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I nodi della competitività. La crescita dell’Italia fra tensioni globali, tassi e PNRR

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Nello scenario di crescita globale preso a riferimento in questo rapporto di previsione si sconta un rallentamento negli USA, quasi del tutto bilanciato dalla migliore dinamica nell’Eurozona e dalla crescita negli emergenti.
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Il PIL italiano nel 2024 è atteso crescere pressoché in linea con la dinamica osservata nel 2023: nello scenario base, il CSC prevede un incremento annuo del +0,8%, ovvero 0,1 punti percentuali in meno rispetto a quanto previsto nello scenario di aprile. Ciò a fronte di una dinamica acquisita (la variazione che si avrebbe nel 2024 se negli ultimi due trimestri la crescita fosse zero) pari a +0,4% se si usano i dati trimestrali, ma che diventa +0,6% depurando il dato annuale dall’effetto stimato della correzione per i giorni lavorativi; il che implica che anche la seconda metà dell’anno è attesa in moderato miglioramento. Nel 2025 la crescita è attesa poco superiore, al +0,9%.
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La spesa delle famiglie per beni e servizi è tornata sui livelli pre-Covid grazie all‘ottima crescita registrata nel 2023 (+1,0% in media d’anno): a fine anno scorso, era a +0,2% rispetto ai valori di fine 2019. Il 2024, quindi, è iniziato con il venir meno della spinta ai consumi che proveniva dalla volontà delle famiglie di recuperare i livelli di spesa “compressa” durante la pandemia.
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In media d’anno, anche nel 2024 l’input di lavoro misurato in termini di unità equivalenti (ULA) crescerà a un ritmo più sostenuto rispetto all’attività economica: +1,4% previsto per le ULA contro il +0,8% del PIL. D’altronde, già nel 2023 le ULA erano cresciute di più (+2,3% contro +0,7%) e ciò ha lasciato in eredità al 2024 un’elasticità dell’input di lavoro al PIL ben sopra l’unità. Il 2024 si è aperto con una crescita occupazionale di nuovo più intensa dell’attività economica: +0,7% le ULA nel 1° trimestre sull’ultimo quarto 2023 (contro il +0,3% del PIL), +1,4% la crescita acquisita per l’anno.
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La dinamica delle retribuzioni di fatto pro-capite nell’intera economia italiana accelera al +4,2% nel 2024, dal +2,4% nel 2023, ed è prevista continuare sul +3,1% nel 2025.
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Nello scenario “a legislazione vigente” l’indebitamento netto della pubblica amministrazione è previsto scendere al 3,9% del PIL nel 2024, dal 7,2% dello scorso anno, e al 3,1% nel 2025.
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La variazione annua dei prestiti bancari alle imprese italiane si è stabilizzata nel corso di quest’anno (-3,5% in agosto 2024), su ritmi molto meno marcati rispetto al minimo del 2023 (-6,7% a settembre). Le più recenti variazioni trimestrali sono molto vicine allo zero, ma in media ancora di poco negative, mostrando che la caduta del credito si è quasi interrotta quest’anno. Il lieve calo ancora in corso fa seguito agli alti ritmi di crescita dei prestiti fino a metà 2022.
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L’attività economica globale si è dimostrata finora resiliente alle tensioni internazionali nell’anno in corso. Nello scenario CSC il PIL mondiale si manterrà su un sentiero di espansione, a ritmi moderati e in lieve decelerazione nel 2025. Il quadro previsivo sconta, infatti, un significativo rallentamento dell’economia USA (più forte di quanto assunto nel rapporto di aprile), non del tutto bilanciato da una migliore dinamica nell’Eurozona e da un consolidamento della crescita nelle economie emergenti.
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Programmi europei a gestione diretta 2014-2020

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