COMUNICATI STAMPA



 
Roma, 27 gennaio 2022 – Si è tenuto questa mattina un nuovo confronto tra Confindustria e il Governo sul caro energia, una vera e propria emergenza per i settori manifatturieri italiani che si trovano a fronteggiare un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, con particolare riferimento al prezzo del gas naturale e dell’elettricità.

 
Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani è, infatti, intervenuto sul tema al Consiglio Generale di Confindustria guidato dal Presidente Carlo Bonomi e alla presenza degli imprenditori rappresentanti il sistema associativo.

 
Obiettivo dell’incontro la condivisione di possibili azioni, frutto di una riflessione costruttiva e non ideologica, per contrastare il drammatico impatto dei costi dell’energia sul sistema produttivo con potenziali gravi conseguenze sociali ed economiche per il Paese. Una tempesta che rischia di paralizzare definitivamente il sistema industriale italiano, già interessato da molteplici decisioni di chiusura. E che richiede - come condiviso di nuovo oggi - un deciso intervento di politica industriale dagli effetti congiunturali e strutturali immediati, oltre a una progettualità di lungo termine.
 

Il pacchetto di misure più urgenti proposte da Confindustria riguardano la cessione della produzione nazionale di gas ai settori industriali per 10 anni con anticipazione dei  benefici finanziari per l’anno 2022; l’intervento immediato per la cessione ai settori industriali a rischio chiusura di energia rinnovabile elettrica “consegnata al GSE” per un quantitativo di circa 25TWh e trasferita ad un prezzo di 50 €/Mwh, l’aumento delle aliquote di agevolazione per le componenti parafiscali della bolletta elettrica nei limiti previsti dalla normativa Europea (art. 39 elettrico ex Com200/2014/UE).


MINACCE ORLANDO: CONFINDUSTRIA ESPRIME SOLIDARIETÀ AL MINISTRO ORLANDO

Roma, 20 gennaio 2022 – “Non c’è spazio per la violenza in democrazia e chi la coltiva va combattuto: solidarietà piena al ministro Orlando, occorre una grande unità nell’evitare anche solo toni violenti. Gli imprenditori che ricevono minacce e proiettili sanno per primi che cosa significhi ritrovarsi nel mirino di persone sconsiderate”.




 

Roma, 20 gennaio 2022 Confindustria esprime il proprio apprezzamento per la convocazione di questa mattina a Palazzo Chigi, a valle di quanto già emerso dal tavolo sui rincari dell’energia tenutosi ieri al Mise alla presenza del Ministro Giorgetti.

L’incontro odierno tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il Sottosegretario alla Presidenza, Roberto Garofoli, il capo di Gabinetto Antonio Funiciello e il Direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, va infatti nella direzione – auspicata da Confindustria – della maggiore condivisione possibile e con il coordinamento diretto di Palazzo Chigi. Con l’obiettivo di attuare immediatamente gli interventi congiunturali e strutturali necessari per rispondere all’emergenza, a sostegno della manifattura italiana e del Paese.

 


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LE RETI D’IMPRESA MODELLO STRATEGICO PER INTERCETTARE LE OPPORTUNITA’ DEL PNRR

I risultati del 3° Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulle Reti d’impresa: in crescita del 13,3% con imprese di ogni dimensione (anche grandi e startup) perché favoriscono relazioni, performance di mercato e acquisizione di tecnologie e competenze digitali.

 

Roma, 20 gennaio 2022 – Le reti si confermano determinanti per fronteggiare la pandemia e accompagnare la ripresa economica, favorendo le performance delle singole imprese che insieme migliorano la trasformazione tecnologica, il rafforzamento delle relazioni, l’acquisizione di nuove competenze. Questa è la fotografia fornita dal 3° Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulle reti d’impresa, a cui partecipano InfoCamere, RetImpresa e il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

Il fenomeno delle reti ha fatto registrare una crescita costante anche nell’ultimo anno. Nel 2021 i contratti di rete sono infatti aumentati del 13,3% (+885 nuovi contratti rispetto al 2020) e le imprese in rete del 10% (+3.849 rispetto al 2020); si confermano prevalenti le ‘reti contratto’ (85%). In totale, al 31 dicembre 2021 si contano 42.232 imprese in rete per un totale di 7.541 contratti di rete.

