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Superbonus 110%: L’Audizione di Confindustria alla Camera dei Deputati

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Superbonus 110%: L’Audizione di Confindustria alla Camera dei Deputati

13 maggio 2021 | Vice Presidente

Oggi il Vice Presidente al credito e finanza di Confindustria Emanuele Orsini è intervenuto in Audizione sull’applicazione del “Superbonus 110%” presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati.

È assolutamente importante prorogare il Superbonus 110% almeno fino al 31 dicembre 2023. Questa, infatti, è una misura che riveste un’importanza cruciale per almeno cinque ragioni.

Innanzitutto, è in grado di rimettere in moto l’intera filiera delle costruzioni che, nelle fasi di crisi si è dimostrata essere il traino più importante per la ripresa dell’intera economia.

Secondo, le stime del nostro Centro Studi, infatti, l’agevolazione attiverà in due anni 18,5 miliardi di spese con un impatto positivo sul PIL pari a circa l’1%.

Il meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito aiuta le famiglie e la liquidità delle imprese. Quest’ultimo è un aspetto particolarmente rilevante nella fase attuale in cui i fatturati non sono ancora ripartiti e, inoltre, i margini soffrono l’aumento dei costi delle materie prime che erode il cash flow delle imprese.

La seconda ragione è che questa misura fornisce una forte spinta al rinnovamento e alla riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente e la conseguente riduzione del consumo del suolo.

Terzo, si tratta di una disciplina che è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi climatici.

Già oggi la misura secondo il Piano Nazionale di ripresa e resilienza è in grado di alimentare investimenti per la ristrutturazione di oltre 100.000 edifici a regime, con un risparmio energetico atteso di circa 191 mila tonnellate equivalenti di petrolio all’anno.

Guardando agli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, saremo chiamati ad interrogarci più in là sull’opportunità di una durata più ampia della misura, eventualmente accompagnata da un decalage delle aliquote, e di una estensione del perimetro soggettivo di applicazione della stessa.

Una quarta ragione per cui il superbonus appare una misura cruciale è che può consentire di prevenire i danni causati da eventi sismici.

Infine, il periodo di vigenza di queste misure non può non tenere conto del fatto che i lavori sugli edifici hanno bisogno di tempistiche adeguate. Serve l’asseverazione degli stessi, serve il progetto, serve la messa in opera in sicurezza, servono gli accordi in merito alla cessione dei medesimi bonus a soggetti terzi o alla possibilità di concordare lo “sconto in fattura” con l’impresa esecutrice.

Servono termini più realistici per ottenere significativi risultati.

Ricordiamoci che gli italiani guardano con molto favore la misura per le sue potenzialità, nonostante le incertezze sulla durata e le complessità applicative. Infatti, al 28 aprile 2021, risultano già quasi 13mila interventi legati al Superbonus per un ammontare corrispondente di oltre 1,6 mld di euro.

Accanto alla proroga è necessaria l’adozione urgente di alcuni correttivi che consentano alla misura di liberarne tutto il potenziale.

In particolare, occorre rimuovere i diversi ostacoli burocratici e normativi che potrebbero compromettere il pieno raggiungimento degli obiettivi del Superbonus.

Quanto alle complessità procedurali, occorre trovare un bilanciamento tra i requisiti necessari a tutelare l'interesse erariale e l’accesso e l’utilizzo dell’incentivo.

Secondo alcune indagini condotte a fine 2020, una famiglia su tre, seppur interessata all’agevolazione, si dichiara intenzionata a rinunciarvi, in ragione della sua complessità.

La dimensione della complessità del Superbonus è data dalla mole di interpretazioni che l’agenzia dell’entrate è stata chiamata a produrre. Sarebbe utile avere un unico strumento in cui far confluire i chiarimenti più importanti (con circolari quadro o guide interministeriali) e su questo l’Agenzia dell’Entrate si è resa prontamente disponibile.

Per perseguire l'interesse pubblico di messa in sicurezza ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio serve un intervento straordinario di semplificazione, già nel primo provvedimento utile. In particolare, un primo tema da affrontare riguarda l’attestazione della regolarità urbanistica dell’immobile su cui si eseguono gli interventi. Le modifiche approvate in sede di conversione del Decreto Agosto hanno semplificato le asseverazioni dei tecnici per gli interventi sulle parti comuni di edifici plurifamiliari, ma è una soluzione molto parziale al problema. Infatti, come evidenziato anche da ANCE, permangono diverse difficoltà derivanti dall’alta percentuale di situazioni di difformità (soprattutto su immobili realizzati dopo gli anni ‘70), che in molti casi non sono conseguenza di veri “abusi”, ma di incongruenze dovute a disegni progettuali redatti in modo approssimativo.

A questo si aggiungono le problematiche legate al reperimento della documentazione amministrativa necessaria alle relative verifiche, le quali comportano, a seconda dei casi, anche l’attesa di diversi mesi.

Per superare queste criticità, occorre un intervento straordinario, che liberi l’accesso al Superbonus da queste verifiche, sul presupposto che esso riguardi interventi diversi.

Inoltre, anche le imprese andrebbero inserite tra i soggetti beneficiari del Superbonus 110% per gli interventi sugli immobili aziendali. Non si può rigenerare compiutamente il tessuto urbano, sul piano energetico e strutturale, lasciando fuori (o agevolando in misura sostanzialmente inferiore) gli immobili delle imprese.

Infine, un cenno alla bancabilità del credito derivante dal superbonus. L’incertezza sui tempi di proroga della misura porta alla conseguenza per cui alcune banche, per ragioni di prudenza, preferiscono non impegnarsi nell’acquisto di crediti relativi a lavori da completare o, addirittura, eseguire nel 2022. Con la conseguenza di fermare un iter già avviato con lavori tecnici preparatori.


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