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29 luglio 2020
Affari Legislativi
Affari Legislativi
Il provvedimento agisce su diversi ambiti rilevanti per l’attività di impresa (contratti pubblici, ambiente e green economy, semplificazioni di carattere generale e digitalizzazione), costituendo un primo tassello del necessario percorso di adeguamento dell’Italia ai livelli di efficienza amministrativa dei suoi principali competitor.
Nel condividerne l’impostazione complessiva, volta a velocizzare le procedure e incrementare la spesa per investimenti (pubblici e privati), abbiamo evidenziato l’esigenza di alcuni correttivi, in particolare sui temi dei contratti pubblici e delle semplificazioni in materia ambientale.
Nello specifico, in materia di contratti pubblici, andrebbero evitate potenziali restrizioni del mercato attraverso:
Confindustria ha poi evidenziato la necessità di correttivi puntuali anche in merito alla possibilità per la stazione appaltante di escludere dalle gare gli operatori economici non in regola con gli obblighi di pagamento di imposte e contributi previdenziali anche non definitivamente accertati, nonché suggerito ulteriori interventi volti a:
In materia di semplificazioni ambientali, nell’apprezzare la complessiva rivisitazione della disciplina sulla Valutazione d’impatto ambientale (VIA), abbiamo sottolineato la necessità di:
Sempre in materia ambientale, e in chiave di sostegno all’economia circolare, abbiamo tra le altre cose evidenziato l’esigenza di risolvere definitivamente il problema delle autorizzazioni end of waste, rimuovendo il meccanismo del “doppio controllo” introdotto lo scorso anno.
In allegato il testo lungo e lo speech dell’audizione.
22 luglio 2020
Politiche Industriali
Politiche Industriali
La Comunicazione della Commissione si inserisce nel solco delle politiche avviate a partire dal 2010 per affrontare la profonda recessione economica che ha colpito l’Europa dopo la crisi finanziaria del 2008 e punta sul rilancio dell’industria quale strumento per la rinascita dell’economia europea. La Strategia, infatti, evidenzia la centralità dell’industria nell’economia europea in termini di occupazione, capacità di innovazione ed esportazioni, e riconosce la qualità degli standard sociali, lavorativi e ambientali che essa è in grado di offrire, facendo un ulteriore passo rispetto al passato: l’industria è, infatti, considerata non solo il soggetto che può guidare la transizione dell’economia e della società europea verso la digitalizzazione, la neutralità climatica e l’economia circolare, ma anche il soggetto che può assicurare la sovranità dell’Europa rispetto alle grandi piattaforme economiche.
In proposito, Confindustria ha evidenziato che sarà indispensabile avviare politiche che consentano all’Europa di rendersi tecnologicamente indipendente, sviluppando tecnologie abilitanti che rivestono importanza strategica per il futuro industriale europeo, come quelle digitali che possono essere determinanti nella competizione globale per la leadership tecnologica.
Condividendo l’impianto e le linee generali della Strategia, con particolare riguardo alla necessità di individuare un equilibrio tra l’esigenza di uno sviluppo sostenibile dell’industria e quello di garantirne la competitività, nonché tra “protezione” e apertura dell’economia europea, abbiamo ribadito come il mercato unico sia centrale per garantire stabilità all’Italia e affrontare le sfide dei prossimi anni.
Occorre però ricreare condizioni di stabilità anche all’interno del mercato unico, che rimane frammentato e caratterizzato da squilibri tra Stati membri, come pure è essenziale valorizzare la Next generation EU Initiative che pone le basi per un piano di rilancio industriale fondato su un sostegno massiccio alle imprese europee, in grado di evitare il declassamento industriale e tecnologico dell’Europa.
22 luglio 2020
Politiche Industriali
Politiche Industriali
Confindustria ha sottolineato come le recenti iniziative abbiano condotto al varo di un sostanziale rafforzamento degli incentivi concessi ad alcuni contribuenti per le spese sostenute per il miglioramento del patrimonio edilizio, attraverso la realizzazione di interventi di efficientamento energetico e di miglioramento della resilienza sismica degli edifici.
Tali incentivi rappresentano una spinta fondamentale per la tutela del patrimonio edilizio italiano, che presenta carattere di unicità in termini di storia e di pregio, ma anche di fragilità, e possono offrire un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica previsti dal PNIEC.
A questo si aggiunge la non secondaria necessità di imprimere - in questo particolare frangeste storico - una spinta decisa al sistema economico: uno slancio che la mano pubblica può contribuire a determinare, affinché possa essere attenuata una recessione che si prospetta, secondo molte previsioni, significativa.
18 giugno 2020
Affari Legislativi
Affari Legislativi
Il provvedimento si inserisce nel contesto di adeguamento del nostro ordinamento a una nuova Direttiva europea (n. 2019/1023), che dovrà essere recepita entro il 17 settembre 2021.
Sebbene già con il Codice il nostro legislatore si sia ispirato a obiettivi analoghi a quelli europei (es. l’emersione anticipata della crisi), la persistenza di alcune differenze rende opportuno utilizzare il decreto correttivo per mutuare alcune delle linee della Direttiva. Ciò riguarda, in primis, il tema delle procedure di allerta e composizione assistita, la cui entrata in vigore è stata prorogata al prossimo anno nell’ambito dei recenti provvedimenti emergenziali - recependo una sollecitazione di Confindustria - e che andrebbero ora rimodulate secondo criteri di maggiore proporzionalità e di effettivo supporto alle imprese in crisi.