Le imprese più coinvolte nei contratti di rete appartengono a tre settori: agroalimentare (22%), commercio (14%) e costruzioni (12%) e hanno sede nel Lazio (24,3%) seguito da Lombardia (10,5%) e Veneto (7,8%).

L’Osservatorio Nazionale sulle Reti d’Impresa, sulla base della Survey condotta tra giugno e luglio 2021 su un campione di 241 reti, evidenzia come le reti più performanti, efficaci, coese e resistenti alla pandemia sono dotate di risorse e competenze complementari - soprattutto intangibili – sono simili come mercato di riferimento e considerano importanti le tecnologie legate ai dati e all’automazione, soprattutto nel Made in Italy. Specifici focus riguardano la digitalizzazione, il ruolo delle startup e delle grandi imprese in rete e la filiera delle scienze della vita.

Con riferimento agli obiettivi, le reti intervistate mostrano una maggiore propensione rispetto al passato per l’aumento del potere contrattuale, la riduzione dei costi di produzione, la formazione e la partecipazione a bandi e appalti. Resistono, seppure con meno forza, i temi dell’innovazione, dell’internalizzazione e del marketing in rete, anche per effetto del proseguire della crisi pandemica.

Infine, dal Rapporto emerge la tendenza delle imprese in rete a confermare nel tempo l’utilizzo di questo modello, che ben si adatta alla struttura industriale italiana e alle sue esigenze, anziché optare per diverse e più tradizionali forme di aggregazione.

 

È intervenuto all’evento di presentazione del 3° Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulle Reti d’impresa il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Tiziana Nisini che ha annunciato: “Le reti d’impresa rappresentano un innovativo modello di organizzazione del lavoro e possono contribuire a rafforzare le competenze e i livelli di specializzazione all’interno delle filiere. È evidente che parlare di rete significa parlare di gruppo, vuol dire unire competenze per creare sinergia, vuol dire proporre soluzioni di elevata qualità e professionalità, anche per favorire il mantenimento dei livelli di occupazione e sostenere politiche attive del lavoro e ricambio generazionale”. Durante il suo intervento il Sottosegretario al Lavoro ha ufficializzato che il decreto sulla codatorialità per i contratti di rete è stato registrato dalla Corte dei Conti e le procedure di attivazione per le aziende che ne faranno richiesta saranno pubblicate sul sito del Ministero del Lavoro nei prossimi giorni.  “Il lavoro è stato portato avanti in collaborazione tra il Ministero del Lavoro, l’INPS, l’INAIL e per le competenze in materia di vigilanza dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro”, ha ricorda Tiziana Nisini.

 

“Il contratto di rete potrà assumere un ruolo ancor più decisivo nel nostro sistema produttivo anche grazie all’attuazione della codatorialità, annunciata oggi dal Sottosegretario Nisini – ha commentato Fabrizio Landi, Presidente di RetImpresa. L’Osservatorio 2021 conferma come lo strumento della rete sia utilizzato non solo per affrontare il perdurare della crisi, ma anche per far evolvere alcune componenti strutturali come digitalizzazione e trasformazione tecnologica, relazioni interne ed esterne, organizzazione del lavoro, nuove competenze, valorizzazione e crescita del capitale umano. Inoltre, tra le novità del Rapporto 2021 – ha proseguito - emerge il ruolo delle reti come “incubatore virtuale” che permette alle startup di crescere mettendo a disposizione delle imprese più tradizionali le proprie competenze tecniche, know how, innovazione e creatività. Tutti questi indicatori – ha concluso il Presidente di RetImpresa - ci spingono a continuare a lavorare con le Istituzioni per promuovere e sostenere modelli di partenariato efficienti e qualificati in grado di intercettare le opportunità di sviluppo e, in particolare quelle del PNRR, e di rendere più competitivo il sistema imprenditoriale italiano.”

