menu start: Sat May 18 13:22:53 CEST 2024
menu end: Sat May 18 13:22:53 CEST 2024
“Con questi vincoli, perdono tutti, l'impresa e il lavoratore”.
Così Maurizio Stirpe, Vice Presidente per il Lavoro e le Relazioni Industriali, nell’intervista di oggi a QN.
“Nella condizione di incertezza che ha caratterizzato il mercato del lavoro negli ultimi anni, alcune imprese non hanno la possibilità di stabilizzare i dipendenti di cui sono soddisfatte. Si è fatto ricorso quindi alle proroghe, che servivano da un lato per prendere tempo, dall'altro a dare continuità all'occupazione. Invece, con il Decreto dignità in vigore, si rischia di perdere le professionalità giuste e di ricominciare da zero.
Abbiamo suggerito da tempo di cancellare il vincolo dei 24 mesi, chiedendo di rimuoverlo o almeno di sospendere gli effetti del decreto da qui a fine anno. Lo abbiamo fatto dopo che i dati sui mancati rinnovi ci hanno mostrato uno scenario tutt'altro che rassicurante, l'ho ribadito personalmente al Ministro Nunzia Catalfo lo scorso 6 luglio. Ho ottenuto una risposta interlocutoria, ma spero che ci ascoltino perché il problema è reale.
“Gli effetti della pandemia - continua Stirpe - hanno peggiorato il quadro economico. A maggior ragione questi vincoli rischiano di diventare insostenibili per le aziende e di ritorcersi sui lavoratori.
Non voglio essere catastrofista, certo le stime parlano di un calo del PIL annuo di oltre il 10%, un riflesso sulla domanda e quindi sulla capacità produttiva ci sarà e sarà doloroso. Il blocco dei licenziamenti è una misura temporanea in una condizione di emergenza: prima di rimuoverlo serve una riforma degli ammortizzatori sociali, perché altrimenti non c'è paracadute.”
“Sulla riforma degli ammortizzatori sociali annunciata dal Ministro Catalfo – aggiunge Maurizio Stirpe - presenteremo in settimana la nostra proposta. L'idea è di distinguere fra le crisi aziendali reversibili e quelle strutturali. Nel primo caso, la manodopera può essere riassorbita e quindi scatta la Cassa integrazione.
In caso di crisi irreversibile, invece, puntiamo a una Naspi collegata però a un percorso di ricollocazione del lavoratore oppure a un lavoro socialmente utile. Serve un sistema di politiche attive che unisca fondi interprofessionali, imprese e competenze delle Agenzie del lavoro”.