della creazione di una capacità fiscale europea.

JEL Classification: E22, E32, E62, E65, G01, H12.
Keywords: politica di bilancio, austerità, investimenti pubblici, beni pubblici, politica industriale, autonomia strategica, crisi finanziaria globale, governance macroeconomica, Patto di stabilità, Nuovo Consenso.

Politica monetaria, intermediazione finanziaria e policy mix: il caso dell’Unione europea

di Marcello Messori
  • Lo shock pandemico ha innescato una risposta innovativa di politica economica nella UE: combinazioni espansive fra la politica monetaria della BCE, le politiche fiscali dei vari stati membri e forme - pur se temporanee - di politica fiscale accentrata che sono sfociate nei programmi di Next Generation EU.
  • Grazie al nuovo policy mix, la politica monetaria ha cessato di essere il “solo gioco in città” con un ruolo di supplenza rispetto a politiche fiscali nazionali tendenzialmente pro-cicliche. Questo policy mix ha offerto un “modello” per fronteggiare nuovi shock esogeni.
  • Le persistenti strozzature dal lato dell’offerta e i problemi energetici, esacerbati dalla guerra russa in Ucraina, rischiano invece di condannare l’economia della UE a una stagflazione che non trova efficaci contrasti di policy.
  • A fronte di tassi annuali di inflazione intorno al 10% non è oggi auspicabile né quella politica monetaria ultra-espansiva attuata fra marzo 2020 e la fine del 2021, né quell’abnorme crescita di spesa in paesi ad alto stock di debito pubblico consentita dalla “rete di protezione” offerta dai programmi non convenzionali della BCE.
  • Il “modello” di policy, ereditato dalla pandemia, avrebbe tuttavia dovuto far sì che la politica monetaria non fosse lasciata sola a fronteggiare processi inflazionistici originati da tendenziali cadute dell’offerta.
  • Le difficoltà di realizzazione dei vari programmi di Next Generation EU e l’incapacità europea di rafforzare politiche fiscali accentrate, in grado di arginare le strozzature dal lato dell’offerta, mostrano che la risposta alla pandemia non è diventata un metodo.
  • La sfida è di produrre appropriati beni pubblici europei e di allargarne l’impatto grazie allo sviluppo di un efficiente mercato europeo dei capitali.

JEL classification: E58, E52, E61, E44.
Keywords: politica monetaria, politica fiscale accentrata, policy mix, Unione bancaria, processo di capital markets union.

La disuguaglianza, i suoi meccanismi e le sue conseguenze

di Maurizio Franzini, Michele Raitano
  • La disuguaglianza va studiata al fine di comprendere i processi che la generano e la loro accettabilità ed evidenziare le sue possibili conseguenze negative rispetto alla crescita economica e ad altri obiettivi sociali.
  • Guardare alla disuguaglianza concentrandosi solo sulla divisione del prodotto fra salari e profitti è limitativo, perché non consente di comprendere i profondi mutamenti in atto all’interno del mondo del lavoro.
  • A livello teorico, vari meccanismi possono condurre a un rallentamento della crescita, all’aumentare della disuguaglianza. Ad esempio, una buona parte delle disuguaglianze ha origine da fenomeni, come il freno alla concorrenza, che possono limitare la crescita.
  • Bisogna, quindi, superare la metafora del “secchio bucato” di Okun che è stata un punto di riferimento essenziale per sostenere il trade-off tra riduzione delle disuguaglianze (equità) e ampliamento del reddito complessivo (efficienza). Preoccuparsi delle disuguaglianze, e dei meccanismi che le generano, vuole dire preoccuparsi contemporaneamente di tutelare la fairness e di favorire la crescita e l’efficienza.

JEL Classification: D31, D33, D63, J31.
Keywords: disuguaglianza, distribuzione funzionale, distribuzione personale, giustizia sociale, eguaglianza di opportunità, crescita economica.

Disoccupazione e isteresi nei paesi UE: lezioni da crisi molto differenti

di Alfonso Arpaia, Alessandro Turrini
  • In questo contributo segnaliamo alcune questioni in tema di politica economica e isteresi alla luce di fatti salienti relativi al mercato del lavoro emersi dopo la crisi finanziaria del 2008 e la crisi da Covid-19.
  • Dopo la crisi finanziaria, allo shock di domanda ha fatto seguito un aumento della disoccupazione di lungo periodo e un deterioramento dell’efficienza del matching tra posti di lavoro disponibili e persone alla ricerca di lavoro. La minore efficienza del matching ha contribuito a deprimere la creazione di posti di lavoro, comportando quindi isteresi, in un contesto in cui la dinamica dei salari è apparsa compatibile con un appiattimento della curva di Phillips.
  • L’esperienza del dopo-crisi finanziaria è in contrasto con quella successiva alla pandemia. L’utilizzo su larga scala degli schemi di protezione dell’impiego analoghi alla CIG ordinaria hanno permesso di contenere le cessazioni e sostenere i tassi di uscita dalla disoccupazione, riducendo il rischio di una sua cronicizzazione.
  • Queste esperienze mettono in luce la rilevanza di misure per contenere la distruzione di posti di lavoro a fronte di shock temporanei e l’importanza di istituzioni che contribuiscano alla resilienza del matching tra domanda e offerta di lavoro, in primis i servizi per l’impiego ed efficaci politiche attive del lavoro.

JEL Classification: J63, J64, J65, J68.
Keywords: disoccupazione, tasso naturale di disoccupazione, Beveridge curve.

