COMUNICATI STAMPA

CONFINDUSTRIA-CERVED: LE PMI REGGONO AGLI SHOCK, PUR CON SEGNALI DI RALLENTAMENTO. PNRR FONDAMENTALE PER LA RIPRESA
In crescita nel 2022 fatturato e valore aggiunto, pesa l’aumento del costo del debito
 

Roma, 28 giugno 2023 - Il Rapporto Regionale PMI 2023, realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit, approfondisce la struttura e l’evoluzione dello stato di salute delle piccole e medie imprese italiane da una prospettiva territoriale. Il rapporto analizza i conti economici delle circa 160mila PMI italiane, basandosi sui dati di consuntivo del bilancio 2021 e offrendo stime per il 2022, attraverso i modelli predittivi economico-finanziari di Cerved.
 
I dati mettono in evidenza i diversi impatti sui sistemi di PMI territoriali degli shock sequenziali che negli ultimi anni hanno colpito il nostro sistema economico. Sul fronte dei conti economici si stima una sostanziale tenuta di fatturato (+2,4%), valore aggiunto (+1,4%) e MOL (+2,9%), che recuperano i livelli del 2019 (rispettivamente +9,1%, +8,7% e +14,9%). Questi indicatori sono accompagnati da evidenze meno incoraggianti, che suggeriscono una possibile inversione di tendenza nel prossimo biennio. I segnali di rallentamento sono più significativi nelle zone del Centro-Sud e lasciano ipotizzare un incremento del divario strutturale tra sistema produttivo settentrionale e meridionale.
 
I primi effetti dell’inflazione e dell’aumento del costo del debito fanno contrarre la redditività netta e gli utili delle PMI. Nel 2022 si stima infatti un calo del ROE dello 0,6% (dal 12% all’11,4%). La riduzione della redditività è più marcata nel Centro (dall’11,4% del 2021 al 10,4% del 2022) e nel Mezzogiorno (dal 13% del 2021 al 12,2% del 2022), con il Nord-Est e il Nord-Ovest che soffrono di meno (dal 12,5% del 2021 al 12,1% del 2022 per il Nord-Est e dall’11,5% all’11,1% per il Nord-Ovest). In parallelo, la quota di PMI in perdita passa dal 12,2% del 2021 al 27,9% del 2022, con effetti più significativi nel Centro (+16,4%; dal 13,4% al 29,8%).
 
Il peggioramento della congiuntura genera impatti anche sulle abitudini di pagamento delle PMI: i mancati pagamenti sono attesi in rialzo del 4,3% a livello nazionale (sono il 29,4% delle fatture nel dicembre 2022 contro il 25,1% del dicembre 2021). I valori più elevati si toccano tuttavia nel Mezzogiorno (39,6%; +5,8% su base annuale) e nel Centro (32%; +2,9% sull’anno). Più contenuti i mancati pagamenti nel Nord-Est (22,7%; +3,5%) e nel Nord-Ovest (27,2%, +4,6% sull’anno). Segnali di un’inversione di tendenza si intravedono anche tra gli indicatori di stabilità finanziaria.
 
Il rapporto monitora, inoltre, l’evoluzione dell’uscita dal mercato delle PMI. Le stime del 2022 confermano la prosecuzione del congelamento delle chiusure che si osserva dal 2019; i fallimenti calano del 34,7% su base annua (661 nel 2022 vs 1013 nel 2021) e le procedure non fallimentari del 49,4% (da 330 nel 2021 a 167 nel 2022). Il calo dei fallimenti è particolarmente marcato nel Mezzogiorno (-45,2%, da 230 a 126) e nel Nord-Ovest (-42,2% da 341 a 197), mentre le procedure non fallimentari si riducono particolarmente nel Nord-Est (-60,2%) e nel Centro (-55,3%).
 
Il Rapporto viene presentato in un momento complicato per le PMI italiane: il persistere dell’inflazione ben oltre i propri obiettivi di mandato sta spingendo la BCE a un continuo e deciso rialzo dei tassi, che si ripercuote sul costo dei finanziamenti alle imprese e, indirettamente, sul credito richiesto e su quello concesso, così come sugli investimenti. Dopo quasi otto anni di tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali inferiori o pari a 0,25 punti, in un anno (da luglio 2022) si sono raggiunti oggi 4,00 punti. I processi di ristrutturazione aziendale degli ultimi dieci anni, ancorché incompleti e differenziati tra settori e territori, avevano reso più solido il tessuto produttivo italiano. La crisi che ha caratterizzato - ed è seguita - ai periodi di lockdown ha però fatto fare alle imprese un passo indietro di 4 anni nel processo di rafforzamento dei bilanci osservato nei 10 anni pre-pandemia. Questo ha riguardato in particolare le PMI.
 
