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In linea generale, Confindustria condivide gli obiettivi recati dalla legge delega di riforma fiscale, orientati alla crescita dell’economia italiana, strettamente connessa alla necessaria riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi e ad una accorta opera di semplificazione del sistema fiscale e contrasto a evasione ed elusione fiscale.
Suscitano, tuttavia, alcune preoccupazioni l’impostazione di metodo della riforma ed il capitolo delle risorse a supporto.
Quanto al metodo, il provvedimento delinea criteri di indirizzo dell’attività riformatrice del Governo alquanto vaghi, al punto che, nella formulazione di alcuni articoli, sembra concretizzarsi un rischio di “eccesso di delega”, che potrebbe comportare il rischio di impugnazione dei decreti legislativi adottati.
In merito alla dotazione finanziaria, gli ambiziosi obiettivi declinati nel progetto di riforma, non trovano - al momento - riscontro in un adeguato supporto in termini di risorse.
Con riguardo alla riforma complessiva dell’IRPEF, pur comprendendo le ragioni che hanno portato alla scelta del modello di tassazione duale, è prioritario che siano evitati incrementi del prelievo fiscale sui fattori produttivi, sul capitale e sul lavoro.
Con riferimento, poi, alla tassazione delle imprese, nonostante gli apprezzabili riferimenti alle esigenze di semplificazione e razionalizzazione dell’IRES, sembra mancare un disegno di riforma organico del tributo, che tenga anche conto delle più recenti evoluzioni in campo europeo ed internazionale. La legge delega contiene anche una opportuna previsione di superamento dell’IRAP senza, tuttavia, fornire alcun dettaglio in merito.
L’auspicio conclusivo è che il percorso della legge delega possa prevedere alcuni correttivi per non perdere l’occasione di una riforma complessiva, equa e orientata alla crescita e alla progressiva semplificazione degli adempimenti e del sistema nel suo complesso.