 

“L’analisi delle filiere che emerge dall’Osservatorio sulle reti d’impresa – ha detto il Direttore Generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi - consente di cogliere aspetti di grande interesse per sostenere l’evoluzione del tessuto imprenditoriale del Paese in questa fase di ripresa. Una lettura più consapevole, attenta e puntuale dei dati del Registro delle Imprese sui fenomeni più dinamici della nostra economia, come quello delle reti, è condizione indispensabile anche per sfruttare al meglio le risorse del Pnrr, attuando quel principio di accountability che ci viene chiesto dall’Europa per rendicontare i risultati dei progetti e promuovere il riuso delle best practice”.

 

Anna Cabigiosu, docente dell’Università Ca’ Foscari Venezia e responsabile scientifica del Rapporto ha affermato: “Nel complesso i dati dell’Osservatorio 2021 rafforzano il ruolo del contratto di rete nel nostro territorio: il contratto di rete è uno strumento unico, agile e snello, che permette ad imprese grandi e piccole di fronteggiare ambienti turbolenti e complessi condividendo risorse complementari e una stessa visione strategica. Reti performanti sono costituite da partner con risorse complementari, soprattutto intangibili, ma simili come mercato di riferimento di cui condividono una buona conoscenza e comprensione. La rete permette ai singoli partner di sviluppare nuove competenze e se queste sono complementari la rete è più efficace, ma la rete permette solo in parte ai singoli di imparare a svolgere internamente e in autonomia alcune attività̀ precedentemente svolte solo in rete. La rete resta dunque il luogo dove condividere e mettere a sistema risorse e competenze, e le imprese che hanno fatto esperienza di rete sono propense a continuare la loro collaborazione usando ancora una volta l’istituto giuridico della rete e non altre forme di aggregazione. Il contratto di rete sembra quindi aver colto le esigenze delle imprese italiane che cercano forme di collaborazione efficaci ma allo stesso tempo leggere e in grado di salvaguardare la loro individualità. L’Osservatorio 2021 enfatizza inoltre il ruolo della rete come veicolo di acquisizione di tecnologie e competenze digitali, rimarca il ruolo della grande impresa anche in rete e il ruolo della rete come “incubatore” delle nostre startup”.



ENERGIA, CONFINDUSTRIA A GIORGETTI: SERVONO INTERVENTI URGENTI. NON SI PUO’ PIU’ RIMANDARE
Presentate le proposte delle imprese manifatturiere


Roma, 19 gennaio 2022 - Il delegato di Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina, e il Direttore Generale, Francesca Mariotti, sono intervenuti oggi al tavolo convocato dal Mise sull’emergenza dei prezzi dell’energia. Confindustria ha sottolineato che la situazione è drammatica e richiede interventi urgenti e strutturali di politica industriale. Non è possibile rinviare le decisioni, serve un atto di coraggio per superare la logica degli interventi spot. Serve agire in fretta come hanno già fatto i governi di Francia e Germania.

L’impatto dei maggiori costi energetici a cui stiamo assistendo si sta abbattendo sulle imprese industriali. Per questi settori, che al momento stanno responsabilmente assorbendo tutti i costi, il caro-energia si traduce in una forte erosione dei margini operativi e potrebbe comportare decisioni di chiusura produttiva. Questa drammatica evoluzione dello scenario energetico implica, per la manifattura italiana, un fortissimo incremento di costi per la fornitura di energia, che passano dagli 8 miliardi circa nel 2019 a oltre 21 nel 2021 e a oltre 37 nel 2022. Si tratta di un incremento del costo complessivo del +368% nel 2021 e di oltre 5 volte rispetto ai costi sostenuti nel 2020.

Confindustria ha presentato alcune proposte congiunturali concrete da attuare subito e da condividere necessariamente in un tavolo interministeriale presso Palazzo Chigi. Queste proposte sono condivise da tutte le Associazioni di Confindustria presenti al tavolo, che rappresentano 140 mila imprese, il 10% del Pil italiano ( Assistal, Confindustria Ceramica, Federbeton, Assocarta, Assovetro, Assofond, Federacciai, Assomet, Federchimica, Interconnector Energy Italia, Federalimentare, FederlegnoArredo, Anima, Anfia, Confindustria Energia).