A fronte di queste difficoltà, aumentano anche le sfide per il futuro. La duplice transizione, ormai ineludibile, richiede ingenti investimenti a tutti i livelli della filiera, così come competenze adeguate agli obiettivi. Tanto il mercato quanto regole sempre più stringenti impongono anche alle PMI un cambio nei propri processi, che a loro volta richiede più managerializzazione, più formazione e più investimenti.
 
In questo contesto, per aiutare le imprese a crescere è necessario un disegno di politica economica e industriale coerente e di medio-lungo periodo, che agisca in primis correggendo le criticità strutturali con cui devono fare i conti le PMI e mediante incentivi mirati che risolvano o attutiscano i principali deficit.
 
Per raggiungere questi obiettivi e superare le criticità che frenano la competitività delle imprese, il PNRR è un’opportunità storica. La prima azione che il PNRR deve sostenere è l’implementazione delle riforme: del lavoro, che includa le politiche attive; del sistema scolastico, del sistema giudiziario e del fisco. Oltre alle riforme, il PNRR gioca un ruolo centrale per la realizzazione degli investimenti a sostegno della competitività, non solo del sistema imprenditoriale, ma di tutto il territorio. Sia riforme che investimenti hanno ora bisogno di una decisa spinta verso l’attuazione. Sul fronte degli investimenti, oltre ai ritardi strutturali, si registra una situazione di incertezza, legata soprattutto al tema delle “rimodulazioni”.
 
La prima occasione di aggiornamento del Piano è rappresentata da REPowerEu. La priorità dovrebbe essere focalizzata su interventi da attuare con strumenti automatici, che possano, da un lato, sostenere le imprese ad affrontare i costi della trasformazione green e, dall’altro lato, favorire le condizioni di contesto a supporto di questo processo, tra cui gli investimenti nel digitale e sulle competenze necessarie in quest’ottica.
 
Quanto alla digitalizzazione, è necessaria una revisione e un potenziamento degli strumenti a supporto della trasformazione digitale delle imprese, tenendo conto dei mutati obiettivi in ottica di Industria 5.0 e facendo tesoro dell’esperienza dei piani relativi al 4.0. Inoltre, per le PMI rimane di fondamentale valore il cosiddetto “network dell’innovazione 4.0”, composto da Competence center e Digital Innovation Hub, capaci di affiancare le imprese di minori dimensioni nell’analisi dei loro bisogni e nell’individuazione e applicazione delle tecnologie digitali più adatte.
 
Un’altra linea di azione attiene agli ambiti della ricerca e dell’innovazione. Le PMI affrontano sfide significative quando si tratta di sostenere i costi delle attività di ricerca e sviluppo. D’altro canto, grazie alla loro struttura flessibile, sono in grado di assorbire più facilmente le innovazioni di processo e di prodotto, anche se queste sono state sviluppate altrove. In tal senso, è particolarmente apprezzabile il “credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo”, incentivo nazionale che prevede una maggiorazione per le imprese localizzate al Sud.  
 
Sotto il profilo finanziario, il rialzo dei tassi di interesse sta oggi determinando una riduzione della domanda di prestiti da parte delle imprese e condizioni di accesso al credito decisamente più restrittive. Questo crea una serie tensioni finanziarie sulle imprese, che hanno contratto finanziamenti a tasso variabile e si sono indebitate per far fronte alla crisi degli ultimi tre anni. In tale contesto, è necessario intervenire per assicurare la sostenibilità del debito in essere delle imprese, favorendo operazioni di rinegoziazione e allungamento dei finanziamenti, incluse moratorie. A tal fine, sono tuttavia necessarie modifiche alle regole bancarie europee (in particolare della definizione di default), che scoraggiano tali operazioni. Occorre poi rivedere le regole temporanee europee sugli aiuti per consentire un allungamento della durata dei finanziamenti garantiti dallo Stato, sia in essere sia nuovi.
 
Vanno poi rafforzate le garanzie pubbliche. In particolare, per quanto riguarda il Fondo di Garanzia per le PMI, occorre intervenire per prevedere la gratuità di accesso per tutte le operazioni finanziarie, elevare le coperture di garanzia e innalzare l’importo massimo garantito. Le condizioni del credito in peggioramento rafforzano la necessità per le PMI di ricorrere maggiormente a strumenti di finanza alternativa, aprendo il proprio capitale a investitori esterni. Per questo, serve un set integrato di misure, in grado di raggiungere le diverse tipologie e classi dimensionali di imprese e di attivare sempre più il risparmio privato. Per farlo, è necessario che le imprese sviluppino maggiori capacità di comunicare al mercato e una governance adeguata, cui è possibile tendere, anche in questo caso, rafforzando il proprio livello di managerializzazione.
 
