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Baroni al Secolo XIX: coinvolgere le imprese per non perdere fondi Pnrr

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Baroni al Secolo XIX: coinvolgere le imprese per non perdere fondi Pnrr

29 maggio 2023 | Vice Presidente, Piccola Industria



“Coinvolgere le imprese per non perdere i fondi del Pnrr. Non può essere solo il pubblico il motore degli investimenti. E’ necessario fare ogni sforzo per aprire i cantieri per grandi, medie e piccole opere, perché sono essenziali per combattere il rischio idrogeologico che colpisce l’Italia intera e per colmare i divari tra aree del Paese e con altri Paesi europei”. Così Giovanni Baroni, Vice Presidente Confindustria e Presidente Piccola Industria Confindustria, in un’intervista al Secolo XIX.

 

In merito al Pnrr, Baroni ha ribadito che l'Italia non ha un primato positivo nella spesa dei fondi e nella velocità di realizzazione dei progetti. Quindi ora la priorità è proprio quella di non perdere questi fondi e utilizzarli al meglio. Occorre ricalibrare il Piano. La Germania lo ha già fatto. Secondo il Presidente di Piccola Industria, “abbiamo proposto di dare i fondi residui del Pnrr alle imprese: su questo sembra esserci stata un'apertura del ministro Fitto”. E per le opere da realizzare, “è necessario il coinvolgimento dei privati, che hanno sempre dimostrato di saper mettere a terra gli investimenti in tempi rapidi con un immediato ritorno alla collettività. Non deve essere solo il pubblico il motore degli investimenti. Servono anche competenze e uffici dedicati per realizzare i progetti, dove il pubblico è l'appaltante. Le Pmi sono più fragili e vanno supportate: per farle entrare nella partita occorre semplificare le procedure”.

 

Sul tema della crisi energetica che “ancora morde”, secondo Baroni, “anche se il prezzo del gas si è stabilizzato, toccando in questi giorni i valori minimi da novembre 2021, i prezzi per il prossimo inverno sono più alti e potrebbero restare tali fino a quando non sarà disponibile la nuova capacità di produzione rinnovabile. Noi paghiamo l'energia più dei francesi e dei tedeschi e sarebbe ora che questi divari si annullassero, ne va della competitività del Paese”. Toccando poi il tema del nucleare Giovanni Baroni ha evidenziato che il nostro Paese “è ancora vincolato a un referendum che si esprimeva sulle tecnologie di 36 anni fa. Oggi sono cambiate, c'è il nucleare di quarta generazione e credo si possa affrontare la discussione nel merito, senza tabù. Se queste tecnologie, oltre a renderci più indipendenti e aiutare nel processo di decarbonizzazione, ci permettono di metterci in sicurezza, allora sarebbe il caso di riaprire questo capitolo. L'Italia, inoltre, vanta una filiera di eccellenza che lavora all'estero e anche per questo va tutelata”.

 

Nel corso dell’intervista il leader di Piccola Industria ha parlato dei tassi di interesse e del loro impatto sulle PMI sottolineando che “l'aumento dell'inflazione e dei tassi è un fattore di grande preoccupazione, soprattutto per le piccole medie imprese. La stretta sul credito, infatti, non consente alle aziende l'accesso ai flussi di investimento tradizionali e questo ne provoca una frenata. Si aggiunge l'incertezza, aumentata a seguito della pandemia e della guerra in Ucraina. Quello che preoccupa maggiormente, non sono le difficoltà di accesso ai nuovi finanziamenti, ma che vengano ridefiniti in modo massiccio i parametri di costo relativi ad investimenti già realizzati, fenomeno che metterebbe le imprese in sofferenza”.

 

Infine, durante il colloquio si è parlato dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna. Secondo Baroni “questo è sicuramente il momento della conta dei danni, degli indennizzi e dei rimborsi, ma una delle urgenze immediate resta quella di rimettere in moto le imprese. Dobbiamo aiutarle a non perdere clienti, commesse e quote di mercato. Confindustria si è subito attivata, ma abbiamo bisogno del supporto di tutti gli attori economici ed istituzionali. Il lavoro Programma Gestione Emergenze di Confindustria si svolge su due filoni: uno con la Protezione Civile, con cui abbiamo un tavolo di coordinamento permanente attraverso cui svolgiamo un'attività continua di formazione e diffusione della cultura della prevenzione tra le imprese; il secondo asse sono le attività che vengono messe in campo nella fase di emergenza. Dai territori arrivano le richieste di beni e servizi, come ad esempio idrovore e pale, mezzi di movimentazione terra o beni di prima necessità. Grazie alla rete di Confindustria riusciamo a far arrivare velocemente prodotti e mezzi necessari”.

 


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