Tra le misure segnalate, riteniamo della massima urgenza le seguenti: la cessione della produzione nazionale di gas ai settori industriali per 10 anni con anticipazione dei benefici finanziari per l’anno 2022; l’ estensione dell’abbattimento degli oneri parafiscali per gli impegni di potenza superiori ai 16,5 KW nel settore elettrico, la rimodulazione delle aliquote di agevolazione per le componenti parafiscali della bolletta elettrica nei limiti previsti dalla normativa Europea (art. 39 elettrico ex Com 200/2014/UE) e intervenire da subito attraverso indirizzi specifici al GSE per la cessione di energia rinnovabile elettrica “consegnata al GSE per un quantitativo di circa 25TWh e trasferita ai settori industriali a rischio chiusura ad un prezzo di 50 €/Mwh.

Entrando nel merito delle diverse proposte, per quanto riguarda il settore del gas è necessario:
l’incremento della produzione nazionale di circa 3 miliardi di mc/anno; la seconda linea di intervento congiunturale consiste in un aumento della remunerazione del servizio di interrompibilità tecnica dei consumi di gas prestato dai soggetti industriali; la terza linea di intervento richiede un’azione sulla fiscalità e la parafiscalità.

Per quanto concerne il settore elettrico occorre:
prevedere l’estensione del perimetro dei beneficiari della riduzione degli oneri di sistema per impegni superiori ai 16,5 KW di potenza; un incremento per i settori “energivori” delle aliquote di riduzione delle componenti parafiscali della bolletta elettrica e, infine, la salvaguardia e il rafforzamento della remunerazione dell’istituto del servizio di interrompibilità per la sicurezza del sistema elettrico.

Confindustria valuta positivamente la convocazione del tavolo e l’impegno assunto dal Ministro Giorgetti e auspica al più presto l’istituzione di una task force coordinata da Palazzo Chigi, che passi immediatamente all’attuazione delle misure.



CONFINDUSTRIA DONA UN FURGONE ALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Il Presidente Carlo Bonomi ha consegnato l’automezzo alla sezione di Vicenza. Sarà utilizzato per la distribuzione di pasti e generi alimentari
 
Vicenza, 22 dicembre 2021 - Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, oggi a Vicenza ha donato un furgone all’Associazione Nazionale Alpini sezione di Vicenza, che verrà utilizzato per la distribuzione di pasti e generi alimentari per i più fragili e per le persone affette da disabilità.
 
L’iniziativa di responsabilità sociale è nata a seguito della giornata Nazionale degli Alpini, celebrata a Milano l’11 maggio del 2019 presso l’Auditorium di Assolombarda che ha ospitato il concerto della fanfara storica della sezione di Vicenza.
 
“Gli Alpini rappresentano il volto del coraggio e della solidarietà dell’Italia - ha dichiarato Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria. Uno spirito di responsabilità che ci accomuna a loro come imprenditori e che ci muove ogni giorno a dedicare un forte e convinto impegno alla nostra comunità e al territorio. Più di un milione e ottocentomila italiani sono in povertà e questa è una priorità che ci deve vedere tutti uniti, fare squadra”.
 
Tra i presenti alla cerimonia di consegna del furgone anche la Vicepresidente Barbara Beltrame Giacomello; la Presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia; il Presidente nazionale degli Alpini Sebastiano Favero; il Consigliere nazionale Silvano Spiller; il Presidente Ana Sezione Vicenza Monte Pasubio Luciano Cherobin; il Sindaco di Vicenza Francesco Rucco; Paolo Bastianello Presidente comitato education di Confindustria Moda e iscritto alla Gruppo Monte Berico Ana Vicenza.
Oltre a Margherita Oliviero con il marito Michele Iotti, che hanno aderito all’iniziativa di Confindustria curando la manutenzione del furgone donato “affinché possa percorrere decine di centinaia di chilometri”.

Sempre in tema di responsabilità sociale, su cui Confindustria è da sempre impegnata, è di pochi giorni fa la consegna da parte  del Presidente Carlo Bonomi di un contributo economico all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani e i Militari dell’Esercito.


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CHECK-UP MEZZOGIORNO: IL SUD RESISTE ALL’IMPATTO DELLA CRISI PANDEMICA

Confindustria e SRM: “Ora cogliere tutte le opportunità dei programmi europei”

 

Roma, 16 dicembre 2021 – Un Sud in ripresa che ha resistito all’impatto socioeconomico della pandemia e che sembra aver ripreso un sentiero di crescita sostenuta, che dovrà però essere consolidata cogliendo tutte le rilevanti opportunità offerte dai numerosi strumenti e misure di rilancio, in particolare dal PNRR, che prevede una effettiva e significativa attenzione al Sud. Al contempo, occorre avviare senza indugio il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali 2021-27.