A nostro avviso, poi, gli effetti sull’economia derivanti dall’epidemia da Covid-19 non dovrebbero rappresentare l’occasione per arretrare rispetto alle innovazioni che la disciplina concorsuale ha fatto, con il Codice, verso un migliore contemperamento tra i valori della continuità aziendale e della tutela dei creditori. In proposito, occorre tener conto del fatto che qualunque soluzione che rechi forme di protezione rafforzata per i debitori genera un riflesso sulla filiera dei pagamenti, con il rischio di un effetto domino sull’intero sistema produttivo. In questo senso, occorrerebbe tenere separati il canale normativo dei correttivi al Codice, attraverso cui introdurre modifiche di carattere strutturale alla disciplina concorsuale, da quello della decretazione d’urgenza, cui affidare gli interventi dettati dall’emergenza e che dovrebbero caratterizzarsi, in ogni caso, per una portata temporalmente limitata.
Confindustria ha infine evidenziato che, proprio per fronteggiare il prevedibile incremento delle procedure che verranno avviate nei prossimi mesi in seguito agli effetti della pandemia, occorre puntare sulla specializzazione dei magistrati addetti alla materia concorsuale, recuperando una delle linee di fondo della Legge delega non declinata poi dal nuovo Codice.
28 maggio 2020
Affari Legislativi
Affari Legislativi
Il Decreto Rilancio appare un provvedimento imponente sia dal punto delle dimensioni, sia per l'impatto finanziario generato, equivalente al doppio di una “normale” legge di bilancio (55 miliardi di indebitamento netto e 155 miliardi di saldo netto da finanziare).
Nel complesso il Decreto è fortemente orientato alla gestione dell'emergenza e scarsamente efficace nel rilancio del sistema produttivo. Manca, infatti, un disegno complessivo per la ripresa, che parta dal potenziamento degli investimenti, pubblici e privati, da una riforma del fisco al servizio della crescita e dal sostegno alla domanda. Carenti anche gli strumenti per la gestione della complessa stagione di crisi industriale che si sta profilando.
Certamente sono apprezzabili gli interventi frutto del confronto con il mondo delle imprese, come quelli riguardanti il taglio dell'IRAP, il rafforzamento dell'efficientamento energetico e il pagamento dei debiti della PA. Così come è apprezzabile la definitiva eliminazione delle clausole di salvaguardia, che per anni hanno rappresentato un pesante fardello rispetto a ogni manovra di bilancio.
L’eccessiva frammentazione delle misure, però, nonché la necessità di numerosi provvedimenti attuativi e gli adempimenti burocratici in molti casi richiesti, rischiano di vanificare l’obiettivo di avere misure efficaci e immediatamente disponibili.
18 maggio 2020
Lavoro e Relazioni ...
Lavoro e Relazioni Industriali
29 aprile 2020
Centro Studi
Centro Studi
29 aprile 2020
Affari Legislativi
Affari Legislativi
26 marzo 2020
Affari Legislativi
Affari Legislativi
Il DL Cura Italia (DL n.18 del 17 marzo 2020) è un provvedimento necessario e importante, anche da un punto di vista quantitativo, ma fornisce solo una prima risposta all’emergenza economica, che necessita di un’azione successiva altrettanto rapida, incisiva negli strumenti e massiva da un punto di vista delle risorse, per consentire di affrontare le gravi conseguenze che questa emergenza sta determinando sulle imprese e sull’economia del Paese, prima che diventino irreversibili.
Gli interventi rapidi e urgenti, partono dalla necessità di:
evitare che, in un momento di fortissima contrazione della liquidità, siano le imprese a dover far fronte alle anticipazioni per la corresponsione della cassa integrazione ai lavoratori;
posticipare e rateizzare tutti i pagamenti fiscali e contributivi per le imprese piccole, medie e grandi, evitando di drenare risorse che, a causa di chiusure e rallentamenti della produzione, vengono a mancare;
potenziare tutti i sistemi di garanzia per sostenere la liquidità a breve e a lungo termine.
11 marzo 2020
Affari Legislativi
Affari Legislativi
19 febbraio 2020
Politiche Industriali
Politiche Industriali
18 febbraio 2020
Lavoro e Relazioni ...
Lavoro e Relazioni Industriali
Le PdL abbinate, recanti “Modifiche all’articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale" oltre a prevedere norme dirette a modificare la disciplina dei congedi, a prevedere agevolazioni per il rientro della madre lavoratrice e per l'assunzione di madri lavoratrici, nonché incentivi per lo smartworking, sostegno economico alla natalità, sono volte a modificare le attuali disposizioni che regolano la trasmissione del rapporto periodico sulla situazione del personale e ad intervenire, quindi, sulla trasparenza salariale.
Confindustria ha sottolineato come l'Italia sia fra i Paesi dell'Unione Europea con il più basso tasso di differenziale salariale in termini di salario orario lordo (5% vs il 16% della media UE) e che i due fattori che maggiormente incidono sui differenziali salariali tra uomini e donne sono il settore economico di appartenenza e il tempo di lavoro (part time vs full time).
Confindustria ha richiamato l'attenzione della Commissione, altresì, sul fatto che nonostante l'obbligo di trasmissione del rapporto sia in vigore dal 1991 non vi sia evidenza dei risultati conseguiti e delle analisi compiute in ragione delle informazioni trasmesse dalle imprese assoggettate ogni due anni all'obbligo di trasmissione (le imprese >100 dipendenti).
Stante ciò, riteniamo fondamentale che si operi per accrescere il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro, si attuino misure per attrarre giovani studentesse verso le facoltà STEM, si migliorino le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso una rete adeguata di servizi per l'infanzia e la non autosufficienza e attraverso nuovi orari delle città.