"Non mi sorprende la dialettica interna al Pd e il dibattito in Parlamento, ma Renzi non deve cedere, né accettare compromessi al ribasso. Se il risultato fosse una riforma confusa e pasticciata non solo sarebbe inutile, ma anche dannoso perché aumenterebbe l'incertezza, soprattutto giuridica, che è il più grande deterrente agli investimenti stranieri. L'Italia è un Paese che ha regole sul lavoro ferme agli anni 70, rigide e complicate. Serve un cambio di rotta deciso, un segnale di discontinuità, un'indicazione di maggior flessibilità". Così Stefano Dolcetta, vicepresidente di Confindustria per le Relazioni Industriali e Welfare in un'intervista al Sole 24 Ore.
"L'articolo 18 è un problema, ma non è certo l'unico", continua Dolcetta. "Il tema vero è rendere più conveniente e più flessibile il contratto a tempo indeterminato. Al suo interno l'articolo 18 è un elemento di rigidità e come tale va considerato. Ma attenzione a non fermarsi lì. Serve un intervento serio sul costo del lavoro e sull'Irap che ci grava sopra. Bisogna poi mettere mano anche ad altro: salario aziendale, flessibilità delle mansioni, permessi. Tutti elementi altrettanto rigidi che bloccano la produttività e su cui anche i sindacati dovrebbero fare un passo avanti. Noi ci siamo, lo diciamo da tempo, siamo pronti a discutere".
In allegato il testo integrale dell'intervista.