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Serve crescita vera, pochi decimali non sono sufficienti: l’intervista del Presidente Boccia al Mattino | Confindustria

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Serve crescita vera, pochi decimali non sono sufficienti: l’intervista del Presidente Boccia al Mattino

01 maggio 2019 | Presidente

Pochi decimali di crescita sono utili ma non sufficienti a modificare la situazione. Non dobbiamo confondere una questione puramente tecnica con la sostanza delle cose, anzi, dobbiamo trarre uno stimolo a proseguire lungo la strada delle riforme.

Nella sua intervista al Mattino di Napoli il Presidente Boccia commenta i dati Istat sulla crescita del PIL italiano.

Per rimettere il Paese in carreggiata serve porsi grandi obiettivi mettendo al centro dell’attenzione il lavoro, i giovani, la competitività e le infrastrutture.

I conflitti all’interno del governo, certo, non aiutano. Superata una dialettica da campagna elettorale, l’auspicio è che si torni ai fondamentali dell’economia recuperando il senso delle priorità.

Per quanto riguarda le prossime elezioni europee, non pensiamo che questo voto possa incidere sulle scelte di governo. Un ricorso al deficit che spinga in alto il debito sarebbe un problema per l’Italia e per l’Europa. Né riteniamo credibile che si possano rivedere le regole del gioco superando per questa via il controllo dei conti aumentando la spesa.

Cosa diversa è usare lo sforamento, ed è anche la nostra idea, per finanziare un grande piano d’infrastrutture sovranazionali, magari attraverso l’emissione di eurobond. Ed è vero che la partita si gioca sulla legge di bilancio dovendosi trovare risorse rilevanti che, ad oggi, ancora non si è compreso come individuare.

Il Sud subisce in maniera più elevata la mancanza della centralità della questione industriale all’interno del Paese. Si è sottovalutato l’impatto sulla crescita e sull’occupazione di una dotazione infrastrutturale di cui ha bisogno l’Italia intera e a maggior ragione il nostro Mezzogiorno. Una dotazione utile, tra l’altro, a ridurre i divari tra i territori e le persone.

Sull’autonomia rafforzata la nostra posizione è chiara: può essere un’occasione di competitività, ma non deve diventarlo per creare nuovi centralismi. Per questo occorre agire nel rispetto dei principi costituzionali, anche prevedendo che su determinate materie strategiche per il Paese, come energia e infrastrutture, lo Stato mantenga l’ultima parola. L’autonomia, inoltre, deve sviluppare più efficienza da conseguire senza andare a danno degli altri.

Le Zes possono aiutare ma sono da considerare un elemento tra tanti all’interno di un intervento organico di politica economica se vogliamo far diventare il Mezzogiorno un grande hub capace di attrarre investimenti privati, interni ed esteri. Un intervento organico, ripetiamo, che abbia al centro un grande piano di inclusione giovani che dovrebbe riguardare l’intero Paese ma tocca in particolare il nostro Sud che presenta indici di disoccupazione giovanile trai i più alti d’Europa.


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