De Santis al Sole 24 Ore: Rafforzare il credito d'imposta in ricerca e sviluppo per investire di più

28 luglio 2023 | Ricerca e Sviluppo, Vice Presidente

Dall'industria arrivano le innovazioni tecnologiche che ci faranno raggiungere gli obiettivi e ci permetteranno di essere sempre più competitivi. Una sfida in cui, il fattore che farà la differenza, è proprio nella ricerca e nelle nuove tecnologie”. Così Francesco De Santis, Vice Presidente di Confindustria per la Ricerca e lo Sviluppo che, in un’intervista al Sole24ore, indica l’industria come la soluzione per traguardare i target fissati nel PNRR e affrontare le transizioni green e digitale.   
 
“Se vogliamo vincere questa partita dobbiamo presidiare le aree tematiche prioritarie, partecipare allo sviluppo delle tecnologie, detenerne il know how, avere prodotti e servizi veramente competitivi – ha sottolineato -  altrimenti l'alternativa sarà dover comprare tecnologie sviluppate da altri e confinare il paese e la sua industria nei posti più bassi delle catene del valore strategiche globali. Per questo – ha spiegato - è necessario rendere certi e rafforzare gli strumenti fiscali per gli investimenti in ricerca e sviluppo, anche osservando ciò che accade negli altri paesi europei, nostri competitor”.
 
De Santis, imprenditore nel settore farmaceutico, ha riaffermato la disponibilità delle aziende a fare la propria parte, così come hanno dimostrato negli ultimi dieci anni, aumentando gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. Lo certificano chiaramente i dati Ocse e Istat,  che il Vice Presidente ha citato: "dal 2010 al 2020 la percentuale degli investimenti delle imprese private è passata dallo 0,6% del Pil allo 0,93. Un impegno e uno sprint che i dati preliminari confermano anche per il 2021, con un +5,2 rispetto al 2020, e per il 2022, con un +3,9 sul 2021, mentre da parte pubblica il trend degli investimenti è rimasto quasi stabile”.
 
Francesco De Santis ha fatto notare, inoltre, come questa crescita si sia tradotta in un aumento di produttività delle imprese, con una maggiore capacità di generare valore aggiunto, occupazione e più competitività a livello globale, evidenziando anche la correlazione tra la spinta agli investimenti delle imprese e la presenza di strumenti efficaci di incentivazione. I dati dimostrano che gli investimenti sono cresciuti in corrispondenza dell'introduzione o del rafforzamento di due importanti strumenti, il credito di imposta in ricerca e sviluppo e il Patent box” – ha detto.
 
Il mondo delle imprese esorta quindi il Governo ad accelerare questo processo a sostegno degli investimenti, specie in una fase in cui l'aumento dei tassi e lo scenario geopolitico generano grande incertezza. Per De Santis innanzitutto occorre rafforzare il credito di imposta: “dal primo gennaio 2024 l'aliquota dovrebbe essere innalzata dal 10 al 20 per cento. E sarebbe opportuno anche includere gli investimenti realizzati dalle multinazionali estere” ha affermato, aggiungendo che “si tratta di un'azione fondamentale per ridurre il gap con i paesi nostri competitor. Per esempio in Francia il credito di imposta in ricerca e sviluppo è pari a oltre 6 miliardi di euro all'anno e prevede un'aliquota del 30% fino a100 milioni di investimento e del 5% sugli investimenti superiori ai 100 milioni di euro” - ha osservato.
Oltre alle percentuali, secondo il Vice Presidente, resta fondamentale avere anche strumenti semplici, automatici, univoci, con norme stabili, che tutelino il contribuente. Per questo, è cruciale che venga reso operativo il meccanismo della certificazione delle attività di ricerca, sviluppo, innovazione. “La legge c'è da agosto 2022 – ha sottolineato il Vice Presidente - ma mancano ancora il Decreto attuativo e le linee guida, che definiscano le regole dell'albo dei certificatori e i contenuti della certificazione. È urgente che vengano definiti al più presto per dare certezza alle imprese”.
 
A migliorare il quadro, comunque, la recente approvazione definitiva della riforma del Codice della proprietà industriale, che il Vice Presidente commenta positivamente: “L'abolizione del Professor's priviledge, cioè la proprietà dell'invenzione che torna in capo all'ente o università, e non più al ricercatore, ci equipara al resto d'Europa e favorisce il trasferimento tecnologico della ricerca alle imprese. Si tratta di una importante riforma prevista dal Pnrr e diamo atto al Governo di aver saputo realizzare questo intervento che, da un lato può rafforzare la collaborazione tra sistema pubblico di ricerca e imprese, dall'altro può mobilitare tutto il sistema pubblico per valorizzare al meglio i risultati della ricerca, a beneficio del Paese”.
 
Infine, in merito agli interventi in R&S previsti dal Pnrr il Vice Presidente De Santis ha affermato che “la direzione è realizzare un Sistema nazionale integrato di ricerca, sviluppo e innovazione, creando un ecosistema che metta insieme pubblico e privato, rendendoli partner su progetti congiunti, definiti e realizzati insieme. Una sfida per il Paese, che richiede l'impegno di tutti”.
 
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