Infine, la revisione del sistema nazionale degli incentivi, avviata dal Governo, è condivisibile nella sua ratio di fondo: reimpostare il sistema utilizzando pochi strumenti e semplici, facendo leva quegli schemi agevolativi che, nella pratica, hanno già dimostrato di funzionare in maniera efficace (es. Fondo di Garanzia per le PMI, Nuova Sabatini, FRI), adattandoli, anche con il supporto delle Regioni, alle diverse e specifiche strategie ed esigenze.
 


ITALIA-UCRAINA: CONFINDUSTRIA AVVIA FOCUS SU PROGETTI SPECIFICI DI INVESTIMENTO
Beltrame: imprese italiane protagoniste grazie alle loro competenze ad alto valore aggiunto 
 
Roma, 26 giugno 2023 - Edilizia e materiali da costruzione per la realizzazione di un Campus High-Tech; logistica e logistica integrata per il progetto Horonda Dry Port, il corridoio che collegherà l'Ucraina all'Interporto Quadrante Europa di Verona; agroindustria, per lo sviluppo di un parco industriale di trasformazione agroalimentare e beni di largo consumo per la realizzazione di impianti produttivi. Questi i settori e i progetti specifici al centro dell’evento “Fit for Ukraine: Italy – Business Conference for investing in Ukraine”, che si è svolto oggi a Roma presso la sede di Confindustria. Organizzato in collaborazione con UkraineInvest, l’istituzione governativa ucraina preposta agli investimenti nel paese, l’evento è stato patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri italiano. Al seminario hanno partecipato oltre 120 imprese italiane ed ucraine, associazioni di categoria e istituzioni finanziarie, per un confronto sulle opportunità di investimento nel Paese. 
 
La strada per la pace in Ucraina passa anche dalla ripresa delle relazioni economiche e commerciali ha affermato Barbara Beltrame, Vice Presidente di Confindustria per l’Internazionalizzazione aprendo i lavori – e l’incontro di oggi intende dare un seguito concreto alla conferenza bilaterale dello scorso aprile dedicata alla ricostruzione del Paese. In questa occasione, abbiamo voluto focalizzarci su alcuni importanti settori della manifattura. Si tratta di comparti in cui le imprese italiane possono giocare un ruolo da protagoniste per la ripresa dell’Ucraina - ha spiegato Beltrame - grazie alle eccellenze tecnologiche e alle competenze ad alto valore aggiunto che contraddistinguono il sistema industriale italiano. Ma anche altri settori come il digitale, l'aerospaziale, l'acciaio, l'energia e in particolare le rinnovabili, sono determinanti e possono aprirsi possibili forme di collaborazione che saranno oggetto di approfondimento in futuro. Occorre incoraggiare queste sinergie guardando al futuro dell’Ucraina ed alla sua rinascita economica e industriale - ha aggiunto la Vice Presidente di Confindustria - avvicinando il Paese agli standard comunitari e accelerandone così il cammino verso il percorso europeo già avviato. Oggi il mondo industriale italiano esprime ancora una volta, concretamente, la vicinanza al popolo ucraino attraverso la volontà di sostenere la resilienza e la ricostruzione del loro Paese”.
 
Confindustria, fin dall’inizio del conflitto, ha dimostrato il proprio sostegno all’Ucraina nella ricostruzione, rafforzando le relazioni bilaterali con l’Italia attraverso visite ed incontri istituzionali culminati nell’apertura di ufficio a Kiev, firmando un protocollo d'intesa con le amministrazioni locali e creando una piattaforma REBUILD UKRAINE attraverso la quale le imprese italiane hanno la possibilità di manifestare il loro interesse a contribuire alla ricostruzione attraverso investimenti in molteplici settori trasversali.
 
L’Ucraina è storicamente un mercato economico di rilievo per l’Italia, terzo partner commerciale a livello europeo, con un commercio che nel 2021 ha superato i 5 miliardi di euro. 



CONFINDUSTRIA APRE LA SEDE DI RAPPRESENTANZA A WASHINGTON DC

L’Ambasciatrice italiana in USA Mariangela Zappia e il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi inaugurano i nuovi uffici

 
Washington, 22 giugno 2023 Nell’ambito del progetto “Confindustria nel mondo”, che ha l’obiettivo di consolidare e potenziare la presenza delle imprese italiane all’estero, Confindustria ha inaugurato la sede di rappresentanza a Washington, per imprimere ulteriore impulso alle relazioni transatlantiche e creare un ponte tra le imprese italiane e il mercato americano.

