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"Oggi a guidare questo Paese c'è un governo istituzionale di alto profilo.
Abbiamo ritrovato la coesione nazionale. Abbiamo a disposizione una enorme mole
di fondi. Ora serve anche una visione, per riscrivere la Costituzione economica
del Paese". Così Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani Imprenditori
di Confindustria, nelle tesi di apertura si è rivolto ai leader politici.
"Abbiamo una domanda da farvi: qual è la vostra idea di storia futura? Ci
piacerebbe trovare terreno fertile per costruire una visione condivisa del
Paese e un metodo per attuarla. Ma a volte, questa, non sembra la volontà di tutti.
E ci dispiace".
Di Stefano ha proseguito proponendo un'alleanza: "Chiediamo anche alla
società civile e ai sindacalisti under40 di unirsi alla discussione e lavorare
con noi. E siccome il mondo è cambiato, allarghiamo la cabina di regia, e
mettiamo insieme imprenditori, commercialisti, avvocati, manager, e poi rider,
piattaforme della gig economy, partite iva, startupper. Vogliamo intorno al
tavolo chiunque si senta di contribuire a un patto che miri a ridare dignità e
opportunità alle giovani generazioni. A cominciare dalle Istituzioni. Noi lo
stiamo già facendo: insieme ad altre 12 sigle datoriali under 40, abbiamo
creato un tavolo di confronto, chiamato IMPatto Giovani, che mette insieme
oltre 100 mila associati. Sguardo generazionale sul Pnrr, spinta
all'autoimprenditorialità e ottimismo nella capacità di fare impresa sono i
denominatori comuni del nostro tavolo".
Riccardo Di Stefano, ha proposto inoltre un ministro delle Finanze comunitario:
"Vogliamo affidargli il nuovo Patto di Stabilità, che introduca il
concetto di progressività. Ma è importante che i vincoli del Patto futuro siano
modulari: se l'Italia deve ridurre il debito, saranno i paesi con più spazi di
bilancio a espanderlo in modo che l'Europa possa continuare a crescere".
E infine sul tema del lavoro e welfare Di Stefano ha detto: "Si è creato
il reddito di cittadinanza, che non solo non ha abolito la povertà, ma sta
addirittura generando effetti distorsivi. Il dramma del lavoro senza tutele va
combattuto e condannato in ogni forma perché penalizza gli imprenditori onesti,
che sono la maggior parte. Bisogna, dunque, riformare il reddito di
cittadinanza, a partire da quelle politiche attive che sono rimaste lettera
morta, per renderlo ciò che dovrebbe essere: un sostegno a chi è in difficoltà
e non una rendita di immobilità". Il presidente dei Giovani Imprenditori
ha concluso dicendo: "Se vogliamo alzare gli stipendi, abbassiamo il cuneo
fiscale a favore dei lavoratori e impegniamoci tutti per far crescere la
produttività. Quella che ormai i dati chiamano ripartenza, deve esserlo non
solo per i trend economici, ma anche per la nostra società, di cui noi
imprenditori siamo parte".
Sulle startup il presidente Di Stefano ha proposto: "Entro il 2022 il 60%
del pil mondiale dipenderà dalle tecnologie digitali. Per sprigionare al meglio
questo potenziale, proponiamo due cose: un'alleanza di filiera per l'open
innovation, da realizzare con un abbattimento dell'Ires per le aziende che
fanno investimenti strategici in startup. E poi, la decontribuzione per i primi
tre anni di attività per chi crea una startup". E sul tema della finanza
ha concluso: "Ci piacerebbe che si creassero, con Cassa Depositi e
Prestiti, i primi basket bond a misura di imprenditore under35, per sostenere
chi, tra noi, fa già impresa e chi vuole iniziare".