Position Paper e Studi

NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DEF

07 ottobre 2019

Direttore Generale

Direttore Generale

Il Governo ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2019 (NaDEF), che aggiorna le stime sul quadro macroeconomico e gli obiettivi programmatici. 

La NaDEF delinea per la prossima manovra una serie di misure che, oltre alla sterilizzazione degli aumenti dell’IVA, include l’avvio del taglio del cuneo fiscale e alcuni interventi per il sostegno agli investimenti privati, tra cui la proroga degli incentivi nell’ambito del programma Industria 4.0. 

Rispetto alle linee di intervento delineate nella NaDEF, Confindustria ha elaborato un documento di osservazioni e proposte, al fine di contribuire alla costruzione di una Manovra di Bilancio che - anche nell'attuale fase congiunturale - garantisca crescita e sviluppo. 

Più in dettaglio, Confindustria auspica che il 2020, anche per i tassi di interesse ai minimi, venga utilizzato per: 

1) ricreare il clima di fiducia

2) rilanciare gli investimenti privati, in particolare quelli volti a favorire l’innovazione e la sostenibilità ambientale; 

3) avviare in modo significativo la riduzione del carico fiscale sul lavoro



CONSULTAZIONI CONSOB SULLA TRASPARENZA SOCIETARIA

12 settembre 2019

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Tra giugno e luglio scorsi, la CONSOB ha aperto tre consultazioni pubbliche in materia di trasparenza societaria, alle quali Confindustria ha risposto congiuntamente con Assonime.

La prima consultazione

In particolare, la prima consultazione ha interessato le proposte di modifica da apportare al Regolamento Emittenti per l’adeguamento al cd. Regolamento Prospetto (Regolamento UE 2017/1129 relativo al prospetto da pubblicare per l’offerta pubblica o l’ammissione alla negoziazione di titoli in un mercato regolamentato), entrato in vigore nella sua interezza lo scorso 21 luglio.

Nel documento di osservazioni (All. 1), è stata richiesta l’abrogazione delle previsioni di cui al Regolamento Emittenti, che introducono o mantengono disposizioni non previste dalla disciplina comunitaria, nonché ulteriori interventi di semplificazione. Ciò al fine di assicurare una reale armonizzazione della regolamentazione italiana e delle prassi di vigilanza adottate dalla Consob nella procedura dei prospetti al sistema definito dall’ordinamento comunitario e concretamente attuato negli altri paesi europei.

La seconda consultazione

Anche la seconda consultazione ha riguardato proposte di modifica al Regolamento Emittenti, questa volta dirette a disciplinare:

  • i casi di esenzione dall’obbligo - imposto ai soggetti tenuti a comunicare al mercato le partecipazioni rilevanti in emittenti quotati - di dichiarare gli obiettivi che hanno intenzione di perseguire nei sei mesi successivi all’acquisizione (cd. norma antiscorrerie);
  • un obbligo di notifica delle partecipazioni comprese tra le soglie del 3% e del 5% del capitale al venir meno della qualifica di PMI.

Nel documento di osservazioni (All. 2) è stato rilevato che: i predetti casi di esenzione appaiono nel complesso condivisibili ma potrebbero essere ulteriormente semplificati; l’obbligo di notifica della partecipazione infra-soglia appare controverso e ne occorrerebbe una declinazione più equilibrata.

La terza consultazione

La terza consultazione ha avuto a oggetto una nuova comunicazione relativa ai criteri per il controllo del prospetto, che sostituisce quella in materia del 2009.

Tali criteri standard sono indicati dal cd. Regolamento Delegato (Regolamento Delegato UE n. 980/2019), che consente altresì all'Autorità competente di applicare criteri aggiuntivi. Avvalendosi di questa possibilità, la CONSOB ha - in particolare -  individuato alcune situazioni non esaustive cui applicare i predetti criteri aggiuntivi e ha chiarito che, nell'ambito dell'attività istruttoria in materia di prospetto, terrà conto del patrimonio informativo di cui è in possesso in base all'espletamento di altri compiti istituzionali. 