“La scelta di aprire un ufficio di rappresentanza negli Stati Uniti è opportuna e tempestiva in questa fase in cui emerge più che mai la necessità di investire nel rapporto tra alleati e partner fidati e di consolidare le catene del valore, a partire dai settori strategici”, ha commentato l’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, all’inaugurazione dell’ufficio di Confindustria a Washington DC, alla presenza del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, della Vice Presidente Barbara Beltrame Giacomello, dei componenti del Consiglio di Presidenza di Confindustria presenti a Washington, delle imprese italiane partner della Mostra monografica dedicata a Leonardo Da Vinci “Imagining the future. In the mind of an italian genius” e della stampa. L’Ambasciatrice ha sottolineato, inoltre, che l’apertura della sede avviene in un momento in cui anche la partnership economica tra Stati Uniti e Italia è particolarmente forte, come dimostrano i dati dell’interscambio bilaterale e gli investimenti italiani negli Usa.

“L’ufficio di Confindustria potrà assicurare un raccordo costante con le controparti americane a livello istituzionale e associativo - ha rilevato l’Ambasciatrice - e sarà un punto di riferimento per le oltre 3.500 le imprese a capitale italiano presenti su tutto il territorio degli Stati Uniti”. “Nella land of opportunities che rappresentano gli USA, la sede potrà contribuire ad accelerare processi innovativi che vedano protagoniste le imprese italiane e potrà aiutarle anche a cogliere le opportunità derivanti dal raccordo con le importanti Istituzioni finanziarie internazionali qui presenti: Banca Mondiale, Fondo Monetario e Banca Interamericana di Sviluppo” ha chiosato.

“Dopo l’apertura delle sedi di Confindustria a Kiev e a Singapore, con quella di Washington, rafforziamo la nostra rappresentanza e capacità di penetrazione negli Stati Uniti, primo mercato di destinazione extra-europeo dell’export nazionale e snodo nevralgico delle più importanti scelte a livello  geoeconomico”, ha affermato il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’ufficio di rappresentanza dell’Associazione nel cuore finanziario della capitale statunitense. “La nostra scelta giunge in un momento decisivo per gli equilibri transatlantici: nel 2024, infatti, sia in Europa sia negli Stati Uniti si terranno le elezioni politiche, due appuntamenti cruciali in cui l’Italia avrà un ruolo determinante nel connettere le nuove leadership. Confindustria intende contribuire attivamente a questo processo stabilendo un dialogo costante con la business community e le Istituzioni politiche americane. Per noi è fondamentale promuovere al meglio il valore delle nostre imprese e cogliere appieno le opportunità offerte dagli USA” ha aggiunto il leader degli industriali italiani.

Secondo un recente studio commissionato dall’Ambasciata d’Italia, l’ecosistema economico italiano in America dà lavoro a oltre 260 mila dipendenti, con un fatturato annuale complessivo pari ad oltre $140 miliardi. Gli Stati Uniti sono diventati di recente il secondo mercato globale per l’export italiano, mentre lo scambio commerciale e’ cresciuto di oltre il 23% nel 2022, superando i $117 miliardi. Lo scorso anno, l’export italiano di prodotti e servizi verso gli USA e’ stato pari a $80 miliardi. Ammontano inoltre a oltre $30 miliardi gli investimenti in ciascuna delle due direzioni.

L’apertura degli uffici di Confindustria nella capitale USA, è avvenuta nell’ambito di una serie di importanti appuntamenti che hanno coinvolto la Delegazione italiana, guidata dal Presidente Carlo Bonomi. Primo fra tutti l’inaugurazione della mostra “Imagining the future. Leonardo da Vinci: l’anima del genio italiano”, allestita presso la Martin Luther King Jr. Memorial Library e realizzata insieme alle aziende Partner (IntesaSanpaolo main partner; ITA Airways official carrier; 24ORE Cultura; Dolce&Gabbana; Dompè; Pirelli; Trenitalia), con la curatela della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Washington e dell’Istituto Italiano di Cultura. La Delegazione poi, sempre con il supporto dell’Ambasciata d’Italia, ha avuto incontri con funzionari dello U.S. Trade Representative, del Dipartimento del Commercio, di Select USA, US Chamber of Commerce, Banca Mondiale e dell’Agenzia governativa per la Piccola Industria.
 

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Roma, 12 giugno 2023 – “Silvio Berlusconi è stato un imprenditore che lascia nella storia italiana un segno profondo e duraturo. La tenacia visionaria con cui riuscì ad affermare il proprio gruppo televisivo e multimediale, lo ha reso meritoriamente un protagonista della vita italiana. Ha fatto dell’innovazione il proprio tratto distintivo dando voce a profondi cambiamenti del costume e delle passioni degli italiani. Con il suo impegno in politica, nel 1994 scompaginò gli equilibri precedenti interpretando la voglia di cambiamento nel Paese. Confindustria esprime il cordoglio più profondo ai suoi familiari, a tutti coloro che operano nelle imprese di famiglia e alla vasta comunità di italiani per cui ha continuato ad essere un punto di riferimento. Con la sua capacità di leadership, il suo carisma e il suo entusiasmo lascia un’eredità che continuerà a segnare anche il futuro del Paese”. Così Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, commenta a nome dell’Associazione la scomparsa di Silvio Berlusconi.


