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*Comprende i quattro stati fondatori: Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay
In un contesto di ritorno al protezionismo i trattati preferenziali degli scambi acquistano un ruolo fondamentale. Gli accordi che l'Unione europea ha effettuato fino ad ora hanno avuto un forte impatto positivo sulle esportazioni europee e, soprattutto, italiane. Secondo stime CSC, hanno generato una maggiore crescita delle vendite italiane in Corea del Sud di circa il 55 per cento (cumulato) nel lungo periodo e in Canada di quasi il 10 per cento in due anni.
A luglio 2019 tra i paesi del Mercosur e la Ue è stato raggiunto un accordo commerciale che consentirà alle imprese europee un accesso prioritario ad un mercato, molto protetto in termini di barriere tariffarie e non, di 260 milioni di consumatori.
Nei settori rilevanti per le esportazioni italiane in questa area, quali macchinari e prodotti chimico-farmaceutici, i dazi attualmente vigenti superano anche il 15 per cento. Nell'arco di dieci anni dall'entrata in vigore dell'Accordo si elimineranno tali barriere tariffarie sul 91 per cento dei prodotti importati dalla Ue.
Intenso il legame economico diretto che le imprese italiane hanno con il Brasile, rappresentando la seconda meta di localizzazione per le controllate italiane all'estero, subito dopo gli Stati Uniti, in termini di numero di addetti (quasi il 9 per cento degli addetti delle multinazionali italiane all'estero).
Per approfondimenti sugli accordi dell’UE con Corea del Sud, Giappone e Canada rimandiamo al capitolo 4 di Esportare la Dolce Vita 2019.