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TRASPORTI,
CONFINDUSTRIA E FEDERCHIMICA: NUOVA POLICY E INFRASTRUTTURE FERROVIARIE
DEDICATE AL TRASFERIMENTO MERCI PERICOLOSE
Oggi il
webinar “Merci pericolose: La digitalizzazione di una rete di hub interconnessi
dedicati al trasporto intermodale”
Roma, 16
novembre 2021 –
Riaffermare l’importanza strategica del trasporto ferroviario e intermodale per
il trasferimento di merci pericolose e rivederne complessivamente la policy.
Obiettivi che possono essere raggiunti attraverso una dotazione
infrastrutturale dedicata (in particolare terminal e aree di sosta) e la
concentrazione dei traffici in hub interconnessi e digitalizzati. Inoltre,
serve allineare la regolamentazione tecnica italiana agli standard europei e
prevedere misure e strumenti volti a promuovere e incentivare domanda e offerta
di questa tipologia di trasporto. Questi i temi al centro del confronto
nell’ambito del webinar ‘Merci pericolose: La digitalizzazione di una rete di
hub interconnessi dedicati al trasporto intermodale’, organizzato oggi da
Confindustria e Federchimica.
“Questo
webinar, organizzato nell’ambito dell’Anno Europeo delle Ferrovie, sottolinea
l’importanza del trasporto ferroviario e dell’intermodalità per la crescita e
lo sviluppo sostenibile, in particolare per quanto riguarda la movimentazione
delle merci pericolose”, così Natale Mazzuca, Vicepresidente di
Confindustria per l’Economia del Mare, nel suo intervento introduttivo. “Il
primo ostacolo da superare è quello dell’accessibilità infrastrutturale, dalle
grandi reti alle piccole infrastrutture dell’ultimo e penultimo miglio, per
rispondere alle esigenze della logistica e della produzione industriale, in un
contesto di effettiva sostenibilità. Investire è determinante - ha proseguito
Mazzuca - e noi dobbiamo sfruttare al meglio tutte le risorse del PNRR e del
PNIC per potenziare e razionalizzare la catena del trasporto e favorire
l’evoluzione tecnologica e l’efficienza dei processi e dei modelli
organizzativi dei flussi di traffico in hub ferroviari interconnessi. Anche nel
sostegno allo shift modale verso la ferrovia, per lo sviluppo della
decarbonizzazione del trasporto vanno rivisti i meccanismi di incentivazione,
concentrandone l’intervento sulla domanda di trasporto ferroviario,
capovolgendo la logica finora seguita. Abbiamo bisogno di maggiore attenzione
alle esigenze della domanda industriale di mobilità delle merci e situazioni
critiche, per tutto il Paese, come quelle venutesi a creare sui trasporti
eccezionali vanno rapidamente risolte”.
"La
promozione dell’intermodalità è cruciale per ridurre le emissioni del settore
del 90% entro il 2050. Tuttavia, il trasporto ferroviario e intermodale
strada-ferrovia, soprattutto delle merci pericolose, ha incontrato moltissime
criticità che ne hanno scoraggiato l’utilizzo. Insieme a Confindustria abbiamo
promosso un nuovo modello di trasporto basato su terminal specializzati
nella movimentazione e gestione di merci pericolose, nei quali si possano
aggregare importanti volumi di traffico e svolgere tutti i servizi necessari al
trasporto, compreso il rilancio del traffico a carro singolo di merci
pericolose, con il supporto della digitalizzazione", ha dichiarato Bernardo
Sestini, Vice Presidente di Federchimica con delega alla Sicurezza Impianti,
Salute e Logistica.
Secondo Guido
Ottolenghi, Presidente del Gruppo Tecnico Logistica e Trasporti di
Confindustria “il trasporto delle merci su ferrovia non è solo un
importante tassello di una politica attenta all’ambiente, ma è anche uno
strumento decisivo per rafforzare l’intera catena logistica al servizio della
produzione industriale italiana. Contare su treni che partono regolarmente
verso le principali destinazioni industriali europee significa migliorare la
competitività delle industrie, rafforzare i porti e attrarre nuovi traffici per
il Paese. È quindi importante favorire la concentrazione dei traffici su
stazioni specializzate e aggregare per destinazione le merci consentendo, con
le dovute cautele, alle merci pericolose che ora viaggiano su strada, di
muoversi con treni misti. Per fare questo occorrono sforzi regolamentari,
rispetto ai quali il sistema di Confindustria ha fatto in questi anni proposte
a costo zero che ora auspichiamo vengano prese in considerazione e attuate”.
CONFINDUSTRIA
LANCIA "WOMEN IN STEM", IL PROGETTO PER VALORIZZARE IL RUOLO DELLE
DONNE NELLE MATERIE SCIENTIFICHE
Bonomi: In
Italia c’è un divario di genere. Superare i pregiudizi culturali; è un tema di
competitività.
