L’impatto sull’economia italiana di un blocco al gas russo e di un price cap

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Negli ultimi mesi, le forniture di gas dalla Russia all’Europa si sono ridotte, a tratti, in misura marcata. Qualora dovessero fermarsi del tutto e permanentemente si avrebbero due effetti che inciderebbero negativamente sulle economie europee: un forte aumento del prezzo, dovuto alla diminuzione dell’offerta mondiale di gas, con una domanda che rimarrebbe comunque sostenuta; l’Italia e gli altri paesi europei potrebbero avere problemi di disponibilità dei volumi di gas necessario, dato anche l’avvicinarsi dell’inverno e, quindi, del picco dei consumi. Nel seguito si fornisce una stima degli impatti sull’economia italiana anche nel caso in cui a livello europeo si riuscisse a introdurre un price cap al prezzo del gas.

1. Impatto di un aumento del prezzo del gas (Panel 1, Tabella A)

La Baseline è rappresentata dal livello di prezzo assunto nello scenario previsivo, in cui il prezzo del gas negli ultimi 3 mesi dell’anno e per tutto il 2023 è pari alla media dei prezzi osservati dal 1° al 15 settembre 2022 (Grafico A).

Grafico Prezzo del gas: le ipotesi dei 2 scenari alternativi - Rapporto di previsione CSC autunno 2022

Si ipotizza che, in caso di blocco delle forniture dalla Russia, il prezzo del gas salga nel 4° trimestre ad un prezzo di 330 euro per mwh fino alla fine del 2023, corrispondente al prezzo medio registrato al picco di agosto 2022 (quando si era temuto che la Russia stesse per chiudere i gasdotti verso l’Europa).

Sotto queste assunzioni “avverse”, il prezzo del gas nel 2022 risulterebbe ad un livello medio annuo di 181,3 euro per mwh (31,5 euro superiore allo scenario base di 149,8 euro) e nel 2023 di 330,0 euro (126,0 euro in più rispetto alla baseline di 204,0 euro).

Ne conseguirebbe una svalutazione dell’euro rispetto al dollaro (per l’aumento dei prezzi relativi dell’Eurozona), un aumento dei tassi ufficiali di politica monetaria (e di quello interbancario), un peggioramento del clima di incertezza globale che si rifletterebbe su quello italiano misurato dall’indice EPU (Economic Policy Uncertainty Index) e negativamente sul commercio internazionale (si veda la Tabella A).

Tabella Scenari alternativi, scostamento rispetto alla Baseline - Rapporto di previsione CSC autunno 2022

L’effetto finale per l’economia italiana sarebbe stimabile in una minore crescita annua del PIL dello 0,4% nel 2022 e dell’1,2% nel 2023 (-1,5% cumulato nel biennio), delle ULA dell’1,3% cumulato e in 294mila occupati in meno nel biennio.

2. Impatto nel caso della fissazione di un price cap al prezzo del gas (panel 2, Tabella A)

Si ipotizza l’introduzione nel mese di ottobre di un price cap ad un livello medio per tutti gli operatori sul mercato di 100 euro per mwh, fino a dicembre 2023.

Sotto queste assunzioni “ottimistiche”, il prezzo del gas risulta ad un livello medio annuo di 123,8 euro nel 2022 (26,0 euro inferiore allo scenario base) e di 100 euro (104,0 euro in meno rispetto alla baseline) nel 2023.

Il meccanismo di trasmissione seguirebbe una dinamica inversa rispetto a quella descritta nell’ipotesi pessimistica: rivalutazione dell’euro, pressione al ribasso (cioè espansiva) sui tassi monetari interbancari, attenuazione dell’incertezza economica e finanziaria, miglioramento del commercio internazionale.

L’effetto favorevole per l’economia italiana è stato stimato in una maggior crescita annua del PIL dello 0,1% nel 2022 e dell’1,4% nel 2023 (+1,6% cumulato nel biennio) e delle ULA dello 0,1% nel 2022 e dell’1,2% nel 2023 (+1,3% cumulato e 308mila occupati in più nel biennio).

3. Rischio carenza di gas

Nell’eventualità di un blocco delle forniture di gas dalla Russia, l’Italia rischierebbe di trovarsi in una situazione di carenza nei volumi di gas (Grafico B). Questo avrebbe un impatto negativo addizionale sull’Italia e gli altri paesi europei importatori di gas. Stime CSC riguardo la possibile carenza possono aiutare a capire la gravità del problema.

Grafico Gas: un blocco dalla Russia proprio al picco dei consumi? - Rapporto di previsione CSC autunno 2022

In caso di blocco, considerando le fonti alternative al gas russo già messe in campo, quelle che dovrebbero essere disponibili entro i primi mesi del 2023 e l’accelerazione degli stoccaggi registrata fino a settembre, in Italia si avrebbe una carenza di gas significativa (9,2 mmc, tra 4° trimestre 2022 e 1° 2023), seppur molto inferiore a quanto stimato prima dell’estate, in gran parte proprio grazie a stoccaggi più pieni del previsto. Usando la riserva strategica (4,5 mmc), si arriverebbe a un gap di 4,7 mmc (circa 7% dei consumi).

In base al piano di emergenza italiano e al recente regolamento a livello UE, la carenza potrebbe comunque avere un impatto rilevante su parti dell’industria italiana (che ha bisogno complessivamente di 9,5 mmc), causando chiusure e calo del valore aggiunto.

Una riduzione dei consumi di energia, specie con le misure per limitare raffreddamento e riscaldamento negli edifici (il Governo stima tra -5,3 e -8,2 mmc), potrebbe quasi annullare la carenza di gas.

Per l’Eurozona, la BCE stima che in uno scenario negativo, che include il blocco totale del gas dalla Russia, l’Area cadrebbe in recessione nel 2023 (-0,9%), con un impatto negativo di quasi due punti di PIL rispetto alla frenata prevista nello scenario base (+0,9%).

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