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30 aprile 2015
Politiche Industriali
Politiche Industriali
Nel luglio 2014, il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker ha presentato al Parlamento europeo il programma di lavoro per il quinquennio 2015-2020 della Commissione che prevede, in via prioritaria, il lancio di un Piano europeo per gli investimenti strategici, che dovrà mobilitare un volume complessivo di 315 miliardi di euro di investimenti, pubblici e privati, nel triennio 2015-2017.
Il Piano Juncker mira a fare un primo, ancorché non sufficiente, passo per riportare il livello di investimenti dell’UE lungo il sentiero della ripresa, puntando alla creazione di un fondo di garanzia (il Fondo europeo per gli investimenti strategici - FEIS) che consentirebbe di attrarre capitali privati su progetti che, pur ritenuti prioritari, non sono attualmente finanziabili, sia a causa di vincoli regolatori che per la presenza di limiti progettuali o profili di rischio che li rendono difficilmente finanziabili.
Il FEIS, nello specifico, è contenuto nella proposta di regolamento che istituisce il Fondo europeo per gli investimenti strategici, che è stata presentata dalla Commissione europea in occasione della seduta plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo dello scorso 13 gennaio, contestualmente alla presentazione della Comunicazione sulla flessibilità nell’applicazione delle regole di bilancio.
Il position paper si propone di fornire alcune considerazioni più puntuali sul contenuto della proposta di regolamento, unitamente ad un’analisi più ampia dello stato dell’arte dei negoziati UE e dell’azione posta in essere in questa fase da parte del Governo italiano, esprimendo una prima positiva valutazione sulle finalità perseguite dal Piano Juncker.
Occorrerà tuttavia assicurare la definizione di un quadro di regole efficace, che non infici a valle l’attuazione del piano stesso e continuare ad agire sul fronte dei colli di bottiglia regolatori, consentendo al Piano di espletare i propri effetti in particolare nei paesi dove il crollo degli investimenti è stato maggiore. A livello nazionale sarà necessario un forte impegno a migliorare la qualità della progettazione degli interventi, siano pubblici che privati, e ad agire sui diversi ostacoli, di regolazione settoriale e finanziaria, che gravano sugli investimenti di imprese e amministrazioni.
01 dicembre 2014
Politiche di Coesione
Politiche di Coesione
Facendo seguito ad un lavoro di approfondimento e di proposta che ha accompagnato tutto il processo di accelerazione della programmazione 2007-13 e di avvio della nuova programmazione, Confindustria, con questo Position Paper, intende focalizzare l’attenzione su alcune questioni cruciali che caratterizzano l’attuale fase delle politiche di coesione in Italia, individuando possibili soluzioni operative e di pronta efficacia.
10 giugno 2014
Credito e Finanza
Credito e Finanza
22 maggio 2014
Lavoro e Welfare
02 aprile 2014
21 marzo 2014
La riforma della nostra architettura istituzionale rappresenta un passaggio ineludibile per assicurare la tenuta del tessuto connettivo del Paese, fiaccato, da ultimo, dalla lunga e profonda recessione economica.
Le riforme istituzionali rappresentano il primo banco di prova di quello spirito costituente e di rinascita che Confindustria invoca da tempo e sul quale si gioca il futuro dell’intera Nazione. Nel solco di una tradizione che l’ha vista attrice leale e responsabile dei processi di sviluppo economico e sociale, Confindustria vuole ancora una volta essere parte propositiva all’appuntamento storico delle riforme istituzionali.
18 dicembre 2013
Le note in allegato sintetizzano la posizione elaborata da Confindustria, nel continuo confronto con gli associati, in materia di brevetto unitario e Corte unica, affrontando alcuni aspetti di dettaglio del nuovo sistema di tutela.
13 marzo 2013
23 gennaio 2013
L’Italia deve superare l’emergenza economica e sociale. Occorrono interventi urgenti da collocare in un progetto di riforme che agiscono nel medio termine, quello di una legislatura. Un progetto che richiede tempo nella realizzazione e nell’efficacia, com’è per tutti i cambiamenti sistemici.
Confindustria sente il dovere di chiedere che siano sciolti i nodi che da decenni mortificano lo sviluppo economico, sociale e civile. Dalle imprese verrà una reazione forte di investimenti, esportazioni, occupazione che generano reddito e, quindi, consumi.
