COMUNICATI STAMPA


CONFINDUSTRIA E CEOE: FONDO UE PER LA COMPETITIVITÀ PER GRANDI PROGETTI DI INVESTIMENTO E REVISIONE SCADENZA PNRR  
Semplificazione, housing, energia e politiche di coesione al centro del 2° bilaterale tra l’industria italiana e spagnola


Roma, 18 ottobre 2024 – Definire un ambizioso quadro finanziario pluriennale che, insieme ad una politica di coesione più snella e flessibile, valorizzi gli investimenti nell’edilizia abitativa e nella ricerca e innovazione; stanziare nuovi fondi comuni europei per grandi progetti congiunti di investimento tra gli Stati membri; ridurre la complessità normativa per le imprese europee, con particolare attenzione agli appalti pubblici; intervenire con misure più decise per ridurre il prezzo dell’energia, favorendo l'integrazione del mercato europeo. Sono questi gli assi portanti della prima Dichiarazione congiunta siglata oggi da Confindustria e CEOE, la Confindustria spagnola, in occasione del secondo Bilaterale tra gli industriali italiani e iberici.

Una due giorni di lavori che per le Confindustrie italiana e spagnola è stata l’occasione per riaffermare la visione comune sul futuro economico e sociale dell’Unione europea, sottolineando l’urgente necessità di adottare rapidamente il nuovo piano per il rilancio della competitività europea annunciato dalla Presidente eletta Ursula von der Leyen, insieme al “Clean Industrial Deal”, che dovrà essere coerente con gli investimenti necessari allo sviluppo ed al progresso dell’Europa.

A tal fine, occorre mettere in campo misure più incisive per mitigare i costi dell'energia, promuovere l'integrazione e le interconnessioni del mercato energetico e accelerare le procedure di autorizzazione. Il divario di competitività tra l’Europa e il resto del mondo va colmato anche in relazione al costo della CO2, garantendo regole di concorrenza eque anche sui mercati internazionali.

Ma una nuova strategia industriale così ambiziosa non può che passare attraverso il rafforzamento del Mercato Unico, con un piano efficace di “Better Regulation” che riduca la complessità del fare impresa in Europa, eliminando le barriere attuali e implementando l'applicazione delle norme esistenti. Gli appalti pubblici, in questo contesto, dovrebbero diventare uno strumento efficace per promuovere l'innovazione, la sostenibilità e la competitività europea, evitando le corse al ribasso e le procedure di assegnazione degli appalti in-house.
Tutto ciò richiede un bilancio europeo che promuova gli investimenti pubblici e privati. L'Unione europea deve adottare un ambizioso Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) che rafforzi gli investimenti, includendo risorse adeguate per Ricerca e l'Innovazione e per una politica di coesione che attualmente necessita di un quadro normativo più snello e flessibile per raggiungere i suoi obiettivi a lungo termine. Il nuovo Piano europeo per l'edilizia abitativa dovrà essere integrato in questi obiettivi, sostenendo i settori coinvolti nei loro processi di transizione e colmando al tempo stesso il fabbisogno abitativo di famiglie e lavoratori in tutta Europa.

Come evidenziato da Mario Draghi nel suo Rapporto, l'Unione europea ha bisogno di 800 miliardi di euro all'anno di finanziamenti per affrontare le sfide della competitività. Sono necessarie risorse europee comuni, come un nuovo asset di debito comune europeo, per consentire grandi progetti di investimento congiunti tra gli Stati membri. In questo contesto, sosteniamo la richiesta di un Fondo per la Competitività che supporti gli sforzi del settore privato nelle transizioni, garantendo al contempo condizioni di parità all'interno del Mercato Unico.
Gli obiettivi di investimento saranno raggiunti solo rafforzando l'Unione Bancaria e approfondendo l'Unione dei Mercati dei Capitali, costruendo la cd. “Savings and Investments Union” proposta da Enrico Letta nel suo Rapporto. Inoltre, serve garantire l’utilizzo efficiente dei fondi del “NextGenerationEU” nell'ultima fase della sua implementazione e considerare l’estensione della scadenza di agosto 2026.

La nuova strategia per rilanciare la competitività europea deve includere una politica commerciale ambiziosa, che trovi il giusto equilibrio tra apertura e garantire un level playing field per le aziende europee. Sosteniamo fermamente la finalizzazione dell'Accordo di Libero Scambio con il Mercosur e degli altri negoziati bilaterali in corso.
La cooperazione pubblico-privata sarà fondamentale per guidare questo percorso strategico e le imprese italiane e spagnole sono pronte a svolgere il loro ruolo come partner sociali, impegnandosi ad essere parte della soluzione alle attuali sfide. Un dialogo più approfondito con il settore privato è imprescindibile sia per la progettazione che per l'attuazione di queste politiche e il rafforzamento di questo quadro collaborativo contribuirà a garantire il successo dell'integrazione europea.

La sfida più grande che abbiamo davanti è quella di colmare il gap di competitività dell'Unione europea. Serve recuperare attrattività e fiducia che è precondizione necessaria per gli investimenti” - ha affermato il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. “Con la firma di oggi, pur consapevoli che l’Italia è più avanti di tutti nell’attuazione del piano – ha aggiunto Orsini - chiediamo insieme alle imprese spagnole un utilizzo più efficace dei fondi e l’allungamento della scadenza del PNRR, attualmente prevista ad agosto 2026. La politica ha bisogno di un messaggio chiaro. Non possiamo aspettare troppo tempo. Bisogna mettere l'industria nelle condizioni di potersi strutturare”.

