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Avanti con la rivoluzione digitale: il Presidente Boccia lancia il 9° Business Forum BDI - Confindustria

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Avanti con la rivoluzione digitale: il Presidente Boccia lancia il 9° Business Forum BDI - Confindustria

30 ottobre 2019 | Europa, Presidente

Oggi e domani a Balzano si svolge il Business Forum tra Confindustria e la Federazione dell'industria tedesca BDI, le associazioni imprenditoriali dei due Paesi a più forte vocazione industriale di tutta l'UE. Ne parla il Presidente Vincenzo Boccia questa mattina sul quotidiano Alto Adige.

Whatever it takes, tutto ciò che serve. Nel loro saluto a Mario Draghi, che dopo 8 anni lascia a Christine Lagarde il timone della BCE, il manifesto-monito del banchiere centrale è stato ricordato con gratitudine dai tre capi di Stato e di governo che hanno preso la parola in una sobria cerimonia di addio: Sergio Mattarella, Emmanuel Macron e Angela Merkel.

Grazie al coraggio di esplorare "terreni incogniti", avviando con il suo Quantitative Easing una lungimirante azione monetaria di carattere anticiclico, Draghi è riuscito a spezzare e superare i vincoli e gli effetti negativi dell'austerità consentendo all'Unione europea e all'euro di superare la prova più difficile che hanno dovuto fronteggiare dalla loro nascita.

Se oggi possiamo dire che euro ed Europa sono imprescindibili e che non possono in alcun modo essere messi in discussione, molto è dovuto proprio all'efficacia che le tre paroline magiche hanno avuto sui mercati internazionali i cui attori più spregiudicati non se la sono sentita di sfidare la parola e le intenzioni di un banchiere centrale fermo e credibile nella sua risoluzione.

Da questo esempio dobbiamo imparare un po' tutti. Whatever it takes deve diventare l'impegno del governo dell'Europa e dei Paesi che la compongono per superare la crisi economica e occupazionale alla base della disaffezione di tanti cittadini.

L'Europa deve riaffermare le ragioni per cui è nata diventando un baluardo per la Pace, la Sicurezza e la Prosperità. Alla politica monetaria anticiclica che Draghi lascia in eredità a Christine Lagarde occorre accompagnare una politica fiscale dei governi nazionali che sia anticiclica altrettanto perché le due azioni, combinate insieme, possano conseguire il risultato di una decisa ripresa degli investimenti - pubblici e privati - e generare posti di lavoro a cominciare dai giovani.

E non esiste politica più anticiclica che si conosca di quella legata all'apertura dei cantieri, all'investimento in infrastrutture che oltre ad essere un potente acceleratore dell'economia è indicativo di una società aperta, capace di connettere territori e includere persone. Crediamo fortemente che questa politica anticiclica dovrebbe essere inaugurata in Italia come in Europa. Le risorse non mancano.

Secondo i calcoli dell'ANCE, l'associazione dei costruttori che aderisce a Confindustria, ci sono almeno 70 miliardi non spesi in Italia per opere che non partono e andrebbero invece avviate. E l'Europa potrebbe provvedere a un grande piano infrastrutturale transnazionale attraverso l'emissione di Eurobond per almeno 1000 miliardi.

Di questi temi parleremo oggi e domani al Forum di Bolzano, giunto alla sua nona edizione, con gli amici tedeschi della BDI. L'obiettivo di fondo è rendere più competitive le nostre imprese e i nostri sistemi Paese, anche grazie alla trasformazione digitale, in un mondo dominato da grandi potenze come Stati Uniti e Cina che difendono le proprie economie con sempre maggiore forza e convinzione.

Una circostanza che conferma ciò che andiamo dicendo da tempo e cioè che la grande sfida che abbiamo davanti non è tra Paesi d'Europa ma tra l'Europa e il mondo esterno. E dovremo compiere tutto quello che è necessario per riuscire a trasformare il gigante economico che siamo, come Unione europea, in un gigante politico che possa trattare alla pari con i suoi concorrenti.

Anche con questo proposito il 4 e 5 dicembre incontreremo a Roma assieme ai colleghi della BDI anche gli imprenditori francesi del Medef nel primo trilaterale mai realizzato in Europa.

Un'iniziativa che pone le Confindustrie delle prime tre manifatture dell' Unione come interlocutori del governo comunitario e dei rispettivi esecutivi nazionali in uno spirito di collaborazione. Perché è finito il tempo dell'autosufficienza ed è arrivato il tempo dell'interdipendenza.

Dobbiamo prendere atto, a tutti i livelli, che da soli potremo fare tanto ma da soli non ce la faremo a sormontare le prove che dobbiamo superare per costruire una società, in Italia come in Europa e negli altri Paesi che ne fanno parte, miglior luogo per i giovani, il lavoro, le imprese.

 


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