Position Paper e Studi

DL SBLOCCACANTIERI - CONVERSIONE IN LEGGE

20 giugno 2019

Affari Legislativi, Politiche ...

Affari Legislativi, Politiche Industriali

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale (GU – Serie generale n. 140 del 17 giugno 2019) la Legge n. 55/2019 di conversione del DL Sbloccacantieri (n. 32/2019).

Confindustria ha seguito i lavori parlamentari intervenendo in Audizione dinanzi alle Commissioni, presentando diverse proposte emendative e contribuendo al confronto con e tra i rappresentati del Governo e del Parlamento. Tale confronto è stato complesso all’interno della maggioranza, specie dopo i risultati delle elezioni europee, che rischiavano di bloccare l’iter di conversione del DL e, quindi, provocarne la relativa decadenza.

Durante l’esame parlamentare, sono state apportate diverse modifiche al testo del DL.

In particolare, nelle more di una complessiva revisione del Codice dei contratti pubblici, è stata prevista in via sperimentale la sospensione di alcuni istituti fino alla fine del 2020 (divieto di appalto integrato; obbligo per i Comuni non capoluogo di provincia di avvalersi delle centrali di committenza; obbligo di scegliere i commissari di gara tra gli esperti iscritti all’albo ANAC), la cui efficacia andrà monitorata in termini di accelerazione dell’affidamento dei lavori, trasparenza e qualificazione della committenza.

Sono state, poi, approvate alcune misure transitorie, applicabili sempre fino al 31.12.20, su aspetti particolarmente qualificanti. In particolare si prevede una disciplina transitoria del subappalto, che dispone la sospensione dell’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori, nonché delle verifiche in sede di gara in merito alla sussistenza dei motivi di esclusione riferiti al subappaltatore. L’auspicio è che tali previsioni, ampiamente condivise dal mondo produttivo, siano previste a regime. Desta, invece, preoccupazione la facoltà attribuita alla stazione appaltante di prevedere o meno nel bando di gara il ricorso all’istituto (entro il limite del 40% del valore complessivo del contratto), in quanto ciò limita fortemente la libertà dell’impresa di organizzare la propria attività.

Nell’ambito delle misure approvate, sono poi condivisibili alcuni interventi di semplificazione, che potranno garantire celerità nell’attività di procurement. Ad esempio, fino al 31.12.20, viene previsto:

  • l’innalzamento da 50 a 75 milioni di euro delle soglie per il parere obbligatorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici;
  • per le infrastrutture strategiche, l’approvazione delle varianti da parte del soggetto aggiudicatore e non più del CIPE, qualora non superino del 50% il valore del progetto approvato;
  • la possibilità, anche nei settori ordinari, di esaminare le offerte prima della verifica dell’idoneità degli offerenti.

L’auspicio di Confindustria è che anche tali previsioni siano confermate all’esito della sperimentazione.

Tra le misure da segnalare, anche la conferma del Regolamento unico di attuazione, che dovrebbe a regime soppiantare le Linee Guida ANAC e che punta ad assicurare organicità e chiarezza all’intero corpus normativo.

In merito, poi, alle modifiche strutturali in materia di criteri di aggiudicazione, è apprezzabile l’opzione di affidare alla discrezionalità delle stazioni appaltanti la scelta tra il criterio del minor prezzo e quello dell’OEPV nei contratti sotto soglia UE, nonché il ricorso all’OEPV per i contratti caratterizzati da notevole contenuto tecnologico o innovativo. Sempre in tema di OEPV, si valuta positivamente il ripristino, in caso di aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, del limite del 30% al punteggio massimo attribuibile alla componente economica dell’offerta.

Con riferimento alla rideterminazione delle soglie di affidamento e delle procedure esperibili per gli appalti sotto soglia UE, desta preoccupazione l’ampliamento dell’affidamento diretto e del ricorso alle procedure negoziate. Il nuovo meccanismo, se da un lato, potrebbe comportare una maggiore facilità nell’affidamento degli appalti sotto soglia UE, dall’altro, potrebbe avere effetti negativi in termini di trasparenza e concorrenza nella partecipazione alle gare pubbliche e condurre a una non improbabile chiusura di importanti fasce di mercato.