Nel documento di osservazioni (All. 3) è stato evidenziato in particolare che il ricorso a informazioni esterne al prospetto, incluse quelle in possesso delle Autorità competenti in virtù di altre funzioni di vigilanza, dovrebbe essere limitato a specifici casi a fronte di particolari esigenze di tutela degli investitori e che l’applicazione sistematica dell’utilizzo dell’intero patrimonio informativo di tali Autorità condurrebbe a una disomogeneità nel grado di accuratezza delle informazioni contenute nel prospetto e a una eterogeneità dei controlli tra i diversi paesi.

Pertanto, sarebbe opportuno che la CONSOB valutasse di rinviare la definizione dei criteri indicati nella bozza di comunicazione a ulteriori e attesi lavori di coordinamento in sede ESMA.

 

 


AUTONOMIA DIFFERENZIATA

23 luglio 2019

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Il position paper di Confindustria sull'autonomia differenziata, è stato approvato all'unanimità dal Consiglio delle Rappresentanze Regionali lo scorso 18 luglio. 

Il documento, frutto di un ampio e approfondito confronto all'interno del Sistema associativo e con le Istituzioni interessate, si muove lungo 4 direttrici: 

  • l'autonomia differenziata può rappresentare un fattore di efficienza e competitività dei territori, nel rispetto dell'unità del Paese; 
  • occorre garantire allo Stato una visione strategica e una cabina di regia unitaria su alcune materie cardine per lo sviluppo economico, a partire dall'energia e dalle infrastrutture strategiche; 
  • quanto ai profili finanziari, il trasferimento delle funzioni dovrà seguire criteri di efficienza, attraverso l'adozione dei fabbisogni standard (per tutte le Regioni); solidarietà, mediante la conferma dei meccanismi di perequazione tra le diverse aree del Paese; equità nel senso di premiare i territori capaci di conseguire risparmi di spesa rispetto al fabbisogno finanziato e, viceversa, responsabilizzare quelli che eccedono tali limiti; 
  • il processo di approvazione delle Intese tra Stato e Regioni dovrà essere trasparente e partecipato, valorizzando il ruolo del Parlamento, luogo naturale di dibattito e contemperamento tra i diversi interessi in gioco. 



CHECK UP MEZZOGIORNO - LUGLIO 2019

17 luglio 2019

Sviluppo del Mezzogiorno

Sviluppo del Mezzogiorno

Il Check up Mezzogiorno di luglio, elaborato da Confindustria e SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, mostra un Sud del Paese che, nei primi mesi del 2019, vede affievolire la sua capacità di spinta, e i segnali di frenata, già ampiamente visibili a fine 2018, rischiano di diventare veri e propri arretramenti.

Indice sintetico dell'economia meridionale

I 5 indicatori che compongono l’Indice sintetico dell'economia meridionale fanno segnare un piccolo miglioramento, che si fa tuttavia sempre più lieve, in particolare con riferimento al PIL, all’occupazione e alle imprese, mentre continua la crescita dell’export.  

Campanelli di allarme per il Sud

Nel breve periodo si registrano alcuni segnali negativi:
  • una quota più ampia di PMI di capitali vede peggiorare il proprio merito di credito;
  • tornano ad aumentare, nel primo trimestre 2019, i giorni di ritardo dei pagamenti tra imprese;
  • tornano a crescere, nel 2018 i fallimenti, così come le liquidazioni volontarie, possibile sintomo del peggioramento della percezione sulle aspettative future degli imprenditori meridionali;
  • calano gli investimenti pubblici nelle regioni meridionali, in confronto alla spesa pubblica in conto capitale pro capite del Centro-Nord che torna ad essere, nel 2017, di quasi 500 euro più elevata di quella del Mezzogiorno.  

Per Confindustria, rimettere il Mezzogiorno sul sentiero di crescita duratura significa percorrere una strada che passa da un cambiamento di prospettiva radicale che deve caratterizzare l’azione pubblica, adottando fino in fondo il punto di vista delle imprese nel disegno delle politiche di sviluppo e degli strumenti, nella scelta dei progetti e nella identificazione dei fabbisogni dei territori, a partire da quelli infrastrutturali, in cui i divari restano rilevanti. 

