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L’efficace attuazione del PNRR è un’opportunità che non è possibile fallire. Si tratterebbe di un danno enorme al Paese, condannandolo a una crescita dello zero virgola per i prossimi anni e vanificando qualsiasi ambizione europea di costruire una capacità fiscale comune, necessaria per affrontare le transizioni e competere con USA e Cina.
Alla luce di questa premessa, Confindustria valuta positivamente le misure introdotte dal decreto-legge e si sofferma, in particolare, su quattro direttrici:
Il Piano 5.0 risulta ben strutturato e coerente con le interlocuzioni avute con il MIMIT, vale a dire: definire un quadro certo per l’accesso all’agevolazione; rafforzare il nesso tra digitalizzazione e sostenibilità; supportare l’adeguamento delle competenze.
Al contempo, occorre affrontare con urgenza la fase attuativa, focalizzando alcuni temi prioritari: i ristretti tempi di implementazione; le limitazioni per alcune categorie di imprese, che svolgono attività considerate in contrasto con il principio di non arrecare un danno significativo all’ambiente (DNSH); il divieto di cumulo con le agevolazioni previste nella cd. ZES Unica.
In questo senso, l’audizione è stata l’occasione per ribadire la più ampia disponibilità di Confindustria al confronto, per favorire una rapida definizione dei contenuti del decreto attuativo, auspicando che venga istituita una cabina di regia con le imprese e che venga attivato un coordinamento tra i diversi attori istituzionali coinvolti, cioè MIMIT, Agenzia delle Entrate e GSE.
Il Decreto delinea una complessa riarticolazione delle risorse necessarie a realizzare sia gli interventi del PNRR rimodulato, sia quelli non più finanziati dallo stesso. Confindustria auspica che le modifiche alla cornice finanziaria siano effettivamente in grado di assicurare l’attuazione delle misure del PNRR e il rifinanziamento dei progetti che ne sono usciti.
In linea con quanto abbiamo sostenuto un anno fa con riferimento al precedente DL PNRR, Confindustria ha ribadito la propria posizione favorevole al ridisegno della governance realizzata dal Governo e nel cui solco si inseriscono le nuove misure, che esprimono l’intenzione di accelerare l’attuazione del Piano e rafforzare la fase di verifica e monitoraggio sugli obiettivi.
Per Confindustria, la sicurezza rappresenta un valore, poiché è una condizione cruciale per assicurare dignità al lavoro. Il rispetto delle regole in questo campo è anche un fattore di competitività e incide sulla leale concorrenza. Alla luce di queste premesse, alcune scelte compiute dal Decreto, come il meccanismo della cd. patente a punti nei cantieri, nonché l’istituzione della “Lista di conformità INL” e l’inasprimento del sistema sanzionatorio sul lavoro sommerso, non sembrano segnare una svolta verso un approccio innovativo e di responsabilizzazione di tutti gli attori della sicurezza.
In tema di affidamenti pubblici e privati, se da un lato è condivisibile l’obiettivo di contrastare il fenomeno degli appalti non genuini e la cd. contrattazione pirata, dall’altro non lo è la scelta di prescindere dal requisito della rappresentatività nell’individuare il contratto collettivo applicabile negli appalti.