BONOMI AL SUMMIT DELLE INDUSTRIE EUROPEE: L’UE ADOTTI UNA POLITICA INDUSTRIALE COMUNE
Il Copres Business Europe in corso a Madrid concorde sul principio di neutralità tecnologica per affrontare le transizioni
 
Madrid, 2 giugno 2023 - “Abbiamo richiamato l’attenzione sulla necessità che l’Europa adotti una politica industriale comune e abbandoni l’impostazione dirigista assunta su alcuni provvedimenti, come quello sull’automotive e sul packaging”. Questo il commento del presidente di Confindustria Carlo Bonomi in occasione del Copres Business Europe in corso a Madrid. L’associazione delle industrie europee, composta da 40 federazioni industriali europee, si è riunita in Spagna su invito della CEOE, la Confederazione degli imprenditori spagnoli, in vista dell’assunzione della Presidenza di turno dell’Ue da parte del governo iberico. “Tutti i Paesi sono pienamente concordi sul principio della neutralità tecnologica per affrontare le transizioni in atto – ha chiarito Bonomi. Inoltre, in vista delle elezioni europee del 2024 gli industriali europei ritengono necessario che l’Ue si posizioni come continente industriale, che governi adeguatamente e nei tempi corretti le transizioni ambientali e digitali e che si impegni verso una maggiore autonomia sulle materie prime e sulle tecnologie chiave, tra cui le terre rare, i semiconduttori e i pannelli solari, l’intelligenza artificiale. È fondamentale – ha aggiunto il leader degli industriali italiani - consentire un approvvigionamento energetico a prezzi competitivi e, in questo senso, l’UE deve dotarsi di un mercato dell’elettricità con investimenti a lungo termine perché su queste sfide si giocherà il futuro del nostro manifatturiero”. Tra i temi al centro della riunione tra le Confindustrie europee anche il nuovo Patto di Stabilità e Crescita che, secondo Carlo Bonomi “è cruciale che salvaguardi e favorisca gli investimenti”. 


EXPORT: ITALIA LEADER MONDIALE NEI MACCHINARI, 16 MLD DI POTENZIALE

Beltrame: necessaria una politica di sistema che accompagni le imprese sui mercati esteri

Roma, 31 maggio 2023 - Ci sono 16 miliardi di export potenziale per i beni strumentali caratterizzati da automazione, creatività e tecnologia. La possibilità di ampliare le esportazioni di questi macchinari a elevata sofisticazione è equamente distribuita tra paesi avanzati ed emergenti, per circa 8 miliardi ciascuno, suggerendo quindi alle imprese di accrescere le loro quote di mercato in entrambe le aree. Sono i dati della prima edizione di Ingenium, il Rapporto del Centro Studi Confindustria dal titolo “Il potenziale dei beni strumentali italiani nel panorama internazionale”, presentato oggi presso l’Unicredit Tower Hall e realizzato con il sostegno finanziario di Federmacchine e il contribuito, tra gli altri, di SACE per il focus nei Paesi dell’ASEAN e in particolare in Vietnam, Filippine e Thailandia, il cui mercato rappresenta un grande orizzonte di opportunità per il Made in Italy.

I macchinari che rientrano nell’analisi sono definiti grazie a tre elementi caratteristici che li contraddistinguono: automazione, creatività e tecnologia. Di qui l’acronimo ACT, che raggruppa 202 categorie di prodotto su cui l’Italia può far leva per affrontare lo scenario internazionale. Si tratta di macchinari dall’elevato grado di precisione, da una presenza dell’elettronica sempre più pervasiva rispetto alla parte meccanica, dall’agilità nell’adottare soluzioni su misura e da un crescente contenuto di servizi nell’offerta di vendita. Per molte categorie di beni l’Italia esprime un vantaggio competitivo sia in termini di prezzo applicato per la vendita, sia, a parità di prezzo, per le più elevate quantità di macchinari vendute, e non sorprende risulti leader mondiale nella produzione di molte categorie di macchinari.

“Nel quadro di un ruolo di assoluto rilievo che assume il Made in Italy nell'economia globale e nazionale quale asset fondamentale di crescita, i beni strumentali sono la robusta spina dorsale delle eccellenze italiane esportate all'estero. Senza di loro molti dei beni di consumo, che nel nostro immaginario rappresentano l'Italia nel mondo come moda, arredo e alimentare, non sarebbero realizzabili”, ha detto Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria. “I macchinari costituiscono sempre una delle prime voci tra i prodotti venduti all'estero e rappresentano una parte significativa del nostro export. Un export che dagli ultimi dati vede dei segnali di rallentamento dopo i livelli record registrati negli ultimi anni e che ha sostenuto la competitività dell'industria italiana in un contesto internazionale reso estremamente sfidante e incerto. Un motivo in più per continuare a scommettere sul nostro Made in Italy e impegnarci a rafforzarlo senza farci spaventare. Anche perché come si vede da questi dati ci sono grandi potenzialità che dobbiamo essere in grado di mettere a terra con una vera politica di sistema che accompagni le imprese, in particolare le piccole e medie, nei mercati esteri”.

