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Il Centro Studi Confindustria (CSC) vi invita al convegno di presentazione del volume “Catene di fornitura tra nuova
globalizzazione e autonomia strategica”, alla sua prima edizione.
L’evento avrà luogo il 22 settembre 2023 alle ore 10.30 presso la sede di Confindustria (partecipazione in presenza consentita solo su invito) e sarà trasmesso in diretta streaming su www.confindustria.it (è necessaria l'iscrizione al link sottostante).
La pandemia prima e l’invasione russa dell’Ucraina poi hanno messo in grande evidenza il tema della vulnerabilità delle filiere di fornitura e dell’autonomia strategica dei paesi. In un sistema produttivo globale, che resta profondamente interconnesso, si nascondono passaggi specifici, che sono in alcuni casi molto concentrati per area geografica. Ciò impone un cambio di passo nelle politiche e nelle strategie di lungo periodo dei governi e delle imprese.
Come si stanno riconfigurando le reti produttive internazionali? Quali politiche guidano questi cambiamenti? Per quali prodotti strategici l’industria italiana dipende in modo critico dall’estero? Quali strategie le imprese italiane hanno attuato, o intendono attuare, per fronteggiare gli shock?
Programma
Saluti del Direttore Generale di Confindustria, Francesca Mariotti.
Presentazione dell’Approfondimento a cura di Alessandro Fontana (Direttore Centro Studi Confindustria), Cristina Pensa (Economist Centro Studi Confindustria), Matteo Pignatti (Senior Economist Centro Studi Confindustria).
A seguire Tavola rotonda. Modera Maurizio Marchesini (Vice Presidente Confindustria per le Filiere e le Medie Imprese); ne discutono: Lucia Aleotti (Azionista e Consigliere di Amministrazione Menarini Group), Alessandro Borin (Capo divisione commercio internazionale e mercati emergenti, Banca d’Italia), Emma Marcegaglia (Presidente e Amministratore Delegato della Marcegaglia Holding), Lucia Tajoli (Professore di Politica Economica, Politecnico di Milano).
Presenta il punto di vista delle istituzioni Antonio Tajani (Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale).
Conclude Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria.
Il Rapporto è disponibile online cliccando qui
La Nota dal CSC Le dipendenze critiche e strategiche dell’industria italiana è disponibile qui
La Nota dal CSC In aumento le imprese manifatturiere italiane che scelgono fornitori domestici è disponibile qui
Il BBF è l’espressione più facilmente riconoscibile del made in Italy, riprendendo i tratti più caratteristici dell’heritage culturale dell’Italia, delle sue tradizioni, dei suoi paesaggi e delle sue opere d’arte, contribuendo a comporre l’immagine dell’Italia produttiva. In questo senso il “bello e ben fatto”, oltre a rappresentare una quota importante dell’export italiano nel mondo, fa da volano a tutte le esportazioni italiane, avendo un valore non solo economico, ma anche immateriale. L’Italia esporta il 99% degli oltre 5.000 prodotti scambiati al mondo, e con la stessa proporzione i quasi 1.400 prodotti finali di consumo. L’Italia è seconda solo alla Cina per varietà di prodotti esportati nel comparto del BBF.
Nell’affrontare lo scenario internazionale, l’Italia può far leva sulle esportazioni a elevata sofisticazione di beni strumentali. In particolare, a quelli che si distinguono per l’alta intensità di automazione, creatività e tecnologia. ACT comprende 202 categorie di prodotto (l’individuazione del gruppo ACT è stata realizzata in stretta collaborazione con le dodici associazioni di categoria facenti capo a Federmacchine) che si articolano in 12 comparti legati alla produzione di macchinari e accomunate soprattutto dall’elevato grado di precisione, da una presenza dell’elettronica sempre più pervasiva rispetto alla parte meccanica, dall’agilità nell’adottare soluzioni su misura e da un crescente contenuto di servizi nell’offerta di vendita.
La crescita dell'Italia prosegue nel 2° trimestre ma a ritmi più moderati, trainata dai servizi, mentre l’industria resiste. L’inflazione è persistente come previsto, i tassi di interesse salgono e i prestiti diminuiscono. Segnali misti per i consumi, mentre gli investimenti crescono anche se poco. Le risorse a disposizione delle imprese manifatturiere per fare investimenti non sono molte visti anche i margini operativi compressi. Si registra debolezza nell’Eurozona, negli USA riparte l’industria, frena la Cina, cresce l’India.