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PIOVESANA AL SOLE24ORE - TRANSIZIONE ECOLOGICA: EVITARE STRAPPI E ACCELERAZIONI. APPROCCIO UE SU PLASTICA, AUTOMOTIVE ED ENERGIA PRESCINDE DA REALTA’ ECONOMICHE

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Piovesana al Sole24Ore-Transizione ecologica: evitare strappi e accelerazioni. Approccio Ue su plastica, automotive ed energia prescinde da realtà economiche

25 febbraio 2022 | Vice Presidente, Sostenibilità


 

“Nel tempo la sostenibilità è diventata un concetto sempre più esteso e pervasivo, che permea ogni ambito del nostro vivere pubblico e privato: dall'ambiente alla finanza, dagli investimenti ai comportamenti, dall'impresa alla famiglia, dal clima alla demografia. La prima conferenza ONU sull'Ambiente è del 1972 e, già a quel tempo, la sostenibilità era stata declinata come condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. Questa definizione evoca comunque due concetti: il primo riferito allo sviluppo, alla crescita e al progresso; il secondo legato al perseguimento dell’equilibrio tra generazioni, tra presente e futuro, e tra territori”. Così Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, nel suo intervento sul Sole24Ore. “E’ un percorso che è stato tradotto, dai documenti politici e dal quadro normativo, in una transizione ambientale, tecnologica e sociale. La finalità e il valore di questo percorso – ha continuato Piovesana - sono entrati a far parte della nostra quotidianità, oltre che nei comportamenti, anche negli orientamenti e negli investimenti dell'economia e delle imprese”.

 

Secondo la Vice Presidente è proprio “il sistema industriale, in particolare quello italiano, ad aver pienamente aderito a questo indirizzo, investendo in tecnologie, competenze, innovazioni di processo e prodotto, per concorrere agli obiettivi di decarbonizzazione e inclusione sociale, elementi cardine del Green New Deal. Infatti, la nostra industria esprime una leadership indiscussa a livello europeo nel processo di transizione ecologica, come certificano i più autorevoli rapporti nazionali ed internazionali. Questa consapevolezza ci pone nella condizione di affermare che non condividiamo alcune recenti scelte di indirizzo normativo espresse dall’Europa sui tempi e sui modi per conseguire gli obiettivi di sostenibilità – ha sottolineato Piovesana . Se è vero che uno dei primi principi della transizione ecologica sia l’inclusione, questo non trova riscontro nelle decisioni e negli indirizzi delle Istituzioni europee perché si tratta di scelte che non tengono conto degli impatti, sia a livello economico che sociale, soprattutto nei Paesi come l’Italia, in cui la produzione industriale ha una quota importante sul PIL”.

 

La Vice Presidente Piovesana, nelle sue considerazioni, ha citato in particolare tre esempi. Il primo riferito alla direttiva che bandisce le plastiche monouso che si pone l’obiettivo, condiviso dal sistema industriale, di affrontare le emergenze ambientali, soprattutto la dispersione in mare della plastica. “Quello su cui dissentiamo – ha spiegato Piovesana - sono l’approccio e il metodo, perché l’Europa rischia di cancellare con un tratto di penna intere filiere, con conseguenti ricadute a livello economico e sociale. Mentre invece – ha osservato – abbiamo a disposizione diversi strumenti che coniugano l’attività economica alla tutela ambientale e su questi dobbiamo puntare: dal potenziamento degli strumenti di contrasto alla dispersione e per la raccolta, fino al riciclo e al recupero della materia prima”. 

 

Analogo discorso, secondo Piovesana, “vale per il settore automotive, dove la Commissione europea, senza prima aver effettuato una stima di impatto economico, sociale e finanziario, ha fissato al 2035 la deadline per il motore endotermico, escludendo le altre tecnologie che potrebbero ugualmente contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione”.

 

Infine, la Vice Presidente ha citato il tema dell’energia su cui “c’è stata una rapida accelerazione verso il raggiungimento di obiettivi di decarbonizzazione, senza considerare il fabbisogno finanziario e il rischio di delocalizzazione per i settori industriali più esposti alla concorrenza internazionale. Un quadro aggravato ancora di più dalla recente impennata dei costi energetici, in cui l’Europa, non avendo adottato una politica comune e lungimirante sull’approvvigionamento e lo stoccaggio del gas - funzionale proprio alla transizione - sta esponendo la gran parte degli Stati membri alle fibrillazioni geopolitiche che provocano tensioni sui prezzi dell’energia”.

 

Plastica, automotive ed energia, ha affermato la Vice Presidente “sono solo alcuni di quelli in cui le posizioni espresse dall'Europa sembrano prescindere da qualsiasi considerazione di sostenibilità tecnologica, finanziaria, industriale e sociale. Anzi - ha incalzato Piovesana -, si pongono in contrasto col raggiungimento di questi obiettivi, determinando il rischio serio di minare al cuore il tessuto industriale e pregiudicare, di conseguenza, il futuro delle nuove generazioni. Per questo è importante evitare strappi e accelerazioni nei tempi di realizzazione della transizione ecologica. Piuttosto – ha evidenziato Piovesana - serve accompagnare le imprese in questo processo, rafforzando la disponibilità di risorse finanziarie, pubbliche e private, e garantendo la neutralità tecnologica nel raggiungimento di obiettivi green”.

 

Infine, la Vice Presidente ha spiegato che “sono necessarie politiche industriali orientate all’offerta, per rafforzare e costruire filiere produttive che siano in grado di progredire e trasformarsi in tempi e modalità tali da assicurare davvero la sostenibilità, sia a livello ambientale che sociale ed economico. Il Parlamento nazionale e l'Europa hanno la precisa responsabilità di difendere il valore e le ragioni di sopravvivenza e sviluppo del nostro sistema industriale, così da garantire alle generazioni presenti e future un'economia viva e competitiva e, quindi, il benessere sociale. Questi obiettivi devono essere perseguiti attraverso una forte rigenerazione del capitale umano, che va dalla formazione e l’aggiornamento delle competenze, all’implementazione di strumenti di sostegno alla natalità e alla crescita demografica – ha indicato Maria Cristina Piovesana. “Sono componenti di un mosaico che rappresenta il primo obiettivo di sostenibilità da centrare e su questo, oltre alle politiche pubbliche, le parti sociali possono svolgere un ruolo fondamentale”, ha concluso.



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