COMUNICATI STAMPA

Bonomi: “Su energia servono decisioni coraggiose in tempi rapidissimi e una politica energetica comune in Europa”

Roma, 1° marzo 2022 – Una ferma condanna condivisa alla guerra in Ucraina, la necessità di implementare una politica energetica comune in Europa per far fronte ai fabbisogni del Paese e delle imprese attraverso un comitato nazionale di crisi, tra il Governo e Confindustria, e la costituzione di un organo garante a livello europeo per la misurazione degli impatti della crisi in atto e la definizione delle contromisure da adottare. Sono le principali evidenze e proposte emerse nel corso del Consiglio Generale di Confindustria, tenutosi oggi, alla presenza di numerosi imprenditori del sistema.

“L’attacco russo all’Ucraina è una gravissima violazione della libertà e dell’autodeterminazione di una nazione” ha detto il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nella sua relazione al Consiglio Generale. “È un attacco che in alcun modo può essere giustificato dall’adesione alla NATO, che nei decenni successivi alla caduta del Muro hanno liberamente espresso numerosi Paesi, baltici ed est Europei. Nessuno li hai mai invasi o ha forzato la loro libera volontà nello scegliere l’Alleanza Atlantica”. 

Il Presidente Carlo Bonomi ha quindi ribadito, a nome degli industriali, il più convinto sostegno alla linea del Presidente del Consiglio Mario Draghi, di piena condivisione delle misure che l’Unione Europea sta adottando verso la Russia e di continua concertazione con la NATO. “UE e NATO sono i due pilastri fondamentali della nostra collocazione internazionale - ha dichiarato Bonomi - e in quelle sedi si devono adottare tutte le misure necessarie contro ogni tentativo di calpestare libertà e sovranità dei popoli con l’uso della forza”. 

Il Consiglio ha espresso preoccupazione per gli effetti che l’invasione dell’Ucraina avrà sugli interessi nazionali, in aggiunta ai molteplici gravi fattori che da novembre hanno preso a frenare il rimbalzo del Pil.  Dal problema della dipendenza dal gas russo, che in Italia copre una quota maggiore del consumo totale di energia e una quota molto maggiore di produzione di energia elettrica, al tema dei rincari energetici e delle materie prime. Secondo il Centro Studi di Confindustria, i nuovi picchi di prezzo in relazione alla crisi Ucraina potrebbero far salire la bolletta dell’industria a 51 miliardi nel 2022. Al tema dell’export verso la Russia, che per alcune filiere industriali rappresenta una quota elevata del proprio fatturato: arredamento, legno, abbigliamento e prodotti in pelle, a cominciare dal distretto della scarpa nelle Marche.

Oltre alla necessità di tutelare le imprese italiane presenti in Ucraina e lo stock degli investimenti diretti delle imprese italiane in Russia: si tratta di ben 442 sussidiarie italiane operanti, con quasi 35mila addetti e un fatturato annuale di 7,4 miliardi.

“L’approccio alla politica energetica deve radicalmente mutare – ha osservato il Presidente Bonomi, in accordo con il Consiglio Generale –. Finora il conto di errate scelte politiche è sempre stato presentato all’industria. Per questo chiediamo al Governo un confronto permanente di emergenza sulla valutazione delle conseguenze di questa crisi e l’avvio di un lavoro congiunto essenziale non solo per l’industria ma per la crescita dell’intero Paese”.

A tal proposito, gli industriali hanno condiviso la necessità di aumentare drasticamente nei prossimi anni la quota di GNL liquido via mare, diversificandone al massimo i Paesi di provenienza, e con impianti offshore di arrivo; potenziare la quota strutturale di energia da rinnovabili riservata alle imprese, che può realisticamente sopperire una quota rilevante di fabbisogno energetico in sostituzione al gas; arrivare a un forte aumento dell’estrazione delle riserve nazionali di gas che superi il limite di 2 miliardi di metri cubi annui attualmente definiti dal Governo.

