“Era prevedibile” che la ripresa dell'economia europea subisse gli effetti dell’allarme Isis: “ci sarà un forte impatto sui Paesi più interessati, come la Francia e il Belgio, ma è chiaro che a risentirne sarà anche l'economia italiana". Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nell’intervista che oggi apre la prima pagina di Quotidiano Nazionale.
In Italia, spiega Squinzi al direttore di QN Andrea Cangini "le incertezze sono ancora molte”. Fino ad oggi abbiamo potuto beneficiare di condizioni esterne favorevoli, ma "siamo ancora lontani da quel tasso di crescita del 2% minimo di cui abbiamo bisogno, e gli ultimi dati disponibili lasciano qualche perplessità".
Secondo il presidente, la flessione si spiega "con la fragilità della ripresa e il mancato completamento e attuazione di alcune importanti riforme strutturali che servano da stimolo all'economia": il Jobs Act "non basta", vanno rivisti "i meccanismi della spesa pubblica, spostando risorse dalle voci improduttive al sostegno degli investimenti".
Squinzi si sofferma anche su altri temi, dal clima al riconoscimento della Cina come economia di mercato, al terrorismo: "Se vogliamo affrontare il problema Isis, dobbiamo essere compatti e non possiamo prescindere da Putin. Le sanzioni vanno revocate: a beneficiarne per qualche miliardo di euro sarebbero anche le nostre esportazioni".
In allegato l’intervista completa