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Bonomi al Corriere della Sera: Salario minimo solo per i più fragili. Serve un patto reddito-lavoro

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Bonomi al Corriere della Sera: Salario minimo solo per i più fragili. Serve un patto reddito-lavoro

08 giugno 2022 | Presidente


In un’intervista al Corriere della Sera, il Presidente Carlo Bonomi si è espresso su una serie di temi, tra i quali il salario minimo e il costo del lavoro.

Secondo Bonomi il salario minimo può essere una strada per garantire condizioni e paghe adeguate in quegli ambiti che oggi sono interessati da contratti pirata. Questo non è il caso dei contratti nazionali firmati da Confindustria, dove anche le qualifiche più basse prevedono cifre superiori ai 9 euro lordi l’ora previsti dal salario minimo. In quello dei metalmeccanici, per esempio, il terzo livello si attesta a 11 euro: il più alto di quelli nazionali della categoria.

Rispetto all’ipotesi di fissare il salario minimo, il Presidente ha sottolineato la necessità che la politica decida con responsabilità come attuarlo. La preoccupazione è che si scardini la contrattazione collettiva nazionale fissando il salario minimo al Tec (Trattamento economico complessivo). Non è l’obiettivo del salario minimo. Se applicato, va fatto in modo intelligente. La stessa proposta di direttiva indica un livello fra il 40% e il 60% del salario mediano di ciascun Paese. Oggi possiamo costruire un modello in cui nessuno viene lasciato senza tutele: può esserci un primo livello di puro contrasto alla povertà, con il reddito di cittadinanza riformato; un secondo imperniato sul reddito minimo come definito dalla proposta di direttiva; un terzo basato sui minimi tabellari della contrattazione collettiva e un quarto livello, superiore, che integra gli altri elementi del Tec.

Bonomi ha ribadito la necessità di instaurare un confronto costruttivo tra il Governo e le parti sociali per condividere misure strutturali necessarie al Paese. Nella logica che non si possa andare avanti a bonus una tantum. Nel merito, ha ricordato la proposta sul taglio del cuneo fiscale sul lavoro da 16 miliardi concentrato sui redditi sotto i 35mila euro che darebbe ai lavoratori una mensilità in più, aumentando così il potere di acquisto delle famiglie.

Il Presidente ha inoltre evidenziato che, dall’inizio del suo mandato, sono stati rinnovati 28 contratti collettivi nazionali di Confindustria che riguardano 4,2 milioni di lavoratori su 5,5 milioni complessivi.

Infine, Bonomi, ha ribadito che va evitata una rincorsa fra prezzi e salari, auspicando anche, sulla politica dei rediti, un incontro tra Governo e parti sociali. Oggi più che mai è necessario un Patto sociale su cui anche i partiti dovrebbero convergere.

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