Inoltre, se è vero che l’Italia ha stoccaggi di gas tra i più rilevanti in Europa, utili a far fronte all’eventuale riduzione dell’import dalla Russia, “è essenziale un vero mercato europeo dell’energia per metterli davvero in comune - ha sottolineato Carlo Bonomi -. Occorre quindi, abolire i dazi transfrontalieri, che ancor oggi distorcono i prezzi a nostro svantaggio; chiedere alla UE una sospensione temporanea del sistema ETS, che vede oggi la speculazione finanziaria far salire il costo della CO2 a svantaggio dell’industria italiana molto più decarbonizzata di quella tedesca. Infine, sono da rivedere molti aspetti del FITfor55 a tutela di filiere industriali essenziali, a cominciare dall’automotive, che senza una transizione sostenibile, nei modi e nei tempi, rischiano la desertificazione”.

“Siamo consapevoli che la risposta coordinata all’emergenza militare e umanitaria viene oggi prima di tutto – ha concluso il Presidente Bonomie dobbiamo essere tutti ancora più consapevoli che quello che sta accadendo avrà conseguenze molto serie sulla nostra economia e su quella di tutta Europa. Infatti, dove non c’è democrazia non può esserci né mercato e né impresa, necessarie per costruire il futuro sostenibile dei nostri figli e del pianeta”.  

Bonomi: “imprese e lavoratori insieme per sostenere la popolazione e difendere libertà e democrazia”


Roma, 28 febbraio 2022 - “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia calpesta principi fondamentali di libertà. Un atto ignobile che non può lasciarci indifferenti” ha dichiarato Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria.

“Per questo accolgo immediatamente l’invito del Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ad avviare una raccolta fondi per sostenere in modo concreto la popolazione ucraina, colpita da una violenza insensata – ha proseguito il Presidente Bonomi –. Insieme alle centinaia di imprenditori nostri connazionali, ai lavoratori e alle loro famiglie che, malgrado i bombardamenti, in queste drammatiche ore hanno scelto di restare nel Paese per presidiare e difendere con coraggio e responsabilità le persone, le aziende, i posti di lavoro. Nel fondo per l’Ucraina confluiranno i contributi volontari, pari a un’ora di lavoro, dei lavoratori delle imprese aderenti a Confindustria, ai quali si aggiungerà un complessivo corrispondente importo da parte delle rispettive aziende. Si tratta di un primo contributo di solidarietà, a cui Confindustria intende dar seguito, nella fase di ricostruzione, attraverso un impegno ancora maggiore volto a sostenere la formazione dei giovani ucraini, anche attraverso borse di studio da parte delle nostre università Luiss Guido Carli e Liuc Carlo Cattaneo. Saperi e competenze sono la leva strategica per dare ai giovani un futuro gratificante e sono anche la leva per ridisegnare il futuro di un Paese”.


“Le imprese hanno già dimostrato tante volte di essere uno straordinario baluardo di forza e di resistenza per il territorio e la comunità – ha concluso Carlo Bonomi –. Anche oggi vogliamo fare la nostra parte nell’assoluta convinzione che la guerra in Ucraina ci riguarda tutti, perché Stato di diritto, democrazia e libertà sono valori irrinunciabili”.


Roma, 24 febbraio 2022 - “Il precipitare degli eventi in Ucraina chiama oggi tutti a riaffermare il proprio impegno a sostegno della libertà e a lavorare nella massima unità nella Comunità Europea e nella NATO per fermare una nuova guerra d’aggressione nel nostro continente – ha dichiarato Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria –. L’Italia, come sappiamo, è particolarmente esposta sul gas e il rischio di conseguenze peggiori in relazione a quanto sta avvenendo in queste drammatiche ore si aggiunge alle grandi difficoltà che, negli ultimi mesi, hanno già considerevolmente colpito le imprese e frenato la ripresa italiana. Ho subito attivato una consultazione straordinaria di Confindustria con le nostre analoghe associazioni europee. Il mio dovere istituzionale in un momento straordinario come questo non può che concentrarsi solo sulla difesa degli interessi del sistema industriale italiano. Per questo ho comunicato ai club della Lega Calcio che mi è impossibile accogliere la richiesta che mi era stata rivolta di assumerne la presidenza. Naturalmente, Confindustria resterà sempre disponibile a qualunque contributo sia volto a ridare al sistema calcio il ranking finanziario e manageriale che gli spetta in Europa”.


