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Cantieri e crescita, un cambio di passo: intervista di Marcella Panucci a Il Mattino | Confindustria

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Cantieri e crescita, un cambio di passo: intervista di Marcella Panucci a Il Mattino

29 aprile 2019 | Direttore Generale

In una intervista a Il Mattino, il nostro Direttore Generale Marcella Panucci ragiona sulle politiche del governo per la crescita.

In attesa di vedere i testi definitivi dei decreti Sblocca cantieri e Crescita, se guardiamo agli obiettivi, possiamo dire che fanno registrare un'inversione di tendenza nelle politiche del governo.

In questo senso  valutiamo positivamente la rinnovata attenzione ai temi della crescita, che finora era mancata. Il decreto ha anche il merito di colmare alcune lacune o rimediare a errori dell'ultima legge di bilancio. Penso, ad esempio, al superammortamento, che è stato reintrodotto, e alle necessarie correzioni alla Mini-Ires, interventi importanti per gli investimenti delle imprese.

Gli effetti dipenderanno però anche da quanto saranno incisive alcune ulteriori misure, come quelle annunciate sul fondo di garanzia per le PMI.

Più in generale  - ha aggiunto Marcella Panucci -  quando parliamo di inversione di tendenza intendiamo dire che ci aspettiamo ora una continuità di attenzione alla crescita e di azione sulle politiche per le imprese. I segnali contraddittori che il governo ha dato nei primi mesi della sua azione hanno infatti ingenerato quel clima di sfiducia che contribuisce a spiegare l'attuale fase di stagnazione economica. Non dimentichiamo che mentre si discuteva di questi provvedimenti veniva, in parallelo, approvata una brutta legge sulla class action e il blocca-trivelle. E resta ancora irrisolto il nodo TAV.

Per noi il tema centrale rimane l'economia: se crescono le imprese aumentano l'occupazione e le risorse a disposizione del bilancio pubblico, anche per politiche redistributive. Confidiamo davvero che i due recenti provvedimenti, che dovranno peraltro essere rafforzati in Parlamento, siano il segnale di un cambio di passo, anche nei rapporti con le istituzioni europee, con cui dobbiamo recuperare una collaborazione costruttiva.

Per quanto riguarda il Mezzogiorno, soffre più del resto del Paese, come sempre quando i fondamentali dell'economia peggiorano. C'è bisogno di un'attenzione mirata e il decreto crescita fa intravedere qualche segnale, specie se saranno confermate le misure volte ad attrarre gli investimenti delle imprese nelle Zes.

Ma certamente non basta: i deficit di competitività che osserviamo al Sud necessitano, da un lato, di uno sforzo di apertura da parte delle imprese verso nuovi capitali e nuovi mercati; dall'altro, servono più infrastrutture e più sostegno agli investimenti privati, individuando strumenti e modalità per amplificare gli effetti delle politiche messe in campo su scala nazionale. Su tutto serve puntare su un forte piano di inclusione dei giovani nel mercato del lavoro. A partire da istruzione e formazione e da un deciso taglio del cuneo fiscale e contributivo.

 

 

 


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