“Riconosciuto per le ottime performance, il made in Italy settoriale assicura da sempre un contributo decisivo al saldo della bilancia commerciale del paese. È infatti l’industria meccanica, nella quale rientra quella rappresentata da FEDERMACCHINE, a registrare il surplus commerciale maggiore. Ora, con il Rapporto Ingenium, le imprese del settore hanno a disposizione uno strumento in più per comprendere come e ove orientare la propria offerta, considerando i mercati a maggior potenziale, e alcune indicazioni strategiche per meglio presidiare le aree di sbocco”. Ha affermato Alfredo Mariotti, segretario generale Federmacchine.

Dal Rapporto emerge che tra i mercati avanzati, quelli che offrono un maggiore potenziale sfruttabile sono gli USA (con un potenziale di export aggiuntivo stimato in circa 1,7 mld di euro), Francia e Germania a pari merito (600mln di potenziale), poi Austria e Canada. Il potenziale aggiuntivo negli emergenti è guidato dal mercato cinese, dove è ancora sfruttabile il 52% del potenziale di export totale per un ammontare pari a circa 2 miliardi di euro. Questo potenziale in Cina è dovuto in larga parte alla dimensione del mercato. Seguono Turchia (potenziale di 700milioni) e India (600milioni), poi Messico e Brasile.

L’Italia risulta inoltre tra i primi esportatori sia per quota di mercato sia per competitività tra i fornitori internazionali di prodotti ACT. Nel 2020 l’Italia si è qualificata quinta, dietro Cina, Regno Unito, Germania e Austria. I principali importatori di macchinari ACT provenienti dall’Italia rimangono gli Stati Uniti, seguiti dalla Germania e dalla Cina.

L’export ACT vale quasi 28 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni di macchinari italiani ACT nel mondo può essere diviso per mercati di destinazione. Quelli ad avere maggior peso sono i mercati avanzati, che insieme assorbono più di 18 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni nei mercati emergenti è invece più limitato e registra poco più di 9 miliardi di euro. L’export di ACT è cresciuto in particolar modo nelle Americhe, tanto del Nord quanto in America Latina e nei Caraibi, così come nel continente europeo, destinazioni che hanno registrato la crescita maggiore nel corso del 2022 rispetto ai tre anni precedenti.

Il Rapporto indica anche la strada per attivare il potenziale suggerendo di intervenire su vari assi per la competitività delle imprese, come: supportare la servitizzazione (la fornitura di servizi aggiuntivi post-vendita); adottare comportamenti più sostenibili; favorire i trattati internazionali; stimolare l’innovazione.


CONFINDUSTRIA: L’ASSEMBLEA PRIVATA RINNOVA IL CONSIGLIO GENERALE E APPROVA IL BILANCIO
 


Roma, 30 maggio 2023 - L’Assemblea privata di Confindustria ha eletto 20 rappresentanti generali nel Consiglio Generale dell’Associazione per il biennio 2023-2025 e 15 Probiviri e 5 Revisori per il periodo 2023-2027.
Le candidature pervenute dal sistema sono state verificate e validate dal Consiglio di indirizzo etico e dei valori associativi e dal Collegio speciale dei Probiviri di Confindustria relativamente al possesso dei requisiti previsti dalla normativa confederale.
Per l'elezione dei venti rappresentanti generali si è proceduto attraverso due diversi collegi elettorali: grandi imprese, imprese multinazionali estere ed imprese a rete aderenti al sistema confederale con convenzione nazionale (15 seggi) e medie imprese (5 seggi).
 
Gli eletti sono: Antonioli Pierpaolo; Bertin Walter; Boschi Umberto; Bossi Stefano; Bracco Diana; Carbonato Gianfranco; Ferraris Luigi; Folgiero Pierroberto; Franceschetti Maria Chiara; Guindani Pietro; Manoukian Aram; Mona Claudia Francesca; Nieri Gina; Ottolenghi Guido; Peretti Aldo; Tripi Alberto; Tronchetti Provera Marco; Vietti Giovanni; Zanetti Matteo; Zelcher Renato Stefano.
 
La votazione è stata effettuata a scrutinio segreto, necessariamente in presenza fisica ma con modalità elettronica attraverso il supporto della piattaforma Eligo.
 