Fondazione
Giuseppina Mai, in collaborazione con Fondazione Bracco, crea 10 borse di
studio del valore di tremila euro destinate a studentesse delle discipline
STEM. Saranno attivati anche percorsi di mentorship all’interno delle
Associazioni e delle imprese del Sistema Confindustria
Roma,
15 novembre 2021
– Fondazione Giuseppina Mai di Confindustria, in collaborazione con la
Fondazione Bracco, lancia una call nazionale per promuovere la presenza femminile
negli studi sulle materie STEM (Science, Technology, Engineering and
Mathematics). L’obiettivo del progetto “Women in Stem” è quello di
aiutare le studentesse a realizzare i propri progetti di carriera nel campo
dell'innovazione e della tecnologia, riducendo il tasso di abbandono precoce e
favorendo il completamento del percorso di studi.
La
Fondazione Mai assegnerà 10 borse di studio del valore di 3mila euro ciascuna
alle studentesse più meritevoli iscritte al primo anno del Corso di Laurea Magistrale
nelle discipline Stem per l’Anno Accademico 2021/2022. Saranno inoltre attivati
percorsi di mentorship con le Associazioni e le imprese del Sistema
Confindustria per accompagnare le studentesse nel mondo del lavoro.
“La
differenza di genere sulle materie scientifiche in Italia è ancora molto
rilevante: le giovani laureate Stem sono il 16,2% del totale, a fronte del
36,8% di laureati uomini. È un gap che dobbiamo tutti impegnarci a colmare.
Diversi studi confermano, infatti, che le donne che intraprendono un percorso
scientifico sono tra le più preparate e rappresentano per l'impresa una risorsa
strategica a vantaggio della competitività aziendale”, ha commentato il
Presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “Vanno superati alcuni
stereotipi di genere e culturali attraverso un’azione strutturata di
orientamento e di sensibilizzazione, che deve essere condotta attraverso la
partecipazione attiva delle imprese. Questo progetto va nella giusta direzione
e rappresenta un segnale importante su un tema prioritario per il futuro del nostro paese, in cui Confindustria
crede fermamente. Oggi che viviamo il paradosso di avere da un lato giovani e
donne ai margini del processo produttivo e, dall’altro, aziende che non
riescono a trovare i profili scientifici e tecnici di cui hanno bisogno,
abbiamo il dovere di liberare e sviluppare questo grande potenziale
inespresso”, ha concluso il leader degli industriali.
“L’innovazione
tecnologica sta cambiando i parametri del lavoro, determinando un incremento
nella ricerca di profili STEM. Purtroppo, però, la partecipazione femminile al
mondo della scienza e delle professioni tecniche, soprattutto in Italia, è
ancora pesantemente ostacolata da bias e stereotipi di genere, e il tasso
d’abbandono degli studi scientifici è più alto tra le donne. Per questo la nostra Fondazione è felice di lanciare questo progetto” ha affermato Diana Bracco, Presidente di Fondazione Mai e B20 Ambassador Women Empowerment.
Il
progetto Women in Stem, realizzato con il supporto del Governo del
Québec, entrando più in dettaglio, promuove le borse di studio dando priorità
ai corsi di laurea con minore presenza femminile; favorisce percorsi di
mentoring attraverso il coinvolgimento di scienziate, ingegneri, imprenditrici
che condividono con le studentesse la propria esperienza professionale e di
vita, come role models, per diventare fonte d’ispirazione; crea una connessione
tra le associazioni e le imprese del Sistema Confindustria che “adottano” una
laureanda con borse di studio, percorsi di tutoring e stage.
CONFINDUSTRIA, MEDEF, BDI:
FRONTE COMUNE PER GOVERNARE LA DOPPIA TRANSIZIONE
Firmata oggi la
Dichiarazione Congiunta
Parigi, 10 Novembre 2021 – Promuovere i valori e il modello sociale europeo e
contribuire al corretto processo di transizione ecologica e digitale. Questi
gli obiettivi delle organizzazioni imprenditoriali dei tre più grandi paesi
manifatturieri d’Europa, Confindustria, la tedesca BDI e la francese Medef,
riunite a Parigi il 9 e il 10 novembre in occasione del Forum Economico. Un
impegno comune degli industriali testimoniato da questa iniziativa, giunta
quest’anno alla sua terza edizione. Alla vigilia della Presidenza francese
dell'Ue, nel corso del confronto con i rappresentanti dei rispettivi governi,
gli imprenditori presenti al Forum hanno tracciato la direzione da seguire per
consentire alle imprese europee di realizzare la grande trasformazione sociale
legata alla doppia transizione.
In una dichiarazione congiunta, Confindustria, BDI
e Medef hanno presentato una serie di proposte per conseguire l’obiettivo di
una crescita priva di emissioni di carbonio, favorendo la decarbonizzazione
dell'economia senza pregiudicare la competitività delle imprese europee. A questo
proposito, gli industriali hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di
definire una regolamentazione finanziaria adeguata a sostenere la doppia
transizione verde e digitale. Le tre organizzazioni, inoltre, hanno indicato le
azioni volte a promuovere la sovranità digitale dell'Unione, a partire dalla
centralità di iniziative come Gaia-X e l'IPCEI sul cloud, a cui dovrebbero
accompagnarsi la definizione un corretto quadro giuridico per l'IA e la
promozione delle competenze di produzione e progettazione nei semiconduttori.
Infine, alla luce dell’incertezza del contesto internazionale, Confindustria,
BDI e Medef, hanno evidenziato la necessità che l'Unione europea tuteli i
propri interessi strategici, garantendo contestualmente nuove opportunità di sviluppo
attraverso la promozione di accordi bilaterali e multinazionali.
