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Orsini al Corriere: eliminare il Patent box è un passo indietro. Convogliare le risorse sui capitoli di sviluppo

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Orsini al Corriere: eliminare il Patent box è un passo indietro. Convogliare le risorse sui capitoli di sviluppo

18 novembre 2021 | Vice Presidente, Credito e Finanza

“Sembra che il Governo si sia distratto rispetto ad alcuni temi importanti della manovra di bilancio, e lo dico proprio perché ho ben presente la caratura tecnica dei nostri interlocutori. Come è possibile che non comprenda che sul Patent Box sta facendo un passo indietro?”. Così il Vice Presidente per Credito, Finanza e Fisco, Emanuele Orsini, in un’intervista al Corriere della Sera, commentando l’abolizione della detassazione del 50% sui redditi derivanti dall'utilizzo commerciale di brevetti, software con copyright e altri beni immateriali protetti da proprietà intellettuale, prevista dall’articolo 6 del decreto fiscale, che ha invece introdotto una maggiorazione del 90% della deduzione dei costi in ricerca e sviluppo.

I detrattori considerano il Patent Box una misura troppo costosa e che non incentiva gli investimenti in innovazione, mentre per il Vice Presidente “parlano i dati relativi ai brevetti concessi negli ultimi anni che segnano un incremento di oltre l’11%. Le risorse vanno convogliate sui capitoli di sviluppo e l'innovazione è uno di questi. Invece si continua a parlare di Quote per le pensioni. Ora, premesso che serve una riforma delle pensioni equa e sostenibile, dobbiamo tenere presente che un ricercatore in più per sviluppare brevetti è un valore”, ha spiegato Orsini.

Per quanto riguarda l’utilizzo degli 8 miliardi in legge di Bilancio, il Vice Presidente ha affermato che «queste risorse vanno suddivise in modo equo tra imprese e dipendenti, con un taglio deciso dei contributi”. Sulla rimodulazione degli scaglioni dell'Irpef, invece, Orsini ha spiegato che “con una tassazione più equa si genera un circolo virtuoso e i consumi cresceranno di conseguenza”.

Infine, in merito alla mancata conferma della moratoria sui prestiti, Orsini ha aggiunto che “le misure straordinarie del fondo di garanzia devono essere valide per tutto il 2022, non solo fino a giugno e senza commissioni. Per Sace sono previste garanzie a mercato ma la misura va attuata, le imprese si pagheranno la garanzia ma deve essere estesa a 20 anni. Sace ha la dotazione, perché non riusciamo a farla partire? Bisogna accelerare il via libera al decreto e va poi prevista anche per il fondo di garanzia la concessione di garanzie a mercato a lungo termine”, ha concluso il Vice Presidente.

 


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