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“Con il nuovo Codice antimafia si equipara l’attività degli imprenditori a quella dei delinquenti”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenendo in Sardegna alla convention Euromed del Gruppo Grimaldi. “In questo Paese ogni mattina si deve combattere con una cultura antindustriale e iperideologica che, pensando di far bene, fa in realtà molto male al Paese intero. L’impostazione del nuovo codice – ha detto Boccia - è un errore madornale che abbiamo denunciato a voce alta e non da soli: anche Raffaele Cantone, anche Sabino Cassese sono andati su questa linea. A questo servono i corpi intermedi, a far sentire in frangenti del genere la voce degli interessi autentici del Paese”.
Boccia ha poi osservato che nel nuovo Codice antimafia si possono rilevare anche profili di incostituzionalità: “Il punto di rottura – ha proseguito – si genera tra la realtà dei fatti e una visione della società anomala, in cui non si capisce cos’è un’impresa. Un imprenditore vive di reputazione, se lo rovini con la cultura del sospetto e della prevenzione non è che poi, quando lo riammetti al consesso sociale senza macchia, lo riabiliti in pieno, ormai lo hai comunque distrutto”.
“Dover essere eroi per fare l’imprenditore non ci piace. Viviamo un paradosso, siamo il secondo Paese industriale d’Europa, eppure respiriamo una delle più forti culture antindustriali del mondo, e solo 30% degli italiani sa che siamo secondo paese industriale d’Europa! Gli imprenditori li fai scappare se li fai sentire disprezzati. Il presidente francese Macron vuole che la Francia diventi il secondo Paese industriale d’Europa, cioè vuole superarci... E anziché reagire c’è qualcuno che tifa per questa retrocessione alla terza posizione. A volte si seguono eccessivamente i sondaggi e la pancia del Paese, prescindendo dagli interessi reali. In campagna elettorale il rischio è che si cavalchi troppo questa emotività rischiando di danneggiare gli interessi collettivi reali”.