Le tre organizzazioni continueranno a rafforzare la
cooperazione trilaterale, anche in seno a BusinessEurope e si impegnano a
lavorare insieme per il successo dell'Europa e per quello dei rispettivi Paesi.
Siegfried Russwurm,
Presidente di BDI: "Le istituzioni
dell'UE e gli Stati membri devono continuare a rafforzare le loro ambizioni di
digitalizzare tutte le dimensioni delle nostre società e l'ecosistema digitale
europeo. La regolamentazione non dovrebbe mai essere fine a se stessa, e i
colegislatori dovrebbero creare un quadro normativo in grado di stimolare
l'innovazione e gli investimenti nelle tecnologie digitali e in altre
tecnologie future. Esortiamo il governo francese a cogliere l’occasione della
prossima Presidenza semestrale dell’UE da gennaio 2022 per finalizzare il
lavoro legislativo sull'IA, la sicurezza informatica e l'economia delle
piattaforme. Alla luce dell'attuale carenza di semiconduttori e della crescente
domanda futura, poi, l'Europa ha bisogno di una strategia olistica e a lungo
termine per i semiconduttori. Il secondo IPCEI sulla microelettronica sarà un
tassello decisivo verso la sovranità digitale dell'Europa”.
Carlo Bonomi, Presidente di
Confindustria: “L'Ue necessita di un
quadro normativo chiaro, nonché di politiche industriali e fiscali adeguate,
per trasformare il titanico processo di decarbonizzazione in un'opportunità di
rinnovamento industriale. Serve assicurare la leadership competitiva dell'Europa
a livello globale attraverso la promozione del progresso tecnologico,
garantendo al contempo la creazione di nuovi posti di lavoro. Senza misure e
azioni realistiche e ragionevoli, il rischio di creare ulteriori pericolose
distorsioni competitive e di causare desertificazione industriale e depressione
economica in interi territori dell'Unione è estremamente concreto. Le scelte
dei co-legislatori europei e delle autorità nazionali nel prossimo futuro
determineranno il successo o il fallimento non solo del progetto europeo di
trasformazione verde, ma anche del processo di integrazione europea”.
Geoffroy Roux de Bézieux,
Presidente di MEDEF: “Al fine di garantire
gli investimenti necessari per sostenere la doppia transizione, l'Europa deve
mobilitare 330 miliardi di euro l’anno per la transizione ecologica e 125
miliardi di euro l’anno per il digitale. Insieme agli sforzi dei bilanci
nazionali ed europei, sarà decisivo il ruolo del settore privato. La sfida è
consentire all'Unione di sviluppare la propria autonomia con regolamenti che
tengano conto del modello di finanziamento della nostra economia e che
garantiscano condizioni di parità nei confronti dei nostri concorrenti
mondiali. Non vi sarà sovranità europea senza sovranità finanziaria".
DL INFRASTRUTTURE: CONFINDUSTRIA, LA MODIFICA SUI TRASPORTI ECCEZIONALI E’ INUTILE E DANNOSA
“Grassi: Governo e Parlamento procedano all’immediata
soppressione e ripristinino la norma attualmente in vigore”
Roma, 5 novembre 2021 – “Confindustria esprime fortissima preoccupazione per l’approvazione definitiva del DL 121/2021 “trasporti e infrastrutture”, con cui sono state apportate modifiche alla vigente disciplina del codice della strada sui trasporti eccezionali. Si tratta di interventi che avranno impatti negativi rilevanti sui settori manifatturieri direttamente interessati (acciaio, grandi travi in calcestruzzo, blocchi di pietra) senza tutelare in alcun modo la sicurezza e l’ambiente”. Così Vito Grassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale e Vice Presidente di Confindustria.
“Le modifiche introdotte riducono le attuali configurazioni dei carichi per assi e per limiti di massa che rappresentano, ormai da qualche decennio, uno standard operativo e produttivo. Inoltre, genereranno aggravi di costi, perdite occupazionali e, in alcuni casi, arriveranno a determinare crisi d’impresa. Contestualmente, questi interventi avranno un impatto negativo anche sull’ambiente, poiché il moltiplicarsi delle operazioni di trasporto anche a vuoto, in conseguenza della redistribuzione dagli attuali carichi da un mezzo speciale a due o più mezzi ordinari, determinerà una maggiore congestione di traffico, oltre alla conseguente difficoltà nel reperire gli autisti”, ha osservato Grassi.
“In una fase in cui il Paese sta procedendo alla realizzazione di numerose grandi opere, questa modifica comporterebbe aumenti dei tempi di consegna dei manufatti e aggravi dei costi di realizzazione - già stressati dalla crescita fuori controllo dei prezzi delle materie prime - in quanto le categorie merceologiche interessate rappresentano componenti rilevanti nella costruzione di opere pubbliche”, ha sottolineato il Vice Presidente di Confindustria.