 
 

Roma, 22 Febbraio 2022 - A partire dalla seconda metà dello scorso anno, Confindustria ha perfezionato una serie di operazioni di trasferimento da 35 Associazioni ed Enti appartenenti al sistema confindustriale, corrispondenti a complessive 3.289.956 azioni speciali de Il Sole 24 Ore S.p.A., portando la propria partecipazione al 66,816% del capitale della Società. Le operazioni, che sono state oggetto delle prescritte comunicazioni ai sensi della disciplina vigente, sono state condotte con l’intermediazione di Corporate Family Office SIM S.p.A.




Roma, 18 Febbraio - Il provvedimento sull’energia approvato oggi dal Consiglio dei Ministri replica per il secondo trimestre, le misure di contenimento dei rincari di luce e gas per famiglie e imprese già adottate nel primo. Al contempo introduce alcuni positivi interventi strutturali per lo stoccaggio e per l'aumento della produzione di gas nazionale. Si replica una linea di intervento congiunturale, che risulta efficace solo se l’incremento dei prezzi non presenta, come invece temiamo, carattere strutturale e quindi si ravvisa la necessità di considerare un intervento temporale più lungo.

In attesa di vedere i testi definitivi, valutiamo che quanto deciso vada ad oggi nella giusta direzione, dal momento che s’introducono come richiesto da Confindustria, alcuni interventi strutturali significativi, in particolare con riferimento all’incremento della produzione nazionale di gas, estremante importante per la competitività del sistema industriale e la sicurezza nazionale. Con riferimento a tale settore, il DL avvia quindi un condivisibile processo di rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale a prezzi equi.

Confindustria si augura che ci sia spazio anche nel settore elettrico  per interventi di carattere strutturale, con un orizzonte temporale più lungo. Pur rispondendo, infatti, in parte alla situazione di emergenza in atto, il provvedimento rinnova però misure di carattere temporaneo nel settore elettrico,  significative i termini di importi, ma con un orizzonte trimestrale (azzeramento degli oneri di sistema per il secondo trimestre 2022; riduzione dell’IVA e degli oneri generali nel settore del gas).



INCENTIVI 4.0, CONFINDUSTRIA: BENE PROROGA PER LA CONSEGNA DI IMPIANTI E MACCHINARI

Non depotenziare strumenti che aiutano gli investimenti innovativi delle imprese

 

Roma, 11 febbraio 2022 - Confindustria esprime apprezzamento per la conferma annunciata dal Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, di rinviare a dicembre 2022 il termine di consegna delle macchine e degli impianti ordinati nel 2021 che godono degli sgravi 4.0, previsti dalla precedente Legge di Bilancio. Per Confindustria e le sue Associazioni il termine di consegna fissato attualmente al giugno 2022 è un vincolo che deve essere assolutamente posticipato a fine anno. La critica congiuntura attuale, dovuta alla carenza di materie prime e ai problemi legati alla logistica, ha infatti reso evidente l’oggettiva impossibilità per il sistema manifatturiero di rispettare i tempi di consegna dei beni. Proprio per questo, Confindustria sta lavorando dallo scorso autunno con il Mise alla proroga e ribadisce la necessità di riavviare un tavolo di confronto per valutare l’impatto delle misure ed eventuali adattamenti al Piano Industria 4.0. Il Piano, da sempre sostenuto da Confindustria, non va depotenziato perché rappresenta un determinante strumento di politica industriale per la modernizzazione del sistema produttivo, che ha aiutato le imprese a realizzare investimenti in chiave innovativa, digitale e sostenibile: leve fondamentali per affrontare le transizioni in atto.