Durante l'incontro , il presidente del CEOE, Antonio Garamendi, ha sottolineato: “ Entrambe le organizzazioni hanno la necessità e l'opportunità di andare di pari passo nella costruzione della futura UE, per renderla un ambiente economico competitivo, con una leadership in questioni come l'innovazione o la sostenibilità. Rimaniamo fortemente impegnati nell’agenda green, motivo per cui è giunto il momento di farla funzionare. È essenziale un dialogo permanente con le imprese per sostenere una transizione che non riduca la loro competitività e per approfondire la collaborazione pubblico-privato. Questo incontro – ha spiegato Garamendi - è servito a CEOE e a Confindustria per compiere un ulteriore passo avanti nel lavoro di cooperazione e promozione degli interessi imprenditoriali in entrambi i paesi che già stavamo sviluppando. Auspico di continuare a rafforzare queste relazioni nel terzo incontro bilaterale che si terrà a Madrid nel 2025”.

CEOE e Confindustria continueranno a lavorare insieme, e con BusinessEurope, sulle questioni discusse nella Dichiarazione Congiunta.



ITALIA-INDIA, OGGI IN CONFINDUSTRIA L’INCONTRO CON OLTRE 40 IMPRESE. MECCANICA, TRASPORTI, TRANSIZIONE ENERGETICA E DIGITALE, DIFESA, FOOD TRA I SETTORI FOCUS


Cimmino: “Cresce la rilevanza strategica del mercato indiano. Interscambio in aumento. Ci sono ampi margini di miglioramento”
Marcegaglia: “Italia candidato ideale grazie a tessuto imprenditoriale di livello nella manifattura avanzata e innovativa, nella transizione energetica, nei macchinari industriali e nella robotica”
TEHA: “L’India sta diventando una delle maggiori potenze economiche del mondo: nasceranno opportunità da non perdere per il Sistema Italia”


Roma, 16 ottobre 2024 –
Meccanica, trasporti, transizione energetica e digitale, difesa, food. Questi i settori focus protagonisti della Seconda Edizione dell’AIICP High Level Dialogue on Italy-India Economic Relations che si è svolta oggi a Roma, nella sede di Confindustria, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione economica e industriale tra l’Italia e l’India. Nonostante la complessità dell’attuale scenario geoeconomico internazionale, il nostro Paese continua a guardare all’India come ad un mercato chiave con un enorme potenziale di cooperazione. I rapporti fra i due Paesi si sono intensificati negli ultimi anni, fornendo un’adeguata cornice allo sviluppo di un partenariato economico solido e di ampio respiro. Ci sono importanti margini di miglioramento non solo dal punto di vista delle opportunità per il nostro export ma anche dell’import di materie prime, per cui l’India rappresenta un mercato fornitore ad alta potenzialità. L’incontro di oggi mira, quindi, anche ad approfondire le opportunità di nuovi strumenti per rafforzare ulteriormente tale collaborazione.

L'iniziativa, organizzata da AIICP - Associazione Italia India per la Cooperazione tra i due Paesi, Confindustria e The European House - Ambrosetti, ha portato per la prima volta in Italia alti esponenti della CII – Confederation of Indian Industry e ha coinvolto oltre 40 partecipanti tra imprese e associazioni dei due Paesi, interessati a sviluppare nuove relazioni e consolidare quelle già avviate tra Italia e India. I lavori sono stati aperti da Emma Marcegaglia (Presidente AIICP), Barbara Cimmino (Vice Presidente di Confindustria per l’Export e l’Attrazione degli Investimenti), Sanjiv Puri, (Presidente CII), Vani Rao (Ambasciatrice d'India in Italia), Antonio Enrico Bartoli (Ambasciatore d'Italia in India). Sono seguiti gli interventi di Fabrizio Lobasso (Vice Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Chandrajit Banerjee (Direttore Generale CII) e Marianna Scarano (International Business Department, SACE).

Durante la mattinata è stato presentato il position paper realizzato da The European House - Ambrosetti “Economic and Commercial Cooperation between Italy and India: Strategic Opportunities”.

Nel 2023 l’interscambio è stato pari a 14,3 miliardi di euro con le esportazioni italiane che hanno segnato la cifra record di 5,1 miliardi, collocando l’Italia ai primissimi posti come partner dell’India tra i Paesi UE. Il dato dell’export – ha commentato Barbara Cimmino, Vice Presidente di Confindustria per l'Export e l'Attrazione degli Investimenti - evidenzia la crescente rilevanza strategica di questo mercato e la conclusione di un accordo di libero scambio fra Ue e India rafforzerebbe il nostro posizionamento. L'India è già leader in molti settori industriali e punta allo sviluppo manifatturiero. Le riforme del governo Modi rappresentano una grande opportunità per guidare l’industrializzazione con un forte impegno sulla sostenibilità. Le imprese italiane, soprattutto quelle operanti nei comparti ad alto valore aggiunto, possono svolgere un ruolo centrale in questo processo. La presenza oggi di rappresentanti di altissimo livello di aziende e associazioni è un chiaro messaggio di fiducia e volontà di rafforzare le nostre partnership. Credo che questo incontro possa essere un passo cruciale per aprire la strada ad un piano di attività di follow-up nei prossimi mesi”.

“AIICP svolge un ruolo importante per il rafforzamento delle relazioni tra i nostri due Paesi, uniti da profondi legami storici, culturali ed economici che negli anni hanno creato una solida base di scambi reciproci – così Emma Marcegaglia, presidente dell’Associazione Italia India per la Cooperazione tra i due Paesi - L'India è una pietra miliare e un partecipante chiave del Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa. Grazie ai tanti progetti del piano di sviluppo Viksit Bharat, l'India sta cercando attivamente nuovi partner e l'Italia può essere un candidato ideale che ha molto da offrire grazie a un tessuto imprenditoriale di livello nella manifattura avanzata e innovativa, nella transizione energetica, nei macchinari industriali e nella robotica”.