“Inoltre, sul piano della sicurezza, modifiche generalizzate come quelle approvate risultano poi del tutto inutili, poiché già da tempo gli enti stradali concedono le autorizzazioni “caso per caso”, “infrastruttura per infrastruttura”, in funzione delle condizioni strutturali delle strade e delle opere d’arte”, ha spiegato Grassi, ricordando la proposta formulata da tempo da Confindustria per l’istituzione di una commissione tecnica ministeriale volta a definire percorsi nazionali e locali abilitati ai trasporti eccezionali su strada, monitorare lo stato delle infrastrutture e individuare i necessari interventi di messa in sicurezza. “Tale proposta – fa notare il Vice Presidente – non è mai stata presa in considerazione. Ora, quindi, Confindustria chiede al Governo e al Parlamento di procedere all’immediata soppressione della norma sui trasporti eccezionali che riporti la disciplina alla sua formulazione attualmente in vigore”, ha concluso Grassi.
Roma, 14 ottobre 2021 – È stato siglato oggi a Benevento, presso la sede del Pastificio Rummo, il nuovo protocollo d'intesa tra Confindustria e il Dipartimento della Protezione Civile per comunità sempre più resilienti. E’ stata così rinnovata e rafforzata, nell’ambito della terza edizione della Settimana nazionale della Protezione Civile, un’importante sinergia. Un esempio virtuoso di partenariato pubblico-privato, riconosciuto nel 2017 dall’Onu come eccellenza a livello internazionale e selezionato dalla Commissione Europea per rappresentare l’Italia nel 2020 agli European Enterprise Promotion Awards, il premio per la promozione dell’imprenditorialità all’interno dei confini dell’Unione.
Questa partnership, infatti, ha radici lontane che risalgono al terremoto dell’Emilia nel 2012 quando Confindustria e il Dipartimento della Protezione Civile iniziarono a collaborare ad un grande progetto organizzativo, il PGE – Programma Gestione Emergenze, sotto la guida di Piccola Industria. Il vero banco di prova è stato, poi, il sisma dell’Italia Centrale nel 2016 a seguito del quale si è arrivati alla sigla del primo protocollo d’intesa per formalizzare e dare impulso a questa collaborazione.
Sono state tante in questi anni le azioni messe in campo da Piccola Industria Confindustria e Dipartimento della Protezione Civile per migliorare la risposta agli eventi avversi, ai danni che derivano dalle calamità naturali o dalle pericolose pandemie come quella che il mondo sta vivendo. E il protocollo d’intesa, rinnovato oggi, ha come finalità proprio quella di sostenere imprese e territori nelle fasi di emergenza e diffondere, al contempo, una solida cultura della resilienza e della prevenzione nel Paese attraverso il coinvolgimento attivo di istituzioni, cittadini e aziende. L’obiettivo rimane quello di lavorare insieme ad un grande piano nazionale per la resilienza attraverso cui tutelare sia le imprese sia tutte le comunità.
Il protocollo è stato firmato da Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Carlo Robiglio Presidente Piccola Industria Confindustria. Sono intervenuti per l’occasione Pasquale Lampugnale, Presidente Piccola Industria Confindustria Campania; Luigi Traettino Presidente Confindustria Campania; Oreste Vigorito, Presidente Confindustria Benevento; Clemente Mastella, Sindaco di Benevento; Antonio Di Maria, Presidente Provincia di Benevento; Italo Giulivo, Direttore Generale per i Lavori Pubblici e la Protezione Civile - Regione Campania; Diego Mingarelli, Vice Presidente Piccola Industria Confindustria per Europa, Sviluppo e coesione territoriale, Resilienza e PGE; Roberto Bruno Mario Giarola, Direttore Ufficio per il coordinamento dell'attività giuridica, legislativa e del contenzioso – Dipartimento Protezione Civile; Cosimo Rummo, Presidente e Amministratore Delegato Pastificio Rummo.
“Le nostre aziende sono elementi essenziali delle comunità e dei territori in cui sono inserite – ha sottolineato il presidente di Piccola Industria Confindustria Carlo Robiglio. “Rappresentano un presidio contro la desertificazione economica, una garanzia di occupazione, vitalità e benessere. Qualunque azione a tutela del territorio non può prescindere il coinvolgimento delle imprese, soprattutto in un Paese come l’Italia, fragile e molto esposto a sismi, dissesto idrogeologico e altre calamità naturali. La terribile pandemia che ci ha colpito ha dimostrato come solo stringendo le maglie della solidarietà e della collaborazione sia possibile resistere ma soprattutto ripartire. In questa cornice il rinnovo della partnership con il Dipartimento della Protezione Civile assume una valenza straordinaria. Le istituzioni e il mondo dell’industria ribadiscono oggi l’importanza di lavorare insieme per sostenere e mettere in sicurezza il sistema produttivo e il Paese. E lo fanno forti dei risultati che questa lunga collaborazione ha dato. Consapevoli dell’efficacia e dell’operatività della rete costruita sul territorio attraverso il PGE – Programma Gestione Emergenze. Con la chiara convinzione di quanto sia importante lavorare fianco a fianco sia per rispondere alle emergenze ma ancor di più per mettere in atto tutte le azioni necessarie a prevenirle”.
