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Oggi il Direttore Generale di Confindustria, Francesca Mariotti, è intervenuta in audizione presso la VI Commissione Finanza e Tesoro del Senato della Repubblica sull’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti di imposta.
Gli strumenti fiscali sono parte integrante della politica economica e di sviluppo, in Italia come per la maggior parte dei Paesi OCSE. Tra questi, il credito d’imposta, la cui modalità di applicazione automatica risponde in linea generale alle esigenze delle imprese, rappresenta uno strumento di sostegno che negli anni ha assunto un ruolo predominante tra le diverse “leve” per la competitività aziendale, quali ad esempio, l’innovazione, gli investimenti, la crescita dimensionale.
Il credito di imposta, da strumento fiscale in senso stretto è diventato anche uno strumento di politica industriale per sostenere gli investimenti delle imprese e fronteggiare le difficoltà connesse con pandemia e crisi energetica. Uno strumento “principe” delle politiche di incentivazione perché:
Tuttavia, non mancano criticità e possibili linee di intervento.
Non sono mancati casi di agevolazioni “virtuali” solo enunciate nei provvedimenti legislativi senza che siano state tempestivamente emanate dalle Amministrazioni competenti le disposizioni attuative e i relativi chiarimenti interpretativi. Il rischio è di stanziare risorse a copertura di agevolazioni non concretamente utilizzabili dalle imprese, spiazzando la programmazione di investimento delle imprese. (ad esempio come per il credito di imposta formazione 4.0). Quindi, sin dalla fase istitutiva, si dovrebbero valorizzare le sinergie tra amministrazione e cittadini/imprese con un confronto anche con le associazioni di categoria che possono avere un ruolo determinante nella verifica dell’efficacia di alcune misure e nella programmazione degli eventuali interventi di rettifica, insieme ad una riflessione ragionata su correttivi e prospettive future.
Tali misure dovrebbero essere finanziate su base pluriennale, garantendo a questi strumenti un orizzonte temporale di medio periodo che faciliti la programmazione degli investimenti da parte delle imprese.
Gli elevati tecnicismi extra-fiscali che connotano molti crediti di imposta rendono necessario consolidare anche forme di confronto tra contribuente e amministrazioni diverse dall’Agenzia delle Entrate, mediante richieste di pareri con tempi certi di risposta o forme di certificazione preventiva. Per esempio, è impensabile che, dopo oltre 25 anni dall’introduzione della norma che assicura la compensazione dei crediti fiscali con debiti di diversa natura, singole Amministrazioni, anche in contrasto con loro precedenti interventi di prassi, sollevino dubbi sull’esistenza di tale diritto.
Per porre fine alle incertezze giurisprudenziali sul tema è necessario da parte del Governo dare immediata risposta all’interrogazione parlamentare 5-07493 del 22 aprile 2022 per affermare il pieno diritto dei contribuenti alla compensazione dei crediti fiscali con debiti previdenziali. Gli eventuali problemi di coordinamento esistenti tra INPS, Agenzia delle Entrate e Ragioneria dello Stato non possono mettere in dubbio un diritto dei contribuenti sancito dalla legge.
Tra gli strumenti utili ci sono le consultazioni pubbliche che comportano la possibilità di anticipare eventuali dubbi applicativi sulla normativa in questione, attraverso i commenti dei contribuenti, del mondo imprenditoriale, delle associazioni di categoria e dei professionisti.
Da tempo, Confindustria sollecita un intervento normativo che possa consentire una migliore declinazione del concetto di “inesistenza” del credito, salvaguardando quelle ipotesi di errori valutativi, soprattutto in presenza di complessi tecnicismi delle norme o di interpretazioni non univoche e omogenee nel tempo. La riforma fiscale costituirà l’occasione per intervenire anche su questo aspetto, nel pieno rispetto dei principi di equità e proporzionalità, a cui deve improntarsi il sistema sanzionatorio.
Sono importanti quindi le valutazioni d’impatto preventive e successive, per garantire l’efficacia di incentivi e agevolazioni – e valutarne prosecuzione, riorientamento o conclusione –, oltre a valutazioni in itinere ed ex post sui risultati conseguiti, con riguardo sia ai profili di finanza pubblica, sia a quelli di crescita economica.
Da capire quale sarà il ruolo di questi incentivi nel nuovo assetto di Ires a doppia aliquota che la delega ipotizza.
L’attuazione della delega di riforma fiscale costituirà una valida occasione per sistematizzare l’insieme delle agevolazioni fiscali consolidatosi nel tempo.
Sarebbe auspicabile anche una razionalizzazione dei tanti strumenti agevolativi istituiti in materia di economia circolare.
Le imprese sono pronte, anche per il tramite delle associazioni di categoria, a dare un contributo fattivo a questa grande opera di sistematizzazione e riscrittura del sistema fiscale.