"E' una battaglia di civiltà, di correttezza, ma "soprattutto una sfida per l'Italia: noi partiamo dal principio che il marchio made in Italy apposto sui prodotti fabbricati nel nostro Paese con tutta l'accuratezza delle nostre lavorazioni artigianali e industriali, costituisca un plus competitivo con un preciso valore in tutto il mondo". Così Lisa Ferrarini, vicepresidente di Confindustria per l'Europa, in un'intervista sul Made In europeo pubblicata oggi su Repubblica Affari & Finanza.
A pochi giorni di distanza dal Consiglio di Competitività che giovedì voterà sull'obbligo di indicare il paese di provenienza delle merci vendute in Europa, la Ferrarini spiega la forte azione dell'Italia perché nel compromesso entrino tutti e 5 i comparti promossi dallo studio della Commissione Ue: calzature, ceramica, tessile, mobili e gioielli.
L'ostacolo all'approvazione del regolamento è rappresentato dalla contrarietà della Germania. All'Italia la Ferrarini chiede di "non mollare": vedo - spiega la vice presidente - grande determinazione nel governo, a partire dal premier Renzi che ha portato il dossier all’attenzione della Cancelliera Merkel, al Ministro Guidi, che ancora qualche giorno fa ne ha discusso prima con il suo omologo francese e poi con quello tedesco, al Vice Ministro Calenda che rappresenterà l’Italia al prossimo Consiglio Competitività".
In allegato l'intervista completa.