Lettera di Brugnoli al Sole 24 ORE: La crisi Covid-19 occasione per costruire l’istruzione del futuro

06 maggio 2020 |


La crisi Covid-19 ci ha privato di molti luoghi, tra cui la scuola che, improvvisamente, è diventato un luogo invisibile per milioni di studenti, genitori, educatori.


Così il Vice Presidente di Confindustria per il Capitale Umano, Giovanni Brugnoli, in una lettera al Sole 24 Ore.


Questa situazione può essere l'occasione per riflettere sul futuro dell'insegnamento e sull'educazione. Abbiamo scoperto che serviva il PC ma il 10% dei ragazzi fra 6 e 17 anni non ne dispone, così come accade a 34 famiglie su 100. Che fare allora: tornare in classe a scrivere con il gesso sull'ardesia o, piuttosto, impegnarsi in un grande progetto che consenta alla scuola italiana di usare, quantomeno, anche gli schermi dei tablet? 


Il dubbio non è privo di fondamento dal momento che abbiamo scoperto quanto sia profondo, anche da questo punto di vista, il gap tra nord e sud e l'accesso alla didattica online. 

Eppure ci sarebbero 130 milioni circa - tra fondi del "Cura Italia" e PON - destinati proprio a fornire, a famiglie e scuole, PC, tablet e connettività. Sarà un primo rimedio all'emergenza. Non basterà ma si potrebbe inserire in un piano nazionale con più risorse e di più lungo respiro che potrebbe giovarsi dei fondi strutturali europei per le aree obiettivo convergenza. Le regioni italiane potrebbero giocare un ruolo importante nel rafforzamento delle infrastrutture digitali dei territori e assicurare la più ampia dotazione tecnologica alle famiglie per consentire a tutti il più diffuso esercizio del diritto allo studio, non solo in questa fase emergenziale.


Senza togliere nulla agli insegnamenti in presenza che restano fondamentali, però, insegnare e apprendere con questa nuova modalità apre nuove frontiere all'intelligenza e accresce le potenzialità dei nostri giovani nell'uso delle tecnologie digitali. 

La scuola del futuro è allora una scuola in cui la DAD, didattica a distanza evoluta, attiva percorsi di apprendimento personalizzati, che valorizzino le attitudini dei giovani e accompagnino il loro talento. Una scuola in cui ridefinire radicalmente spazi e curriculi, puntando anche sulle competenze non cognitive - empatia, proattività, creatività - che saranno fondamentali in un mondo in cui le macchine avranno bisogno di più, e non di meno, umanità, che è, certamente, intelligenza ma anche e soprattutto coscienza di sé, degli altri e del mondo e dominio dei propri sentimenti.


La scuola di oggi non può essere un'isola. Deve essere un grande laboratorio per imparare a conoscere e a conoscersi. Dobbiamo avere una scuola e un'Università eccellenti e dobbiamo anche avere, con la medesima qualità e dignità, percorsi professionalizzanti di altissimo livello. Per questo penso che la scuola debba contaminarsi anche con le eccellenze economiche e produttive dei territori. 


Proprio in questo momento serve progettare con insegnanti, presidi, professori, una scuola in cui laboratori e tecnologie abilitanti esaltino scienza e tecnologia, senza precludersi l'apporto derivante dalla capacità formativa delle imprese che potranno così condividere il loro know-how di punte avanzate della quarta rivoluzione industriale: finestre spalancate in tempo reale sul cambiamento. 


La scuola deve essere fucina delle migliori energie dell'Italia. Rinnovandola, abbiamo l'occasione di innovare profondamente il nostro Paese. Un'occasione imperdibile e decisiva. Non sprechiamola, anche perché non ce lo possiamo permettere. 


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