Necessario prorogare a fine giugno la moratoria sui debiti delle imprese – Orsini oggi a Il Messaggero

20 dicembre 2020 | Vice Presidente

Oggi Il Messaggero pubblica un intervento del Vice presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco Emanuele Orsini sulla necessità di mantenere sino a fine giugno la moratoria sui debiti delle imprese. Uno strumento essenziale di supporto alle aziende per fronteggiare la crisi del Covid 19 e guardare alla ripresa.

"Chiediamo al Ministro dell’Economia di farsi garante del mantenimento di uno strumento così importante rispetto al quale non si può fare un passo indietro in una fase in cui lemergenza sanitaria non si attenua e cittadini e imprese devono far fronte a ulteriori blocchi e restrizioni.

È essenziale, infatti, che le istituzioni italiane individuino insieme alle autorità europee una soluzione interpretativa che consenta di prolungare le moratorie".

 

Gentile Direttore,

Le scrivo per porre all’attenzione dei suoi lettori e del Ministro dell’Economia una questione fondamentale per la tenuta e la ripresa delle imprese nel 2021, l’anno che dovrebbe farci uscire dalla pesante crisi generata dall’emergenza sanitaria grazie al vaccino e con la forza del nostro sistema produttivo e le risorse del Recovery Fund. Si tratta della assoluta necessità di mantenere, sino a fine giugno, come previsto dal disegno di legge di Bilancio, la moratoria sui debiti delle imprese.

È infatti essenziale preservare il principale strumento che ha permesso alle aziende, in difficoltà a causa del blocco della produzione e della caduta dei consumi, di guardare alla ripresa con un fardello in meno. Per le imprese italiane, infatti, diversamente da quanto accaduto in altri Paesi nei quali si è fatto maggior ricorso, grazie a minori vincoli di finanza pubblica, a sgravi e sospensioni fiscali e contributive, la moratoria rappresenta uno strumento di supporto essenziale per fronteggiare la crisi.

La nostra preoccupazione nasce dal recente aggiornamento delle Linee Guida dellAutorità Bancaria Europea, lEBA, in tema di trattamento delle esposizioni soggette a moratoria , che contiene alcune condizioni che possono rappresentare un ostacolo per lallungamento delle sospensioni già concesse alle PMI ai sensi della moratoria di legge prevista dal Decreto legge Cura Italia.

È essenziale che le istituzioni italiane individuino insieme alle autorità europee una soluzione interpretativa che consenta di prolungare le moratorie. Chiediamo al Ministro dell’Economia di farsi garante del mantenimento di uno strumento così importante rispetto al quale non si può fare un passo indietro in una fase in cui lemergenza sanitaria non si attenua e cittadini e imprese devono far fronte a ulteriori blocchi e restrizioni.

Non si può tuttavia tacere che non ci troveremmo in questa situazione di incertezza se fosse stata ascoltata la nostra proposta della scorsa estate e con il Decreto legge Agosto la moratoria di legge fosse stata prorogata fino al 30 settembre 2021, invece che solo fino al 31 gennaio.

Una mancanza di ascolto e visione che arreca un danno alle imprese e che osserviamo purtroppo su altri dossier che riguardano laccesso al credito e sui quali è invece urgente intervenire. Da troppo tempo Confindustria segnala la necessità e lurgenza che si trovi una soluzione, anche negoziando con le autorità europee, per consentire un allungamento della ingente mole di finanziamenti garantiti in capo alle imprese pari a circa 140 miliardi. Da un’analisi che stiamo conducendo con il nostro Centro studi sulla capienza del cash flow delle imprese per settori, emerge che tale allungamento è necessario per evitare che le imprese soffrano di tensioni finanziarie legate a un indebitamento eccezionale - contratto non per finanziare piani di sviluppo, ma per assicurare la continuità aziendale in un momento drammatico - e per non spiazzare nuovi investimenti.

La situazione che stiamo vivendo è fuori dal comune e sono essenziali alcuni interventi su norme europee in materia bancaria che segnaliamo da tempo. Si tratta di regole nate in uno scenario completamente diverso da quello attuale, che vanno ora riviste o posticipate per evitare che compromettano la possibilità di ripresa della nostra economia. Mi riferisco, in particolare, alla nuova definizione di default e alle regole sul trattamento dei crediti deteriorati. È essenziale che la richiesta delle imprese italiane sia supportata a Bruxelles.

A casa nostra, in Italia, è poi urgente che si assumano prestissimo decisioni per favorire il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese e la ripartenza di domanda e investimenti. Un esempio su tutti: vanno estesi per almeno un triennio i superbonus del 110%. Si tratta di una misura strategica, che impatta fortemente sull’economia reale.

Le imprese italiane sono sane, hanno fondamentali solidi e buone prospettive di ripresa. Vanno traghettate alla normalità con un insieme stabile ed equilibrato di misure che combini interventi per fronteggiare lemergenza e sostegno alla ripartenza, in una visione di lungo periodo. Confindustria non farà mancare la propria collaborazione e il proprio contributo di idee e proposte basate sulle necessità reali delle aziende, le sole che possono creare sviluppo e lavoro.


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