menu start: Sat May 03 06:19:58 CEST 2025
menu end: Sat May 03 06:19:58 CEST 2025
All'indomani della Seconda guerra mondiale, Confindustria assunse un ruolo di primo piano nell'opera di ricostruzione. Ciò soprattutto grazie ad Angelo Costa, Presidente dell’Associazione dal 1945 al 1955, arrivato dopo i brevi periodi di presidenza transitoria di Giuseppe Mazzini e Fabio Friggeri a seguito della caduta del fascismo e la liberazione di Roma.
Egli seppe stabilire rapporti non strumentali, nel rispetto delle reciproche sfere d'autonomia, con i governi centristi di De Gasperi e riuscì a ricomporre il tessuto dei rapporti contrattuali con le Organizzazioni sindacali.
Fin dagli esordi del mandato di Costa vennero siglati alcuni importanti accordi con la Cgil: lo sblocco dei licenziamenti, la perequazione salariale fra Nord e Sud, il ripristino delle Commissioni interne e l’istituzione della scala mobile.
Altre intese, a livello nazionale e di categoria, vennero poi concluse nel corso degli anni ‘50 con la CISL e la UIL, due nuove Confederazioni nate nel 1948 dal distacco delle componenti cattolica, repubblicana e socialdemocratica dalla CGIL.
Costa, affiancato da un segretario generale come Mario Morelli (che rimarrà in carica fino al 1970) nell'opera di difesa e valorizzazione dei principi dell'iniziativa privata, fu un deciso fautore del ripristino dei meccanismi di mercato e della liberalizzazione degli scambi appoggiando le scelte della classe politica, anche a costo di non trovare il consenso di alcuni gruppi industriali restii a rinunciare al protezionismo doganale.