“Grazie alle solide performance economiche e alla vasta popolazione, l'India ha registrato una crescita significativa nelle esportazioni tra il 2000 e il 2022, aumentando di circa 13 volte. Le esportazioni sono passate da 61 miliardi a 780 miliardi di dollari. Nel 2022, l'India era la decima economia mondiale per esportazioni di beni e servizi, rappresentando il 2,4% del totale globale. Il valore aggiunto del settore manifatturiero indiano ha raggiunto i 456 miliardi di dollari, pari al 2,8% del totale globale. Le relazioni economiche tra India e UE – ha detto Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti - mostrano una forte interdipendenza: nel 2023, le esportazioni indiane verso l'UE hanno raggiunto i 72 miliardi di dollari (17% del totale), rendendo l'UE il secondo partner commerciale dell'India dopo gli Stati Uniti (17,4%). Con 8 miliardi di dollari, l'Italia è stata la quarta destinazione delle esportazioni indiane. Per le importazioni, l'UE rappresenta la seconda fonte per l'India con 52 miliardi di dollari (7,7%), tra Cina e Stati Uniti. All'interno dell'UE, l'Italia è il quarto fornitore dell'India. Molte aziende italiane operano in India in diversi settori, tra cui Ferrero, Barilla, CNH Industrial, ENEL, ENI, Piaggio, Pirelli, Ducati e Lavazza. Le opportunità di sviluppo sono molte, aprendo le porte a un periodo di grande crescita delle relazioni bilaterali con Nuova Delhi”.

Al termine dell’incontro, si è tenuta la cerimonia per l’assegnazione della prima edizione degli AIICP Awards for Business Excellence, volti a riconoscere le eccellenze imprenditoriali che si sono distinte nelle attività svolte tra i due paesi. Le aziende premiate sono state Tata Steel, Hindalco, MEIL, PI Health Sciences, Doms Industries, Carraro Group, Even, e SIMEM.





CONFINDUSTRIA COSTITUISCE IL CONSIGLIO DELLE RAPPRESENTANZE PORTUALI
Sarà presieduto da Costanzo Jannotti Pecci
 
Roma, 15 ottobre 2024 - Confindustria costituisce il nuovo Consiglio delle Rappresentanze Portuali.
Sarà presieduto dal Presidente di Unione Industriali Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, e contribuirà allo sviluppo delle politiche confederali in tema di portualità, supportando in tal modo anche la crescita del sistema economico e produttivo del Paese, alla luce della sua particolare posizione geografica, della struttura del territorio e della storica vocazione all’export delle aziende italiane.
La proposta del Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini di dare vita al nuovo organismo è stata approvata all’unanimità dal Consiglio di Presidenza di Confindustria dello scorso 28 settembre.
Il Consiglio delle Rappresentanze Portuali, che avrà compiti di sintesi e coordinamento delle diverse esperienze locali, si interfaccerà con la squadra di vertice di Confindustria, con particolare riguardo alle deleghe relative alle infrastrutture, alle ZES e all’economia del mare.
 
L’incarico affidatomi, stimolante quanto impegnativo – dichiara Jannotti Pecci – evidenzia ancor più l'indirizzo della presidenza di promuovere la partecipazione per valorizzare ulteriormente l’attività di Confindustria, anche in termini di rappresentanza puntuale degli interessi delle imprese. L’obiettivo che in tal senso mi prefiggo, con il concorso degli altri componenti e del sistema Confindustria in generale, è di fare del Consiglio delle Rappresentanze Portuali un punto di riferimento nello scenario complessivo delle strategie e delle azioni portate avanti dalla Confederazione”.
 
Sono componenti di diritto del Consiglio i Presidenti delle Associazioni territoriali sede di Autorità Portuale.
Potranno essere invitati anche i Presidenti delle Associazioni territoriali sedi di porti commerciali e turistici nonché esperti per la più efficace ed integrata definizione degli indirizzi e delle proposte da trasmettere alla governance confederale.
 

Basket Bond Sistema Confindustria: al via il programma da 50 milioni dedicato a Pmi e Mid-Cap promosso insieme a CDP, MCC e Banca Finint

Concluso il collocamento delle prime emissioni di minibond per complessivi 11 milioni a sostegno dei piani di sviluppo di cinque aziende attive in diversi settori dell’economia italiana: dall’aerospazio alla componentistica
L’iniziativa denominata beneficia della copertura offerta dal Fondo di Garanzia per le Pmi

Roma, 15 ottobre 2024 Essere al fianco delle imprese per promuoverne i piani di investimento e per rafforzarne la competitività in Italia con strumenti di finanza alternativa. Questo il principale obiettivo del nuovo programma Basket Bond Sistema Confindustria del valore complessivo di 50 milioni promosso da Confindustria, strutturato da Banca Finint e che vede come investitori, in modo paritetico, Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Mediocredito Centrale (MCC). L’iniziativa, inoltre, beneficia del Fondo di Garanzia per le PMI Grazie alla sezione speciale per i basket bond del Fondo di Garanzia per le PMI istituita dal D.L. Sostegni Bis, gestito da MCC.

In particolare, sono state emesse le prime due tranche di minibond del valore complessivo di 11 milioni da parte di cinque imprese attive in diversi settori dell’economia italiana dall’aerospazio alla componentistica e operanti in Friuli-Venezia Giulia, Campania, Veneto e Piemonte. I minibond, della durata di 7 anni comprensivi di preammortamento, hanno permesso di raccogliere risorse utili a sostenere i rispettivi piani di investimento e sviluppo. In particolare, le società utilizzeranno i fondi per l’implementazione di nuovi impianti e centri di lavoro, per la realizzazione di nuove idee di business e per l’acquisto di macchinari che permetteranno di ottimizzare i tempi e la capacità produttiva delle imprese.