CONFINDUSTRIA: 110 ANNI DELLA RIVISTA DI POLITICA ECONOMICA

 

NEL SECONDO VOLUME: “L’ITALIA PAESE SEMPRE PIU’ VECCHIO. RESTITUIRE AI GIOVANI E ALLE DONNE UN RUOLO CENTRALE PER LA CRESCITA”

 

 

Roma, 8 febbraio 2022 – Inverno demografico, decrescita e bassa natalità. È questo il tema a cui è dedicato il secondo volume (nel primo, uscito a giugno, sono stati affrontati i temi della sostenibilità ambientale e dell’innovazione) della Rivista di Politica Economica di Confindustria. Pubblicazione che compie 110 anni e che, ancora oggi, offre una lettura documentata e di proposta su fenomeni che nel medio e lungo periodo avranno impatti rilevanti sull’economia e sulla società, a testimonianza dell’attenzione e dell’impegno che da sempre gli imprenditori pongono sulle tendenze e sulle vicende del Paese.

 

Fondata nel 1911, la Rivista di Politica Economica - a cui è stato conferito nel 1993 il Premio all’Elevato Valore Culturale dal Ministero dei Beni e Attività Culturali - è una delle più antiche e prestigiose pubblicazioni italiane di economia. Negli anni ha vantato, infatti, i più illustri relatori di fama internazionale, tra cui diversi premi Nobel per l’economia, che si sono succeduti nelle Lectio magistralis e nei numerosi Convegni promossi attraverso la Rivista. Per questo la pubblicazione è da sempre riconosciuta come luogo di approfondimento, di scambio culturale e di confronto libero di idee fondato su evidenze e dati.

 

E proprio in questa logica, si è tenuta questo pomeriggio - presso l’Università Luiss Guido Carli e con il sostegno di Unicredit - la presentazione del secondo volume celebrativo della Rivista di Politica Economica «La deriva demografica. Popolazione, economia, società», dedicato ai temi della demografia e delle sue conseguenze per l’Italia e l’Europa.

 

Dal dibattito - al quale sono intervenuti tra gli altri Giovanni Brugnoli, Vice Presidente di Confindustria per il Capitale Umano; Pier Carlo Padoan, Presidente di Unicredit; Vincenzo Boccia, Presidente Università Luiss Guido Carli; Stefano Manzocchi, Prorettore per la Ricerca Università Luiss Guido Carli e Direttore della Rivista di Politica Economica - emerge chiaramente che l’Italia sta vivendo un inverno demografico, ulteriormente aggravato dalla pandemia che ha causato sia un eccesso di mortalità specie tra gli anziani e sia una riduzione delle nascite ben più ampia di quella attesa dalle previsioni. L’invecchiamento demografico, in Italia a livelli record nel panorama internazionale anche nel periodo della pandemia (nel 2020 l’età media della popolazione era di 46 anni, l’anno precedente 45,7 anni).

 

Ma il cammino verso la decrescita della popolazione italiana, complice anche il rallentamento dei flussi migratori in ingresso, accompagnato dall’invecchiamento demografico e da una bassa natalità, che mina peraltro una delle condizioni principali per lo sviluppo economico e la sostenibilità dei nostri sistemi di welfare, mette in evidenza come la crisi attuale sia frutto di tendenze di lungo periodo e di interventi poco incisivi.

 

Gli squilibri strutturali della demografia italiana - come sottolineato nel corso del dibattito - potranno essere attenuati nel medio-lungo periodo solo se saremo in grado di restituire a giovani e donne un ruolo centrale per la crescita del Paese, sostenendo il loro potenziale di innovazione e competenze con interventi coraggiosi in favore della famiglia e dell’autonomia economico-lavorativa delle giovani generazioni. Sull’esempio di quanto già accade in Europa. E questo richiede un deciso impegno e una responsabilità da parte di tutti gli attori sociali e della politica, per superare i ritardi e gli ostacoli cumulati sino ad oggi.

