start portlet menu bar

L'autonomia non porti più burocrazia - L’editoriale di Marcella Panucci su Huffington Post | Confindustria

Display portlet menu
end portlet menu bar

L'autonomia non porti più burocrazia - L’editoriale di Marcella Panucci su Huffington Post

25 luglio 2019 | Coesione Territoriale, Direttore Generale

Il riconoscimento di una maggiore autonomia a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna è in questi giorni al centro di un dibattito aspro ed estremamente polarizzato tra favorevoli e contrari.

Nel suo editoriale per Huffington Post Marcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria, riflette su come la questione, tuttavia, sia più complessa di una scelta binaria e coinvolga aspetti costituzionali, regolamentari, finanziari e, soprattutto, abbia ricadute economiche e sociali, che dovrebbero indurre a riportare il confronto su un piano più meditato e coerente con il merito dei temi in discussione.

La nostra Costituzione è chiara nel prevedere, all’art. 116, la possibilità che alle regioni che lo richiedano possano essere riconosciute ulteriori forme e condizioni di autonomia, nel rispetto dei principi stabiliti dall’art. 119, cui conseguentemente associare un trasferimento di funzioni e risorse necessarie per esercitarle.

Se questa è la premessa, ed essendoci stata una chiara (anche se diversamente articolata) richiesta delle tre Regioni in questa direzione, la scelta non può essere meramente affermativa o negativa, ma deve spostarsi su quale sia l’assetto più efficace, efficiente e coerente con la Costituzione, per realizzare questo percorso.

Partendo dalle materie. In linea generale ci sono competenze che possono essere ben svolte a livello regionale, ma altre che richiedono una regia centrale. Energia, reti e infrastrutture strategiche non possono essere oggetto di frammentazione regolamentare e amministrativa.

Questo tema si interseca con gli effetti, che non è eccessivo definire nefasti, derivanti dall’attuale – illogico – riparto di competenze tra Stato e Regioni definito dal Titolo V della Costituzione.

Se allora il dibattito sull’autonomia differenziata diventasse l’occasione per una più ampia riflessione su quale dovrebbe essere, in un Paese come l’Italia, il migliore assetto della governance multilivello, ne guadagnerebbero tutti i cittadini e la competitività del nostro sistema economico.

In quest’ottica, occorrerebbe anche interrogarsi su quale possa essere l’assetto che consenta di dialogare meglio e in modo più efficace con l’Europa su determinate discipline strategiche, per l’economia e non solo.

La prima scommessa è quindi differenziare le competenze e non moltiplicarle, la seconda riguarda le risorse.

Infine, la maggiore autonomia va riconosciuta a chi la merita. E, in questo senso, va mantenuta. Pertanto è opportuno valutare periodicamente come le regioni esercitino le competenze ulteriori che sono state loro assegnate sia da un punto di vista qualitativo (miglioramento dei servizi a cittadini e imprese e maggiori efficienze), che quantitativo (impiego delle risorse).


Dove siamo
Complementary Content
${loading}