Apprezzabili anche la fissazione di un limite temporale (entro il 15 dicembre 2019) per l’individuazione delle opere da commissariare, nonché la previsione nel DL di commissariamenti ad hoc per alcune opere strategiche (es. MOSE; nodo ferroviario di Genova).

Positiva altresì la soppressione - approvata in sede parlamentare - della misura contenuta nel testo originario del DL, che prevedeva l’esclusione dalle gare per irregolarità fiscali e previdenziali non definitivamente accertate. Con tale disposizione si rischiava, in taluni casi, di rendere impossibile alle imprese la partecipazione alle gare, determinando un danno, grave e sproporzionato, a fronte di violazioni che, spesso, si rivelano del tutto infondate.

Condivisibili anche:

  • le misure in tema di end of waste (cessazione della qualifica di rifiuto), che consentiranno la ripresa delle attività di riciclo e di recupero dei flussi di materiali tradizionali oggi ferme in attesa del recepimento della Direttiva 2018/851/UE;
  • l’innalzamento delle soglie quantitative per la nomina obbligatoria dell’organo di controllo o del revisore nelle Srl previste dalla recente riforma fallimentare, che riduce la platea delle imprese obbligate.

Infine, come più volte evidenziato da Confindustria, l’esame parlamentare non ha consentito di intervenire su quello che doveva essere il “nucleo forte” del provvedimento, vale a dire i fattori di blocco che rallentano le fasi decisionali e realizzative delle opere, a partire dalle sofferenze delle PMI subappaltatrici e creditrici degli appaltatori in crisi e dai casi di “fuga dalla firma” da parte dei funzionari pubblici.

A tale ultimo riguardo, si ribadisce la preoccupazione per le ripercussioni negative, anche sull’attrattività del Paese, della misura introdotta in sede parlamentare che esclude per legge, in ogni caso di cessazione anticipata di rapporti di concessione autostradale, la colpa grave, purché il danno tragga origine da un decreto vistato e registrato dalla Corte dei Conti in sede di controllo preventivo di legittimità.

In allegato sono scaricabili in ordine:

  • i commenti di Confindustria al testo del DL pubblicato in Gazzetta Ufficiale;
  • le valutazioni sulle modifiche introdotte al DL in prima lettura;
  • il dettaglio delle principali modifiche di interesse per le imprese apportate in sede di conversione in Legge.
LA GUIDA SULLE NUOVE REGOLE EUROPEE IN MATERIA DI DEFAULT

13 maggio 2019

Credito e Finanza

Credito e Finanza

Confindustria, ABI e le altre principali Associazioni di rappresentanza delle imprese firmatarie dell'Accordo per il credito 2019 hanno definito una guida sulle nuove regole europee in materia di definizione di default, che le banche potranno iniziare ad applicare a partire dal prossimo mese di giugno e comunque entro il termine del 1 gennaio 2021.

Fino a oggi era previsto che la banca dovesse classificare in default l’impresa che, per oltre 90 giorni consecutivi, è in arretrato di pagamento “rilevante” sulle scadenze di pagamento previste nel finanziamento bancario.

Le nuove regole europee quantificano il concetto di “rilevanza”, fissando la soglia oltre la quale l’impresa debba essere obbligatoriamente classificata in default.

In particolare, la banca sarà tenuta a determinare l’inadempienza dell’impresa se la stessa è in arretrato di pagamento, per oltre 90 giorni, su importi di ammontare superiore a 500 euro (complessivamente riferiti a uno o più finanziamenti) e che rappresentino più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca.

Per le piccole e medie imprese, esposte nei confronti di una banca per finanziamenti inferiori a 1 milione di euro, l’importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro.