"Chi fa protezione civile non può prescindere dalla conoscenza del territorio in cui opera - ha ribadito il capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio - e in questa chiave le aziende rappresentano un punto di congiunzione fondamentale tra le Istituzioni e i cittadini. Chi fa impresa ha dato dimostrazione, in più occasioni nella storia del nostro Paese, della grande resilienza di cui sono capaci i privati. È del tutto naturale, quindi, che oggi ci troviamo a rinnovare una collaborazione, particolarmente fruttuosa, che in questi anni è stata messa in campo tra Protezione Civile e mondo imprenditoriale. Siamo convinti che aziende resilienti accrescano la sicurezza dei territori in cui sono inserite e rappresentino un valore aggiunto per la loro comunità e per questo siamo felici di avere al nostro fianco anche il mondo imprenditoriale che, nelle tante emergenze che purtroppo abbiamo dovuto affrontare in passato, ha dimostrato di essere un importante supporto sia per le Istituzioni che per i cittadini”.
“Il protocollo rinnovato oggi – ha spiegato il presidente di Piccola Industria Confindustria Campania Pasquale Lampugnale – è importante non solo perché ha rilevanza nazionale, è stato riconosciuto e apprezzato anche all’estero e supporta imprese e territori in difficoltà nei quali sono avvenute calamità naturali, ma anche e soprattutto perché attiva una rete virtuosa di collaborazione pubblico privata a supporto di quegli imprenditori che sono più piccoli, meno visibili, operano in territori più isolati e per questo sono quindi più fragili. Confindustria afferma in questo modo anche il suo importante ruolo sociale, oltre che economico e di rappresentanza di interessi”.
Roma, 14 ottobre 2021 – Il ruolo fondamentale del trasporto aereo e in particolare degli aeroporti nello sviluppo economico e sociale del Paese e l’impegno dell’intero comparto sui temi della transizione green e digitale sono stati al centro del confronto tra il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il Presidente di Assaeroporti Carlo Borgomeo, svoltosi nel pomeriggio di ieri.
Nel corso dell’incontro il presidente Borgomeo ha evidenziato che negli ultimi mesi si intravedono primi segnali di ripresa del traffico aereo, in particolare per il segmento nazionale, ma che il settore è ancora lontano dai volumi del 2019. Il Presidente ha inoltre ribadito come il sistema aeroportuale sia da tempo in prima linea a livello europeo sui temi della decarbonizzazione e della digitalizzazione: il comparto è ora particolarmente impegnato ad accelerare tale processo con importanti programmi di investimento. Nell’attuale scenario è quindi più che mai necessario che il settore aeroportuale resti unito per portare avanti con maggiore forza le istanze comuni.
Il Presidente Bonomi ha ribadito la strategicità del trasporto aereo per l’economia del Paese ed ha auspicato che le politiche pubbliche possano sostenere adeguatamente l’impegno a realizzare maggiori e più qualificati investimenti nel settore.
Il B20 è uno dei più autorevoli “Engagement Groups” istituiti dal G20. Espressione del settore privato e delle confederazioni industriali dei paesi G20, nel 2021 è presieduto dall’Italia. Il B20 Italy, sotto il claim “Reshape the Future: Include, Share, Act”, è organizzato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia. Lo scopo del B20 è supportare il G20 con linee di indirizzo strategico sui settori chiave per l’economia globale, promuovendo il dialogo fra settore pubblico e privato e con le organizzazioni e istituzioni internazionali per stabilire percorsi condivisi e concreti per rispondere alle principali sfide globali.
G20 GIOVANI IMPRENDITORI: APPELLO AI
LEADER. AGIRE SUBITO SU CRESCITA, INNOVAZIONE, PARI OPPORTUNITA’, ECONOMIA
VERDE
Di Stefano: La pandemia ha
esacerbato le disuguaglianze, ora impegno per una globalizzazione più equa,
sostenibile e inclusiva
Milano, 6 ottobre 2021 – Centinaia di giovani imprenditori del G20 Young
Entrepreneurs' Alliance provenienti da Francia, Germania, Turchia, Arabia
Saudita, Messico e Canada, e oltre 500 collegati da Cina, India, Giappone,
Argentina, Regno Unito e Sud Africa si sono dati appuntamento a Milano il 5 e 6
ottobre per mettere a punto importanti proposte che verranno consegnate ai
leader del G20 e ai loro governi.
L’obiettivo dei giovani industriali è condividere un
percorso di sostenibilità, inclusione, digitalizzazione, commercio e
investimenti per uscire da una pandemia che ha lasciato profonde cicatrici.
La due giorni si è conclusa con la firma del Final
Communiqué dove i Giovani imprenditori chiedono ai governi un necessario cambio
di passo. Il documento di posizionamento finale racchiude le proposte dei
giovani imprenditori per un nuovo rinascimento globale che passa da 4 pilastri:
1. Rimuovere gli ostacoli alla crescita - migliorando
l’accesso ai capitali e le competenze digitali, facilitando la circolazione dei
talenti, rimuovendo le barriere fiscali e riducendo la burocrazia.
2. Promuovere l'innovazione e l'upscaling – creando
politiche in favore di Startup e Scaleup, e attraverso partnership
pubblico-private tra scuola e impresa, implementando una maggiore
partecipazione delle PMI al mercato globale.
3. Garantire pari opportunità – eliminando la
disparità di genere e le differenze tra zone urbane e rurali, a favore di una
maggiore partecipazione di giovani e donne in ruoli di leadership.