Una nuova politica centrata sull’impresa può essere la rivoluzione di cui il Sud ha bisogno.


DL CRESCITA - NOTA GENERALE E APPROFONDIMENTO MISURE FISCALI

11 luglio 2019

Fisco, Affari Legislativi

Fisco, Affari Legislativi

Confindustria approfondisce le principali misure di interesse per le imprese contenute nella legge di conversione del DL Crescita (n.34/2019) pubblicata in G.U. n.151 del 29/06/2019.

Tra i principali interventi si segnalano: 

  • la reintroduzione del superammortamento;
  • l’integrale deducibilità dell’IMU sugli immobili produttivi dal 2023;
  • la revisione della cd."mini-Ires";
  • il rafforzamento dell'operatività del Fondo di Garanzia per le PMI, attraverso diverse misure, tra cui l'istituzione di una sezione speciale, con una dotazione di 150 milioni di euro, dedicata alle garanzie a imprese fino a 499 dipendenti;
  • l'istituzione del cd. Fondo salva-opere, finalizzato a coprire i crediti insoddisfatti delle imprese subappaltatrici, sub-affidatarie e sub-fornitrici in caso di fallimento dell’appaltatore o dell’affidatario dei lavori;
  • il potenziamento della Nuova Sabatini;
  • l’introduzione di nuovi incentivi per la trasformazione digitale dei processi produttivi e sostegno all’economia circolare;
  • la revisione delle tariffe INAIL;
  • l'estensione del credito d’imposta per la partecipazione delle PMI a fiere internazionali che si svolgono anche in Italia.

Infine, viene segnalata la significativa limitazione delle tutele legali connesse al completamento del Piano ambientale per lo stabilimento ILVA di Taranto, valutata negativamente da Confindustria.

In allegato sono disponibili la nota generale e la nota di approfondimento delle misure fiscali.



PRINCIPI FISCALI INTERNAZIONALI E DIGITALIZZAZIONE DELL'ECONOMIA

25 giugno 2019

Fisco

Fisco

Il position paper di Confindustria sui principi fiscali internazionali e digitalizzazione dell'economia fornisce un supporto per seguire il dibattito in corso sulla revisione dei principi di fiscalità internazionale indotta dai processi di digitalizzazione e globalizzazione dell'economia.

La ricerca di soluzioni per adeguare i sistemi fiscali alla rivoluzione digitale non è un fatto recente e affonda le proprie radici nelle questioni fiscali delle “reti globali dell’informazione” (seconda metà degli anni '90) e del “commercio elettronico” (anni 2000), trasformatesi nei problemi fiscali della “digital economy” (2013) e, oggi, in quelli “dell’economia digitalizzata" nel suo complesso (2018-19). 

Nella prima parte del position paper vengono esaminati i principi cardine che governano il sistema fiscale internazionale, oggi messi in crisi, e sono ripercorse le tappe del dibattito svolto sul tema sin dalla metà degli anni ’90, fino ad arrivare ai più recenti sviluppi, presentati dall’OCSE al Summit G20 di Fukuoka dell’8-9 giugno 2019

La seconda parte del documento, invece, è dedicata alla descrizione delle c.d. misure ad interim, ossia quelle misure adottate in attesa di una revisione condivisa a livello mondiale dei criteri di fiscalità internazionale, con particolare riferimento alla disciplina dell’imposta sui servizi digitali introdotta in Italia con la Legge di Bilancio 2019.


DL SBLOCCACANTIERI - CONVERSIONE IN LEGGE

20 giugno 2019

Affari Legislativi, Politiche ...

Affari Legislativi, Politiche Industriali

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale (GU – Serie generale n. 140 del 17 giugno 2019) la Legge n. 55/2019 di conversione del DL Sbloccacantieri (n. 32/2019).

Confindustria ha seguito i lavori parlamentari intervenendo in Audizione dinanzi alle Commissioni, presentando diverse proposte emendative e contribuendo al confronto con e tra i rappresentati del Governo e del Parlamento. Tale confronto è stato complesso all’interno della maggioranza, specie dopo i risultati delle elezioni europee, che rischiavano di bloccare l’iter di conversione del DL e, quindi, provocarne la relativa decadenza.

