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Di Stefano al Mattino: Serve creare nuova occupazione ma sul lavoro idee da anni Settanta

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Di Stefano al Mattino: Serve creare nuova occupazione ma sul lavoro idee da anni Settanta

02 febbraio 2021 | Vice Presidente, Giovani Imprenditori

 

“Il rischio di veder crescere a dismisura il già enorme debito pubblico nazionale e di non riuscire a ripagarlo negli anni è la vera preoccupazione della nostra generazione di giovani imprenditori, cioè di quanti hanno deciso di investire non solo le loro risorse ma anche le loro speranze in questo sistema Paese”. Così Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani Imprenditori e vicepresidente di Confindustria,  in un’intervista al Mattino. 

 

Nel corso del colloquio con il quotidiano napoletano, Di Stefano ha spiegato perché il PNRR e la spesa dei fondi dell’Unione europea saranno lo snodo decisivo. “Dobbiamo scegliere se cogliere l’occasione delle risorse del piano Next Generation Eu, o accumulare ulteriore debito senza fare le riforme e gli investimenti. Quindi la scelta è tra la costruzione di un Paese capace di cambiare passo, moderno, inclusivo, che affronti i propri problemi e ponga le basi per il futuro. O quella di lasciare un Paese zavorrato definitivamente dal disavanzo dei conti pubblici, senza alcuna possibilità di risollevarsi”.


“Si legge dei giovani nel titolo del Piano europeo, nelle dichiarazioni dei decisori e in tanti annunci, ma alla fine nel Pnrr non li si ritrova ancora nelle indicazioni concrete, nei progetti relativi agli obiettivi strategici che pure mostrano come la sfida si giocherà proprio sul futuro, dalla transizione energetica alla digitalizzazione, all’inclusione sociale. Nelle 48 missioni del testo del governo non ci sono ancora specifici progetti per la generazione dei giovani”. 

 

Ci saremmo aspettati – ha proseguito Di Stefano - “Una percentuale per ogni voce di spesa destinata alle giovani generazioni: perché si è giovani nella scuola, nelle Camere di commercio quando si registra la prima impresa o si entra nel cda di famiglia, si è giovani quando si è disoccupati o neet, quando si chiede il primo prestito in banca e anche quando si emigra perché il tuo Paese non premia i tuoi meriti e le tue competenze. In questo modo si interpreterebbe correttamente il messaggio europeo, che è quello di dare un futuro al Paese. I dati angoscianti dell’Istat di ieri dimostrano quanto tutto questo sia ogni giorno più necessario”. E anche sul Mezzogiorno “E’ il momento di far correre l’Italia ad una sola velocità, dal Nord al Sud. Gli investimenti indispensabili sulle infrastrutture e sull’economia del mare impattano certamente sul Mezzogiorno ma in realtà garantiscono ricadute importanti su tutta l’Italia. Di sicuro, il PNRR è davvero l’ultima possibilità, non possiamo sprecarla”.

 

Infine il Presidente dei Giovani Imprenditori ha posto il tema di una delle riforme non più rinviabili. “In un PNRR che è ancora privo di una visione strategica per il Paese, io partirei dal lavoro. Prima di tutto costruendo un sistema di ammortizzatori sociali e politiche attive moderno.  Quello che abbiamo oggi ormai è inadeguato: non si può affrontare una crisi senza precedenti con strumenti che risalgono agli anni ’70. Invece la valorizzazione del capitale umano e l’occupabilità devono diventare le vere priorità, anche attraverso il coinvolgimento delle Agenzie private. Questo vuol dire tutelare chi il lavoro lo perde ma al tempo stesso garantire più formazione e opportunità di riqualificazione”.


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