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Quella sull’autonomia è una riforma che può accrescere le condizioni di competitività dei territori e può costituire l'occasione per le Regioni virtuose di incrementare l'efficienza complessiva del sistema pubblico. Ma non deve indebolire il Paese e basarsi su 3 principi fondamentali: efficienza, solidarietà, equità.
Dopo il Presidente Vincenzo Boccia, sul tema dell’autonomia differenziata torna oggi Stefan Pan con una intervista al Sole 24 Ore, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale.
Proprio nel Consiglio delle Rappresentanze Regionali, dove sono rappresentati tutti i presidenti delle Confindustrie regionali, è stata decisa una linea comune, articolata in varie proposte, per rendere il trasferimento delle funzioni coerente con i valori costituzionali e le esigenze del mondo produttivo.
La riforma può rappresentare una opportunità di efficientamento agendo sull'organizzazione amministrativa, per semplificare e rendere più efficienti i provvedimenti; sulla promozione delle attività produttive e sull'attrazione degli investimenti.
Inoltre si potrebbe realizzare una migliore gestione delle risorse, con una prospettiva pluriennale dei trasferimenti erariali che consentirebbe un'adeguata programmazione. E un coinvolgimento effettivo sul piano delle relazioni intenzionali e dei rapporti con la Unione Europea.
Ma la maggiore autonomia va legata ad obiettivi ben identificati, come il miglioramento delle condizioni di contesto per l'attività d'impresa. Sarebbe utile puntare su alcune politiche ritenute prioritarie in chiave nazionale, affidando alle Regioni il ruolo di rafforzarle: la formazione, la valorizzazione del capitale umano, la ricerca e l'innovazione.
Le Regioni possono decidere interventi di promozione di investimenti coerenti con linee strategiche stabilite a livello nazionale. Anche le differenze legislative tra Regioni andrebbero calibrate con l'esigenza di omogeneità delle aziende che operano in diversi territori, come è il caso dell'ambiente.
Andrebbero però escluse dall'autonomia differenziata materie strategiche come le grandi reti, le fonti energetiche e le infrastrutture, che hanno un impatto sul sistema paese. Lo Stato dovrebbe garantire un coordinamento sulla corretta attuazione dell'articolo 116 della Costituzione e andrebbe realizzato un sistema di verifica.
Per quanto riguarda l’impatto dell’autonomia sui conti pubblici, come Confindustria sottolineiamo tre direttrici di fondo:
Una riforma complessa che va realizzata in modo trasparente e partecipato, dando al Parlamento un ruolo attivo nella definizione delle intese tra Stato e Regioni e sulla futura verifica.
Documento di Confindustria che esprime la posizione sull'autonomia differenziata, approvata all'unanimità dal Consiglio delle Rappresentanza Regionali lo scorso 18 luglio
L’autonomia differenziata può rappresentare un fattore di efficienza e competitività per i territori interessati e per l’intero Paese, nel rispetto dell’unità nazionale. Il dibattito parlamentare garantisca il bilanciamento dei diversi interessi