Archivio Position Paper

Documento Confindustria "Dalla bonifica alla reindustrializzazione - Analisi, criticità, proposte"

21 settembre 2016

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Confindustria oggi presenterà all'evento fieristico RemTech di Ferrara il progetto "Dalla bonifica alla reindustrializzazione - Analisi, criticità, proposte".

Il progetto, che aggiorna un precedente contributo del 2009 sul tema, intende focalizzare l'attenzione sulla dimensione tecnologica e di impatto economico delle politiche di risanamento, ma, soprattutto, si pone l'obiettivo di integrare nelle politiche di bonifica il tema del rilancio di attività economiche/industriali.

Questo lavoro, che  abbiamo sviluppato e redatto in questi mesi con il contributo della rete di esperti del sistema, è articolato in quattro parti:

 

  1.  aggiorna il quadro normativo e regolamentare della materia;
  2. sviluppa un'analisi delle principali tecnologie di risanamento adottate nei siti di interesse nazionale (SIN) oggetto dell'analisi e le relative implicazioni sul piano ambientale;
  3. sviluppa un'analisi degli effetti di potenziale impatto socio-economico derivanti da una politica di risanamento (crescita investimenti, occupazione, PIL);
  4. conclude fornendo spunti di riflessione per un rafforzamento e integrazione delle politiche di risanamento e di rilancio di attività economiche/industriali.
CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLA BRANCH EXEMPTION - LA RISPOSTA DI CONFINDUSTRIA

05 aprile 2016

Politiche Fiscali

Politiche Fiscali

L'Area Politiche Fiscali di Confindustria ha partecipato alla consultazione pubblica - avviata dall'Agenzia delle Entrate lo scorso 25 febbraio - sulla bozza di provvedimento direttoriale recante modalità applicative della c.d. branch exemption(istituto disciplinato dal nuovo art. 168-ter, TUIR, introdotto dal D.Lgs. n. 147/2015).

 

Si tratta di un regime fiscale di carattere innovativo che consentirà alle imprese italiane, su base opzionale, di escludere dalla base imponibile domestica il reddito derivante da stabili organizzazioni estere.

 

Considerando la notevole rilevanza del tema per le imprese, Confindustria, nel position paper di risposta alla consultazione, ha veicolato importanti richieste di chiarimento e proposte di modifica, sollevando alcune criticità emerse anche dal confronto con le imprese associate.

 

In allegato la bozza di provvedimento diffusa dall'Agenzia delle Entrate e le osservazioni di Confindustria.
Riforma Madia. Le osservazioni di Confindustria sugli schemi dei decreti ...

08 marzo 2016



Il Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 2016 ha approvato in via preliminare una prima tranche di provvedimenti attuativi della Riforma "Madia" sulla Pubblica Amministrazione.

 

Gli schemi di decreto legislativo sono ora all’esame della Conferenza Unificata, delle competenti Commissioni parlamentari, nonché del Consiglio di Stato per l’acquisizione dei rispettivi pareri. Successivamente, i provvedimenti saranno trasmessi al Consiglio dei Ministri per l’adozione definitiva.

 

Nei due documenti allegati sono contenute le osservazioni di Confindustria sullo schema di decreto legislativo di riforma della disciplina della conferenza di servizi e sullo schema di decreto legislativo di riforma della disciplina delle società pubbliche.

 

Promoting the role of the italian gas market in Europe ...

03 dicembre 2015

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Il contesto geopolitico attuale, con le crescenti tensioni con la Russia e i rischi legati al terrorismo, obbliga a una riflessione sul tema della sicurezza energetica dell’Europa. Il nostro Paese è quasi totalmente dipendente dall’estero, nello specifico importiamo gas da: Russia (41,8% nel 2014), Algeria (10,8% nel 2014), Norvegia e Olanda (18,3% nel 2014), Qatar e altri esportatori di Gas Naturale Liquefatto (7,3% nel 2014).