4. Sviluppare un'economia verde inclusiva – facilitando
una transizione verde che non abbia effetti negativi sulle filiere industriali
e sul lavoro.
Molti i relatori del governo, dell’industria e della società civile, a
partire dai Ministri Luigi Di Maio e Elena Bonetti, la B20 Chair Emma
Marcegaglia, la Vice Presidente di Confindustria Barbara Beltrame Giacomello,
il Presidente dell’ICE Carlo Ferro e il Console Generale degli USA a Milano
Robert Needham, ospiti dei Giovani Imprenditori di Confindustria guidati dal
Presidente Riccardo Di Stefano che ha detto: “I giovani imprenditori hanno
affrontato tempi senza precedenti. Ci è stato chiesto di adeguarci in fretta:
rispondere, digitalizzare, reinventarci, chiudere e riaprire le nostre
attività. La pandemia ha esacerbato le disuguaglianze già in atto e dobbiamo
tutti impegnarci per una globalizzazione più equa, sostenibile e inclusiva.
Superare il digital divide, implementare le competenze e le infrastrutture
digitali, promuovere l'educazione finanziaria e facilitare l'accesso agli
strumenti finanziari: questa è la base di partenza per un mercato globale più
aperto e inclusivo”.
Il G20 Young Entrepreneurs’ Alliance è l’alleanza
globale che riunisce i giovani imprenditori dei paesi più industrializzati al
mondo. Global Renaissance è il titolo della undicesima edizione del Summit che
per la prima volta si è tenuto in Italia, ospitato dai Giovani Imprenditori di
Confindustria a Milano, moderato dalla giornalista internazionale Seyda Canepa.
Il 7 e 8 ottobre a Roma si chiudono 12 mesi intensi per la community del B20, che rappresenta oltre 6,5 milioni di imprese. La B20 Chair Emma Marcegaglia presenterà la dichiarazione finale che contiene le proposte per i Governi del G20
Roma, 5 ottobre 2021 – 10 mesi di lavoro, una community di oltre 6,5 milioni di imprese, oltre 1000 delegati e 2000 partecipanti totali suddivisi in 9 task force che hanno elaborato, ciascuna, un Policy Paper. I lavori sono stati guidati da Barbara Beltrame Giacomello per la task force Commercio & Investimenti; Carlo Messina per la task force Finanza & Infrastrutture; Francesco Starace per la task force Energia & Efficienza delle Risorse; Gianpietro Benedetti per la task force Impiego & Formazione; Diana Bracco per l’Iniziativa Speciale sull’Empowerment Femminile; Claudio Descalzi per l’Action Council su Sostenibilità & Emergenze Globali; Sergio Dompé per Salute & Scienze della Vita; Maria Patrizia Grieco per la task force Integrità & Conformità; Maximo Ibarra per la task force Trasformazione Digitale.
Complessivamente, i Policy Paper del B20 contengono 32 policy recommendation, 93 call to action e 37 KPI per misurare l’attuazione e l’impatto delle proposte dell’industria. Sono questi alcuni dei numeri del B20, l’engagement group istituito dal G20 dedicato alle imprese e alle confederazioni industriali dei paesi membri che il 7 e 8 ottobre si conclude a Roma con il G20 Business Summit, due giorni che portano in città il gotha dell’imprenditoria mondiale e autorevoli leader politici nazionali ed internazionali.
Il B20 è organizzato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia. La sua finalità è supportare i governi del G20 nell’affrontare le principali sfide globali promuovendo il dialogo pubblico-privato e la collaborazione fra mondo del business, governi, organizzazioni e istituzioni internazionali.
I Paesi del G20 rappresentano l’85% del Pil, il 75% del commercio e il 60% della popolazione mondiali. Una tale ampia base di rappresentanza ed un approccio inclusivo, hanno permesso di realizzare 13 incontri di alto livello con i Ministri italiani ed alcuni omologhi G20, e 10 “dialoghi” con le principali Confindustrie dei G20, i loro Ministri, Viceministri e Sherpa G20. Il B20 ha coinvolto attivamente importanti organizzazioni internazionali come OCSE, WTO e FAO.
Al G20 Business Summit del 7 e 8 ottobre parteciperanno, tra gli altri, il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, la Presidente del B20, Emma Marcegaglia e i presidenti delle task force; Daniele Franco, Ministro dell’Economia e Finanze; Elena Bonetti, Ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia; Vittorio Colao, Ministro dell’Innovazione Tecnologica; Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica; Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Janet Yellen, Segretario al Tesoro USA; Christine Lagarde, Presidente BCE; Ngozi Okonjo-Iweala, Direttore Generale WTO; Mathias Cormann, Segretario Generale OCSE; Qu Dongyu, Direttore Generale FAO; Jeff Bezos, Fondatore e Presidente di Amazon.com e John Elkann Chairman e CEO EXOR N.V., Chairman and Executive Director Stellantis Group, Co-Chair B20 International Advocacy Caucus.
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Il B20 è uno dei più autorevoli “Engagement Groups” istituiti dal G20. Espressione del settore privato e delle confederazioni industriali dei paesi G20, nel 2021 è presieduto dall’Italia. Il B20 Italy, sotto il claim “Reshape the Future: Include, Share, Act”, è organizzato da Confindustria e presieduto da Emma Marcegaglia. Lo scopo del B20 è supportare il G20 con linee di indirizzo strategico sui settori chiave per l’economia globale, promuovendo il dialogo fra settore pubblico e privato e con le organizzazioni e istituzioni internazionali per indicare percorsi concreti e permettere ai governi di rispondere alle principali sfide globali.
78° MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE
CINEMATOGRAFICA
Confindustria, per la prima volta, a Venezia con il film “Centoundici. Donne e uomini per un sogno grandioso”
Il cortometraggio di Luca Lucini con Alessio Boni, Cristiana Capotondi, Giorgio Colangeli, Adriano Occulto sul coraggio delle imprese di guardare avanti e sull’impresa di fare cinema
Venezia, 10 settembre 2021 – Si è tenuta quest’oggi, all’interno della sezione “Venice Production Brigde” della 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dedicata ai professionisti dell’industria cinematografica, l’anteprima del cortometraggio d’autore “Centoundici. Donne e uomini per un sogno grandioso”, ideato e promosso da Confindustria.
La presentazione si è tenuta all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia - storico protagonista del Festival del Cinema - alla presenza del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, del Presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto, del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, del regista Luca Lucini e di alcuni degli attori protagonisti come Cristiana Capotondi, Giorgio Colangeli, Adriano Occulto.
Il titolo “Centoundici” arriva “spontaneo” e piace subito a tutti. È un omaggio alle centoundici persone, che hanno lavorato alla realizzazione del film: regista, sceneggiatore, attori, assistenti di produzione, montatori, scenografo, costumisti, microfonisti, macchinisti, attrezzisti, operatori, elettricisti, sarte, truccatrici, parrucchieri… Artisti e professionisti in rappresentanza di tutte le maestranze impegnate, quotidianamente, dietro le quinte e indispensabili alla realizzazione di un film, di uno spettacolo, di un concerto, di un festival. Persone e famiglie travolte da quasi due anni di pandemia e per le quali il lavoro si è completamente fermato.
Secondo l’Enpals, solo guardando la prima ondata Covid in primavera, circa 380mila addetti dello spettacolo e della cultura si sono trovati senza lavoro nel nostro Paese. Mentre le industrie culturali e creative hanno perso nel 2020 oltre il 30% del loro volume di affari (“Rebuilding Europe: the cultural and creative economy before and after COVID-19 - Ernst & Young”). A loro, Confindustria ha voluto dedicare la fine del cortometraggio con le interviste e le immagini di backstage sulle note del brano “Vivere”, nella versione swing arrangiata da Andrea Guerra. Un auspicio di ritorno alla vita, che è lavoro, è passione, è incontro tra persone, è scambio di idee, è fare progetti.
Da qui la scelta di Confindustria di essere presente, per la prima volta e su iniziativa del suo Presidente Carlo Bonomi, proprio alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un palcoscenico unico al mondo per evidenziare il valore delle industrie culturali e creative del cinema, dell’audiovisivo, della musica, dello spettacolo, degli eventi, che sono cultura ma anche impresa. Fondamentali per la loro funzione sociale e per la loro portata economica e occupazionale. Secondo le stime del Centro Studi Confindustria su dati Istat, pre-pandemia l’industria dei contenuti nel 2018 ha creato, sia direttamente sia attraverso la domanda di beni e servizi attivata a monte delle filiere, un valore aggiunto di circa 35 miliardi di euro (2,2% del PIL), e circa 690mila posti di lavoro (2,9% del totale nazionale). I dati riferiti alla sola industria dell’audiovisivo, musica e broadcasting sono rispettivamente 16 miliardi di euro (1,0% del PIL) e 214 mila occupati (0,8% del totale). Circa un terzo sia del valore aggiunto sia degli occupati generati dall’industria della cultura è impiegato in attività direttamente collegate alla cultura, mentre i restanti due terzi appartengono a settori a monte della filiera (come i servizi di consulenza, quelli operativi, di trasporto, le produzioni manifatturiere, immobiliari, etc). La domanda di attività culturali genera un importante effetto moltiplicatore sull’economia italiana, proprio in virtù di questi forti legami di filiera. Per ogni euro aggiuntivo speso per acquistare prodotti culturali in Italia si attiva un valore della produzione nel Paese di circa 1,9 euro. Questo perché quando cresce la domanda finale di prodotti culturali, a beneficiarne non è solo la produzione di contenuti culturali a cui la maggiore domanda è rivolta direttamente ma anche tutti quei settori che riforniscono le imprese culturali e senza le quali non esisterebbe il prodotto culturale.
Ma “Centoundici” sono anche gli anni di Confindustria. Anni di grandi trasformazioni, di creatività italiana, di umanità che hanno cambiato il volto dell’Italia da paese agricolo a industriale. Anni di grandi sogni nei quali le imprese sono state motore di rinascita e dove il contributo di migliaia di lavoratori, uomini e donne, è stato determinante per la ricostruzione del Paese. Come fu nel Secondo Dopoguerra, quando tutto era stato devastato e spazzato via ma non la speranza e la voglia di ricostruire un nuovo futuro di prosperità sociale ed economica. Per il Paese, per i figli, per tutti. È questo che racconta “Centoundici. Donne e uomini per un sogno grandioso” con il linguaggio “vivo” del cinema. Una scelta che è una riconferma da parte del Presidente Bonomi che si era già affidato alla narrazione cinematografica, sempre con la regia di Lucini, per riflettere sui grandi temi della contemporaneità in occasione delle sue ultime Assemblee annuali con i corti “Il coraggio del futuro” (Assemblea Confindustria, 2020) e “L’impresa di servire l’Italia” (Assemblea Assolombarda, 2019).