L’assemblea privata di Confindustria ha approvato inoltre all’unanimità il Bilancio 2022: si rileva un avanzo della gestione operativa e finanziaria di 2,6 milioni di euro, in miglioramento sia rispetto a quanto previsto nel Budget di periodo che al Bilancio 2021. Nel corso dell’esercizio l’Organizzazione ha continuato a porre in essere importanti azioni di razionalizzazione dei principali costi gestionali, che hanno portato a ottenere un risultato di bilancio che si concretizza in un Totale Oneri di 35,4 milioni di euro, con una riduzione rispetto al 2004, primo anno in esame, del 24%.


MEDEF-CONFINDUSTRIA: POLITICA INDUSTRIALE E COMPETIVITA’ IMPRESE SIANO AL CENTRO DELL’AZIONE EUROPEA
Bonomi: Italia e Francia insieme possono assumere un ruolo decisivo in Europa
Roux de Bézieux: le imprese francesi e italiane sono sempre state unite

 
Roma, 26 maggio 2023 – Si è svolto questa mattina a Roma, presso la sede di Confindustria, il quinto Forum Economico franco-italiano in cui i presidenti di MEDEF Geoffroy Roux de Bézieux e Confindustria Carlo Bonomi hanno riaffermato la determinazione nel proseguire e rafforzare la loro collaborazione nel solco del Trattato del Quirinale e hanno richiamato l’attenzione sull’importanza di una politica industriale europea forte ed efficace.
Al centro dei lavori la competitività del tessuto industriale rispetto al nuovo scenario geopolitico, il supporto agli investimenti necessari alle transizioni e il contributo dell’asse industriale italo-francese per un’economia europea più solida.  

Al termine del Vertice bilaterale i presidenti delle due Associazioni industriali hanno firmato una dichiarazione congiunta articolata in diversi punti. Tra i principali: avviare rapidamente un’ambiziosa riforma del mercato elettrico; prevenire gli effetti distorsivi degli aiuti di Stato sul mercato interno; sostenere il pieno utilizzo degli strumenti di difesa commerciale; istituire un Fondo per la sovranità europea a supporto della capacità produttiva industriale; semplificare il quadro normativo europeo anche attraverso studi di impatto sulle pmi per ogni nuova legislazione.

“La visione di politica industriale e la competitività delle imprese devono tornare centrali in Europa. Le sfide gigantesche che abbiamo di fronte, tra cui la transizione green e digitale, vanno accompagnate e governate agendo principalmente su tre capitoli: l’introduzione di strumenti specifici come un Fondo di sovranità europeo, adeguatamente finanziato e strutturato; la promozione di un nuovo Patto di stabilità e crescita, in cui vanno invertiti i fattori, perché è la crescita a garantire la stabilità; la semplificazione del contesto regolamentare per creare le condizioni che agevolino gli investimenti”, ha detto il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “In questo quadro le relazioni tra Italia e Francia sono fondamentali e Confindustria e Medef possono ulteriormente rafforzarle continuando a collaborare, come hanno sempre fatto. I nostri due Paesi insieme possono assumere un ruolo decisivo in Europa sia per costruire un tessuto industriale ancora più solido sia per rafforzare la coesione. Solo un’Europa unita che abbia nell’industria il suo asset primario può garantire un futuro alle prossime generazioni”.

“Al di là delle turbolenze politiche tra i nostri due paesi, le imprese francesi e italiane hanno scelto la strada dell’unità e della cooperazione a favore della sovranità e della competitività europea”, ha aggiunto il Presidente di MEDEF Geoffroy Roux de Bézieux.


CONFINDUSTRIA, CGIL, CISL E UIL – INSIEME PER LA SOLIDARIETÀ PER L’EMILIA ROMAGNA. AL VIA FONDO COMUNE

Roma, 20 maggio 2023 - Confindustria e Cgil Cisl Uil, di fronte alla drammaticità degli eventi che si sono verificati a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, sono vicini e esprimono la massima solidarietà alle popolazioni così duramente colpite. Per questo hanno deciso di prendere insieme un impegno concreto e di sostenere una iniziativa congiunta di aiuto ai cittadini, ai lavoratori ed al sistema produttivo profondamente ferito.
 
Stanno, pertanto, attivando un “Fondo di intervento per la popolazione dell’Emilia Romagna” nel quale confluiranno contributi volontari da parte dei lavoratori pari ad un’ora di lavoro e un contributo equivalente da parte delle imprese. 
 
Confindustria e Cgil, Cisl e Uil effettueranno una valutazione puntuale sulle modalità dell’intervento a sostegno nei modi e con le forme che ne garantiscano la certezza della destinazione e la più rapida utilizzazione.


