Robiglio al Mattino: Prestiti entro dieci giorni o le piccole imprese crollano

21 aprile 2020 | Piccola Industria

Dieci giorni ancora, non di più per l’arrivo della liquidità necessaria e lo snellimento totale delle procedure per accedervi. La resistenza delle micro e piccole aziende industriali italiane non può durare oltre. Eravamo già in grossa difficoltà due settimane or sono, figuriamoci adesso: senza la liquidità necessaria saranno in tanti a non poter più ripartire. Così Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria intervistato oggi su Il Mattino. 

Sulle richieste di prestiti fino a 25mila euro Robiglio è curioso di verificare tra due o tre giorni se l’erogazione immediata di liquidità alle micro e piccole attività professionali, non associate a Confindustria, sarà stata effettivamente tale come si augura. L'attenzione delle pmi, però, si concentra sulle richieste fino a 800mila euro su cui c'è finalmente l'accordo Sace-Abi. Sono strumenti importanti sebbene non si possa più recuperare il tempo perduto. Va preso atto che il governo ha lavorato soprattutto sulle garanzie ma tra queste e la liquidità c’è una bella differenza. E la verità è che nostre aziende stanno morendo, e si tratta di settimane, se non di giorni. Al di là delle garanzie, Confindustria aveva chiesto liquidità immediata, a costo zero e rimborsabile in 30 anni. Il presupposto è che gli imprenditori, nessuno escluso, non hanno alcuna responsabilità per questa pandemia. Sono stati dati invece solo 6 anni per la restituzione come un normale finanziamento bancario. Robiglio si augura che si possa almeno allungare questa scadenza. Bisogna poi sgombrare il campo dall’equivoco che siano state fatte regalìe alle imprese. Qui di regalato non c’è nulla. Le imprese devono pagare il denaro che ricevono e devono poi anche restituirlo in tempi non del tutto agevoli. 

Per quanto riguarda lo snellimento delle procedure di accesso al credito è il sistema bancario ora che deve adottarle implementarle e calarle sulla propria organizzazione, e va tenuto i conto che gli stessi istituti per effetto del Covid-19 lavorano in smart working. Il punto è: come impatteranno i nuovi strumenti voluti dal governo nella valutazione da parte delle banche delle richieste di finanziamento? Un sostegno a fondo perduto per le micro e piccole imprese sarebbe il massimo, senza dubbio. Ma basterebbe almeno garantire liquidità a costo zero e con una durata molto superiore ai 6 anni per la restituzione. Oggi la finanza serve per resistere e salvare centinaia di migliaia di posti di lavoro. 

Infine, sulla ripresa per aree territoriali Robiglio si rimette alla comunità scientifica. Davanti a tutto ci sono la salute e la sicurezza delle persone, dei dipendenti e collaboratori. Tuttavia va tenuto in conto che il protrarsi della chiusura delle imprese aumenta in maniera esponenziale il numero di quelle che non riapriranno. Ci avviciniamo ad un’altra pandemia, quella della morìa di imprese che genererà centinaia di migliaia di occupati in meno. Un’impresa che non produce e non esporta, specie se fa parte di filiere internazionali, è fortemente a rischio. 
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