Le società emittenti sono: C Blade S.p.A. Forging and Manufacturing S.p.A. (specializzata nella forgiatura e lavorazione di pale per i settori aerospace e energy), Caffaro Industrie S.p.A. (operante nel settore della chimica fine e specialties), Ekoru S.r.l. (azienda produttrice di blocchi da costruzione in Calcestruzzo Aerato Autoclavato), Imilani S.r.l. – Società Benefit (attiva nella trasformazione del polimero in cassette in plastica mediante stampaggio), Nuova Simplast S.p.A. (holding di un gruppo attivo nella progettazione, nella prototipazione e nella produzione di componenti plastici per i settori automotive, macchine agricole, arredamento/design, macchine per pulizie industriali, edilizia e nautica).

Nell’ambito dell’iniziativa, sostenuta da Confindustria in qualità di promotore e da Banca Finint nel ruolo di arranger e collocatore, CDP e MCC investono, per il tramite di una società veicolo, in minibond emessi da imprese che intendono finanziare la propria crescita utilizzando un canale alternativo a quello creditizio tradizionale. Lo strumento è caratterizzato da una durata più lunga rispetto alle scadenze generalmente offerte dal canale bancario e da tassi di interessi competitivi grazie anche al sostegno della copertura del Fondo di Garanzia PMI.

Sempre più aziende fanno riferimento ai programmi di Basket Bond per diversificare le loro fonti di approvvigionamento. Proprio per questo motivo, si potranno ancora presentare nell’ultimo trimestre del 2024 le candidature per lo strumento di finanza alternativa lanciato da Confindustria, CDP, MCC e Banca Finint. Al momento l’accesso al programma è consentito alle sole PMI, secondo il quadro normativo.


Confindustria: al via steering committee sul nucleare, per lo sviluppo del mix energetico nazionale e degli Small Modular Reactor (SMR)

Roma, 9 ottobre 2024 – Si è insediato oggi lo Steering Committee di Confindustria che analizzerà le potenzialità di produzione e utilizzo in Italia degli Small Modular Reactor, quale opportunità di sviluppo di vettori energetici decarbonizzati.
Lo Steering Committee, presieduto da Aurelio Regina, Delegato per l’energia del Presidente di Confindustria, è formato da personalità del mondo scientifico, accademico e industriale fra cui Gianluca Artizzu CEO di Sogin, Massimo Beccarello professore dell’Università Milano Bicocca, Federico Boschi Capo Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Stefano Buono CEO di Newcleo, Roberto Cingolani CEO di Leonardo, Gilberto Dialuce Presidente ENEA, Lorenzo Fiorillo Chief Technology Officer di Eni, Daniela Gentile CEO di Ansaldo Nucleare, Antonio Gozzi Special Advisor per l’Autonomia Strategica UE, Piano Mattei e Competitività di Confindustria, Nicolò Mardegan Direttore Relazioni Esterne di Enel, Stefano Monti Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, Nicola Monti CEO di Edison, Lorenzo Poli Presidente di Assocarta, Agostino Re Rebaudengo Presidente di Elettricità Futura, Francesca Salvemini Capo Segreteria tecnica Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Agostino Scornajenchi AD di CDP Venture Capital, Giuseppe Zampini Past President Confindustria Genova.
Nello scenario attuale, l’opzione elettronucleare da fissione è di fondamentale importanza per garantire la competitività e la sicurezza energetica del sistema manifatturiero e del sistema energetico nazionale, garantendo, inoltre, il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione europei e nazionali.
“Le nuove tecnologie elettronucleari sicure e di taglia ridotta potranno giocare un ruolo importante per il sistema industriale – ha affermato Aurelio Regina, Delegato per l’energia del Presidente di Confindustria –, in quanto potranno essere installate nei siti produttivi gas ed energy-intensive (hard-to-abate) fornendo l’energia elettrica e il calore di processo di cui hanno bisogno”.
Il lavoro di Confindustria si concentrerà su aspetti giuridico–legislativi, tecnologici, economici e di ricerca e sviluppo, approfondendo la mappatura della filiera e il fabbisogno di competenze, i cui risultati saranno presentati nel 2025 con ENEA in qualità di knowledge partner. Confindustria, infatti, ha recentemente rinnovato il Protocollo d’intesa con ENEA che consentirà di condurre progetti e approfondimenti atti a fornire le basi tecnologiche, normative e di mercato per assicurare un percorso di transizione energetica stabile e competitivo.
Secondo Confindustria è necessario definire un mix energetico nazionale basato sulla neutralità tecnologica e sull’uso ottimale ed efficiente di tutte le tecnologie di decarbonizzazione già in uso e in via di sviluppo, nonché di interventi di ammodernamento e digitalizzazione del sistema di infrastrutture energetiche nazionali e, di conseguenza dell’intero sistema energetico nazionale. Come indicato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), il nucleare potrà contribuire al futuro del Paese e la filiera nazionale è pronta a fare la sua parte grazie alle molte competenze e capacità sviluppate, prevalentemente, nei progetti portati avanti all’estero.


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INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IN EMILIA-ROMAGNA MERCATO A 48,5 MILIONI DI EURO NEL 2023

A PARMA L’ULTIMA TAPPA DEL ROADSHOW DI PICCOLA INDUSTRIA E ANITEC-ASSINFORM


La spesa per IA in Emilia-Romagna ha raggiunto 48,5 milioni di euro, con previsioni di crescita fino a 145 milioni di euro entro il 2027 e un tasso medio annuo di crescita del 31,7%. Il mercato digitale regionale ha raggiunto un valore complessivo di 6,06 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,6% rispetto all'anno precedente.

Parma, 8 ottobre 2024Quattordicesima e ultima tappa a Parma, con l’Unione Parmense degli Industriali e il Comitato regionale Piccola Industria Emilia-Romagna, per il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub e la media partnership de L’Imprenditore. Il roadshow - che fino a oggi ha visto la partecipazione di oltre 1100 imprese e più di 65 storie aziendali tra Verona, Bari, Firenze, Caserta, Torino, Cesenatico, Brescia, Genova, Castellanza, Cosenza, Catania, L’Aquila e Ancona – è giunto al traguardo nella città emiliana. In due anni ha toccato quasi tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Sono state le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, presentando casi concreti e confrontandosi direttamente con i partecipanti.