SCUOLA, CONFINDUSTRIA: DA ITS OCCUPAZIONE RECORD. DA FONDI PNRR 19 MLD, OPPORTUNITA’DA NON PERDERE
Brugnoli agli StaDi Generali dell’Orientamento: 3 milioni di Neet, politica ha perso di vista i giovani

Roma, 17 maggio 2023 - Si sono svolti questa mattina allo stadio Benito Stirpe di Frosinone gli Stadi Generali dell'Orientamento organizzati da Confindustria. Quasi 4 mila gli studenti provenienti da tutta Italia che hanno ascoltato le testimonianze e i consigli per scegliere i percorsi di studio che offrono le maggiori opportunità di occupabilità e dunque più vicini al sistema industriale.

"In Italia ci sono tre milioni di Neet, ragazzi che non studiano e non lavorano, un abbandono scolastico stabilmente a doppia cifra, con picchi drammatici al Sud, un tasso di disoccupazione giovanile tra i peggiori a livello internazionale. Significa che in Italia un problema c'è: governi e politica, in questi anni, hanno perso di vista i giovani. E la scuola è sempre al centro dei programmi elettorali per poi essere dimenticata", ha detto Giovanni Brugnoli, Vicepresidente per il Capitale Umano di Confindustria. "Ma il nostro Paese, che è la seconda potenza manifatturiera d'Europa, non può permettersi un simile spreco di talenti. Eppure gli Its Academy sfiorano il 90% di placement. L'Italia deve quindi far decollare quella seconda gamba professionalizzante che ha fatto la fortuna di mezza Europa e puntare sulle materie scientifiche ad alto contenuto di innovazione. II Pnrr destina 19,44 miliardi di euro al potenziamento dell’istruzione. Una quantità di risorse senza precedenti che dobbiamo spendere e, soprattutto, farlo bene: sulla formazione, sull'edilizia scolastica, sui collegamenti con il mondo del lavoro. La scuola è il vero investimento sul futuro. Non sprechiamo questa opportunità".

Tra le testimonianze e i suggerimenti per intraprendere un percorso che porti a un'occupabilità di qualità e coerente con gli studi fatti, quelli di Giovanni Brugnoli, Vicepresidente di Confindustria per il capitale umano, e Francesca Mariotti, Direttore Generale Confindustria; di Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuseppe Valditara, Ministro dell'Istruzione e del Merito, Cristina Grieco, Presidente Indire, Claudio Gagliardi, Vice Segretario generale Unioncamere, Giuseppe Biazzo, Vice Presidente Unindustria, Federico Visentin, Presidente Federmeccanica, e Riccardo Mastrangeli, Sindaco di Frosinone; oltre alle raccomandazioni e gli esempi raccolti dall'imprenditore Brunello Cucinelli, dallo scultore Jago, dal campione del Mondo 2006 e allenatore Frosinone Calcio Fabio Grosso e dal Presidente Settore Tecnico FIGC Demetrio Albertini, che ha presentato la Nazionale Italiana degli ITS ACADEMY stilata con il contributo di Indire

Durante la seconda parte della mattinata, nelle tribune dello stadio sono stati allestiti degli spazi di incontro e confronto con i ragazzi per fargli cogliere le opportunità di orientamento da molteplici punti di vista: con Brunello Cucinelli e Jago sui temi di creatività, bellezza, umanesimo tecnologico; con gli atleti dell'Associazione Sportiva Luiss per l'orientamento attraverso lo sport; con l'ITS Meccatronico del Lazio, ITS Lazio Digital Academy, Accademia delle Belle Arti di Frosinone e Università di Cassino e del Lazio Meridionale, in collaborazione con R-Store; con UMANA per le attività di gioco orientativo sulle soft skills e la mappa dell’orientamento; con il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo per pensare al futuro con l'educazione finanziaria attraverso quiz ed esercitazioni interattive-digitali per imparare a gestire i propri budget; con la Fondazione Bracco per discutere di STEM e superamento degli stereotipi di genere; con Indire per parlare di Erasmus, delle competenze degli studenti negli ITS e le opportunità di internazionalizzazione. Una tribuna è stata poi dedicata all'esposizione e alla premiazione del progetto "Eureka! Funziona!" di Federmeccanica, dove 500 bambini della scuola primaria hanno presentato i giocattoli da loro realizzati.

Unindustria, Federmeccanica, Luiss, l'ITS meccatronico del Lazio e l'Accademia di Belle Arti di Frosinone sono Partner dell'iniziativa, realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo e Umana, in collaborazione con il Museo del Risparmio, con il contributo di Fondazione Bracco, Fondazione Mai, R-Store, l'Associazione Sportiva Luiss e l'Università di Cassino e del Lazio Meridionale, insieme a Cotral, associato Agens, in qualità di Mobility Partner.
La giornata degli Stadi Generali dell'Orientamento gode del Patrocinio di FGIC, Indire e Unioncamere.


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