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Orsini al Corriere della Sera: Tempi certi, semplificazione e riduzione burocrazia. Via Irap per tutto il 2020

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Orsini al Corriere della Sera: Tempi certi, semplificazione e riduzione burocrazia. Via Irap per tutto il 2020

05 giugno 2020 | Vice Presidente


L'apertura del Premier a una condivisione del piano di rilancio del Paese con il mondo imprenditoriale ci sembra un metodo corretto di procedere, soprattutto in una fase in cui il Paese sta affrontando un passaggio storico, da cui dipende il nostro futuro. Il sistema industriale italiano viene da anni di interlocuzioni mancate con la politica, ora il dialogo sarebbe auspicabile. Il grande sostegno con cui Bonomi è stato eletto è lì a mostrare quanto questo sentire sia condiviso. Ma la polemica degli ultimi giorni è già superata, come ha già detto il Ministro Gualtieri. 


Così Emanuele Orsini, Vicepresidente per il Credito, la Finanza e il Fisco, in un'intervista al Corriere della Sera. 


Nel decreto Rilancio apprezziamo il taglio dell'Irap ma siamo ancora convinti che la strada sia la moratoria per tutto il 2020. Il meno 10 % del PIL che ci si attende per quest’anno, è uno tsunami che non lascia vincitori, ma miete vittime e farà tanti feriti. L’Irap viene pagata anche dalle imprese in perdita e l'abbuono di giugno premia anche le imprese fortemente indebitate che stanno pagando interessi passivi. Non è certo un disvalore sostenere le imprese che pagano le tasse. Pensare che la Sanità si finanzi con i 13,5 miliardi dell’Irap dei privati è un sogno. Meno del 12% della spesa per la sanità è finanziato dall’Irap. Per la sanità potremo utilizzare i fondi UE destinati ad essa. Le imprese non si tirano indietro quando è ora di pagare le tasse ma prima devono essere messe in condizioni di produrre e fare utili.


Nel decreto, bene Ecobonus e sismabonus che possono dare una spinta alla crescita. Fanno lavorare l’edilizia che rappresenta il 25% del Pil. Moltissime aziende però non hanno possibilità di fare lo sconto in fattura. Bisogna affinare il meccanismo con cui il bonus può essere ceduto alle banche e trasformato in liquidità.


Ma ogni misura va semplificata e resa utilizzabile da subito, il ricorso ai provvedimenti attuativi, invece, è elevato. Ridurre la burocrazia è diventata questione di sopravvivenza.


Gli investimenti possono ripartire se c’é un governo che realizza quanto promette in tempi certi. Meglio se con un po’ di anticipo. 


Sarebbe un bel segnale investire le risorse che arriveranno con il Recovery fund sulle scuole del nostro Paese: il 50% sono state costruite prima degli anni ‘70. Oltre a rilanciare l’economia, sarebbe un segnale forte di fiducia nel futuro. 


Importante è prima di tutto scegliere le giuste ricette. Se queste portano ad un’ampia condivisione, certamente è un guadagno per tutti. Dal canto nostro, Confindustria non manca di proposte e il presidente Bonomi le presenterà nella sede e nel momento appropriati.


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