L’intelligenza artificiale è oggi al centro del dibattito politico-economico, tuttavia rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare in quelle di minori dimensioni: in base ai dati Eurostat del 2023, solo il 5% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea (FIGURA 1). In particolare, la percentuale di piccole imprese italiane (10-49 dipendenti) si attesta al 4,4%, contro il 24% delle grandi imprese (oltre 250 dipendenti) (FIGURA 2).

Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, la spesa per IA in Emilia-Romagna ha raggiunto 48,5 milioni di euro, con previsioni di crescita fino a 145 milioni di euro entro il 2027, con un tasso medio annuo di crescita del 31,7%  (FIGURA 3). La regione si conferma una delle leader in Italia per la trasformazione digitale. Nel 2023, il mercato digitale regionale ha raggiunto un valore complessivo di 6,06 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,6% rispetto all'anno precedente. Le previsioni per il futuro sono persino più promettenti. Nel 2024 il mercato digitale in Emilia-Romagna è previsto in crescita del 4,1%, con un valore stimato di 6,3 miliardi di euro. Le proiezioni indicano un aumento costante anche per gli anni successivi, con una crescita del 4,9% fino a raggiungere i 7,3 miliardi di euro entro il 2027.

I Digital Enabler – tecnologie abilitanti come il cloud computing, l'Internet of Things (IoT), e l'Intelligenza Artificiale (IA) – stanno svolgendo un ruolo chiave nella trasformazione digitale della regione. Il cloud computing ha dominato la spesa tecnologica nel 2023, con un valore di 440 milioni di euro e una crescita media annua prevista del 15,4% fino al 2027.

L'Emilia-Romagna si conferma dunque un hub d’eccellenza per l’innovazione digitale e tecnologica, con Parma tra le protagoniste del processo di trasformazione digitale del sistema produttivo regionale: la città si posiziona, infatti, al quarto posto tra le province emiliano-romagnole per valore del mercato digitale nel 2023, con una quota dell'11,6% sul totale regionale. Il mercato digitale della provincia di Parma ha raggiunto nel 2023 un valore complessivo di circa 703 milioni di euro, con una crescita annua del 3,2% rispetto all'anno precedente. Il settore manifatturiero ha guidato la spesa digitale nella provincia, seguito dal settore agroalimentare, dove si registra un'adozione crescente di soluzioni basate su automazione e tecnologie IoT. Nel 2024, le previsioni indicano un'ulteriore crescita del mercato digitale di Parma del 5,1%, portando il valore complessivo a circa 739 milioni di euro. Gli investimenti sono destinati principalmente a software e soluzioni ICT (+5,2%) e servizi ICT (+7,8%), trainati dalla transizione digitale del settore agroalimentare e dalla crescente adozione di tecnologie innovative nelle PMI locali (fonte rapporto "Il Digitale in Emilia-Romagna 2024").

Guardando ai dati nazionali, secondo il Rapporto Anitec-Assinform "Il Digitale in Italia 2024", il mercato digitale italiano è in continua espansione, con previsioni di crescita che lo porteranno a raggiungere i 91,6 miliardi di euro entro il 2027. All'interno di questo scenario, i Digital Enabler rappresentano un fattore di stimolo fondamentale, con un tasso di crescita medio annuo stimato tra il 2023 e il 2027 del +11,1% per raggiungere un valore stimato di 33,3 mld di euro. Per quanto riguarda l’Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale nel 2023 ha raggiunto un volume di circa 674 milioni di euro (+55% rispetto al 2022) ed è previsto che raggiunga i 1,992 mld nel 2027, con un tasso di crescita medio annuo del 31,1% (cfr. Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2024”).

Se guardiamo ai dati Eurostat relativi alle motivazioni che limitano l’utilizzo dell’IA, (FIGURA 4) le imprese del nostro Paese esprimono meno preoccupazioni della media europea, ma il freno maggiore consiste nella carenza di competenze adeguate.

“L'IA rappresenta una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche del nostro tempo e ha il potenziale di trasformare radicalmente il modo in cui facciamo impresa” ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria. “È necessario promuovere una cultura dell'innovazione responsabile, che sappia coniugare opportunità, etica e sostenibilità. Per questo diventa centrale sollecitare il governo ad implementare un quadro normativo che favorisca l'adozione dell'IA nelle PMI, garantendo al contempo una concorrenza leale e la tutela dei diritti fondamentali. Sicuramente occorre facilitare le partnership tra piccole imprese, centri di ricerca e grandi aziende tecnologiche per democratizzare l'accesso a queste tecnologie. E per farlo bisogna anche investire nella formazione e nell'aggiornamento professionale per preparare i lavoratori alle nuove sfide. Con il roadshow che abbiamo portato avanti negli ultimi due anni in tutta Italia, e che si conclude oggi, abbiamo mosso i primi passi verso la creazione di un osservatorio permanente sull'IA nelle piccole imprese per monitorare sviluppi, condividere best practice e affrontare tempestivamente eventuali criticità. Non dobbiamo dimenticare che l’Intelligenza Artificiale non rappresenta solo una sfida, ma una straordinaria opportunità per le nostre piccole imprese di rinnovarsi e crescere. Insieme, con coraggio e visione, possiamo trasformare questa rivoluzione tecnologica in un motore di crescita per le nostre aziende e per l'intero Paese”.