Durante l’esame parlamentare, sono state apportate diverse modifiche al testo del DL.

In particolare, nelle more di una complessiva revisione del Codice dei contratti pubblici, è stata prevista in via sperimentale la sospensione di alcuni istituti fino alla fine del 2020 (divieto di appalto integrato; obbligo per i Comuni non capoluogo di provincia di avvalersi delle centrali di committenza; obbligo di scegliere i commissari di gara tra gli esperti iscritti all’albo ANAC), la cui efficacia andrà monitorata in termini di accelerazione dell’affidamento dei lavori, trasparenza e qualificazione della committenza.

Sono state, poi, approvate alcune misure transitorie, applicabili sempre fino al 31.12.20, su aspetti particolarmente qualificanti. In particolare si prevede una disciplina transitoria del subappalto, che dispone la sospensione dell’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori, nonché delle verifiche in sede di gara in merito alla sussistenza dei motivi di esclusione riferiti al subappaltatore. L’auspicio è che tali previsioni, ampiamente condivise dal mondo produttivo, siano previste a regime. Desta, invece, preoccupazione la facoltà attribuita alla stazione appaltante di prevedere o meno nel bando di gara il ricorso all’istituto (entro il limite del 40% del valore complessivo del contratto), in quanto ciò limita fortemente la libertà dell’impresa di organizzare la propria attività.

Nell’ambito delle misure approvate, sono poi condivisibili alcuni interventi di semplificazione, che potranno garantire celerità nell’attività di procurement. Ad esempio, fino al 31.12.20, viene previsto:

  • l’innalzamento da 50 a 75 milioni di euro delle soglie per il parere obbligatorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici;
  • per le infrastrutture strategiche, l’approvazione delle varianti da parte del soggetto aggiudicatore e non più del CIPE, qualora non superino del 50% il valore del progetto approvato;
  • la possibilità, anche nei settori ordinari, di esaminare le offerte prima della verifica dell’idoneità degli offerenti.

L’auspicio di Confindustria è che anche tali previsioni siano confermate all’esito della sperimentazione.

Tra le misure da segnalare, anche la conferma del Regolamento unico di attuazione, che dovrebbe a regime soppiantare le Linee Guida ANAC e che punta ad assicurare organicità e chiarezza all’intero corpus normativo.

In merito, poi, alle modifiche strutturali in materia di criteri di aggiudicazione, è apprezzabile l’opzione di affidare alla discrezionalità delle stazioni appaltanti la scelta tra il criterio del minor prezzo e quello dell’OEPV nei contratti sotto soglia UE, nonché il ricorso all’OEPV per i contratti caratterizzati da notevole contenuto tecnologico o innovativo. Sempre in tema di OEPV, si valuta positivamente il ripristino, in caso di aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, del limite del 30% al punteggio massimo attribuibile alla componente economica dell’offerta.

Con riferimento alla rideterminazione delle soglie di affidamento e delle procedure esperibili per gli appalti sotto soglia UE, desta preoccupazione l’ampliamento dell’affidamento diretto e del ricorso alle procedure negoziate. Il nuovo meccanismo, se da un lato, potrebbe comportare una maggiore facilità nell’affidamento degli appalti sotto soglia UE, dall’altro, potrebbe avere effetti negativi in termini di trasparenza e concorrenza nella partecipazione alle gare pubbliche e condurre a una non improbabile chiusura di importanti fasce di mercato.

Apprezzabili anche la fissazione di un limite temporale (entro il 15 dicembre 2019) per l’individuazione delle opere da commissariare, nonché la previsione nel DL di commissariamenti ad hoc per alcune opere strategiche (es. MOSE; nodo ferroviario di Genova).

Positiva altresì la soppressione - approvata in sede parlamentare - della misura contenuta nel testo originario del DL, che prevedeva l’esclusione dalle gare per irregolarità fiscali e previdenziali non definitivamente accertate. Con tale disposizione si rischiava, in taluni casi, di rendere impossibile alle imprese la partecipazione alle gare, determinando un danno, grave e sproporzionato, a fronte di violazioni che, spesso, si rivelano del tutto infondate.