 

Nonostante negli ultimi anni la domanda di gas abbia riscontrato un calo ora, con la ripartenza, si prevede in Europa e in Italia già per il prossimo anno un aumento complessivo del 7% cui possiamo rispondere grazie ad aree a grandissimo potenziale situate nell’area offshore del Mediterraneo orientale come il giacimento Zohr in Egitto, recentemente scoperto dall’Eni e il più grande giacimento a gas mai rinvenuto nel Mediterraneo (850 miliardi di metri cubi stimati), e poi i giacimenti in Israele (726 miliardi di metri cubi stimati), in Libano e a Cipro (180 miliardi di metri cubi stimati).  

 

In tale quadro, il nostro Paese assume un’evidente importanza, dovuta alla sua strategica posizione geografica e ai suoi collegamenti con fornitori esteri già consolidati. L’Italia può rappresentare lo snodo per diversificare le rotte di approvvigionamento, il punto di equilibrio per evitare che il destino energetico dell’Europa resti nelle mani di un solo Paese fornitore. È arrivato il momento per l’Europa di assumere decisioni per garantire la sua stessa sopravvivenza e di puntare a rafforzare e finanziare alcune infrastrutture energetiche.

 

Nei prossimi mesi, infatti, con l’emanazione di alcune importanti direttive si sceglierà dove investire. Confindustria ritiene, e l’analisi contenuta nel volume che presentiamo oggi lo dimostra, che puntare al rafforzamento dell’asse Sud-Nord possa consentire la necessaria differenziazione delle fonti, cosa che difficilmente avverrebbe puntando sul Nord Stream. Confindustria propone al contrario di valorizzare la direttrice Sud-Nord attraverso ad esempio: il potenziamento della linea Adriatica, naturale prosecuzione nel nostro territorio del gasdotto TAP, in cui recentemente ha fatto il suo ingresso Snam, il completamento dei lavori a Passo Gries e il potenziamento della capacità di scambio tra Svizzera e Francia e tra Svizzera e Germania.

 

Inoltre, va considerato che anche la produzione nazionale di gas può rappresentare un’opportunità: è possibile, infatti, un incremento potenziale della nostra produzione del 142% da qui al 2024, grazie a un forte impulso derivante dal biometano (fonte rinnovabile che da sola potrebbe costituire 5,1 miliardi di metri cubi annui di produzione italiana). L’esplorazione di riserve di gas naturale e petrolio potrebbe attrarre investimenti per 15 miliardi e creare 25mila posti di lavoro con un risparmio di 5 miliardi di importazione.

 

Il Gas naturale deve essere considerato una fonte pulita, poiché presenta vantaggi significativi sotto il profilo delle emissioni in rapporto con gli altri combustibili fossili. La promozione del gas naturale potrebbe quindi agevolare il raggiungimento degli obiettivi di lotta ai cambiamenti climatici, attualmente in discussione nella XXI Conferenza delle Parti (COP 21) di Parigi.

PROMOTING THE ROLE OF ITALIAN GAS MARKET IN EUROPE

03 dicembre 2015

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Vedi allegato

Transatlantic Trade and Investment Partnership - TTIP

23 novembre 2015

Europa e Internazionalizzazione

Europa e Internazionalizzazione

Confindustria ha seguito i negoziati TTIP dalle fasi iniziali. Un primo documento predisposto poco prima del loro avvio faceva stato dei flussi commerciali bilaterali, del profilo tariffario USA, delle analisi d’impatto comunitarie, del mandato negoziale della UE e riportava le barriere tecniche identificate in 17 settori industriali.

 

Questo aggiornamento avviene dopo undici round negoziali per approfondire gli sviluppi e le prospettive dei capitoli negoziali di maggiore interesse per l’industria e fornire un quadro più completo dei loro contenuti sulla base dei testi negoziali nel frattempo resi noti dalla UE, nonchè per illustrare gli esiti del dibattito pubblico che si è svolto su alcuni aspetti particolarmente controversi.

 

In allegato il position paper.

RIFORMA DEL MERCATO ELETTRICO

22 settembre 2015

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Vedi allegato

Fab Food. La fabbrica del gusto italiano

20 luglio 2015



Da sempre l’Italia esprime un’eccellenza nella cultura dell'alimentazione: dai Romani alle Corti rinascimentali, dal creativo intreccio tra cucina nazionale e locale fino al successo mondiale della Dieta Mediterranea. I piatti e il gusto italiano rappresentano un ricchissimo patrimonio, un incrocio di saperi, territori e costumi alimentari.