Il presidente di Anitec-Assinform Massimo Dal Checco ha dichiarato: "L’intelligenza artificiale, insieme ad altre tecnologie digitali avanzate, rappresenta un elemento centrale per la competitività delle nostre imprese e per l’intero sistema economico nazionale. L'Emilia-Romagna, con il suo ecosistema innovativo e la presenza di distretti produttivi altamente specializzati, ha dimostrato di essere all’avanguardia nell’adozione di tecnologie digitali, diventando un modello di riferimento per altre regioni.  Per questo, è fondamentale promuovere iniziative che rafforzino le competenze, facilitino l’accesso a soluzioni innovative e consolidino partnership strategiche tra imprese, centri di ricerca e istituzioni locali. In questo modo, sarà possibile supportare le PMI”.

In soli due anni le aziende emiliano-romagnole che investono nell’ambito dell’intelligenza artificiale – ha aggiunto il presidente del Comitato regionale Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna Andrea Pizzardisono più che triplicate, dal 4,2% del 2022 a quasi il 15% previsto nel 2024.  La nostra è una delle regioni più innovative e digitalizzate a livello italiano ed europeo: questo risultato è il frutto di un lavoro comune del mondo imprenditoriale e delle Istituzioni per caratterizzare il territorio come Big Data Valley, con infrastrutture, competenze e potenza di calcolo molto avanzate. Abbiamo però ancora molta strada da fare, in particolare per soddisfare il crescente fabbisogno di professionalità ICT da parte delle imprese e diffondere le nuove tecnologie in tutte le dimensioni aziendali e in tutta la regione”.

Il contesto industriale parmense, caratterizzato dalla stretta sinergia tra le PMI e le grandi imprese manifatturiere e di servizi – ha aggiunto il presidente della Piccola Industria dell’Unione Parmense degli Industriali Lorenzo Zerbini – segna da tempo l’adozione di tecnologie innovative e abilitanti da parte anche di realtà piccole o medie che vogliono affrontare il mercato in modo distintivo. L’impiantistica, l’alimentare, l’automotive, la farmaceutica sono infatti settori molto performanti, che richiedono innovazione e fanno da volano per tutto il tessuto economico. Occorre continuare a mostrare i vantaggi dell’adozione di queste tecnologie anche nelle realtà di minore dimensione e in questo senso l’incontro di oggi sarà di stimolo”.

A raccontare le proprie esperienze e le strategie di impiego dell’IA in azienda, sono state le imprese Billoo, Flash Battery, Kedos con GoInfoteam, Maps Group e PBL.



Roma, 24 settembre 2024 – Con l’Energy release le imprese energivore possono ora abbattere i costi energetici fino ad un terzo dei loro consumi annui per i prossimi tre anni e investire in progetti rinnovabili. Sarà fondamentale una grande partecipazione delle aziende per estendere al massimo i benefici della misura.

La platea delle imprese energivore in Italia è di circa 3.800, di cui 400 grandi imprese e 3.400 di dimensione medio-piccola. Si tratta di una platea proveniente da diversificati comparti dell’economia: dall’alimentare, chimico-farmaceutico, automotive, ICT, petrolchimica e raffinazione fino al tessile, vetro, ceramica, cemento e alla lavorazione del legno, dei metalli, della gomma e della plastica.

Confindustria ha oggi presentato alle associazioni e alle aziende del Sistema confederale la tanto attesa misura Energy Release sulla cui definizione ha lavorato con il MASE e il GSE per dare alle imprese un meccanismo pluriennale di fornitura di energia pulita a prezzi competitivi.

I costi energetici elevati rappresentano, infatti, una barriera significativa per la competitività e la crescita industriale, in particolare per i settori ad alta intensità energetica europei, che hanno visto una riduzione della produzione del 10-15% dal 2021. Per preservare la resilienza dell’industria nel lungo termine, oltre a promuovere gli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio, servono anche e soprattutto prezzi dell’energia confrontabili con quelli degli Stati membri e dei Paesi extra-UE.

L’Energy Release è finalizzata a promuovere e accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica, tenuto conto degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima - PNIEC. Nello specifico la misura supporta la transizione energetica dei settori industriali esposti alla concorrenza internazionale e, quindi, a maggiore rischio di delocalizzazione, fornendo ai clienti finali energivori: una priorità nella concessione di superfici pubbliche per la realizzazione degli impianti in caso gli Enti concedenti ricevessero più richieste per le medesime aree; la facoltà di richiedere per 36 mesi (3 anni) una anticipazione del 50% dell’energia che verrà generata a seguito dei loro investimenti e delle relative Garanzie d’Origine.

“Oggi si sta verificando un preoccupante trend, secondo il quale i differenziali fra l’Italia e le altre borse elettriche europee si stanno allargando: lo scorso mese il prezzo elettrico italiano è stato pari a 128,44 €/MWh, 57% in più della Germania, 41% in più della Spagna e 135% in più della Francia”, ha affermato il Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina, che ha poi ribadito come questo provvedimento possa alleggerire la pressione competitiva sulle aziende se risulterà sufficientemente partecipato: “Il lavoro di Confindustria si è concentrato sul dialogo con le Istituzioni per ampliare il più possibile la platea di beneficiari, perché vediamo l’energy release come un primo tassello della riforma del mercato elettrico. Procediamo nella direzione del disaccoppiamento del prezzo dell’energia green da quello dell’energia fossile come indicato anche da Draghi nel suo rapporto sulla Competitività Europea”.

Al convegno hanno partecipato anche il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e il Presidente del GSE Paolo Arrigoni, per approfondire tutti gli aspetti della misura e fornire alle aziende il supporto necessario per partecipare al bando, in attesa delle regole operative che sono in via di definizione.