Condivisibili anche:

  • le misure in tema di end of waste (cessazione della qualifica di rifiuto), che consentiranno la ripresa delle attività di riciclo e di recupero dei flussi di materiali tradizionali oggi ferme in attesa del recepimento della Direttiva 2018/851/UE;
  • l’innalzamento delle soglie quantitative per la nomina obbligatoria dell’organo di controllo o del revisore nelle Srl previste dalla recente riforma fallimentare, che riduce la platea delle imprese obbligate.

Infine, come più volte evidenziato da Confindustria, l’esame parlamentare non ha consentito di intervenire su quello che doveva essere il “nucleo forte” del provvedimento, vale a dire i fattori di blocco che rallentano le fasi decisionali e realizzative delle opere, a partire dalle sofferenze delle PMI subappaltatrici e creditrici degli appaltatori in crisi e dai casi di “fuga dalla firma” da parte dei funzionari pubblici.

A tale ultimo riguardo, si ribadisce la preoccupazione per le ripercussioni negative, anche sull’attrattività del Paese, della misura introdotta in sede parlamentare che esclude per legge, in ogni caso di cessazione anticipata di rapporti di concessione autostradale, la colpa grave, purché il danno tragga origine da un decreto vistato e registrato dalla Corte dei Conti in sede di controllo preventivo di legittimità.

In allegato sono scaricabili in ordine:

  • i commenti di Confindustria al testo del DL pubblicato in Gazzetta Ufficiale;
  • le valutazioni sulle modifiche introdotte al DL in prima lettura;
  • il dettaglio delle principali modifiche di interesse per le imprese apportate in sede di conversione in Legge.
LA GUIDA SULLE NUOVE REGOLE EUROPEE IN MATERIA DI DEFAULT

13 maggio 2019

Credito e Finanza

Credito e Finanza

Confindustria, ABI e le altre principali Associazioni di rappresentanza delle imprese firmatarie dell'Accordo per il credito 2019 hanno definito una guida sulle nuove regole europee in materia di definizione di default, che le banche potranno iniziare ad applicare a partire dal prossimo mese di giugno e comunque entro il termine del 1 gennaio 2021.

Fino a oggi era previsto che la banca dovesse classificare in default l’impresa che, per oltre 90 giorni consecutivi, è in arretrato di pagamento “rilevante” sulle scadenze di pagamento previste nel finanziamento bancario.

Le nuove regole europee quantificano il concetto di “rilevanza”, fissando la soglia oltre la quale l’impresa debba essere obbligatoriamente classificata in default.

In particolare, la banca sarà tenuta a determinare l’inadempienza dell’impresa se la stessa è in arretrato di pagamento, per oltre 90 giorni, su importi di ammontare superiore a 500 euro (complessivamente riferiti a uno o più finanziamenti) e che rappresentino più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca.

Per le piccole e medie imprese, esposte nei confronti di una banca per finanziamenti inferiori a 1 milione di euro, l’importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro.

RIFORMA DEL MERCATO INFRAGIORNALIERO DELL'ENERGIA ELETTRICA

08 maggio 2019

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Nell'ambito dell’indagine conoscitiva della 10° Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica, Confindustria ha espresso la propria posizione sulla revisione di un segmento del mercato elettrico all’ingrosso che si inserisce all’interno del più ampio percorso di riforma organica del mercato elettrico contenuta nel Clean Energy Package.

Nell’attuale assetto organizzativo del mercato, la distanza temporale tra la fase di programmazione sul Mercato Infragiornaliero (MI) e la consegna/prelievo fisico, non agevola l’ottimizzazione e l’affidabilità dei profili di produzione (in particolare delle fonti rinnovabili non programmabili — FRNP) e consumo.

L’avvicinamento della chiusura del mercato al tempo reale (1 ora prima della consegna, rispetto alle 4 ore e 15 minuti attualmente previste) e la negoziazione continua permettono di promuovere la responsabilizzazione degli operatori in fase di programmazione, fornendo loro gli strumenti necessari a migliorare l’affidabilità dei profili di produzione (in particolare delle FRNP) e consumo riducendo quindi l’insorgere di sbilanciamenti fisici e quindi dei volumi movimentati sul mercato di bilanciamento e dei relativi costi.