Sistemi di corporate governance: caratteristiche strutturali e prospettive future

di Alessandro Zattoni
  • I sistemi di corporate governance determinano il comportamento (e.g., le strategie, gli investimenti) e i risultati (e.g., la crescita, la redditività) delle imprese e, indirettamente, anche dei sistemi economici. Dopo la caduta del regime sovietico fondato sul modello socialista, parafrasando il celebre libro di Francis Fukuyama The End of History and the Last Man1, possiamo sostenere di essere giunti alla fine della storia dei sistemi di corporate governance? Tutti i paesi industrializzati ed emergenti stanno convergendo verso un unico modello capitalistico?
  • Anche dopo la sostanziale scomparsa del modello socialista, i modelli di capitalismo sviluppatisi a livello nazionale continuano a differire tra loro. Non si è, cioè, verificata la convergenza dei vari sistemi di corporate governance verso un unico modello comune che, secondo alcuni studiosi, doveva essere quello anglo-americano, in quanto ritenuto più efficiente ed efficace.
  • Partendo da queste riflessioni, questo lavoro analizza i principali sistemi di corporate governance al fine di presentarne le caratteristiche, la recente evoluzione e le prospettive future. In particolare, si evidenzia come i vari sistemi siano orientati a creare valore per gli azionisti o per gli stakeholder e come le recenti crisi – si pensi, ad esempio, alla crisi finanziaria o a quella legata all’epidemia da Covid-19 – possano modificare tale orientamento in futuro.

JEL Classification: G3, P1, P4, P5.
Keywords: sistemi di corporate governance, convergenza, performance, uguaglianza.

I club europei dell’innovazione

di Ariel L. Wirkierman, Tommaso Ciarli, Maria Savona
  • Il presente articolo presenta una mappatura rivisitata dei Sistemi Nazionali di Innovazione (National Innovation Systems, NIS) in Europa, basata su una nuova analisi empirica dei dati microaggreagati dei diversi paesi dell’Unione europea.
  • Usando i dati dell’Indagine comunitaria sull’innovazione 2014 (Community Innovation Survey, CIS 2014) di Eurostat, abbiamo eseguito un’analisi fattoriale tesa a identificare le molteplici componenti dei NIS in UE. Abbiamo analizzato le relazioni tra la struttura, le strategie di innovazione e la performance dell’impresa con le caratteristiche istituzionali rilevanti del NIS in cui sono inserite, tra cui la natura del sostegno del settore pubblico (ad esempio, cooperazione e public procurement) e le caratteristiche dei legami pubblico-privato (ad esempio, con università, istituzioni straniere e/o altre imprese).
  • Abbiamo quindi ridisegnato una mappa dei “club” europei dell’innovazione mediante una cluster analysis basata sui diversi fattori. I nostri risultati complementano la letteratura più recente sui NIS con l’evidenza dei dati a livello micro-aggregato. La rappresentazione dei club europei dell’innovazione fornisce evidenza utile per rivedere la strategia di coesione europea, da realizzare attraverso politiche industriali e dell’innovazione.

JEL Classification: O30, O52, C38.
Keywords: Sistemi Nazionali di Innovazione, Europa, club tecnologici, politiche dell’innovazione.

Nearshoring e Farsharing in Europa nell’economia globale

di Filippo Bontadini, Valentina Meliciani, Maria Savona, Ariel L. Wirkierman
  • Questo lavoro applica (e affina) la consolidata metodologia input-output al dataset OCSE Inter-Country Input-Output (ICIO) per studiare l’evoluzione delle catene globali del valore (GVC) nel periodo 1995-2018 in tre aree geografiche: l’Europa, l’Asia-Pacifico e le Americhe.
  • I risultati mostrano tre distinti modelli di integrazione nelle GVC. In particolare, il modello europeo appare caratterizzato da una crescente regionalizzazione del suo approvvigionamento di valore aggiunto estero (nearshoring) e da una globalizzazione dei contributi interni di valore aggiunto (farsharing). A differenza dell’Asia, dove il nearshoring è accompagnato da un crescente assorbimento interno di valore aggiunto, l’Europa è diventata sempre più dipendente dalla domanda extraregionale. Ciò richiede un’analisi più approfondita dei guadagni e delle perdite per l’Europa di un processo di ulteriore frammentazione delle catene del valore in blocchi regionali.
  • Inoltre, dal punto di vista dell’occupazione, i risultati mostrano che le GVC europee generano principalmente occupazione al di fuori dell’Europa, ma suggerisce anche che si tratta di lavori a basso valore aggiunto. Nel complesso, questi risultati evidenziano che il valore aggiunto e l’occupazione non sono sempre distribuiti allo stesso modo lungo le catene globali del valore e che entrambi gli aspetti dovrebbero essere centrali nelle discussioni sul futuro delle GVC.

JEL Classification: F10, F15, C67.
Keywords: catene globali del valore, nearshoring, valore aggiunto, occupazione.

Fintech: scenari e sfide per una possibile finanza del futuro

di Nicola Borri
  • La blockchain è una innovazione tecnologica che ha la possibilità di cambiare radicalmente i nostri mercati finanziari attraverso una gestione diversa del “mercato delle promesse”, alla base dei nostri sistemi finanziari. Tuttavia, perché la finanza Fintech possa sostituirsi, in tutto o in parte, alla finanza tradizionale dovrà raccogliere sfide importanti, come quella della regolamentazione, della sostenibilità ambientale, del rapporto con attività illegali e della maggiore efficienza dei cripto mercati. Per questa ragione, il probabile futuro della finanza Fintech sarà più noioso, ma anche più trasparente, efficiente e regolamentato.

JEL Classification: G14, G15, F31.
Keywords: Fintech, cripto, blockchain, NFT.

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