A testimonianza dei consumatori industriali è intervenuto Antonio Gozzi, Special Advisor per l'Autonomia Strategica Europea, Piano Mattei e Competitività – oltre che Presidente di Federacciai – il quale ha sottolineato l’importanza di renderla strutturale: “Questa misura rappresenta una novità di rilievo nella battaglia che il sistema manifatturiero da anni combatte per chiudere il differenziale di prezzo che ne mina la redditività e in prospettiva l’esistenza stessa. Ora chiediamo al governo uno sforzo per renderla strutturale. Oggi parliamo principalmente di fotovoltaico ma noi stiamo già immaginando a come estendere il razionale della misura ad altre fonti come quella idroelettrica, la rinnovabile italiana per eccellenza. Come disse De Gasperi, il nostro vero petrolio”.

Per mettere a terra la misura dell’energy release e, in generale, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, sarà fondamentale lavorare sui temi del permitting degli impianti green e della disponibilità di superfici dove installarli. Norme come l’articolo 5 del DL Agricoltura, ripresa anche nel DM Aree Idonee, dovranno essere riconsiderate per permettere lo sviluppo degli impianti utility scale necessari per la transizione industriale sostenibile.


ITALIA-AZERBAIGIAN, OGGI IN CONFINDUSTRIA L’INCONTRO CON 60 IMPRESE. ENERGIA E INFRASTRUTTURE TRA I SETTORI FOCUS

Cimmino: “Paese crocevia tra Europa e Asia. Interscambio raddoppiato in 5 anni ma possiamo fare di più”
Regina: “Collaborazione su energia fondamentale a partire da raddoppio TAP”
Abdullayev: “Impegnati a rafforzare i legami economici con l'Italia”

Roma, 5 settembre 2024 – Energia (incluse le rinnovabili), infrastrutture e trasporti, agroindustria, macchinari, chimico e farmaceutico. Questi i settori focus protagonisti della "Tavola Rotonda Italy-Azerbaigian" che si è svolta oggi a Roma, presso la sede di Confindustria, con l’obiettivo di approfondire le opportunità bilaterali di collaborazione economica e industriale.
L'iniziativa, organizzata da Confindustria in collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero dell'Economia della Repubblica dell'Azerbaigian, l'Ambasciata della Repubblica dell'Azerbaigian presso la Repubblica Italiana e AzPromo, ha coinvolto circa 60 partecipanti tra imprese e associazioni italiane ed azere, interessate a sviluppare le relazioni già consolidate tra i due Paesi. I lavori sono stati aperti dagli interventi di Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli investimenti di Confindustria, Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Giorgio Silli, Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e Mikayil Jabbarov, Ministro dell’Economia della Repubblica dell’Azerbaigian.
 
Nel corso dell’incontro Confindustria e AzPromo hanno firmato un Protocollo per migliorare la cooperazione bilaterale fra i due sistemi produttivi in un asse geografico molto significativo.
 
“L’Azerbaigian è il cuore del crocevia tra Europa e Asia e rappresenta una porta d'accesso privilegiata per le rotte commerciali internazionali. Si terrà infatti a Baku, a novembre, un appuntamento di rilevanza fondamentale che è la COP29”, ha detto Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli investimenti di Confindustria. “L’interscambio commerciale tra Italia e Azerbaigian è raddoppiato in 5 anni, raggiungendo i 12 miliardi di euro, principalmente grazie all'impulso delle importazioni di energia che hanno reso l'Italia il primo partner commerciale dell’Azerbaigian. Ma ci sono le premesse per migliorarlo ancora, visto che l'Italia è una delle economie più complesse e diversificate al mondo, oltre a essere un importante esportatore globale e un paese trasformatore. La nostra manifattura è infatti apprezzata in tutto il mondo e quest’anno abbiamo raggiunto il 4° posto come esportatore mondiale. Il sistema produttivo nazionale vanta tecnologie e competenze all'avanguardia, spesso in posizioni di leadership mondiale, che permettono uno sviluppo significativo delle nostre esportazioni nel Paese che si sono attestate a 376 milioni di euro nel 2023, segnando un +23% rispetto al 2022, e con il 2024 che conferma questa tendenza con un ulteriore aumento, negli ultimi 5 mesi, di quasi il 40%”.
 
“La collaborazione tra l’Italia e l’Azerbaigian sul fronte dell’energia è fondamentale, a partire dal progetto di raddoppio della portata del TAP, infrastruttura strategica per la sicurezza energetica del nostro Paese. Anche sul fronte dell’energie rinnovabili la posizione dell'Azerbaigian offre opportunità uniche per una gamma di fonti alternative di energia, tra cui quella solare, eolica e geotermica. La COP 29 che si terrà a Baku a novembre sarà un appuntamento fondamentale per sostenere insieme politiche industriali per la decarbonizzazione, basate sulla competitività, neutralità tecnologica, sostenibilità del percorso di transizione, cooperazione industriale e partenariati pubblico-privati”, ha aggiunto Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Energia.

"AZPROMO rimane pienamente impegnata a promuovere e rafforzare i forti legami economici tra l'Azerbaigian e l'Italia. Dalla nostra visita in Italia a luglio, abbiamo curato attentamente le 16 aziende azere che hanno partecipato alla tavola rotonda di oggi. L'obiettivo delle aziende azere è quello di facilitare lo scambio di esperienze e conoscenze, sostenere il trasferimento di tecnologie avanzate e lavorare a stretto contatto con le controparti italiane per stabilire ed espandere le loro linee di produzione. Siamo fiduciosi che le discussioni che si sono tenute oggi contribuiranno in modo significativo all'espansione delle opportunità commerciali e di investimento tra i nostri Paesi, facendo leva sull'esperienza dell'Italia in diversi settori e sulla posizione strategica dell'Azerbaigian e sul clima favorevole agli investimenti", ha dichiarato Yusif Abdullayev, Direttore Esecutivo di AZPROMO.