La prossima legislatura deve ridare efficienza e nuova competitività all’Italia con politiche coraggiose che migliorino le istituzioni, semplificando innanzitutto le regole, la cui sclerosi non tutela le fasce più deboli della popolazione, non offre opportunità alle giovani generazioni e danneggia il sistema produttivo.
Per questo le imprese e i lavoratori, le persone e le famiglie, che hanno dimostrato di saper affrontare grandi sacrifici, ora manifestano una forte domanda di cambiamento che ridia prospettive e fiducia, soprattutto ai giovani.
Il cambiamento deve essere fatto di progetti concreti che facciano tornare la speranza in un futuro migliore. Ideali e concretezza devono andare di pari passo. Il progresso dell’Italia non può che nascere da una netta discontinuità rispetto ai periodi di stagnazione del passato, rilanciando quella “logica industriale” che ha consentito al nostro Paese la ricostruzione post-bellica e di sopportare, sia pure con uno sforzo enorme, i gravami di inefficienza sistemica che non frenano altre economie europee con cui l’Italia convive e compete.
Perciò Confindustria ritiene doveroso proporre a chi si candida alla guida del Paese un progetto di rilancio economico e sociale, dotato di pragmatismo e di visione, che costituirà anche un metro con cui valutare le azioni e i risultati del prossimo Governo.
19 dicembre 2012
In allegato una nota di aggiornamento sui dossier, in discussione a livello europeo, riguardanti l'istituzione del brevetto unitario europeo e del Tribunale unico per le controversie brevettuali.
In particolare, la nota illustra i recenti sviluppi dell'iter politico e legislativo che, nel dicembre 2012, ha portato all'approvazione, da un lato, dei due regolamenti della Commissione in regime di cooperazione rafforzata (tra 25 Stati membri, ad esclusione di Italia e Spagna), concernenti rispettivamente la procedura di rilascio del brevetto unitario e il relativo regime linguistico delle traduzioni e, dall'altro, dell'accordo sul sistema giurisdizionale unico in materia di controversie brevettuali.
Nella nota sono, inoltre, riportate le azioni del Governo italiano e la posizione di Confindustria sul tema.
25 giugno 2012
Il 19 giugno 2012 il Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, e il Delegato di Confindustria per la legalità, Antonello Montante, hanno sottoscritto l’accordo che rinnova per un ulteriore biennio il Protocollo di Legalità del 10 maggio 2010.
L’accordo (allegato) ribadisce la comune volontà delle parti di dare concreta attuazione agli impegni previsti dal Protocollo nazionale, che sono stati integralmente confermati.
Con riferimento al Sistema confindustriale, come noto, tali impegni vincolano le Associazioni aderenti al Protocollo ad espellere o sospendere le imprese associate colluse con la criminalità organizzata, a promuovere la denuncia di fenomeni estorsivi o di altri gravi reati limitativi della libertà economica, a costituirsi parte civile nei processi in cui le associate siano parte lesa o imputate, nonchè a gestire e comunicare a Confindustria le informazioni relative all'adesione al Protocollo e alla sua attuazione sul territorio.
Per quanto riguarda le imprese, l’accordo del 19 giugno scorso conferma inoltre tutti gli impegni derivanti dall’adesione al Protocollo, tra cui quelli di inserire in appositi elenchi (vendors’ list) i partner commerciali selezionati sulla base di criteri di trasparenza e di affidabilità, acquisire la documentazione antimafia anche nei rapporti tra privati, tracciare i flussi finanziari, prevedere clausole risolutive nei contratti e denunciare eventuali fenomeni criminali subiti.
Con l’accordo, inoltre, il Protocollo nazionale è stato integrato mediante la previsione che impegna le parti a realizzare nuove forme di collaborazione per agevolare e rendere effettiva l'applicazione di recenti istituti normativi, che rivestono un notevole interesse per le imprese, quali le white list e il rating di legalità, quest’ultimo divenuto legge proprio a seguito di una proposta del Delegato di Confindustria per la legalità.
Contestualmente alla firma dell’accordo per il rinnovo del Protocollo, è stata ricostituita anche la Commissione paritetica per la legalità, che ha il compito di monitorarne l’attuazione e di elaborare proposte e soluzioni volte a consentire una piena ed efficace realizzazione degli obiettivi prefissati.