È questa la fotografia dell’economia meridionale nel 2021, in netto miglioramento rispetto a quella dello scorso anno, realizzata da Confindustria (Area Coesione Territoriale e Infrastrutture) e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) nel check-Up Mezzogiorno.

Il primo, importante, segnale positivo arriva dall’Indice Sintetico dell’Economia Meridionale, che torna a salire dopo la brusca frenata del 2020, recuperando quasi del tutto i valori del 2019. Infatti, gli investimenti e le nuove imprese hanno superato il dato registrato prima della pandemia, evidenziando una vitalità imprenditoriale che ha saputo reagire alla crisi.

Le previsioni sul Pil confermano un andamento sostenuto del Pil meridionale per il 2021 pari a +5%, a fronte del +6,3% a livello nazionale e del +6,8% al Centro-Nord. Per quanto riguarda, invece, il 2022, si prevede la riduzione del delta di crescita tra le macroaree del Paese, con +4,4% per il Sud contro +4,6% per il Centro-Nord. Un dato questo, su cui occorre riflettere, perché potrebbe rappresentare la base di partenza per avviare un processo di reale convergenza.

Anche l’export meridionale nei primi nove mesi del 2021 torna a crescere, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrando +16,6%, rispetto a +20,2% del Centro-Nord. Sono le esportazioni, nel complesso, a trainare la ripresa economica in atto anche nel Mezzogiorno, con uno slancio complessivamente meno rilevante ma più significativo in alcuni settori rispetto al Centro-Nord.

Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere presenta una tendenza crescente da metà 2020, anche se fortemente discontinua poiché sconta l’incertezza causata dalla pandemia, in modo ancora più accentuato tra le imprese meridionali.

Continuano a crescere, invece, le imprese attive, che nel terzo trimestre 2021 aumentano complessivamente di poco nel Mezzogiorno (+1,6%) rispetto al 2020, ma comunque in misura superiore rispetto al Centro-Nord e al Paese. Le imprese di capitali al Sud sono ormai più di 370 mila, con una crescita del 5,9% rispetto al terzo trimestre del 2020, quindi circa 21 mila nuove imprese di capitali.

Negli appalti di opere pubbliche si registra un’inversione di tendenza rispetto a quanto rilevato nei primi 10 mesi del 2020, con una riduzione di importi e un aumento dei bandi. Questo significa che l’impatto del PNRR non è ancora percepibile e che riemergono gli effetti delle misure straordinarie di semplificazione degli appalti di minore entità.

Risalgono gli impieghi creditizi alle imprese del Mezzogiorno, con una leggera crescita negli ultimi due trimestri dopo il calo registrato a dicembre 2020, e migliorano sensibilmente i tempi di pagamento, anche se nel Mezzogiorno mantengono ritardi più elevati rispetto al Centro-Nord.

I dati sull’occupazione consolidati al 2020, mostrano un andamento negativo complessivamente contenuto, sia a livello nazionale che nel Mezzogiorno. In controtendenza rispetto al dato complessivo, l’occupazione nelle costruzioni nel Mezzogiorno mostra un andamento positivo migliore di quello nazionale e delle altre aree territoriali, grazie alla forte spinta alle ristrutturazioni edilizie. Dati congiunturali sull’occupazione nel 2021, disponibili solo a livello nazionale, mostrano comunque un percorso di ripresa, che dovrebbe coinvolgere anche il Mezzogiorno, anche grazie a misure straordinarie, come la decontribuzione Sud, di cui si attende la proroga per tutto il 2022.