RIFORMA DEL MERCATO INFRAGIORNALIERO DELL'ENERGIA ELETTRICA

08 maggio 2019

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Nell'ambito dell’indagine conoscitiva della 10° Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica, Confindustria ha espresso la propria posizione sulla revisione di un segmento del mercato elettrico all’ingrosso che si inserisce all’interno del più ampio percorso di riforma organica del mercato elettrico contenuta nel Clean Energy Package.

Nell’attuale assetto organizzativo del mercato, la distanza temporale tra la fase di programmazione sul Mercato Infragiornaliero (MI) e la consegna/prelievo fisico, non agevola l’ottimizzazione e l’affidabilità dei profili di produzione (in particolare delle fonti rinnovabili non programmabili — FRNP) e consumo.

L’avvicinamento della chiusura del mercato al tempo reale (1 ora prima della consegna, rispetto alle 4 ore e 15 minuti attualmente previste) e la negoziazione continua permettono di promuovere la responsabilizzazione degli operatori in fase di programmazione, fornendo loro gli strumenti necessari a migliorare l’affidabilità dei profili di produzione (in particolare delle FRNP) e consumo riducendo quindi l’insorgere di sbilanciamenti fisici e quindi dei volumi movimentati sul mercato di bilanciamento e dei relativi costi.

Per Confindustria, tale risultato è perseguibile solo attraverso una revisione organica del mercato del servizio di dispacciamento, con azioni necessarie alla riforma del mercato dei servizi, alla gestione degli sbilanciamenti per tutte le classi dei produttori e ad una corretta integrazione delle diverse fasi di mercato. Una modifica non integrata, dedicata esclusivamente delle tempistiche del MI, porterebbe, come evidenziato dall'operatore dei sistemi di trasmissione (TSO), ad un aumento dei costi del Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD).


ITALIA, EUROPA E CINA: ANALISI E PROPOSTE PER UN RINNOVATO ...

12 aprile 2019

Affari Internazionali

Affari Internazionali

Il Position Paper di Confindustria sui rapporti tra Italia, Europa e Cina analizza quelle che sono le caratteristiche peculiari del modello di sviluppo economico cinese, a partire dal ruolo del Partito nell’economia e dal peso delle State Owned Entreprises, che distorcono la concorrenza influenzando interi settori manifatturieri, al mercato degli appalti pubblici e alla tutela della proprietà intellettuale, che spiccano per la loro difformità con le norme internazionali, fino al fatto che nonostante l’adesione al WTO la Cina è ancora un mercato efficacemente protetto.

Il documento non discute l’importanza della Cina come partner per l’Italia e l’Europa, ma sottolinea piuttosto come le nostre imprese debbano poter competere con le controparti cinesi in maniera più equa e regolamentata. A tale riguardo è necessaria una strategia unitaria dell’Europa per le relazioni con la Cina e per preservare la propria centralità nell’economia globale.

Tale strategia deve contemplare un deciso orientamento delle risorse verso i principali fattori di competitività, modifiche ed innovazioni all’ordinamento domestico e l’assunzione della leadership per la riforma di quello multilaterale. 


RAPPORTO PMI CENTRO NORD - 2019

12 aprile 2019

Coesione Territoriale

Coesione Territoriale

La quarta edizione del Rapporto PMI Centro-Nord 2019 a cura di Confindustria e Cerved mostra un quadro incerto sullo stato di salute e le prospettive a breve e medio termine delle PMI di capitali che operano nelle regioni più sviluppate del Paese.

Un gruppo molto rappresentativo, che supera le 122 mila imprese (l’80% del totale delle imprese di capitali italiane):

  • 51 mila imprese si trovano nel Nord-Ovest;
  • oltre 39 mila nel Nord-Est;
  • circa 32 mila al Centro.

Con oltre 750 miliardi di euro di fatturato, circa 3milioni e 300 mila occupati, e 180 miliardi di euro di valore aggiunto, le PMI del Centro-Nord valgono oltre il 10% del PIL italiano.