Roma, 31 luglio 2024 - “La sperimentazione 4+2 riconosce il ruolo educativo delle imprese e per questo Confindustria l’ha sostenuta fin da subito. La nuova legge disegna un quadro normativo che renderà la collaborazione scuola-impresa sempre più ampia e stabile, a beneficio degli studenti che scelgono i percorsi tecnico-professionali e di tutta la scuola italiana. Una scuola che può trovare nelle imprese un partner affidabile per integrare la didattica con il know-how di chi ogni giorno affronta la competizione globale. Accompagneremo la sperimentazione sui territori e saremo al fianco del Ministero e di Indire per fare in modo che diventi effettiva innovazione dell’intero sistema educativo”. Così Riccardo Di Stefano, Presidente dei Giovani Imprenditori e delegato all'Education e all'Open Innovation di Confindustria, commentando l’approvazione da parte della Camera del disegno di legge sull'istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.


CINA, CONFINDUSTRIA-CAMERA DI COMMERCIO: RIEQUILIBRARE LA BILANCIA COMMERCIALE E FAVORIRE LE COLLABORAZIONI INDUSTRIALI

Cimmino: “grande spazio da colmare per export, 2,4 mld per i beni di consumo e 2mld per quelli strumentali”

Riccardi: “stock di investimenti diretti esteri italiani in Cina ammontano a oltre 15 mld euro”

Pechino, 29 luglio 2024 – Sono 115 le aziende e associazioni imprenditoriali italiane ad aver partecipato oggi alla tavola rotonda “Italy investing in China: trends and perspective” organizzata a Pechino da Confindustria e Camera di Commercio italiana in Cina (CCIC) nell’ambito del VII Business Forum Italia Cina svoltosi in occasione della visita del Premier Meloni. L’appuntamento ha approfondito le dinamiche di mercato per aumentare l'interscambio, in particolare per potenziare l'export italiano così da riequilibrare la bilancia commerciale, e per favorire le collaborazioni industriali.

“Servono relazioni mutualmente vantaggiose all’insegna della reciprocità per garantire uguali condizioni di accesso ai mercati, inclusa una più marcata convergenza degli standard e delle regolamentazioni tecniche, il cui divario comporta sensibili costi aggiuntivi soprattutto alle pmi. È anche per questo che le grandi aziende presenti in Cina possono svolgere il ruolo di business ambassador e di traino all’interno delle filiere, condividendo esperienze e network, l’accreditamento presso le autorità locali e altri elementi fondamentali per la lettura del mercato”, ha detto Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli investimenti di Confindustria. “Basti ricordare che secondo il Centro Studi Confindustria il potenziale export che possiamo ancora colmare nel mercato cinese è di 2,4 miliardi di euro soltanto per i beni di consumo e 2mld per quelli strumentali”.

“La Cina continua a confermarsi strategica per l'export italiano: Pechino si colloca tra le prime destinazioni delle esportazioni italiane a livello globale, essendo il principale mercato in Asia e il secondo tra i Paesi extra-europei, dopo gli Stati Uniti”, ha dichiarato Lorenzo Riccardi, Presidente della Camera di Commercio italiana in Cina. “Il numero ed il valore crescente delle missioni istituzionali nel Paese promuovono in modo significativo le relazioni economiche tra Italia e Cina che contano su uno stock di investimenti diretti esteri italiani in Cina di oltre 15 miliardi di euro in base ai dati ISTAT, di cui oltre 1300 investimenti manifatturieri che contraddistinguono la maggioranza delle aziende presenti con 130.000 addetti e un fatturato di 33 miliardi di euro”.

Presenti alla tavola, a fare da capofila alle aziende dei vari settori, ANFIA, ASSICA, Farmindustria, FEDERMACCHINE e Sistema Moda Italia che hanno presentato visioni e prospettive nei rapporti con le controparti cinesi.

Per ANFIA era presente il presidente Roberto Vavassori, che ha illustrato alle controparti cinesi le competenze di filiera presenti nel nostro paese e le ragioni che suggeriscono un riequilibrio tra gli investimenti diretti, sin qui effettuati da aziende italiane in Cina, rispetto a quelli di aziende cinesi in Italia con un gap, in accordo con i dati forniti da ICE-Agenzia, di circa 5 miliardi di euro da colmare. Un dato che – secondo Vavassori – lascia spazio alla presenza di almeno un costruttore di veicoli in Italia.

ASSICA ha sottolineato che, nonostante il mercato cinese sia chiuso all’importazione di prodotti a base di carne suina a causa della peste suina africana, crede fortemente nel paese in cui fino a 2 anni fa ha esportato 60milioni di euro. L’auspicio è che si possa presto riprendere la possibilità di esportare in base a protocolli sanitari condivisi tra Italia e Cina con l’impegno delle istituzioni dei due paesi.

Farmindustria ha poi evidenziato che la Cina è per l’Italia il secondo partner extra europeo dopo gli USA nella farmaceutica e sta spingendo moltissimo sugli investimenti nel settore, garantendo anche una maggiore tutela brevettuale. In Cina sono attive da diversi anni importanti aziende italiane, che possono ulteriormente crescere. Anche per questo ha un’importanza strategica la missione in corso del Presidente Meloni.

Per FEDERMACCHINE la Cina nel 2023 è risultata il quarto mercato di sbocco con quasi 2 miliardi di euro di acquisti di macchinari. Nonostante un lieve calo dell’export italiano del comparto verso la Cina e di alcune politiche che non facilitano gli scambi, l’Associazione ha evidenziato le grandi opportunità offerte da questo mercato e dalla collaborazione con le aziende cinesi.

Sistema Moda Italia, infine, si è detta favorevole al “free trade” nel commercio internazionale in quanto pilastro della competitività, ma ha sottolineato l’importanza per il tessile abbigliamento di relazioni commerciali eque e vantaggiose per i produttori italiani, nel rispetto del “level playing field” e delle regole di sicurezza, tracciabilità e qualità dei prodotti importati, specialmente quelli e-commerce, così come definite dagli standard europei.

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