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Senza effetti le misure per il lavoro - Intervista a Maurizio Stirpe sul Sole 24 Ore | Confindustria

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Senza effetti le misure per il lavoro - Intervista a Maurizio Stirpe sul Sole 24 Ore

02 novembre 2019 | Vice Presidente, Lavoro e Relazioni Industriali

Il Decreto dignità, a più di un anno dall'entrata in vigore, non ha prodotto effetti di rilievo sull'occupazione, anzi in questi mesi di PIL fermo o quasi, l'irrigidimento normativo su contratti a termine e somministrazione rischia solo di peggiorare la situazione.

Nella sua intervista di oggi al Sole 24 Ore, il nostro Vice presidente per il Lavoro e le Relazioni Industriali Maurizio Stirpe parla di come manchi da parte del Governo una visione di politica industriale che produca effetti reali e positivi sull’occupazione.

Il Reddito di cittadinanza - aggiunge Stirpe - non ha rilanciato le politiche attive, meglio quindi ritarare la misura sul solo contrasto alla povertà. Gli ammortizzatori sociali andrebbero orientati solo sulla ricollocazione del personale abbandonando definitivamente l’assistenzialismo.

Quota 100 va abolita, le adesioni nel settore privato sono state modeste, occorre puntare su misure in grado di rilanciare crescita e consumi.

Non possiamo permetterci di non avere un progetto Paese e un disegno di politica industriale da qui ai prossimi dieci anni, che nella manovra manca, o è troppo timido. Il rischio? Che se prevale una cultura anti-impresa sarà difficile evitare un rapido declino industriale.

L'occupazione, infatti, si è allineata a un'economia in stagnazione. L'aumento dei posti di lavoro registrata negli ultimi mesi del 2018 e nella prima parte di quest'anno è stata una fiammata, si è concentrata quasi interamente sui servizi, in particolare su attività caratterizzate da forte intensità del fattore lavoro e quindi bassa creazione di valore aggiunto, oltre che da rapporti contrattuali molto spesso non a tempo pieno.

Ciò dimostra che senza crescita del PIL è impossibile creare occupazione di qualità.

Nella prima fase di avvio del Decreto dignità, l'arrivo di nuove regole più stringenti e gli incentivi hanno condotto le imprese ad anticipare la scelta di trasformare una quota di contratti a termine in rapporti stabili. Come dimostrato anche dalle analisi del nostro Centro Studi.

L'aumento delle trasformazioni era prevedibile, visti l'elevato numero di contratti a termine del 2017 e la propensione delle aziende a trasformarne una quota significativa. Per valutare gli effetti del decreto si deve considerare anche il calo complessivo delle assunzioni e bisogna riflettere sulla relazione fra la crescita delle partite IVA unipersonali e la contrazione della somministrazione e dei contratti a termine, che, come noto, sono rapporti più tutelanti per i lavoratori.

Serve una inversione di rotta. Nella Assise di Verona, a inizio 2018, abbiamo dato tre indicazioni di politica economica: spinta alla crescita, riduzione del debito e sblocco degli investimenti. A un anno mezzo è stato fatto poco o nulla. Assistiamo solo a tattiche legate a convenienze politiche e mancate decisioni.

Un esempio? Il Presidente Boccia ha chiesto a gran voce un piano d'inclusione dei giovani nel mercato del lavoro visto il tasso di disoccupazione degli under 25 prossimo al 30%.

Ebbene, nelle bozze di manovra in circolazione non ci sono interventi in tal senso.

Il taglio al cuneo fiscale che stanno ipotizzando in manovra è un intervento che condividiamo,ma ci sono poche risorse. Nella manovra riconosciamo poi un'attenzione a Industria 4.0, un intervento, che viene rifinanziato, che va nella giusta direzione. Ma poi basta.

A fronte di queste piccole aperture, si inseriscono più tasse che penalizzano interi settori, come plastica, bevande, auto aziendali. Tutto questo aggrava le aziende e non avrà effetti di stimolo sui consumi.

Gli imprenditori, per DNA, devono guardare avanti ed essere competitivi sul mercato e innovare. Guardi FCA, prova ad allearsi con Peugeot, per diventare un grande player nel settore automotive. Un'operazione che è positiva e da supportare.

Infine, c'è un grande tema, quello delle crisi aziendali, dove anche qui noto un'assenza di strategia. - ha aggiunto Stirpe. Penso a Whirlpool, dove si va avanti improvvisando, con i soliti pregiudizi. Su Ilva, addirittura, l'esempio che si sta dando è di scarsa credibilità, rimettendo in discussione accordi già presi.

In generale, sulla gestione delle vertenze, assieme al sindacato, una proposta l'avevamo avanzata già a settembre 2016, chiedendo di spostare il baricentro dalle politiche passive a quelle attive. Servirebbe più coraggio anche da parte dell'esecutivo per dare al Paese, finalmente, strumenti di attivazione dell'occupazione e del lavoro.

Del resto, quando le parti sociali si impegnano e trovano intese gli effetti si vedono: penso all'estensione dei premi di risultato nelle PMI anche se non associate, un primo passo che sta aiutando a diffondere la contrattazione di secondo livello nei tenitori al Centro-Nord.

Gli imprenditori stanno facendo la loro parte. A Frosinone ho lanciato un ITS, il primo nel Lazio sulla manifattura  - ha concluso il Vice presidente Maurizio Stirpe. Gli ITS hanno un tasso di occupazione dell'80% e hanno dimostrato, negli anni, di funzionare, accordando la distanza tra scuola e mondo produttivo.

L'ITS che presiedo è finanziato interamente dai privati, e nasce con una regola d'ingaggio chiara: le imprese partner si sono già impegnate ad assumere tutti i neo diplomati.


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