 

Da questa consapevolezza nasce “Fab Food. La fabbrica del gusto italiano”, una mostra sull’alimentazione industriale sostenibile dentro Padiglione Italia in Expo 2015.

 

Confindustria attraverso la mostra Fab Food (curata del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, con la supervisione del Ministero della Salute) vuole aiutare le famiglie e le giovani generazioni a ragionare in modo razionale e virtuoso sulla necessità di una cultura non ideologica dell'alimentazione sostenibile. In quest’ottica, ognuno deve fare la propria parte, senza proporre soluzioni semplicistiche, mantenendo la fiducia nella scienza e nelle istituzioni.

 

Infatti, l’eccellenza della cultura alimentare italiana si mette ora al servizio della grande sfida dell'umanità: l’alimentazione sostenibile, ovvero cibo abbondante, sicuro e di qualità per tutti. Questo obiettivo può essere raggiunto solo grazie al ruolo imprescindibile di scienza, tecnologia, produzione primaria ed industria. Questa, difatti, rende disponibili a tutti le innovazioni generate dal mondo scientifico.

Il valore della filiera della salute per l’Italia e la ...

26 giugno 2015

Innovazione e Education

Innovazione e Education

Il sistema salute nazionale non rappresenta solo un tassello fondamentale per la tenuta sociale del nostro Paese ma anche un fondamentale volano economico. Su tali temi, Confindustria in questi anni ha svolto un'azione di analisi e di proposta.

 

Il position paper dal titolo “Il valore della filiera della salute per l’Italia e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale” è frutto del lavoro del Gruppo Tematico Sanità di Confindustria, composto dalle Categorie e dalle Associazioni territoriali principalmente interessate al tema sanitario.

 

Il documento affronta il tema salute sotto un duplice aspetto: da un lato si evidenzia il potenziale economico, occupazionale ed innovativo della filiera della salute sottolineando come tale settore sia oggi fra i più trainanti dell’intero sistema economico; dall’altro viene messo in luce il problema della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e della sua governance istituzionale e gestionale formulando proposte per una maggiore efficienza della spesa sanitaria sia pubblica sia privata.Riguardo quest’ultimo punto, in particolare, sono illustrate proposte per lo sviluppo di un pilastro integrativo di finanziamento del sistema salute.
DOCUMENTO DI POSIZIONE SUL FONDO SVILUPPO E COESIONE 2014-2020

03 giugno 2015

Politiche di Coesione

Politiche di Coesione

Il Position Paper di Confindustria sul Fondo Sviluppo e  Coesione (FSC)  2014-20, elaborato dal Consiglio delle Rappresentanze Regionali di Confindustria, costituisce una proposta condivisa di merito e di metodo per un più efficace utilizzo del FSC 2014-20.

 

Partendo da un’analisi dell'eredità dei precedenti cicli di programmazione, il documento formula alcune proposte per l'attuazione delle novità introdotte dalla recente Legge di Stabilità, che modificano priorità tematiche e modalità di utilizzo delle risorse.

 

Le proposte elaborate rappresentano una piattaforma comune per tutte le associazioni del Sistema per il confronto con le Istituzioni, soprattutto in vista del necessario lavoro di partenariato con le amministrazioni centrali e regionali che dovrà dare una cornice programmatica alla strategia di rilancio degli investimenti disegnata dal DEF, per la quale il Fondo di Sviluppo e Coesione rappresenta una leva finanziaria fondamentale.

Relazione Assemblea Pubblica 2015

28 maggio 2015

Confindustria

 

"Oggi non ho richieste né intendo lamentarmi con il Governo di alcunchè. Gli chiedo semplicemente di non smarrire la determinazione, perché questa è la precondizione necessaria, indispensabile, per cambiare il nostro Paese, e perché i compiti tuttora pendenti e in attesa di soluzione da anni, sono molto, ma molto, impegnativi".

 

Così il presidente Giorgio Squinzi nel corso del suo intervento all'Assemblea Pubblica di Confindustria, che si è tenuta il 28 maggio a Milano presso l'auditorium di Expo 2015. "La nostra societa' - sottolinea Squinzi - è infatti ancora densa di rendite e di rentier da snidare e sconfiggere, per lasciare spazio a equità, alla competizione e al mercato".

