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Bonomi a Mezz’Ora in più – La ripresa è a rischio. Rivedere tempi e obiettivi del PNRR e della transizione green. Serve adottare una nuova politica energetica UE

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Bonomi a Mezz’Ora in più – La ripresa è a rischio. Rivedere tempi e obiettivi del PNRR e della transizione green. Serve adottare una nuova politica energetica UE

07 marzo 2022 | Presidente

“Già prima della guerra l’economia in Italia stava rallentando soprattutto a causa dei rincari energetici e dello shortage di materie prime. Ora, con il conflitto in Ucraina, questi problemi si stanno accentuando e la ripresa del 2022 è a rischio. L'Europa deve voltare pagina sulla strategia energetica e anche sull’industria della difesa”. Così il Presidente Carlo Bonomi intervistato da Lucia Annunziata a Mezz’Ora in Più.

“In Italia dobbiamo diversificare il mix energetico e diminuire la nostra dipendenza del gas russo: serve più Gnl, più rigassificatori, importare più gas da altre nazioni raddoppiando anche il Tap e incentivare le fonti rinnovabili”, ha detto il Presidente sottolineando che “dopo la guerra di Crimea l'Ue aveva raccomandato di diminuire le importazioni di gas russo e noi, invece, lo abbiamo raddoppiato. Dobbiamo quindi cambiare del tutto la nostra politica e adottare una strategia di medio e lungo periodo, che attualmente però non vedo” – ha aggiunto.

Secondo il Bonomi bisogna essere realisti, allungare i tempi e spostare gli obiettivi della transizione ecologica. “La transizione green – ha affermato - può essere realizzata nei tempi previsti solo con ingenti investimenti che accompagnino le imprese in questa fase, altrimenti si mettono a rischio intere filiere industriali. Serve inoltre riscrivere Piano nazionale di ripresa e resilienza, potenziando gli investimenti sull'energia, sulla difesa e sulla ricerca”.  

Quanto alle sanzioni, il Presidente ha chiarito che le misure contro la Russia “costeranno molto alle oltre 440 imprese italiane che lavorano in Russia fatturando 7,4 miliardi. Per questo, devono essere uguali da parte di tutti i paesi Occidentali mentre la Gran Bretagna, dove si concentrano molti asset russi, sembra essere un po' indietro – ha fatto notare -. “Il rialzo dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime alimentari, entrambi esportati in grande quantità da Ucraina e Russia si innesta infatti in un quadro di già forte inflazione e problemi nelle catene di forniture. Gli aumenti segnalati a febbraio si traducono in un aggravio di 2275 euro per una famiglia media e son quindi destinati a crescere”, ha detto, sottolineando che “le imprese italiane hanno resistito a trasmettere ai prezzi finali gli incrementi dell'energia fino al 400% ma questo ha un limite”.


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