Un Sud con più luci che ombre, dunque, con forti aspettative sul determinante contributo generato dai programmi europei, con una grande attenzione sugli investimenti del PNRR e su quelli complementari. Infatti, oltre alle risorse messe in campo per i prossimi anni, è fondamentale accelerare la spesa delle risorse già da tempo disponibili, come quella dei Fondi Strutturali 2014-2020, ancora in ritardo, seppur con cifre diverse, sia nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord, e quella del Fondo sviluppo e coesione (FSC), che conferma il sensibile ritardo attuativo che strutturalmente caratterizza i suoi molteplici impieghi. Molte aspettative sono riposte nell’avvio dei Piani Sviluppo e Coesione (PSC) nazionali e regionali, il cui processo di razionalizzazione in piani unitari delle risorse del FSC dovrebbe finalmente invertire una incapacità attuativa divenuta strutturale, anche per utilizzare gli oltre 73 miliardi di rifinanziamento disposti dalla legge di bilancio 2021 e 2022. Infine, l’avvio del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali 2021-27 si fa quanto mai urgente e non più procrastinabile.

In sintesi, il PNRR non esaurisce il ventaglio delle opportunità programmatiche e di investimento nel Mezzogiorno per il prossimo decennio. Tuttavia, sono necessari forte integrazione e coordinamento coi Fondi SIE (14-20 e 21-27) e col FSC, in un disegno complessivo e coerente dell’azione di sviluppo del Mezzogiorno, e soprattutto la capacità di attuarlo.

 

 

 

 

 

 

 


Roma, 15 dicembre 2021 - Gli under 40 di Confindustria tornano alla presidenza di ‘YES for Europe’ con Matteo Dell’Acqua, candidato italiano del Movimento dei Giovani Imprenditori guidato da Riccardo Di Stefano.
Dopo Emma Marcegaglia (1997/1999) e Luca Donelli (2016/2017), l’Italia e i Giovani di Confindustria tornano al vertice di YES for Europe che, fondata nel 1988, è la confederazione europea dei giovani imprenditori che riunisce circa 100mila imprenditori under 45, appartenenti alle associazioni dei Paesi Membri dell’Unione Europea e dei paesi candidati all’adesione.

Insieme a Dell’Acqua, a guidare lo YES nei prossimi 12 mesi saranno lo spagnolo Lois Babarro Alén (CEAJE) e il tedesco Christoph Seydel (WJD), eletti vicepresidenti. 

“Vogliamo mantenere un dialogo costante con BusinessEurope e le altre associazioni di rappresentanza europee, per favorire il networking e portare in Europa le istanze dei giovani”. Ha detto il neoeletto Matteo Dell’Acqua, imprenditore lombardo alla guida dell’azienda AdFlex Group. “Obiettivo di questo mandato è supportare le giovani imprese europee nell’uscita dalla crisi e rafforzare il dialogo tra manifattura e imprese innovative come startup e scaleup”. 

“L’elezione di Dell’Acqua ci rende orgogliosi e conferma il nostro forte impegno oltreconfine per porre al centro delle politiche europee le istanze degli imprenditori giovani. Adesso, i Giovani di Confindustria – ha affermato il Presidente Riccardo Di Stefano -  sono protagonisti dei più improntati network datoriali giovanili in Europa e a livello globale, essendo alla guida per il 2022 anche del G20 Young Entrepreneurs’ Alliance”. 



Roma, 13 dicembre 2021 - "In relazione alla disponibilità espressa dalla viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde, Confindustria conferma la sua piena disponibilità a un confronto, in tempi rapidi, su tutti i temi che riguardino l’attrattività degli investimenti in Italia e i temi complessi delle crisi e delle filiere industriali con particolare riferimento all'automotive".


LAVORO AGILE, STIRPE: PROTOCOLLO SEGNALE IMPORTANTE E POSITIVO

I risultati si ottengono se le parti sociali esercitano il loro ruolo

Roma, 7 dicembre 2021 - “L’accordo sul protocollo sul lavoro agile è un segnale importante e positivo”, ha dichiarato Maurizio Stirpe, Vice Presidente di Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali, a commento dell’accordo raggiunto oggi al Ministero del Lavoro. “E’ la prova che, quando le parti sociali esercitano il proprio ruolo, e il Governo si rende disponibile a costruire con loro una adeguata sintesi, i risultati si ottengono in tempi brevi e senza inutili polemiche. Mi auguro che sia una esperienza replicabile, l’inizio di una stagione feconda, pragmatica. Focalizzata sulle cose da fare”. 


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