 

Con i sindacati "abbiamo fatto un importante accordo sulla rappresentanza, ora serve mettere ordine nelle regole della contrattazione e accompagnare la stagione dei rinnovi che è alle porte", continua Squinzi, aggiungendo che occorre "recuperare competitivita' e la contrattazione collettiva deve sostenre gli sforzi in questa direzione. I legami fra dinamica dei salari e miglioramenti della produttività devono essere resi piu' forti e piu' stringenti. In molti casi le imprrese e i lavoratori condividono già a livello aziendale, attraverso premi di risultato, i miglioramenti raggiunti".

 

La contrattazione aziendale "è utile alle imprese e alle persone che vi lavorano e i contratti colletivi nazionali devono incoraggiare ad andare in questa direzione. La funzione del contratto collettivo nazionale di categoria e', tra le altre, accompagnare con intelligenza questo processo, evitando che le imprese siano costrette a sommare i costi dei due livelli".

 

In allegato il testo  integrale della relazione.

 
L’attuazione della Legge Delrio

27 maggio 2015



Nella prospettiva delle imprese, il processo di riordino delle funzioni amministrative in attuazione della legge Delrio (legge n. 56/2014) deve ispirarsi all’obiettivo prioritario di garantire - nel rispetto dei livelli di autonomia riconosciuti dall’ordinamento costituzionale - l’omogeneità sul territorio. La disomogeneità delle funzioni, spesso tra territori comunali contigui, rappresenta una grave distorsione dell’organizzazione dell’attività di impresa e una rilevante criticità per l’attrazione degli investimenti.

 

Un profilo che sta assumendo rilevanza nel processo di riordino è costituito dai connessi oneri di finanza pubblica, legati principalmente al personale. In proposito, il punto di vista delle imprese è che, da un lato, occorre evitare che la riorganizzazione sia l’occasione per allentare la rigidità dei vincoli finanziari; dall’altro, però, non si può enfatizzare esclusivamente questo profilo, perché la precondizione per l’esercizio efficace delle funzioni amministrative è data dall’adeguatezza strumentale e finanziaria.

 

Un ulteriore elemento da tenere in considerazione è l’evoluzione istituzionale che il nostro ordinamento potrebbe subire di qui a breve per effetto dell’approvazione definitiva della riforma costituzionale.

 

Uno dei punti cardine del disegno di legge all’esame del Parlamento è l’abolizione delle Province, che rimane, a giudizio di Confindustria, l’obiettivo strategico nell’ottica dell’ammodernamento del Paese. Questa prospettiva suggerisce di anticipare gli effetti del futuro riordino, in modo da evitare un nuovo intervento di riorganizzazione nel breve termine. È noto, infatti, che i processi di riorganizzazione delle funzioni determinano periodi transitori, situazioni di “interregno”, che sarebbe bene limitare per evitare il costo dell’incertezza, che si riverbera, in definitiva, sulle imprese.

 

Allo stesso tempo, il dibattito in corso sulla riforma costituzionale sembra non escludere uno spazio per le aree vaste, intese come ambiti ottimali intermedi tra le Regioni e i Comuni, ma necessariamente collocate su una dimensione territoriale più estesa di quella delle attuali Province. Il tema si colloca nel quadro più generale delle politiche di efficientamento della PA, che dovrebbe includere auspicabilmente anche il riassetto delle Prefetture e delle Camere di commercio.

 

Ma al di là delle ragioni di opportunità legate alla riforma costituzionale, emerge da diverse Regioni un’istanza di concentrazione delle funzioni sul livello di governo regionale. Istanza ancor più marcata in quei territori che hanno conosciuto in passato processi contrari di accentuato decentramento. In sostanza, e in analogia con quanto è accaduto a livello nazionale, la fuga dal centro risulta aver provocato effetti negativi in termini di disomogeneità.

 

Sulla base di queste premesse, il position paper contiene alcune proposte di policy, anche alla luce di un’indagine svolta presso le Associazioni territoriali di Confindustria, che rappresentano il contributo delle imprese al processo di riordino in corso.
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