 

Il nostro Paese, infatti, è in una situazione critica per quanto concerne il tasso di occupazione femminile e la quota di giovani privi sia di impiego e sia di studi. Basti pensare che il tasso di occupazione femminile è di quasi venti punti inferiore a quello degli uomini, con il divario peggiore in Europa. E che i giovani che non studiano e non lavorano oggi in Italia ammontano oggi al 23,3% della popolazione tra i 15 e i 29 anni (quasi un giovane italiano su quattro). Un quadro che la pandemia ha ulteriormente peggiorato. Per la prima volta dal 2013, il tasso di occupazione femminile è sceso nel 2020 sotto il 50% (al 49%). Il dato per le donne giovani è ancora più allarmante, 33.5%, così come quello del tasso di occupazione femminile nel Mezzogiorno (32,5%).

 

 

 

Il volume della Rivista diretta da Stefano Manzocchi è disponibile online sul sito di Confindustria al link: 

https://www.confindustria.it/home/centro-studi/rivista-di-politica-economica/dettaglio?doc=RPE_deriva_demografica_2021_2



 

Roma, 29 gennaio 2022 – “Desidero esprimere soddisfazione, da parte di tutta Confindustria, per la conferma di Sergio Mattarella al Quirinale: la sua autorevolezza e prestigio nel ruolo di garante della Costituzione e delle scelte europee e atlantiche è un presidio di credibilità nazionale”. Così Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, sull’elezione del Capo dello Stato. “Apprezziamo altresì che il Parlamento abbia, infine, trovato convergenza su una soluzione che è garanzia istituzionale di lungo periodo e che rilancia l’azione del Governo, evitando ogni rischio di crisi e rafforzando la fiducia degli italiani e delle imprese di fronte alle tante sfide che abbiamo davanti – ha proseguito il Presidente Bonomi. Ora è tempo solo di lavorare con grande urgenza contro il rallentamento della ripresa dovuto all’impennata dei prezzi energetici e delle materie prime, nonché alla sfiducia che aveva temibilmente preso a serpeggiare sui mercati verso la capacità dell’Italia di mettere a terra, presto e bene, le ingenti risorse del PNRR”.




 
Roma, 27 gennaio 2022 – Si è tenuto questa mattina un nuovo confronto tra Confindustria e il Governo sul caro energia, una vera e propria emergenza per i settori manifatturieri italiani che si trovano a fronteggiare un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, con particolare riferimento al prezzo del gas naturale e dell’elettricità.

 
Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani è, infatti, intervenuto sul tema al Consiglio Generale di Confindustria guidato dal Presidente Carlo Bonomi e alla presenza degli imprenditori rappresentanti il sistema associativo.

 
Obiettivo dell’incontro la condivisione di possibili azioni, frutto di una riflessione costruttiva e non ideologica, per contrastare il drammatico impatto dei costi dell’energia sul sistema produttivo con potenziali gravi conseguenze sociali ed economiche per il Paese. Una tempesta che rischia di paralizzare definitivamente il sistema industriale italiano, già interessato da molteplici decisioni di chiusura. E che richiede - come condiviso di nuovo oggi - un deciso intervento di politica industriale dagli effetti congiunturali e strutturali immediati, oltre a una progettualità di lungo termine.
 

Il pacchetto di misure più urgenti proposte da Confindustria riguardano la cessione della produzione nazionale di gas ai settori industriali per 10 anni con anticipazione dei  benefici finanziari per l’anno 2022; l’intervento immediato per la cessione ai settori industriali a rischio chiusura di energia rinnovabile elettrica “consegnata al GSE” per un quantitativo di circa 25TWh e trasferita ad un prezzo di 50 €/Mwh, l’aumento delle aliquote di agevolazione per le componenti parafiscali della bolletta elettrica nei limiti previsti dalla normativa Europea (art. 39 elettrico ex Com200/2014/UE).


MINACCE ORLANDO: CONFINDUSTRIA ESPRIME SOLIDARIETÀ AL MINISTRO ORLANDO

Roma, 20 gennaio 2022 – “Non c’è spazio per la violenza in democrazia e chi la coltiva va combattuto: solidarietà piena al ministro Orlando, occorre una grande unità nell’evitare anche solo toni violenti. Gli imprenditori che ricevono minacce e proiettili sanno per primi che cosa significhi ritrovarsi nel mirino di persone sconsiderate”.



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