“Dall'industria arrivano le innovazioni tecnologiche che ci
faranno raggiungere gli obiettivi e ci permetteranno di essere sempre più
competitivi. Una sfida in cui, il fattore che farà la differenza, è proprio nella ricerca e
nelle nuove tecnologie”. Così Francesco
De Santis, Vice Presidente di Confindustria per la Ricerca e lo Sviluppo che, in un’intervista al
Sole24ore, indica l’industria come la soluzione per traguardare i target
fissati nel PNRR e affrontare le transizioni green e digitale.
“Se vogliamo vincere questa partita
dobbiamo presidiare le aree tematiche prioritarie, partecipare allo sviluppo
delle tecnologie, detenerne il know how, avere prodotti e servizi veramente
competitivi – ha sottolineato - altrimenti l'alternativa sarà dover
comprare tecnologie sviluppate da altri e confinare il paese e la sua industria
nei posti più bassi delle catene del valore strategiche globali. Per questo –
ha spiegato - è
necessario rendere certi e rafforzare gli strumenti fiscali per gli
investimenti in ricerca e sviluppo, anche osservando ciò che accade negli altri
paesi europei, nostri competitor”.
De Santis, imprenditore nel settore
farmaceutico, ha riaffermato la disponibilità delle aziende a fare la propria
parte, così come hanno dimostrato negli ultimi dieci anni, aumentando gli
investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. Lo certificano chiaramente i dati Ocse e Istat, che il Vice Presidente
ha citato: "dal
2010 al 2020 la percentuale degli investimenti delle imprese private è passata
dallo 0,6% del Pil allo 0,93. Un impegno e uno sprint che i dati preliminari
confermano anche per il 2021, con un +5,2 rispetto al 2020, e per il 2022, con
un +3,9 sul 2021, mentre da parte pubblica il trend degli investimenti è
rimasto quasi stabile”.
Francesco De Santis ha fatto notare,
inoltre, come questa crescita si sia tradotta in un aumento di produttività
delle imprese, con una maggiore capacità di generare valore aggiunto,
occupazione e più competitività a livello globale, evidenziando anche la correlazione tra la spinta
agli investimenti delle imprese e la presenza di strumenti efficaci di
incentivazione. “I dati
dimostrano che gli investimenti sono cresciuti in corrispondenza
dell'introduzione o del rafforzamento di due importanti strumenti, il credito
di imposta in ricerca e sviluppo e il Patent box” – ha detto.
Il mondo delle imprese esorta quindi il
Governo ad accelerare questo processo a sostegno degli investimenti, specie in
una fase in cui l'aumento dei tassi e lo scenario geopolitico generano grande
incertezza. Per De Santis innanzitutto occorre rafforzare il credito di imposta: “dal primo gennaio
2024 l'aliquota dovrebbe essere innalzata dal 10 al 20 per cento. E sarebbe
opportuno anche includere gli investimenti realizzati dalle multinazionali
estere” ha affermato, aggiungendo che “si tratta di un'azione fondamentale per
ridurre il gap con i paesi nostri competitor. Per esempio in Francia il credito
di imposta in ricerca e sviluppo è pari a oltre 6 miliardi di euro all'anno e
prevede un'aliquota del 30% fino a100 milioni di investimento e del 5% sugli
investimenti superiori ai 100 milioni di euro” - ha osservato.
Oltre alle percentuali, secondo il Vice
Presidente, resta fondamentale avere anche
strumenti semplici, automatici, univoci, con norme stabili, che tutelino il
contribuente. Per questo, è cruciale che venga reso operativo il meccanismo
della certificazione delle attività di ricerca, sviluppo, innovazione. “La legge c'è da agosto 2022 – ha sottolineato il
Vice Presidente - ma mancano ancora il Decreto attuativo e le linee guida, che
definiscano le regole dell'albo dei certificatori e i contenuti della
certificazione. È urgente che vengano definiti al più presto per dare certezza
alle imprese”.
A migliorare il quadro, comunque, la recente approvazione definitiva della riforma
del Codice della proprietà industriale, che il Vice Presidente commenta positivamente: “L'abolizione del Professor's
priviledge, cioè la proprietà dell'invenzione che torna in capo all'ente o
università, e non più al ricercatore, ci equipara al resto d'Europa e favorisce
il trasferimento tecnologico della ricerca alle imprese. Si tratta di una importante riforma prevista dal
Pnrr e diamo atto al Governo di aver saputo realizzare questo intervento che, da un lato può
rafforzare la collaborazione tra sistema pubblico di ricerca e imprese,
dall'altro può mobilitare tutto il sistema pubblico per valorizzare al meglio i
risultati della ricerca, a beneficio del Paese”.
Infine, in merito agli interventi in R&S previsti dal Pnrr il Vice
Presidente De Santis ha affermato che “la direzione è realizzare un Sistema nazionale integrato di
ricerca, sviluppo e innovazione, creando un ecosistema che metta insieme
pubblico e privato, rendendoli partner su progetti congiunti, definiti e
realizzati insieme. Una sfida per il Paese, che richiede l'impegno di tutti”.