Per Confindustria, tale risultato è perseguibile solo attraverso una revisione organica del mercato del servizio di dispacciamento, con azioni necessarie alla riforma del mercato dei servizi, alla gestione degli sbilanciamenti per tutte le classi dei produttori e ad una corretta integrazione delle diverse fasi di mercato. Una modifica non integrata, dedicata esclusivamente delle tempistiche del MI, porterebbe, come evidenziato dall'operatore dei sistemi di trasmissione (TSO), ad un aumento dei costi del Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD).


ITALIA, EUROPA E CINA: ANALISI E PROPOSTE PER UN RINNOVATO ...

12 aprile 2019

Affari Internazionali

Affari Internazionali

Il Position Paper di Confindustria sui rapporti tra Italia, Europa e Cina analizza quelle che sono le caratteristiche peculiari del modello di sviluppo economico cinese, a partire dal ruolo del Partito nell’economia e dal peso delle State Owned Entreprises, che distorcono la concorrenza influenzando interi settori manifatturieri, al mercato degli appalti pubblici e alla tutela della proprietà intellettuale, che spiccano per la loro difformità con le norme internazionali, fino al fatto che nonostante l’adesione al WTO la Cina è ancora un mercato efficacemente protetto.

Il documento non discute l’importanza della Cina come partner per l’Italia e l’Europa, ma sottolinea piuttosto come le nostre imprese debbano poter competere con le controparti cinesi in maniera più equa e regolamentata. A tale riguardo è necessaria una strategia unitaria dell’Europa per le relazioni con la Cina e per preservare la propria centralità nell’economia globale.

Tale strategia deve contemplare un deciso orientamento delle risorse verso i principali fattori di competitività, modifiche ed innovazioni all’ordinamento domestico e l’assunzione della leadership per la riforma di quello multilaterale. 


RAPPORTO PMI CENTRO NORD - 2019

12 aprile 2019

Sviluppo del Mezzogiorno

Sviluppo del Mezzogiorno

La quarta edizione del Rapporto PMI Centro-Nord 2019 a cura di Confindustria e Cerved mostra un quadro incerto sullo stato di salute e le prospettive a breve e medio termine delle PMI di capitali che operano nelle regioni più sviluppate del Paese.

Un gruppo molto rappresentativo, che supera le 122 mila imprese (l’80% del totale delle imprese di capitali italiane):

  • 51 mila imprese si trovano nel Nord-Ovest;
  • oltre 39 mila nel Nord-Est;
  • circa 32 mila al Centro.

Con oltre 750 miliardi di euro di fatturato, circa 3milioni e 300 mila occupati, e 180 miliardi di euro di valore aggiunto, le PMI del Centro-Nord valgono oltre il 10% del PIL italiano.




RAPPORTO PMI MEZZOGIORNO - 2019

29 marzo 2019

Sviluppo del Mezzogiorno

Sviluppo del Mezzogiorno

Il Rapporto PMI Mezzogiorno 2019, a cura di Confindustria e Cerved, con la collaborazione di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno – restituisce una fotografia in chiaroscuro delle quasi 30mila PMI di capitali del Mezzogiorno comprese tra 10 e 250 addetti, che da sole vantano oltre 136 miliardi di euro di fatturato e un valore aggiunto di quasi 32 miliardi di euro, pari a circa il 10% del PIL meridionale.

Le PMI meridionali sono ad un punto di svolta. Il trend di crescita riscontrato per tutto il 2017 inizia a mostrare segnali di rallentamento e i risultati delle imprese evidenziano prospettive incerte per i prossimi mesi: i pezzi di tessuto imprenditoriale andati perduti con la crisi faticano a ricomporsi.

Per tornare a correre, ed arginare il peggioramento in vista, le sfide decisive per le piccole e medie imprese sono l’apertura del capitale, della governance e l’internazionalizzazione, e il conseguente salto dimensionale.


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