RAPPORTO PMI MEZZOGIORNO - 2019

29 marzo 2019

Coesione Territoriale

Coesione Territoriale

Il Rapporto PMI Mezzogiorno 2019, a cura di Confindustria e Cerved, con la collaborazione di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno – restituisce una fotografia in chiaroscuro delle quasi 30mila PMI di capitali del Mezzogiorno comprese tra 10 e 250 addetti, che da sole vantano oltre 136 miliardi di euro di fatturato e un valore aggiunto di quasi 32 miliardi di euro, pari a circa il 10% del PIL meridionale.

Le PMI meridionali sono ad un punto di svolta. Il trend di crescita riscontrato per tutto il 2017 inizia a mostrare segnali di rallentamento e i risultati delle imprese evidenziano prospettive incerte per i prossimi mesi: i pezzi di tessuto imprenditoriale andati perduti con la crisi faticano a ricomporsi.

Per tornare a correre, ed arginare il peggioramento in vista, le sfide decisive per le piccole e medie imprese sono l’apertura del capitale, della governance e l’internazionalizzazione, e il conseguente salto dimensionale.


TUTELA DEI MARCHI STORICI NAZIONALI

21 marzo 2019

Affari Legislativi

Affari Legislativi

La Proposta di Legge "Disposizioni concernenti la tutela dei marchi storici nazionali di alto valore territoriale" (A.C. 1631), assegnata alla Commissione Attività Produttive della Camera, prevede la decadenza del marchio storico nazionale di alto valore territoriale, qualora il titolare cessi la  produzione nel Comune in cui lo stabilimento produttivo principale era situato alla data di registrazione del marchio, ovvero quando diminuisca la produzione nello stabilimento principale a seguito dell'apertura di nuovi siti produttivi. 

Il documento di osservazioni di Confindustria evidenzia i molteplici elementi di criticità, sia sotto il profilo giuridico che di impatto sulla competitività della imprese, relativi all'introduzione di un nuovo regime di eccezione alla cause di decadenza del marchio. 

In particolare, la Proposta Di Legge presenta dei profili di incostituzionalità poiché si prevede una vera azione di espropriazione del marchio che non risponde al requisito di "preminente interesse generale" previsto nell'articolo 43 della Costituzione italiana.



TAVOLO DI LAVORO SULLE UNITA' VIRTUALI ABILITATE MISTE (UVAM)

15 marzo 2019

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Al tavolo di lavoro sulle Unità virtuali abilitate miste (UVAM) convocato dal Senatore Gianni Pietro Girotto - Presidente della 10a Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica - Confindustria ha espresso le seguenti considerazioni:

  • la regolazione del servizio di trasmissione e dispacciamento elettrico è una prerogativa dell’attività del regolatore indipendente ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente);
  • è necessario garantire la massima disponibilità di risorse per la sicurezza e l’economicità del servizio di dispacciamento. Tuttavia, l’incremento delle riserve deve essere effettuato garantendo l’economicità del costo complessivo del sistema di dispacciamento, considerando che:
    • tutte le risorse possano partecipare a tutti i mercati a condizioni paritetiche sul piano tecnico;
    • i criteri di remunerazione devono essere efficienti e non discriminatori rispetto alle caratteristiche delle tecnologie impiegate.

Confindustria ritiene necessario richiamare l’attenzione sull’esigenza di adottare un approccio organico per la riforma del mercato del dispacciamento elettrico. A tal proposito, è necessario tenere in considerazione sia il quadro degli obiettivi e principi fissati a livello comunitario sia gli sviluppi nazionali di maggior rilievo assicurando la coerenza complessiva delle iniziative poste in essere in modo da traguardare gli obiettivi di tutela dell’ambiente e sicurezza delle forniture in un quadro di efficienza economica.


LEGGE SPAZZACORROTTI

11 marzo 2019

Affari Legislativi

Affari Legislativi

La nota di Confindustria commenta la legge 9 gennaio 2019 n. 3, cd. legge Spazzacorrotti, che rafforza l’azione di contrasto ai reati contro la PA, con interventi che si muovono sul profilo del diritto sostanziale e su quello investigativo-processuale. 