Il cortometraggio, prodotto da Maremosso e realizzato in collaborazione con Adverteam e Next Group, presenta al pubblico uno spaccato di vita vera dei nostri giorni, alternati da “riavvolgimenti” riferiti al passato. Chiara (interpretata nel film dall’attrice Cristiana Capotondi) è una giovane professoressa di storia, insegna alle superiori ed è innamorata del suo lavoro. La pandemia ha significato per Chiara doversi confrontare con un modo completamente nuovo di fare il proprio lavoro: la didattica a distanza. Gli manca l’aula, il rapporto con i colleghi, il contatto con gli studenti perché - sottolinea nel film - “una persona insegna anche guardando i ragazzi negli occhi”. Chiara è il simbolo dell’umanità di questa pandemia. E rappresenta molto bene il tema delle donne con il riferimento a Teresa Mattei, la più giovane madre della Costituente, nelle sue battaglie per l’uguaglianza dei diritti e, in particolare, dei diritti delle donne.
Alberto (Giorgio Colangeli) è un pacato signore di ragguardevole età. L’incontro con Chiara avviene in un centro vaccinale ospitato da una grande azienda. È un’azienda italiana che ha saputo resistere nel tempo, rinnovandosi. Sono cambiati i processi produttivi e le tecnologie sono 4.0. E oggi in azienda c’è perfino un museo.
Il dialogo tra Chiara e Alberto fa emergere assonanze e coincidenze: la capacità delle imprese di essere motore di ripartenza, oggi con la campagna vaccinale così come nel Dopoguerra, la loro vocazione a innovare, la capacità di fare quello c’è da fare “perché le cose si possono cambiare se si vuole e se si lavora tutti insieme”. Alberto l’ha imparato, da giovanissimo, in fabbrica. E così ricorda quel suo primo giorno di lavoro “bellissimo”, quando dalla campagna è arrivato in città, proprio in quella stessa azienda che oggi ospita il centro vaccinale. La guarda con l’orgoglio di chi ne ha fatto parte, riconoscendo l’utilità del progresso e scommettendo che guardando avanti, senza rimanere ancorati a metodi e processi appartenenti al passato, si può vincere. Era il 1955, l’ultimo anno di Luigi Einaudi Presidente della Repubblica Italiana.
Un flashback accompagna il pubblico indietro nel tempo: qui vediamo un giovane Alberto (interpretato da Adriano Occulto), intento a fare delle consegne in azienda e a un tratto fermarsi dietro alla porta del Direttore Rota (nel film, Alessio Boni). Il capoazienda è impegnato con due collaboratori. La discussione è animata. C’è un problema di materie prime. Il rame è fermo alla frontiera e la produzione non si può fermare. “Ma - tuona Rota nel film - neanche le bombe ci hanno mai fermato”. È un riferimento alla responsabilità, al coraggio, alla tenacia dell’imprenditore di “fare quello che c’è da fare” e di non fermarsi di fronte agli ostacoli, di guardare alla risoluzione dei problemi, di investire sulle nuove generazioni. In questo contesto risuona nel film il discorso di Einaudi: “Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi”.
Così la memoria va a uno dei momenti più difficili della recente storia d’Italia, la seconda metà degli anni Quaranta, quando, di fronte a un paese distrutto dalla guerra, furono proprio gli attori sociali, la Confindustria e i sindacati a concordare un impegno comune: la ripresa delle attività e del lavoro. Va alle donne che, quando tutti gli uomini erano al fronte, hanno portato avanti le fabbriche negli uffici ma anche al tornio, alla catena di montaggio. Va al piano Marshall e all’analogia con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza oggi. E va a quello straordinario fermento di idee e alla voglia dilagante di cambiare per costruire insieme un futuro migliore, di sicurezza, di benessere e di pace.
Alberto è dunque il simbolo dell’Italia che ha risposto al disastro della guerra mondiale con il lavoro. Lavoro che è attaccamento all’azienda, che è l’emozione di entrare in fabbrica, che è il desiderio di far parte di un mondo nuovo. La speranza di un sogno grandioso per il futuro - quello dei giovani di ieri e della nostra generazione Covid - che ritroviamo nel volto entusiasta e trasognato di Adriano Occulto. Un’immagine iconica che diventa, per questo, la locandina del film.
Il filo rosso tra il passato e il presente di Alberto permette di guardare oltre la pandemia con fiducia come si fa con un nuovo inizio che fa eco a quello che tutti noi stiamo vivendo. Perché le grandi crisi portano con sé anche grandi opportunità: è l’insegnamento della storia. Bisogna però farsi trovare pronti per restituire fiducia ai giovani e costruire un futuro migliore.
“Non avere sogni grandiosi è l’unica cosa che ci può fermare”.
In allegato la dichiarazione del Presidente Carlo Bonomi