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Si è ridotto il differenziale (spread) dei titoli sovrani italiani con quelli tedeschi, tornando ai livelli di fine 2017. Sono calati i rendimenti sui titoli sovrani anche degli altri paesi dell’Area euro, ma la riduzione di quelli italiani è stata maggiore. Il calo è dovuto principalmente a tre fattori:
Una parte considerevole del rischio più alto percepito dai mercati, a fronte del quale si richiede un rendimento più elevato, riguarda il rischio di un’uscita dell’Italia dall’Eurozona: anche solo la presenza di tale percezione è un costo per il nostro paese.
Con i tassi ai livelli attuali si potrebbero risparmiare circa 3 miliardi di spesa per interessi in un anno e mezzo: occorre trarre vantaggio da questa situazione ed evitare mosse che possano riportarli su valori più elevati.
Gli investimenti in Italia avevano ripreso ad aumentare da inizio 2015. Dall’estate dello scorso anno la crescita, però, si è sostanzialmente fermata, nonostante la risalita di quelli in costruzioni.
Nel 2019 solo un’accelerazione dell’export, seppure a ritmi non brillanti, dopo il rallentamento del 2018, potrebbe scongiurare il rischio di una recessione dell'Italia.
La ripresa dell’occupazione iniziata nel 2014 si è arrestata a maggio 2018, di pari passo con la frenata dell’economia. Serve che l’economia torni a crescere perché l’occupazione possa salire.
I paesi europei costituiscono nel loro insieme una delle tre grandi aree commerciali economicamente integrate del mondo.