La seconda parte del provvedimento reca, inoltre, disposizioni volte a rafforzare la trasparenza dei partiti e dei movimenti politici. 

Confindustria, anche in Audizione presso le competenti Commissioni parlamentari, ha evidenziato alcune criticità del provvedimento, derivanti dall'approccio repressivo. Il riferimento è, in particolare, a: 

  •  interruzione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado;
  • "Daspo" a vita per condanne superiori a due anni; 
  •  inasprimento sanzioni interdittive ai sensi del D.lgs. n. 231/2001.

Quanto alle disposizioni in tema di trasparenza, la legge, tra le altre cose, sembra prefigurare un'equiparazione delle associazioni, fondazioni e comitati che rispettino determinati requisiti ai partiti e movimenti politici. 

Su questo punto, la nota formula alcuni orientamenti a beneficio delle associazioni del Sistema in questa fase di prima applicazione delle nuove norme.



RIFORMA FALLIMENTARE

19 febbraio 2019

Affari Legislativi

Affari Legislativi

Le osservazioni di Confindustria sul “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” (Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019 in attuazione della Legge n. 155 del 2017) recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, evidenziano le previsioni definitive relative ad alcuni temi di interesse prioritario: 

  • procedure d’allerta e composizione assistita della crisi;
  • concordato preventivo con continuità aziendale e accordi di ristrutturazione dei debiti;
  • coordinamento tra legge fallimentare e codice appalti;
  • nomina obbligatoria degli organi di controllo interno nelle Srl.

Per ulteriori approfondimenti leggi le osservazioni di Confindustria allo Schema di Decreto.



DECRETO LEGGE SEMPLIFICAZIONI

15 febbraio 2019

Affari Legislativi

Affari Legislativi

La nota di Confindustria commenta la legge di conversione al Decreto Legge Semplificazioni (n. 135/2018). Nonostante alcune misure positive, tra cui l’abolizione del SISTRI e l’introduzione di una sezione speciale del Fondo di Garanzia in favore di PMI creditrici della PA, il provvedimento non esprime un chiaro disegno di politica legislativa a sostegno della sburocratizzazione e della crescita economica, intervenendo anzi in modo peggiorativo su alcuni settori, con effetti negativi sugli investimenti già programmati e sui livelli occupazionali. Emblematiche in questo senso le misure sulle trivelle.


IL DEPOSITO NAZIONALE: UN PROGETTO PAESE

08 febbraio 2019

Politiche Industriali

Politiche Industriali

Con la pubblicazione dello studio sul Deposito Nazionale, Confindustria chiede il rapido avvio di un dibattito pubblico chiaro e trasparente sullo sviluppo di una infrastruttura necessaria per chiudere il ciclo del nucleare italiano, fornendo una prima valutazione degli impatti economici e sociali relativi alla realizzazione e all’esercizio dell’infrastruttura stessa.

L'impatto stimato in termini di produzione sul sistema economico italiano nei 10 anni necessari alla costruzione del Deposito, è pari a quasi il doppio dell’investimento iniziale (1,5 miliardi di euro), circa 3 miliardi di euro. Gli esiti occupazionali della nuova infrastruttura potrebbero, inoltre, generare un effetto positivo sul mercato del lavoro stimabile in 23 mila unità aggiuntive di occupati a tempo pieno.

ll Deposito Nazionale non solo consentirà all’Italia di allinearsi a quei Paesi che da tempo hanno in esercizio sul proprio territorio depositi analoghi, o che li stanno costruendo, ma anche di valorizzare a livello internazionale il know how acquisito. Il progetto, infatti, comprende anche la realizzazione di un Parco Tecnologico, le cui attività stimoleranno la ricerca e innovazione nei settori dello smantellamento di impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, creando nuove opportunità per professionalità di eccellenza.


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