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“Un viaggio per ragionare sulle nuove dinamiche della globalizzazione, in questa fase geopolitica così complessa e incerta, che rende più difficile fare impresa ed essere competitivi sui mercati. Servono politiche europee e scelte a livello nazionale che creino un contesto favorevole alla crescita e agli investimenti”. Riccardo Di Stefano,
presidente dei Giovani Imprenditori, venerdì pomeriggio aprirà il 38° convegno
di Capri “Correnti. Sfide, contraddizioni, opportunità”: uno sguardo al contesto globale per planare sulla congiuntura del paese, a pochi giorni dal varo della legge di bilancio.
“E’ una fase di grande incertezza e di attenzione ai conti pubblici. Ora l’attacco di Hamas a Israele aggrava lo scenario, oltre ai risvolti umanitari, rischia di avere un impatto negativo sui costi dell’energia. Speriamo si possa evitare un’escalation – ha commentato Di Stefano -. In questo contesto serve certamente ragionevolezza visto il nostro alto debito pubblico. Ma è necessario spingere gli investimenti, affinché le imprese possano innovare e competere, intervento quantomai necessario ora che la politica dei tassi della Bce sta rendendo più difficile l’accesso al credito. E intervenire sulle famiglie a basso reddito, per sostenere il potere d’acquisto, rendendo strutturale il taglio al cuneo fiscale”.
Sulla terza rata del Pnrr in arrivo, il presidente degli under 40 ha ricordato: “L’Italia ha sempre avuto difficoltà nell’effettivo utilizzo dei fondi comunitari. Tuttavia, anche se con qualche ritardo, le rate arrivano e questo significa che ci si sta muovendo nella giusta direzione. Il governo è salito su un treno in corsa e gli riconosciamo un approccio corretto sul cambio di governance e nell’aver reso gli interventi più coerenti con repower Eu e i fondi di coesione. Adesso, quindi, è necessario recuperare il tempo perduto e dare una forte accelerazione alle procedure di spesa. Ad ogni modo, il Pnrr resta una formidabile opportunità di crescita e sviluppo sia per la dotazione finanziaria ma soprattutto per le riforme strutturali con cui l’Italia si è impegnata a diventare più efficiente e inclusiva".
Secondo Di Stefano siamo di fronte a una nuova fase della globalizzazione: “Dopo lo shock della pandemia le aziende stanno riorganizzando le filiere, accorciandole. Le opportunità restano molte per il nostro made in Italy, penso all’Estremo Oriente, a paesi come Giappone, Taiwan, Singapore, India, approdi di straordinaria potenza geopolitica, economica, demografica e tecnologica. Le aziende vanno messe in condizioni di competere, ed è necessaria anche una politica industriale europea, che accompagni le transizioni digitale e green. Una politica comune, non scelte come la deroga agli aiuti di Stato che avvantaggiano i paesi che hanno un maggiore spazio fiscale, come la Germania. La loro recessione colpisce anche noi, la nostra manifattura è legata a doppio filo con quella tedesca, la Germania è il nostro primo paese in termini di export. Ma oltre che partner siamo anche competitor: nel 2022 quasi il 50% degli aiuti di Stati Ue sono andati alla Germania. La politica delle deroghe ci penalizza e spezza il mercato unico”
Il naturale approdo del convegno di Capri è il Sud e gli strumenti per farlo crescere. “Va bene la Zes unica, a patto che si mantenga l’attuale strategia industriale e che le risorse siano adeguate, assicurando continuità agli strumenti esistenti di incentivazione e semplificazione” – ha affermato Riccardo Di Stefano -. “E’ essenziale che il Fondo di sviluppo e coesione sia a sostegno degli investimenti. Occorre fare attenzione all’autonomia differenziata: non deve penalizzare le regioni del Mezzogiorno, aumentando i divari. Il Sud va messo nelle condizioni di crescere, tanto più che il Mediterraneo ha acquisito una nuova centralità. Dal Sud dipende la crescita di tutto il paese”.