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Brugnoli al Messaggero: il Reddito ha creato ulteriori storture. Servono politiche attive efficaci

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Brugnoli al Messaggero: il Reddito ha creato ulteriori storture. Servono politiche attive efficaci

03 novembre 2021 | Capitale Umano, Vice Presidente


“Oggi abbiamo tanti giovani disoccupati e tanti posti vacanti. Un paradosso riconducibile principalmente a due ragioni: 1) progressivamente il mondo educativo e quello delle imprese si sono allontanati; 2) nonostante le richieste e delle imprese, è mancato un orientamento scolastico mirato alle nuove professioni. Ora serve un nuovo rinascimento educativo, un patto scuola-imprese, per recuperare il tempo perduto”. Così Giovanni Brugnoli, Vice Presidente di Confindustria per il Capitale Umano in un’intervista a Il Messaggero.

“Il Reddito di cittadinanza ha creato ulteriori storture, perché da una parte il sussidio ha disincentivato molti giovani a cercare un impiego e, dall'altra non ha favorito l'incrocio tra domanda e offerta. Ruolo, questo, per cui era stata istituita la figura del navigator e che, con ogni evidenza, non ha centrato l'obiettivo. Mi auguro che le modifiche introdotte – ha continuato Brugnoli – cambino questa tendenza, ma non basta. Servono anche politiche attive efficaci per creare nuove competenze e formare chi ha bisogno di acquisire conoscenze e professionalità diverse. C'è un 30% stabile di disoccupazione giovanile e due milioni di giovani non cercano più lavoro. Su questo fronte l'introduzione del Reddito non solo non ha agevolato la creazione di posti ma anzi, ha complicato la situazione. I sussidi da soli non servono e creano alibi”, ha osservato Brugnoli.

Per uscire da questa situazione, secondo il Vicepresidente, “un primo passo importante è quello di modificare le regole per il Reddito introducendo il principio della condizionalità. Rifiutare un'offerta di lavoro è una scelta che deve incidere sul diritto al sussidio. In questo quadro un ruolo importante deve averlo anche la famiglia che deve spingere i ragazzi ad impegnarsi, a studiare e a formarsi per trovare un impiego”.

Brugnoli inoltre ha ricordato che “da tempo le imprese sollecitano politiche attive più efficaci per il mondo del lavoro e collaborano con le università, le scuole e gli istituti tecnici per sviluppare processi formativi in grado di rispondere alle esigenze del mondo della produzione. Stiamo anche facendo un censimento per evidenziare i settori dove manca il personale, ma posso già anticipare che la carenza riguarda tutti i comparti: dalla meccanica al tessile-abbigliamenti, dalla chimica all'alimentare, fino alla nautica, all'arredo legno. Mancano ingegneri, laureati in indirizzo chimico e farmaceutico e diplomati degli Its nelle aree tecnologiche, esperti in scienze matematiche, fisiche, informatiche. Per questo vanno potenziate le scuole e i laboratori di ricerca. E solo il mondo delle imprese può fornire un quadro chiaro su ciò che serve per avere un Paese all'avanguardia sia sul fronte degli investimenti - e grazie al Pnrr i fondi non mancano - che su quello delle conoscenze”.

Quindi, ha continuato Brugnoli, per “programmare il futuro servono formazione continua e una scuola con una visione di lungo respiro. Investire nel capitale umano implica avere una scuola moderna, che attragga i giovani e li formi per proiettarli nel mondo del lavoro. Serve responsabilità sia da parte dei giovani che delle famiglie perché prepararsi, studiare, aggiornarsi e aprire la mente richiede fatica e sacrificio. Non esistono altre strade, tantomeno scorciatoie. Mai come adesso la congiuntura è favorevole per cambiare mentalità, premiando il merito di chi si mette in gioco e punta su se stesso e sulla propria professionalità”.

Per questo, ha detto Brugnoli, “chiediamo al governo di fare altro per completare il quadro. Il cambio di passo sul reddito va nella direzione giusta, è un buon inizio, ma serve anche altro. Per esempio, per quella fascia di popolazione non più giovanissima che non lavora ma che potrebbe farlo e vive con il sussidio di disoccupazione, bisogna immaginare percorsi formativi per acquisire nuove conoscenze, aggiornando quelle che si possiedono o ottenendone delle nuove. Avere un curriculum aggiornato, in linea con la domanda del mondo produttivo deve essere il primo obiettivo. E poi anche il governo deve fare la propria parte – ha continuato Brugnoli - mettendo tra i vari strumenti della cassetta degli attrezzi anche una sorta di decontribuzione per le aziende che assumono personale dopo averlo riqualificato in maniera adeguata. Bisogna agire per evitare il rischio che le imprese vengano penalizzate dalla mancanza di personale. Altrimenti si esce dal mercato e si perde l'occasione storica del Pnrr combinata alla forte ripresa in atto. Come Confindustria ci siamo messi a disposizione per favorire il dialogo scuola-lavoro, suggerendo un percorso per incentivare sinergie e identificare nuovi sbocchi professionali”, ha concluso il Vice Presidente.


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